Boston: la serie vs Cleveland

Una prova monstre per Paul Pierce in gara-7: 41 punti e passaggio del turno assicurato

L'andamento della serie

Un'altra gara-7, ed un'altra vittoria.

Forse è troppo semplicistico, ma se andiamo a vedere la serie, la semplicità  cresce: ancora una volta i Celtics hanno vinto tutte le gare di casa e perso tutte le gare fuori dalla mura amiche, ovvero 8 vittorie in casa e 6 sconfitte in trasferta da quando sono iniziati i play-off: inquietante e beneaugurante. Inquietante perché difficilmente si potrà  continuare così ed è forte il timore che il Garden cada prima che si vinca una gara in trasferta anche se nulla esclude che si possa avverare lo scenario più favorevole; beneaugurante perché se questo pazzo trend dovesse continuare i Celtics, avendo sempre il fattore campo a favore, vedrebbero recapitato al Garden il trofeo di campioni NBA, ma siamo certi che sarà  impossibile continuare così.

"Dobbiamo imparare dai nostri errori" ha detto Pierce "e l'energia che mettiamo in trasferta non è abbastanza, nei playoff bisogna raggiungere un altro livello" e difatti in casa ci mettono tutto quello che hanno per poi calare drasticamente di rendimento in trasferta. Motivo? Se lo si chiede ai giocatori l'unica risposta che si avrà  è: "non so, lo ignoro, non ho una risposta", abbastanza sconfortante.

Nell'attesa di vedere se cadrà  prima la striscia in casa od in trasferta, possiamo essere certi che anche Red Auerbach, dalle volte del Garden, sta dando una mano alla sua squadra, od almeno così ne è convinto Paul Pierce, quando in gara-7, a 7,9 secondi dalla fine, ed i Celtics sopra di 3, dopo aver scagliato il primo tiro, la palla rimbalza sul ferro prima di caderci dentro. Dopo aver visto il pallone entrare Pierce ha sorriso, in seguito dirà  che gli piace pensare che sia stato Red a fare il tap-in per aiutare il pallone ad entrare.

Ma se Pierce è stato un autentico mattatore in gara-7 con 41 punti rispondendo colpo su colpo ad un James da 45 punti, siamo convinti che sia stato Kevin Garnett il migliore dei Celtics nell'arco di tutta la serie, nonostante la difesa arcigna ed efficace di Ben Wallace ed Anderson Varejao.

Se contro Atlanta le vittorie in casa non mai seriamente state in discussione, contro Cleveland almeno due sono state certamente in pericolo, ovvero la prima e la settima, ed anche in trasferta, mentre con Atlanta tutte erano state più o meno contestate da parte dei Celtics, contro Cleveland il dominio dei padroni di casa è stato più netto, e questo è anche evidente visto che gli Hawks sono inferiori, ma ora che di fronte ci sono i Pistons, i quali sono ancora più forti, come la mettiamo? Serve un innalzamento di livello di tutta la squadra, ed in particolar modo di Ray Allen, che ha giocato una serie decisamente inferiore ai suoi standard, anzi per certi versi è stato pure dannoso.

Allen ha iniziato la serie come peggio non avrebbe potuto non segnando nemmeno un punto. Per lui è stata la seconda volta in carriera (la prima è stato nel lontano 26 febbraio 1997) e la prima ai play-off. Purtroppo ha continuato a sparacchiare per tutta la serie ed alla fine il Doc non ce l'ha più fatta e lo ha tolto nei quarto decisivo di gara-7. Purtroppo è brutto da dire, ma è la pura verità , e l'unico aspetto in cui il Ray attuale più essere utile è dalla linea del tiro libero, infatti ancora il Doc lo ha rimesso quando sono iniziati i falli sistematici ed Allen ha segnato regolarmente i due liberi. Dopo gara-7 allenatore e compagni di squadra hanno mostrato apprezzamento per l'impegno del giocatore e per come in ogni caso riceva attenzione da parte delle difese avversarie, ma Ray deve mettere la palla dentro il canestro se si vuole che il titolo torni a Boston.

I Celtics hanno un roster molto ampio di giocatori che possono essere utili, quindi se un giocatore non è in forma lo si può sostituire con un altro: così è successo per Perkins, che ha reso pochissimo, sostituito nei minuti finali delle ultime gare della serie da P.J. Brown, che si è fatto trovare pronto quando è stato chiamato dal Doc a partire da gara-4, per poi impiegarlo sempre di più fino al suo momento di gloria, arrivato in gara-7, quando ha difeso molto bene soprattutto nei momenti chiave e non si è fatto problemi a segnare quando la palla scottava terribilmente. "Eddie (House) mi ha fatto un bel passaggio, mi sentivo in ritmo e ho tirato", semplice per un giocatore che ne ha viste tante, ed è proprio per questo che è a Boston. In effetti il giocatore sembra molto più a suo agio quando tira l'aria dei playoff piuttosto che in stagione regolare, quando a molti giocatori inizia a tremare la mano, mentre lui, glaciale, non fa una piega.

Doc ha deciso di operare vari cambiamenti rispetto al solito, oltre ad incrementare i minuti di Brown ha deciso di panchinare completamente Cassell nelle ultime due gare, fino a quel momento deleterio perché oltre a difendere poco e consegnare pochi assist, si era anche messo a tirare molto male, ed a promuovere come cambio di lusso Eddie House, il quale ha giocato una buona gara-6, ma ha deluso in gara-7. Doc ha detto che ha preferito Eddie per la sua difesa, ma noi ci crediamo poco, molto probabilmente è solo un modo per non demotivare troppo Cassell, infatti ha ricevuto delle spiegazioni dettagliate da Rivers stesso sul motivo del panchinamento che si possono riassumere con un "ti faccio riposare così sarai fresco e riposato per la serie contro i Pistons".

Dopo una stagione ai Celtics tutti cercano Tom Thibodeaux, il vice allenatore specializzato alla difesa. Si parlava di lui ai Knicks prima dell'assunzione di D'Antoni, ora sono interessate altre squadre, come Chicago e Phoenix, ma nessuna finora ha chiesto il permesso di contattare l'allenatore per fargli delle proposte, e dubitiamo che riescano a portarlo via dai Celtics, ma anche il solo fatto che il suo nome sia riportato è il segnale che il suo lavoro è stato molto proficuo, cosa che tra l'altro nessuno osa dubitare.

Awards

Nel numero precedente abbiamo analizzato tutti gli awards che sono stati assegnati, ma ne mancava uno, quello di general manager dell'anno.

Dopo la rivoluzione estiva con le eccellenti trades di Danny Ainge, gli arrivi di free agents di spessore e le correzioni in corsa durante la stagione, il premio non poteva non andare al nostro general manager preferito, e così è stato, ne siamo molto contenti e siamo anche consapevoli che il premio non poteva che vincerlo lui.

La cosa che ci rende però molto sbalorditi è che Ainge ha ricevuto solo 18 dei 47 voti disponibili, obiettivamente e sinceramente una miseria. Se poi teniamo conto che a quota 14 voti, quindi a soli 4 voti da Ainge, si è piazzato Kupchak, il quale, dopo i disastri degli anni scorsi, ha avuto solo il merito da aver ricevuto un pacco regalo con dentro Gasol da parte di Chris Wallace, GM dei Grizzlies, non ci capacitiamo del motivo di questo distacco così risicato.

Probabilmente Kupchak beneficia del fatto che i Lakers sono rinomati e hanno molti tifosi, ma questa non è una giustificazione, ironicamente si potrebbe pensare che quel secondo posto è merito di Wallace e quindi andrebbe a lui il premio, ma alla fine quello che conta è che Ainge ha vinto meritatamente il premio e questo risulterà  negli annali.

A prima vista come dichiarazione ci si potrebbe aspettare qualche ringraziamento, ma Ainge ha voluto meravigliare tutti andando molto sul pratico: "non vorrei diminuire (l'importanza del) premio, ma ci sono molte cose da fare (sui Celtics) e voglio concentrare la mia attenzione sui giocatori in campo".

Il fatto che Ainge dica che abbia ancora molto lavoro da fare è significativo della sua concentrazione su cose importanti e non su frivolezze come autoesaltarsi per la conquista del premio, ma è anche un segnale che non sente che la squadra sia completa, infatti poi aggiunge "siamo a metà  del tentativo di diventare la miglior squadra dell'NBA, questo è il nostro vero obiettivo".

Attenzione quindi, Ainge ha fatto capire che ci potranno essere dei cambiamenti anche di un certo spessore dalla prossima estate, e questo indipendentemente dall'andamento dei play-off. Non ha ovviamente detto quali saranno, ma dovrebbero essere abbastanza importanti, altrimenti non avrebbe parlato in questi termini. Cambiamenti che, ne siamo sicuri, saranno di buona qualità , come ha quasi sempre fatto Ainge da quando è general manager a Boston.

Infortuni

Nessun infortunio da rilevare per i Celtics a parte qualche dolore alla schiena di Pierce, residuo della serie contro Atlanta, ma non è stato nulla di grave.

Non possiamo però lasciare sguarnita la sezione senza citare l'infortunio di Daniel Gibson, play ma soprattutto migliore amico di LeBron James, al quale è uscita la spalla sinistra e dovrà  star fermo per un paio di settimane.

Curiosità 

I 69 punti segnati dai Celtics in gara-6 sono stati veramente pochi, ma per capire l'entità  di questo cattivo risultato basti sapere che è il punteggio più basso dei Celtics di tutta la stagione, ma soprattutto che è il secondo inferiore nella storia della franchigia nei play-off da quando è stato istituito il cronometro dei 24 secondi.
Dopo una statistica negativa, vediamone una positiva: in questa stagione i Celtics in casa hanno vinto 43 partite e ne hanno perse sono 6, attualmente la striscia vincente conta 13 vittorie e l'ultima sconfitta è arrivata l'ormai lontano 24 marzo contro Phila.
Da quando nel 2003 è stato stabilito che le serie al meglio delle 7 partite saranno giocate per tutti i turni, nessuna squadra campione NBA ha vinto meno di 6 gare in trasferta e nessuna squadra ha vinto il titolo dopo aver perso le prime 5 partite in trasferta: i Celtics saranno la squadra che vincerà  il titolo con meno gare vinte in trasferta?
Ora una statistica su LeBron James contro i Celtics: il 19% nelle prime due gare della serie giocate a Boston sono il minimo ai play-off per un giocatore che ha preso più di 30 tiri da quando è stato istituito il cronometro dei 24 secondi.

Durante gara-4 Pierce ferma fallosamente James, e per evitare di fargli male lo cintura e lo ferma. Sarebbe tutto risolto, James in seguito ringrazierà  Pierce per il gesto, ma subito dopo il fallo Gloria James, madre di LeBron, si avvicina a Pierce e lo rimprovera facendogli anche dei gestacci. La cosa curiosa è che il figlio la blocca intimandole di sedersi con un atteggiamento severo ed autoritario. In seguito LeBron si scuserà  pubblicamente per le parole usate contro la madre, ma a nostro avviso la persona che avrebbe dovuto scusarsi sarebbe dovuta essere la madre stessa.

Malik Sealy è stato un giocatore di Minnosota finchè il 20 maggio del 2000 ha perso la vita in un incidente d'auto. Garnett e Smith, rispettivamente ai Celtics ed ai Cavaliers, nel 2000 erano entrambi a Minnesota e gli erano molto amici, quindi per onorare la sua memoria si sono fatti lo stesso tatuaggio sul braccio e ad ogni partita in cui s'incontrano uniscono i due tatuaggi toccandosi con le loro braccia stesse.

L'assistente del general manager ai Celtics David Wohl è uno dei candidati per il posto di capo general manager agli Hawks. L'interessato non ha rilasciato commenti. È utile ricordare che Wohl ha trascorso tre anni come assistente allenatore prima di diventare assistente general manager in questa stagione.

Il migliore della serie play-off

Continuiamo con il premio settimanale non-PGA Tour della stagione premiando il migliore della serie contro Cleveland. Anche in questo caso le nomination sono poche, infatti i giocatori che possono ambire al premio sono Rondo, Posey e Brown.
P.J. Brown è stato lasciato parcheggiato in panchina per molto tempo, con pochissimi scampoli di partita e, parliamoci sinceramente, se Perkins non avesse avuto un calo nella serie contro Cleveland, Brown non avrebbe mai avuto tutti i minuti che Doc gli ha concesso, ma nonostante le sue buone prestazioni in gara-7 non ha i numeri per essere preso seriamente in considerazione per il riconoscimento perché oltre alla partita decisiva della serie soltanto gara-4 può essere considerata per lui positiva.
Anche questa settimana James Posey è tra i migliori non-PGA Tour ed all'inizio della serie si sarebbe anche meritato il riconoscimento, ma purtroppo per lui dalla quarta partita ha avuto un rallentamento che si è protratto fino a fine serie. Un vero peccato perché si sarebbe meritato il riconoscimento per quello che fa in attacco ma soprattutto per quello che fa in difesa.
Veniamo quindi a Rajon Rondo che non ha giocato nel complesso bene come la serie contro Atlanta, forse per la maggiore qualità  dell'avversario, o forse perché semplicemente sente la pressione che, per un giocatore giovane come lui, sarà  sicuramente molto alta. Quanto detto però non significa che abbia giocato male, piuttosto quello che gli ha difettato è stato un po' di costanza di rendimento, perché quando in una partita ottiene un 20+13 assist (gara-5) è difficile immaginare che in quella successiva venga chiusa con 2 punti ed un 1 su 4 al tiro.

Nonostante il rendimento molto altalenante, Rajon Rondo si conferma quindi come il giocatore che, più di ogni altro, si distingue tra i non-PGA Tour. A dire il vero attualmente dopo Garnett e Pierce viene sicuramente lui, ma attendiamo fiduciosi che Allen faccia, prima o poi, la sua parte in questi play-off.

Classifica aggiornata:
9 Rajon Rondo
4 Kendrick Perkins
3 James Posey
2 Eddie House
1 Tony Allen
1 Glen Davis
1 Leon Powe
1 Sam Cassell

A risentirci per il successivo report alla fine della serie contro Detroit.

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