Mai dare per morti questi vecchi volponi…
Con ritardo rispetto alla fine del secondo turno, eccomi a far due chiacchiere su quanto visto su questi schermi.
Rapida occhiata sui pronostici fatti mi spinge a riconoscere un grave errore fatto: MAI scommettere contro gli Spurs.
Squadra fastidiosa e poco spettacolare, si e' attirata le antipatie piu' o meno dichiarate del popolo, soprattutto perche' vince troppo, e questo, a tutti i livelli ed in tutti gli sport, infastidisce non poco chi non tifa per i colori in questione.
Se poi la scelta va fatta tra questi dinosauri, arrugginiti da mille battaglie ma proprio per questo abituatissimi a questo genere di sfide, ed una banda di novellini guidati da un pifferaio di 1.80m che si fa beffe dei centimetri in difetto giocando un basket noto solo a lui, allora e' evidente per chi facessi il tifo (immagino poi che non fossi il solo) a New Orleans in sede di gara7.
E' andata male agli Hornets, e' andata benone a Popovich e compagnia che continua a rifiutare l'idea che il loro tempo sia andato.
Contro di loro, una delle due squadre del destino: Kobe, ovvero il tizio in canotta che piu' divide il pubblico, sta giocando con piu' saggezza di re Salomone. I detrattori dicono che poteva pensarci prima, i sostenitori ribattono che se sostituisci Scandalo Kwame con Yo soy Catalano, anche Caligola avrebbe riflettuto sull'opportunita' di nominare senatore il suo cavallo (cavallo che, beninteso, avrebbe capito l'attacco triangolo ben piu' velocemente di Kwame).
La serie e' da tempo nel suo vivo, al momento di scrivere siamo 2-1 Lakers, con una gara1 bella pepata (Spurs sul +20 prendono la partita, la appallottolano, la buttano nel cesso e tirano due o tre volte la catena per essere sicuri che se ne vada. Il resto lo fa Kobe che, dopo aver discusso di bridge a bordo campo con Jack Nicholson, nel terzo quarto si veste da Bryant e mette al mondo 7-8 bambini baffutissimi), e due blowout equamente divisi.
Se fossi Kobe, non vorrei portare questi bucanieri a gara7, ma preferirei seppellirli prima, magari spiegando a Pau (che come dice il mio amico Fletcherlynd, tende ad “infrociarsi” lontano dallo Staple Center) che lo stipendio pagato prevede anche le prestazioni lontano da LA.
Se invece mi risvegliassi nei vestiti di Duncan, studierei magia bianca e nera per
– avere il ninho della pampa in una salute presentabile (stanotte 30, 5 bombe, entrate con la moto, acqua mutata in vino, Lazzaro vieni fuori ed anche la Maddalena perdonata nonostante l'attivita' meretricia);
– la manovalanza specializzata con mano cristiana da tre, dove continuano a pervenire scarichi educatissimi.
Timoteo per il resto continua a fare cose degne del suo rango, ma oramai e' chiaro che i destini della banda passano per cio' che l'argentino riesce a combinare.
Ad Est sono stato un po' piu' bravo nei pronostici, ma ammetto che era tutto piu' semplice.
Detroit ha vinto fuori casa e mantenuto sempre il servizio contro Orlando, ha vinto 4-1 ma ha rischiato di sacrificare uno dei suoi 5 cavalieri presso la strega dai denti verdi.
Billups infatti, su una confusa azione in post, ha provato ad emulare la nostra Vanessa Ferrari al corpo libero, ma i muscoli della sua gamba han detto di no e lo hanno lasciato per terra per l'ultima parte della serie. Fortuna per i Pistons che hanno avuto 10 giorni di tempo per curare il loro play, mentre Boston e Cleveland si mettevano le mani in faccia per 7 gare 7.
E' sembrata una partita di tennis sull'erba, con nessuno dei due contendenti capace di portare via il servizio all'avversario. Cleveland ci e' andata vicinissimo in gara1, le altre 3 gare sono state senza analogo pathos. Lebron ha fatto una fatica porca contro le tagliole messe giu da Thibodeaux, ma d'altra parte Rivers si e' visto costretto a giocare quasi tutta la serie con il cugino pirla di Ray Allen, che non riusciva a mettere altro che non fossero tiri liberi. Inevitabile finire a gara 7, decisa anche, se non soprattutto, da un paio di tiri di PJ Brown, uno che mi sta simpatico perche' ha la mia eta', che se non messi ci avrebbero creato guai davvero seri.
Ah si, dimenticavo: in gara7 Lebron si veste da Dominique Wilkins, Pierce recita Larry Bird e si mette insieme una di quelle gare da tenere in videoteca a futura memoria. Lebron chiude con 45, PP risponde con 41, per lunghi tratti siamo al duello rusticano, con il verde che spiega l'1vs1 “classico”, mentre il SUV di Cleveland sgomma in area celtica senza troppo curarsi delle presenze avversarie. Fare fallo contro uno cosi equivale a mettere una mano nel tritacarne per fermarlo.
In tutto questo, la cosa piu' esilarante della serie accade in gara 4, quando il 23 entra alla sua maniera, e Pierce lo abbraccia, preoccupandosi poi di tenerlo per 3-4 secondi in modo tale da arrestarne del tutto l'impeto.
Pierce e' chiaramente preoccupato di non fare male, ma anche di non trovarsi le braccia staccate da questo caterpillar in canottiera. Da buon diplomatico, spiega a James che trattasi di fallo “onesto” e di trattenuta a scopo preventivo.
Tutto chiarito, senonche' la signora Gloria James, mamma del Bimbone 23 (e seduta a 3 metri dal misfatto) mostra a tutti di essere titolare di uno dei cervelli evidentemente piu' rattrappiti del sistema solare, e si lancia in difesa del suo gracile infante.
Mentre Pierce si chiede da dove piovano quegli insulti, Lebron incenerisce mammina con un poetico “Metti il culo sulla sedia!!!”.
Se ci fosse negli States un “Telefono Mamma”, Lebron sarebbe stato passibile di denuncia, invece tutto finisce li'….
Sempre Lebron, uno che evidentemente sul palcoscenico non adora il ruolo di comparsa, in gara4 si e' reso autore di un entratina col fumogeno, inducendo perfino Garnett (che risulta salvo ognuno il miglior difensore disponibile sul pianeta) a girare la testa dall'altra parte, attendendo paziente che smetta di tuonare.
In presa diretta, e nonostante il tifo signorilmente contro, la mia mascella si e' autosvitata, abbattendosi sul tavolino del soggiorno, spaventando per il rumore anche i gatti. L'esclamazione successiva non e' stata definita proprio per l'assenza della parte inferiore della bocca, ma garantisco che mi avrebbe consegnato un paio d'anni nel girone dantesco che accogliera' Germano Mosconi.
Il 4-3 finale ha avuto, per il sottoscritto tifoso dichigia'sapete, l'effetto di chi e' scampato ad un sisma. Faccio notare ai distratti che gara7 si e' giocata nella serata del giorno 18 maggio, con il sottoscritto reduce da coronarie sotto osservazione causa eventi calcistici che hanno avuto un esito si positivo nel finale, ma alquanto terrificante nello sviluppo……
Credo di aver capito come si sono sentiti gli antichi figli di Israele una volta attraversato il Mar Rosso…
La serie tra Detoit e Boston e' attesa piu' o meno da ottobre, e l'inizio e' stato assai significativo. Boston tiene gara1, nella quale Garnett anestetizza Rasheed, e Rondo gioca in uno stato di abbondante incoscenza (nel senso che non gioca come un 24enne ancora in Contratto a Tempo Determinato), approfittando poi delle cattive condizioni di “Sciaunsei Billups”, tutto questo nonostante il cugino pirla di Allen continui a spacciarsi per il Ray buono.
In gara2 invece, Detroit gioca una partita paurosa, praticamente non sbaglia mai, Hamilton sembra Beep Beep con Ray Allen (finalmente quello vero) nella parte di Willy Coyote, ma anche le seconde linee come Toto' McDyess ed un incredibile Stuckey sono impossibili da contenere.
Nonostante questo i Celts restano a tiro per tutta la gara. La verita' dove sta?
I Celts non sono in grado di arginare questi Pistons, o i Pistons non sono in grado di giocare una serie per intero come gara2?
Gara3 fa propendere per la soluzione B: Garnett e' semplicemente immenso, gli altri fanno il loro e sono soprattutto gli operai specializzati (si, anche Cassell, che pareva solo chiacchiera e distintivo, e che invece e' efficace, anche se solo su una meta' campo) a reggere bene, togliendo il fastidiosissimo 0 dalla casella Celts delle vittorie in trasferta.
Sono due serie ben lontane dalla loro definizione, e, anche per il coinvolgimento emotivo che hanno verso il sottoscritto, non e' il caso che vengano pronosticate (e' evidente che SPERO in una finale Celtics-Lakers, ma non ci credo del tutto perche' temo che la maggiore esperienza delle altre due possa risultare determinante).
Credo che anche Stern ci speri parecchio, perche' sarebbe una finale che si vende da sola, coinvolgerebbe il secondo mercato americano ed una realta' clamorosamente carica di storia, oltre che di recente aspettativa.
A proposito di storie e di aspettative, oramai inflazionatissima la chiacchierata tra Bill Russell ed il suo figlio adottivo Garnett. Ad uno sportivo sentimentalone come il sottoscritto e' impossibile non vedere inumidire il ciglio quando sente Russell dire “Io penso che, per come giochi, vincerai almeno un paio di titoli. Ma se non dovesse succedere, ne dividero' volentieri uno dei miei con te”.
Ecco, gia' Garnett gioca come uno in missione.
Se poi zio Bill gli pompa adrenalina supplementare, allora direi proprio che non vale…
Ci si risente presto!