Sarà il centro che dominerà la Lega nei prossimi anni?
Gli Orlando Magic erano, all'inizio della stagione 2007-08, una delle formazioni che maggiormente intrigavano gli addetti ai lavori ma anche i semplici tifosi. Queste aspettative sono state ripagate dalla miglior stagione della franchigia della Florida dal magico 1996.
I Magic hanno infatti concluso una stagione da 52 vittorie(+12 rispetto alla stagione 2006-07) e si sono arresi solo alle semifinali di Conference ai più esperti Detroit Pistons. Tre le cause che hanno contributo a questa grande stagione:
1) L'esplosione definitiva di Dwight Howard.
2) La grande stagione di Turkoglu.
3) L'abilità della dirigenza.
Sulla stagione di Dwight Howard ogni parola in più rischia di essere superflua.
Il centro di Orlando ha chiuso con medie impressionanti, 20.7 ppg, 14.2 rpg e il 60% dal campo, che gli sono valse la nomina a membro del primo quintetto NBA(terzo giocatore nella storia della franchigia a raggiungere questo traguardo dopo Penny Hardaway e Tracy McGrady) e nel secondo quintetto difensivo.
Se tutto questo non bastasse, altri numeri ci permettono di dire che Howard è destinato a diventare il centro che dominerà il ruolo nei prossimi anni: è il più giovane giocatore di sempre ad aver vinto la classifica dei rimbalzi con i suoi 22 anni e 130 giorni; in aggiunta si è classificato terzo in tutta la NBA come percentuale di tiri segnati, quinto nelle stoppate, ventesimo come numero di minuti giocati e ventunesimo come numero di punti segnati.
Se non si può parlare di dominio in questi casi… Un vero e proprio Superman(dimenticavo, nel mentre ha vinto anche la gara delle schiacciate!).
Altro giocatore fondamentale in questa stagione è stato Hedo Turkoglu, che ha chiuso la regular season con il titolo di “Giocatore piu' migliorato dell'anno”. Infatti il turco ha fatto segnare i suoi career high in quanto a punti(19.5 ppg), rimbalzi(5.7 rpg) e assists(5.0 apg).
Ma aldilà delle “fredde” cifre l'apporto di Turkoglu è stato fondamentale soprattutto nelle partite punto a punto. Se consideriamo infatti la media dei punti messi a segno dal turco nell'ultimo quarto(6.2), si può notare che in questa speciale voce si piazza al settimo posto dietro mostri sacri come Lebron James, Kobe Bryant e Dwayne Wade.
Per quel che riguarda la dirigenza, sotto traccia è passato l'operato del general manager Otis Smith, personaggio magari sconosciuto ai più ma che finora non ha praticamente sbagliato una mossa. Non è un caso che la proprietà ha deciso di prolungargli il contratto per altri 3 anni.
Come general manager il buon Otis ha di fatto trasformato Orlando in una possibile contender ad Est per i prossimi anni, tramite alcune operazioni come la vendita di Steve Francis, che ha permesso di liberare lo spazio salariale fondamentale per firmare Rashard Lewis come free agent e proporre un ricco contratto pluriennale all'uomo franchigia Howard.
Altra operazione che ha dato i suoi frutti è stata la scelta di Van Gundy come head coach dopo il fiasco Billy Donovan, mentre dove sicuramente Smith deve migliorare è nelle scelte al draft. Infatti le sue scelte nella lottery portano il nome di JJ Redick nel 2006 e, come co-general manager, nel 2005 lo spagnolo Fran Vazquez, che mai ha indossato la canotta dei Magic.
Orlando sembra dunque in buone mani, in vista di un'estate fondamentale per il club, chiamato a compiere l'ultimo passo per diventare realmente un seria candidata alla corsa al titolo. Al riguardo, oltre alla decisione sul da farsi con la scelta #22 del draft, la squadra ha bisogno di un paio di giocatori di medio-alto valore: uno nel ruolo di point guard di riserva e uno che faccia da cambio e dia una mano ad Howard.
Con 6 milioni di dollari disponibili nel salary cap c'è veramente la possibilità di portare a casa almeno un paio di giocatori chiave all'interno del roster. Probabilmente si cercherà di colmare uno di queste 2 caselle vuote attraverso il draft, in vista del quale sono stati visionate molte guardie, mentre il lungo con buona attitudine difensiva e a rimbalzo potrebbe anche essere individuato nel grande assente di questa stagione, il veterano Tony Battie.
L'obiettivo della franchigia non sarà solo quello di cercare nuovi giocatori, ma anche quello di decidere il destino dei futuri free agents Maurice Evans, Keyon Dooling, Pat Garrity e Carlos Arroyo e del duo Keith Bogans e Adonal Foyle, con il secondo che ha già dichiarato di voler esercitare l'opzione per diventare unrestricted free agent quest'estate.
Tanto lavoro dunque per una franchigia che, se riuscirà ad indovinare le ultime mosse potrà presto vedere da vicino il ritorno alle Finals NBA.