Si torna a Boston

I Pistons festeggiano per la vittoria in gara 4

In una gara 4 non proprio entusiasmante, i Detroit Pistons si sono riportati in pareggio nella serie, che ora ritorna a Boston per una quinta partita che si preannuncia a dir poco fondamentale.

I Celtics hanno infatti la necessità  di difendere il fattore campo, mostrando che la vittoria dei loro avversari nella precedente gara giocata la Garden è stato solo un caso, ed anche perché, nel caso perdessero,si troverebbero poi tornare in Michigan a giocarsi la finale in un'atmosfera non certosemplice.

I Pistons, ovviamente, non la pensano nello stesso modo, anche perché non vogliono dare un dispiacere al sempre fedelissimo pubblico di Detroit che, addirittura, ha permesso ai Pistons, nel weekend americano del Memorial Day, di avere a livello locale un audience televisivo per gara 3 e gara 4 superiore a quello dei Red Wings che si giocavano la Stanley Cup della NHL, a dimostrazione di quanto questa squadra sia amata nella comunità  nonostante la sua schizofrenia.

Come se ci fosse bisogno di mettere altra carne al fuoco, la partita di stanotte è fondamentale anche se guardiamo ai numeri: dal 1958, cioè da quando il formato delle finali di Conference è passato da cinque a sette partite, la squadra che ha vinto gara cinque (con la serie sul 2-2) è poi andata in finale in diciannove dei ventidue casi. E' vero che non sono le statistiche ad andare il campo, ma di certo questo dato non può passare inosservato.

Gara cinque sarà  quindi decisiva (pivotal, come dicono in America), un match nel quale i Pistons dovranno iniziare a fare veramente sul serio e smettere di giocare a sprazzi, mentre i Celtics devono recuperare il contributo dei loro Big Three che, nella partita precedente, hanno segnato poco e con pessime percentuali (11/38 complessivo). La squadra di coach Rivers non può pensare di vincere senza avere i suoi tre migliori giocatori non dico al meglio,ma almeno ad un livello accettabile.

Senza di loro, infatti, si rende vano l'apporto dei comprimari, che comunque svolgono sempre un ruolo importante, come per esempio Perkins, elogiato da coach Rivers per le due ottime partite disputate va Detroit (chiuse rispettivamente 12 punti e 10 rimbalzi in gara 3 e 10 e 6 in gara 4): "E' stato grande. La cosa più importante che ci da è l'energia, una caratteristica fondamentale per essere un buon giocatore di ruolo".

In generale è stata una gara storta per tutto l'attacco dei Celtics, che ha segnato la miseria di ventuno canestri dal campo e, per alcuni momenti,ha avuto più canestri dalla lunetta che su azione. Di sicuro con il ritorno a Boston la situazione migliorerà  da questo punto di vista.

Dall'altro lato i Pistons avranno in primo luogo bisogno di un Rasheed Wallace più efficace di quello che è stato finora: pur avendo a sprazzi fatto vedere qualcosa di buono, non ha avuto continuità  in questa serie, accendendo e spegnendo quando voleva. Si potrebbe dire che i problemi di Wallace hanno un nome ed un cognome: Kevin Garnett. L'ala di Detroit soffre di sicuro il suo avversario in entrambe le metà  campo, in quanto KG lo obbliga a spendere molte più energie del solito in difesa. Per quanto riguarada la fase offensiva, invece, Sheed è sembrato più rinunciatario del solito (ad eccezione di alcuni momenti di gara 2).

I Pistons hanno inoltre bisogno di recuperare Prince, che ha un duro duello con il concittadino Pierce, duello dal quale nessuno dei due, in questo momento, sta uscendo vincitore. Ma è evidente che questi Pistons, che hanno un Billlups non al cento per cento, devono chiedere uno sforzo offensivo importante a Tayshaun, che non può limitarsi a dare il proprio contributo in difesa ma deve anche produrre offensivamente per dare equilibrio all'attacco dei suoi che, se vogliono vincere la serie, devono riuscire ad espugnare il TD Banknorth Garden almeno un'altra volta.

Coach Saunders ha fatto una scelta diversa da quella dei suoi avversari e, memore della gara giocata maluccio dai suoi al ritorno a Detroit, ha deciso di concedere il pomeriggio libero ai suoi giocatori, per permettere loro di staccare un attimo la spina. Ha quindi concesso ai suoi la possibilità  di recuperare le energie soprattutto mentali: "E' difficile capire quanto si faccia tardi con le partite alle otto e mezza di sera, siamo arrivati a Boston alle tre e mezza ed in hotel alle quattro.. La stanchezza ti prende prima mentalmente che fisicamente. Lo vedi perché la squadra inizia a giocare in modo leggermente diverso, a fare scelte di tiro sbagliate: è colpa anche della fatica e della pressione".

Possono inoltre essere utili, per vincere una serie così importante, anche alcuni piccoli stratagemmi (presi in prestito dai Celtics dei tempi di Red Auerbach). A fine gara 4, infatti, molti Celtics, Sam Cassel in primis, hanno ironizzato sull'alta temperatura nel loro spogliatoio al Palace di Auburn Hills, paragonato ad una sauna: "Alla fine ho detto a Joe (Dumars) che ora poteva riaccendere l'aria condizionata. Dovremmo congelare il loro spogliatoio al Garden, se non fosse che al Garden si congela sempre".

A parte queste schermaglie esterne al campo, interessante vedere anche le questioni che riguardano più strettamente il gioco, ed una di queste è l'importanza che Rondo ha acquisito ed ha nello scacchiere dei Celtics. E' fondamentale che, oltre a dare come al solito il suo contributo fatto di difesa, rimbalzi, energia ed intensità , non sia un buco nero in attacco, che si prenda le sue iniziative in modo che gli avversari non lo possano battezzare come hanno fatto finora: "Questa è la parte dura della post season, sto imparando molto: giochi contro la stessa squadra più e più volte, conoscono le tue tendenze e riescono a limitare il tuo gioco. L'importante per me è rimanere presente in attacco ed aiutare i miei compagni in ogni modo, con tutte quelle cose che non vanno sullo scout finale".

Stanotte sapremo chi guadagnerà  il vantaggio forse decisivo nella serie.

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