Lakers contro Celtics, Kobe contro Pierce: come finirà ?
A giudicare dalle classifiche della Eastern Conference e della Western Conference alla fine della regular season, Celtics-Lakers doveva essere la finale di quest'anno e Celtics-Lakers sarà .
Una sfida che da una parte segna il ritorno di Boston alle finali dopo un periodo sorprendentemente lungo durato 21 anni, mentre dall'altra indica la continuità di risultati dei lacustri di Los Angeles, che dopo 29 anni dallo spostamento della squadra in California hanno giocato ben 14 finali, presentandosi all'evento circa una volta ogni due anni.
I Celtics, dopo i colpi effettuati da giugno scorso in poi (da Garnett ad Allen, senza scordare Posey e il duo di veterani PJ Brown-Cassell), venivano dati tra i favoriti: una grande tradizione alle spalle, la voglia di tornare a giocare per il titolo e la presenza in squadra di tre giocatori, Allen-Pierce-Garnett, fortissimi nonchè affamati di vittorie come pochi altri in giro per la Lega, più dei buoni comprimari.
Tutti gli ingredienti al posto giusto, insomma, e se è vero che i bianco-verdi hanno sofferto più del previsto per arrivare fino alle Finals, è anche vero che la capacità di amalgamarsi l'uno con l'altro e di venir fuori con carattere nei momenti più difficili (gara-7 con gli Hawks, gara-7 coi Cavs, due vittorie al "Palace" di Detroit) è risultata proverbiale.
I Lakers, invece, partivano con tanti dubbi e tante incertezze, a partire dal futuro di Bryant, ma attraverso l'acquisizione di Fisher e Gasol, il consolidamento del gruppo e il grandissimo miglioramento di alcuni giovani (Farmar, Vujacic, Turiaf, Bynum) sono riusciti a farsi largo nella difficilissima Western Conference, arrivando ad eliminare i Denver Nuggets al primo turno dei play-off, gli Utah Jazz in semifinale di conference e i campioni in carica dei San Antonio Spurs nella finale dell'Ovest. Risultati che, ai nastri di partenza della stagione, sembravano completamente fuori dalla portata dei ragazzi guidati da Phil Jackson.
Rispetto ad un anno fa, quindi, sia a causa dei nuovi acquisti che a causa del miglioramento di tanti giocatori, ci troviamo di fronte a due roster rivoluzionati e decisamente migliori.
Ma andiamo a vedere nel dettaglio quali possono essere le possibili chiavi tattiche della partita, confrontando innanzitutto gli uomini che verranno schierati in campo dalle due squadre:
Rondo-Fisher
Non sono due stelle, ma degli eccellenti comprimari, con un ruolo uguale ma allo stesso tempo molto diversi tra loro. Rondo è giovane, veloce, alla prima esperienza ad alto livello e con un tiro che va e viene, mentre Fisher ha 33 anni, solido dal punto di vista fisico ma non veloce ed ha già tre anelli e mille battaglie combattute alle spalle. A mio parere il play dei Celtics ha tutte le carte in regola per fare bene, perchè non dovrà stravolgere il suo modo di giocare per avere la meglio sul diretto avversario, ma "Da Fish" sembra esaltarsi quando arrivano le partite che contano…
Allen-Bryant
Due grandi attaccanti, non c'è che dire… Ray Allen, dopo un inizio stentato, può letteralmente infuocarsi in queste occasioni, e la serie contro Detroit ha dato delle indicazioni importanti in questo senso. Bryant, da parte sua, è motivato come non mai, voglioso di far bene e di mostrare tutto il suo talento, come giocatore e come leader. Per quanto riguarda la fase difensiva, sono più portato a pensare ad un Bryant che marcherà Allen mentre ho maggiori dubbi su chi marcherà Kobe, dal momento che il 24 dei Lakers si è già preso cura di Ginobili e anche perchè potrebbe esserci una sorprendente marcatura di Pierce nei suoi confronti. Allen, infatti, rischia di faticare davvero molto contro il suo pari-ruolo, per cui meglio sfruttare tutto il suo potenziale in attacco regalandogli una marcatura un po' più soft nella metà campo difensiva.
Pierce-Radmanovic
Se Bryant è una bella gatta da pelare per i ragazzi di Doc Rivers, altrettanto si può dire di Pierce per quelli di Phil Jackson. Il capitano bianco-verde (che è di Los Angeles: ah, il destino…) non avrà di fronte grandi marcatori, a meno di non voler lasciare scoperta qualche altra star dei Celtics. Anche Pierce sembra "sentire" particolarmente l'evento, ha i suoi anni ed è conscio di avere una grande possibilità per entrare nella storia. Radmanovic è un giocatore discontinuo, indubbiamente il punto debole nel quintetto della squadra di Los Angeles, e l'assenza di un'ala piccola affidabile rischia di essere un punto a sfavore fatale per i giallo-viola.
Garnett-Odom
Sembrava che dovessero scambiarsi di maglia fino a un anno fa, con KG ai Lakers e Odom ai T'Wolves, e invece si troveranno l'uno contro l'altro. Sarà un duello scintillante, che in partenza vede nettamente favorito Garnett, superiore a mio parere sia dal punto di vista tecnico che mentale al suo avversario, ma Odom ha mostrato sprazzi di basket celestiale in questa stagione, e dovrà essere bravo a sfruttare le armi a sua disposizione se vorrà avere la meglio su uno dei migliori difensori della lega. Senza contare il fatto che anche Garnett farà fatica in attacco, avendo contro un giocatore arcigno, veloce ma anche potente e con grande abilità a rimbalzo.
Perkins-Gasol
Duello tutto in favore dei Lakers, tanto è vero che in molti pronosticano un impiego massiccio di Posey su Odom per dirottare Garnett su Gasol. Lo spagnolo ha tecnica, rapidità d'esecuzione e grande intelligenza cestistica, mentre Perkins ha sì un buon fisico ma regala diversi centimetri al suo avversario. Dovrà essere bravo a sfruttare la sua potenza, anche nella metà campo offensiva, perchè Gasol non è un difensore eccellente.
Panchina Celtics-Panchina Lakers
Due panchine diametralmente opposte: da una parte dei grandi veterani come Cassell, House, Posey, PJ Brown, tutta gente che ha diversi anni nella lega alle spalle. In casa Lakers, invece, abbiamo Farmar, Vujacic, Ariza, Turiaf e il più "vecchio" è Walton, 28 anni. Secondo me Cassell potrà trovare un buono spazio in queste finali, e sicuramente Posey e PJ Brown non faranno mancare il loro contributo. Per quanto riguarda Los Angeles, Vujacic si è rivelato una gradita sorpresa e occhio a Farmar, un giocatore che ha la tendenza a mettere canestri importanti. Mi sembra comunque più fornita la panchina di Boston, ma non di molto.
Doc Rivers-Phil Jackson
Non credo di risultare ingeneroso nei confronti di Doc Rivers se dico che il confronto con Jackson lo perde nettamente. Il maestro Zen è uno dei migliori allenatori nella storia della NBA, forse il migliore. Parlano le cifre: 9 titoli, miglior percentuale di partite vinte, quasi 200 vittorie ai play-off, le sue squadre hanno sempre vinto le serie in cui portano a casa gara-1…insomma, credo ci sia poco da aggiungere.
Salendo dal particolare al generale, troviamo due squadre diverse tra loro anche nel modo di impostare le partite: i Celtics si basano molto sugli isolamenti dei loro tre assi dal punto di vista offensivo, e sono una squadra incredibilmente tosta nella propria metà campo. Concedono pochi punti agli avversari, sanno salire d'intensità e hanno due ottimi specialisti difensivi in panchina come PJ Brown e Posey.
I Lakers, invece, basano i loro attacchi sulla triangolo, "lo schema delle pari opportunità " come lo si sente definire, e solo nei momenti topici delle partite si affidano in tutto e per tutto al loro leader, Kobe Bryant. Risultano quindi una squadra superiore ai Celtics in attacco, ma inferiore in difesa, dove vanno a tratti: in questo senso, la mancanza di un centro potente e in grado di riempire con efficacia il pitturato, ovvero l'identikit dell'infortunato Andrew Bynum, può farsi sentire.
Altro fattore da non sottovalutare è il fattore-campo, non solo perchè si giocherà più spesso a Boston ma anche perchè il "Garden" è sicuramente uno dei terreni di gioco più impegnativi, tanto è vero che fino ad ora è stato violato soltanto in un'occasione dai Pistons. Riguardo alla questione fisica, credo che i Celtics non stiano avvertendo le cinque partite in più giocate nei play-off rispetto ai loro avversari, dal momento che nelle ultime prestazioni mi è sembrato di vedere una squadra decisamente in salute.
In conclusione, una stagione così affascinante e ricca di colpi di scena non poteva che chiudersi nel modo migliore: la grandezza di un evento è data dagli spunti di riflessione che esso regala e dai quesiti che fa sorgere nelle menti degli appassionati…in questo caso ne abbiamo molti.
Riuscirà Kobe a dimostrare di essere un leader fino in fondo?
Quale stile di gioco trionferà , l'attacco atomico dei Lakers o la difesa pressante dei Celtics?
I "Big Three" di Boston regaleranno questa gioia ai loro tifosi dopo 21, lunghi anni?
Oppure Jackson metterà il tanto agognato decimo anello al dito?
E via discorrendo…
NBA, "where amazing happens". Per davvero.