Il proprietario dei Celtics, Wyc Grousbeck, con lo stendardo della vittoria
E' passato quasi un anno ma sembra una vita. Più o meno dodici mesi fa i Celtics non sembravano proprio la squadra che sono ora: non avevano ancora Ray Allen e Kevin Garnett, Paul Pierce se ne voleva andare, ed in generale la squadra non sembrava avere grandi prospettive per la stagione che sarebbe iniziata a settembre.
Le cose però cambiano in fretta nella NBA come nella vita, basta guardare i record dei Celtics nelle ultime due stagioni (in regular season 24-58 l'anno scorso, 66-16 quest'anno). Ora, un anno (e due scambi fondamentali) dopo, ci ritroviamo a commentare i Celtics campioni del mondo, al termine di una stagione trionfale, una scommessa vinta in pieno in primo luogo dal gm Danny Ainge, che questa squadra l'ha creata, non solo portando qui GArnett ed Allen, ma anche dando fiducia ai giovani, Rondo su tutti, e circondando i Big Three di veterani affidabili (per esempio James Posey).
La vittoria del titolo ha cancellato tutti quelli che erano gli interrogativi che sin dall'inizio della stagione condizionavano ogni giudizio sui Celtics: ce la faranno i Big Three a coesistere? La panchina sarà degna delle aspettative? Doc Rivers è un coach adeguato per una squadra da titolo? La risposta a queste tre domande è sì, e i biancoverdi hanno ora un anello al dito.
Sono stati giorni molto impegnativi questi per i tifosi dei Celtics, dalla partita di mercoledì in poi. Ancora più impegnata, però, è stata la squadra, che ha partecipato a mille festeggiamenti, iniziati subito dopo la sirena finale, con la premiazione sul campo, seguita dalla partecipazione di Allen e Garnett al David Letterman Show, per non parlare della parata e dell'omaggio dei Red Sox al Fenway Park.
D'altronde era una gioia, quella dei tifosi dei Celtics, che covava da ventidue anni, un periodo molto lungo e complicato, con tanta sfortuna, tante decisioni sbagliate ed in generale troppe stagioni segnate dalla mediocrità . Si sono ripresi tutto in un annata, con una squadra che comunque ha ancora almeno un anno per ritentare l'impresa.
Boston è la vincitrice del titolo che ha dovuto giocare più partite di playoffs per conquistarlo (26), ed ha risposto nel migliore dei modi a tutti quelli che dicevano che avrebbero rimpianto le tante energie sprecate contro Atlanta e Cleveland, anche perché la squadra, diciamo così, non è in maggior parte composta da ragazzini.
E in questo successo, sicuramente, ha avuto grande importanza il gruppo che Doc Rivers ha saputo creare, amalgamando bene i più giovani con i veterani, mostrando a tutti l'obiettivo comune, e tirando fuori il colpo della parola "ubuntu", dalla lingua Bantu, un termine che di fatto sottolinea come la gloria ed il successo del gruppo sono più importanti di quelli dell'individuo. La squadra ha assolutamente fatto proprio questo concetto, come sottolinea Pierce:"Credo che in questa squadra tutti credano in questa frase, perché non importa chi ottiene la gloria, tutti noi, insieme, la otteniamo".
La festa per questo titolo e questa squadra è iniziata subito dopo la fine della partita, in un'atmosfera che poco aveva a che fare con le classiche, super organizzate premiazioni della NBA: al TD Banknorth Garden si è scatenata una gioia incredibile, sia nei giocatori che in un pubblico che aspettava di tornare a far festa da troppo tempo.
Abbiamo visto un commosso e felicissimo Kevin Garnett urlare la sua gioia in diretta nazionale ai microfoni di Micelle Tafoya; un Paul Pierce felice come un bambino, che festeggiava davanti ai tifosi ed inondava di Gatorade il povero Doc Rivers; abbiamo visto un Garden impazzito di gioia, che in un certo senso si godeva e confermava le dichiarazioni d'amore di Garnett: "Paul me l'aveva detto sin dal primo momento che questa è una città speciale, che se dai ai tifosi una ragione per seguirti lo faranno a prescindere, anche quando non vinci o hai momenti complicati, e io posso confermarlo. Penso di aver giocato davanti a dei grandi pubblici, ma Boston ha un posto speciale, sarò per sempre legato a questa città ".
La festa è poi continuata un giorno dopo, per strada, alla classica parata che ha visto una città tingersi di verde, decine di migliaia di tifosi si sono riuniti per festeggiare ancora una volta questi Celtics, che dal canto loro passavano attraverso la folla su un pullman, tutti vestiti di biancoverde.
Il più cercato era sicuramente Paul Pierce, capitano ed Mvp delle Finals, che durante la parata ha anche trovato il tempo di fumarsi un sigaro che gli aveva consegnato proprio Red Auerbach, oltre a lanciare già la sfida per il prossimo anno, sostenendo che i Celtics potrebbero rivincere anche fra dodici mesi.
Le celebrazioni sono poi andate avanti, come già anticipato la squadra è stata ospite al Fenway Park, dove Pierce e compagni si sono beccati un'altra standing ovation dal pubblico dei Red Sox e Pierce ha fatto il primo lancio. Adesso arriva l'estate, il meritato riposo, perché a settembre ci si deve far trovare pronti a partire per un'altra stagione, da campioni in carica.
Intanto è ora, per tutti i tifosi dei Celtics da questa e dall'altra parte dell'oceano, di fumarsi un bel sigaro della vittoria, se lo meritano. Perché i Boston Celtics, dopo ventidue anni, sono di nuovo sul trono NBA, sono di nuovo i campioni del mondo.