Derrick Rose lascerà la maglia dei Tigers per vestire quella dei Bulls, la squadra della sua città , Chicago.
Mancano due settimane al Draft Nba, l'evento che fa calare il sipario sulla stagione cestistica d'Oltreoceano. Di sicuro, al momento, c'è che i Bulls sceglieranno per primi, che il loro allenatore sarà l'ex trevigiano Vinny Del Negro, alla prima apparizione da capo allenatore in carriera, e che la rivalità tra Lakers e Celtics sta rinvenendo forte in corsia tre dopo i fasti degli anni ottanta. Non c'è altro.
I rumors dicono che i Tori sceglieranno Derrick Rose, il ragazzo locale, cresciuto (non solo lui peraltro…) col mito di Michael Jordan.
Il playmaker, reduce da una fantastica stagione a Memphis sotto coach Calipari culminata senza il sospirato titolo Ncaa però, sembra il giocatore con maggior talento di tutto il draft, contemporaneamente anche quello più pronto a far fare un bel salto di qualità ad una squadra, come i Bulls, che non sono esattamente al grado zero, ma che possono offrire all'ormai ex #23 dei Tigers un solido gruppo da gestire, con buona pace di Kirk Hirnrich.
Eh già , perchè ci sarebbe da parlare anche di Hinrich: il punto è che quando hai la prima scelta, solitamente si sceglie il giocatore più forte, indipendentemente dal ruolo, e i Bulls, intravedono in Rose un nuovo Chris Paul o Deron Williams, che nel draft 2005 sono stati incredibilmente passati da Milwaukee e Atlanta, che hanno preferito loro Bogut e Marvin Williams.
Il gm Paxson non sembra volersi prendere una tale responsabilità , anche se disponibili ci sarebbero due talenti enormi come Beasley e Mayo, seppur un pò pazzi.
Beasley sarebbe in realtà l'elemento che più necessita a Chicago per completare un già discreto quintetto cui manca proprio una presenza offensiva d'area ma, a meno di sorprese, sarà Derrick Rose a stringere per primo la mano di David Stern, il prossimo 26 giugno, con buona pace anche dell'ex compagno Joey Dorsey, che ai microfoni di Espn ha dichiarato: “A Chicago Derrick avrebbe troppa pressione: i Bulls sceglieranno Beasley e penso che Rose andrà a Miami“.
Alla due Miami sceglierà dunque chi resta tra Rose e Beasley, e probabilmente sarà l'ala da Kansas State il prescelto. Andrà ad affiancare Haslem nel reparto lunghi e questo potrebbe voler dire rinunciare a Shawn Marion, dopo appena metà stagione trascorsa al fianco di Dwyane Wade. Beasley è un talento mostruoso, gioca fronte e spalle a canestro, ha movimenti in post e un discreto tiro dai sette metri, in più ha atletismo e leadership.
A molti ricorda Derrick Coleman, anche per il fatto che è mancino. La realtà però è che, potendo, gli Heat sceglierebbero Rose e, sta prendendo sempre più quota la possibilità , che ci sia la sorpresa Mayo, i cui provini con la franchigia della Florida sono stati molto soddisfacenti.
L'idea di Riley è di comporre una supercoppia di guardie, anche se la vedo dura con un tandem formato da Wade e l'ex stella dei Trojans: la palla è una sola, d'altronde….
Vedremo, non è nemmeno esclusa l'opzione di scambiare il pick numero 2 con una franchigia che sceglie più in basso, tipo Memphis o Seattle, per poter prendere realmente Mayo senza rischiare di buttare la seconda scelta.
Alla tre scelgono i Twolves: l'impressione è che vadano con un lungo, Brook Lopez (il più probabile), Kevin Love (di cui McHale si è letteralmente invaghito) o Michael Beasley (il sogno), se dovesse essere lasciato da Miami, da affiancare al più che positivo Al Jefferson, reduce da una grande stagione e probabilmente futuro All Star.
Da non scartare però l'idea che, se ci fosse Mayo, verrebbe preso al volo e gli verrebbero consegnate le chiavi della squadra insieme a Jefferson, nonostante la presenza a roster di altre guardie come Foye, Telfair e McCants.
I Sonics, con la quarta scelta, hanno assolutamente bisogno di un playmaker: Watson è ottimo ma solo come cambio mentre Ridnour è troppo inconsistente.
Il nome più gettonato è quello dell'ex Arizona Jerryd Bayless, ma questo ragazzo, seppur dotato di immenso talento, sembra ancora lontano dal diventare un regista, tanto da essere stato paragonato all'esplosivo Monta Ellis.
Probabilmente, l'unico vero play all'interno delle scelte 2008 è DJ Augustin, tra l'altro già compagno di Durant a Texas, ma i Sonics non sembrano intenzionati a puntare su di lui con il pick n.4. Se riuscissero a scendere di posizione, lo prenderebbero ad occhi chiusi, con la benedizione del loro franchise player. Se c'è ancora Mayo, lo si prende senza alcun dubbio.
I Grizzlies cercano un lungo che possa rimpiazzare Gasol: il reparto esterni appare completo, decisamente meno quello dei lunghi. Soliti nomi: Love e Lopez, più l'atletone Randolph, forse non pronto come gli altri due, ma sicuramente con più margini di miglioramento e con tratti di Chris Bosh nella sua pallacanestro.
Randolph piace a tanti, Knicks compresi che wscelgono alla sei, ma che al momento sono più orientati su una guardia o sullo “Stallone Italiano” Gallinari. Per i Grizzlies non mi sentirei di escludere un colpo a sorpresa tipo DeAndre Jordan, forse il centro più vero del darft, con una grossa somiglianza, non solo somatica, con Dwight Howard. In caso di trade, la possibilità maggiore sarebbe arrivare alla due degli Heat per prendere Beasley, il vero obiettivo del gm Chris Wallace.
Capitolo Knicks: Gallinari è il nome con più credibilità per il fatto che il neo allenatore, Mike D'Antoni, lo stimi parecchio e abbia giocato col padre Vittorio. Questo però non basta: infatti, il “Gallo” piace tanto al presidente Walsh per il suo talento immenso, per la conoscenza del gioco nonostante la giovane età , per il carisma e la faccia tosta. E poi è lo stesso Danilo che ha dichiarato di voler far sua la Mela, intesa come NYC.
Per l'azzurro, resta in piedi anche l'ipotesi Nets, alla 10, mentre più difficile pensare che i Bucks lo scelgano alla 8, dopo le chiamate di altri due bianchi stranieri come Bogut e Yi Jianlian.
Resta però ancora da capire quale sia la scleta del Gallo dopo il passaggio di proprietà dell'Olimpia Milano a Giorgio Armani. Non è escluso che si ritiri dal Draft.
A quel punto New York si butterebbe su chi rimane tra Mayo, Randolph e Gordon, che sembra però destinato ai Clippers con la sette. Occhio anche ad una possibile trade: si parla con insistenza di uno scambio coi Sixers che coinvolge Randolph+ la 6 per Reggie Evans+la 16.
Sistemati i Clippers, che andranno su un esterno (Eric Gordon, o al massimo Danilo) avendo già Brand, Kaman e Thornton sotto le plance, più si avanti nel draft più l'incertezza aumenta. Per i Bucks, non credo Gallinari ma più probabilmente un esterno, giocatori di energia come Westbrook (può giocare sia guardia che play) o role player come Augustin.
Ai Bobcats consiglierei un giocatore che si possa subito sposare con il “Right Way” di coach Brown: quindi niente Randolph o Westbrook, l'ideale sarebbe Love, o al massimo Lopez, se sono ancora disponibili, altrimenti la scommessa DeAndre Jordan, a mio avviso un possibile steal of the draft.
Ai Nets serve disperatamente un lungo dominante in post basso, visto che negli altri ruoli siamo tutto sommato ben messi: Jordan sarebbe l'ideale, da non buttare le opzioni Hibbert (un anno fa sarebbe stato da lottery) e Koufos, il nazionale greco che ha ben figurato nell'anno da freshman ad Ohio State. Penso però che se mai fosse ancora disponibile Gallinari, i Nets se lo porterebbero a casa senza pensarci troppo. Pacers e Kings vogliono un play, si divideranno Westbrook e Augustin, se ci fossero ancora, altrimenti si va col talentone: Darrel Arthur intriga parecchio e potrebbe essere il sostituto ideale sia per Jermaine O'Neal che per Abdur-Rahim, attizza anche la duttilità di Donte Green. Portland e Golden State andranno su giocatori pronti per puntare subito alla postseason 2009: si va col migliore rimasto.
Ai Blazers piace molto Joe Alexander ma l'obiettivo è riuscire a scambiare per arrivare a Kirk Hinrich dei Bulls, chiuso dalla scelta di Rose, mentre per i Warriors si punterà sul miglior lungo ancora in giro, con Arthur preferito, ma con l'incognita McGee, settepiedi mobile e atlòetico, che significherebbe già bocciatura per Wright e O'Bryant.
Capitolo squadre arrivate ai playoffs. I Suns vogliono il giocatore più pronto, per cercare l'ultimo assalto all'anello con Nash e Shaq: si richiede atletismo e tiro da tre. I nomi? Brandon Rush o Chase Budinger, occhio però al jolly Donte Green o a Douglas-Roberts. Phila, con la 16, vuole un numero quattro con buone doti offensive: il primo nome sulla lista è quello di Arthur, altrimenti Speights da Florida, seppur ancora molto acerbo. Raptors: si andrà su un esterno con punti nella mani. La classe tutta francese di Batum o la potenza tutta americana di Greene.
I Wizards andranno su un play, visto che Arenas molto probabilmente non si ripresenterà nella Capitale il prossimo ottobre: Augustin oppure la scommessa Ty Lawson, da Unc come Jamison e Haywood. I Cavs cercheranno in tutte le maniere di dare a LeBron qualche motivo per sorridere: Koufos sarebbe l'erede di Ilgauskas in mezzo, più probabile una scelta tipo Douglas-Roberts o Budinger, anche se il roster dei Cavs è già piuttosto pieno e sarà dura trovare spazio.
A Denver per ora si pensa poco al draft, tengono banco le questioni relative a coach Karl e ad una possibile partenza di Melo: Robin Lopez potrebbe dare presenza a centro area, Speights non è da buttare, come non è da scartare l'ipotesi di puntare su un playamker razzente come Lawson. Occhio alla sorpresa Bill Walker.
I Magic andranno su un regista, visto che Dooling e Arroyo sono free agent: Lawson ma anche Mario Chalmers, il campione Ncaa in carica, tra i papabili. Alla 23 sceglie Utah: unanimità per la scelta di un lungo di intimidazione come Hibbert.
Alla 25 i Rockets cercheranno di portar via l'erede di Mutombo: chi resta tra Robin Lopez, Hibbert e McGee, oppure sul giocatore di maggior talento.
Alla 26 pescano gli Spurs: o vanno con un progetto tipo Omer Asik o l'altro francesino Ajinca, oppure vanno su giocatori pronti subito capaci di mettere punti a tabellone e svecchiare il roster. Idee? Lawson, Bill Walker e il cannonier Courtney Lee.
Alla 27, i sorprendenti Hornets di quest'anno, cercheranno materiale per allungare la propria panchina. Dopo il colpaccio Wright dello scorso anno, si cercherà un esterno, uno tra Bill Walker, Douglas-Roberts e Sonny Wheems, guardia da Arkansas che ha ben figurato al pre-draft di Orlando.
Per chiudere, le duellanti della Eastern Conference, Detroit e Bsoton. I Pistons ripartono da coach Michael Curry e diverse incognite: al draft pescheranno probabilmente un lungo, visto che già lo scorso anno han preso Stuckey e Afflalo, quindi andranno o con Hardin, o con un europeo, tipo Omer Asik o Alex Ajinca.
Il francesone piace anche ai Celtics, che chiameranno un progetto da recuperare poi in futuro. Sensata sarebbe però anche una chiamata come Mario Chalmers o addirittura Drew Neitzel, playmaker che sostituirebbero Cassell come vice-Rondo.
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