Darren McFadden, il nuovo predestinato del football si è accasato a Oakland.
Denver Broncos
Assestata la defensive line con l'ingaggio di Dewayne Robertson dai Jets, i Broncos hanno potuto dedicarsi alla sistemazione di quella offensiva, puntando sulla profondità offerta dalla classe di quest'anno per ringiovanire e rafforzare un reparto avanti con gli anni, e a serio rischio di veder calare vistosamente le proprie prestazioni. Per cominciare Denver è andata su uno dei migliori prospetti del ruolo, il tackle Ryan Clady da Boise State, che cambia team, ma mantiene l'abbinamento cromatico e il nickname che tanta furtuna gli ha già portato al college; dai Broncos dell'Idaho a quelli del Colorado il giovane lineman dovrà dimostrare di svolgere sempre con la stessa efficacia il compito assegnatogli, ovvero quello di piazzarsi sull'estremo sinistro per reggere l'impatto della difesa avversaria e allo stesso tempo aprire spazi importanti per la corsa dei runningback, cosa peraltro che gli è riuscita benissimo durante la carriera universitaria. Ritenuto da molti analisti uno dei giocatori più fondamentali per i recenti successi di BSU, Clady unisce la buona stazza fisica ad un'ottima velocità di piedi e ad una validissima tecnica che gli permette di rendere al meglio sia quando si tratta di bloccare a uomo che a zona; il che lo rende probabilmente il più completo OL della classe. La seconda scelta invece è servita per coprire un need importante come quello del WR, apertosi dopo la partenza di Walker, e richiusosi immediatamente ad inizio draft, con l'acquisizione del veloce Eddie Royal, ricevitore da Virginia Tech che per certe caratteristiche ricorda da vicino Steve Smith, rapido nei movimenti ed abile nella corsa dopo la ricezione, deve sicuramente mettere su qualche chilo per reggere l'impatto con la NFL; non troppo produttivo al college, ha ottime mani, una buona visione di gioco, e potrebbe trovare spazio fin da subito come returner. Spazio che dovrà invece ritagliarsi a piccoli passi la prima delle due scelte al quarto giro, Kory Lichtensteiger, guardia da Bowling Green esperta, solida, piuttosto mobile e con ottimi margini di miglioramento; abbastanza versatile, è un grandissimo lavoratore, molto tecnico e abile con le mani, che sfrutta soprattutto per difendere la tasca nelle azioni di passaggio. Abile a contrastare il passing game vero e proprio è poi l'altro forth rounder Jack Williams, cornerback da Kent State fattosi notare al Pro Day per l'ottima elevazione ed un buonissimo fiuto per l'ovale; piuttosto veloce, riesce ad essere efficace anche contro le corse, anche se tende a patire i cambi di direzione repentini e continui degl'avversari. Cambi che non sono troppo nelle corde del runningback scelto al quinto giro da Denver, Ryan Torain da Arizona State, prodotto con alle spalle solo due stagioni di Division I-A dopo il transfer avvenuto nel 2006 da uno Junior College; non troppo elusivo, come già anticipato, l'ex Sun Devils è pero un rusher molto solido, capace soprattutto di sfruttare la buona taglia per rompere placcaggi ed inserirsi con efficacia tra tackle e tackle. Tipico inside runner, ha subito un infortunio che ne ha limitato la resa nella stagione da senior, conclusa comunque con 553 yards corse per 5.0 yards a portata e 5 touchdown realizzati; talento ancora da sgrezzare a dovere, presenta un interessantissimo potenziale di sviluppo. Altrettanto talentuoso pare essere il defensive tackle da Virgina Tech Carlton Powell, atleta istintivo ed efficace soprattutto contro le corse, dove grazie ad un buona velocità di base riesce sempre a mettere in difficoltà i bloccatori avversari; abbastanza esperto, non disdegna cercare di penetrare nell'attacco avversario per portare pressione nel backfield. Altro valido run stopper si dovrebbe rivelare l'outside linebacker Spencer Larsen, non più giovanissimo, dopo aver perso due anni di NCAA per l'impegno in una Missione Mormonica in Chile è tornato mettendosi in luce come uno dei migliori tackler della Pac-10, division affrontata con la maglia degli Arizona Wildcats; grande lavoratore, sopperisce con l'allenamento, l'aggressività , e l'istinto, alla mancanza di doti atletiche naturali. Doti, queste ultime, che non mancano per nulla alla safety Josh Barrett, altro prodotto dei Sun Devils che deve migliorarsi sotto alcuni aspetti ma che riesce a produrre buoni numeri sia contro i passaggi che contro le corse, dove si fa notare per la sua ottima tecnica di placcaggio. Ultima scelta infine spesa dai Broncos per dare un maggiore supporto ai propri runningback ingaggiando uno dei migliori fullback del draft, Peyton Hills da Arkansas, ottimo atleta e grandissimo ricevitore, dalle mani raffinate, che deve per forza migliorare nei bloccaggi nonostante abbia aperto spazi importanti a Darren McFadden e Felix Jones al college; piuttosto veloce, potrebbe tornare utile sia come special teamer che RB occasionale, magari per le portate sul corto. Molti i prospetti interessanti pescati tra gli undrafted, su tutti il valido linebacker Wesley Woodard da Kentucky, giocatore estremamente produttivo, 139 tackle nella senior season, atletico, istintivo, e in grado di offrire un valido contributo alla mediana dei Broncos, dove potrebbe a sorpresa ritagliarsi un importantissimo spazio già nelle prime settimane di NFL. Un po' meno validi ma comunque da tenere sotto osservazione sono anche la OG da Colorado Tyler Polumbus, giocatore tecnico e mobile molto pratico per difendere la tasca, il WR da UTEP Lornie Sam, atleta non velocissimo ma bravo a ricevere nel mezzo, il punter da Toledo Brett Kern, piuttosto accurato e abile a calciare anche sotto pressione, e il kicker da Oklahoma Garrett Hartley, produttivo, abbastanza accurato, ha segnato 42 FG su 50 tentati con i Sooners, e in possesso di una buonissma gamba, che gli permette senza troppi problemi di piazzarla anche dalle 50 yards, 53 il suo record personale in NCAA.
Draft Grades: 7: si pensava che i Broncos avessero un occhio di riguardo per la difesa, invece dopo aver acquisito Robertson hanno puntato, giustamente, parecchie scelte sull'attacco, fornendo un buon upgrade alla linea con innesti importanti come Clady e Lichtensteiger; i need sono stati rispettati tutti, e anche se il DT è forse arrivato troppo in basso, di talento su cui lavorare ce n'è davvero tantissimo. Se Torain esplode, in Colorado ci sarà da divertirsi.
Kansas City Chiefs
La franchigia con più chiamate a disposizione di tutte le 32 presenti al draft, ha avuto il suo bel da fare per non rischiare di effettuare scelte sbagliate, soprattutto dopo aver indebolito il reparto difensivo concedendo a Jared Allen di cambiare aria. Pronti via e una prima pezza all'importante perdita i Chiefs hanno provato a metterla con Glenn Dorsey, defensive tackle da Louisiana State che dovrebbe garantire un certo impatto sulla linea di Kansas, portando in dote una buona esperienza maturata in NCAA e delle caratteristiche che sembrano poterlo portare ad essere dominante anche tra i professionisti; fisicato a dovere, l'ex Tigers ha una forza devastante, che lo rende capace di liberarsi anche da una doppia marcatura, e lo porta, senza troppa difficoltà , a ridosso del backfield avversario. Atleta immenso, ha un innato fiuto per l'ovale, il che rende davvero difficile tenergliela nascosta a lungo; promette di essere il nuovo Warren Sapp. Altra prima scelta, altra linea, altro prospetto interessantissimo, ovvero la miglior OG del draft, Branden Albert da Vanderbilt, giocatore versatile con possibilità di essere impiegato sia come tackle che come guardia, ruolo naturale, offre ottime opportunità di sviluppo grazie ad una buona combinazione di forza e agilità che lo rende efficacissimo soprattutto nei blocchi sulle corse; piuttosto mobile, sa dare il proprio contributo anche in campo aperto. Molto più veloce ed istintivo è invece il cornerback scelto al secondo giro dai Chiefs, Brandon Flowers da Virginia Tech, atleta dotato di un'accelerazione impressionante che sa restare incollato al ricevitore avversario e difendere bene anche sulle corse, caratteristiche che dovrebbero permettergli di entrare presto nella rotazione di un reparto avanti con gli anni. Sorpresa poi alla prima delle tre scelte a disposizione di Kansas City, dove la franchigia del Missouri chiama il runningback da Texas Jamaal Charles, che aggiunge competizione in un ruolo dove l'eccezionale Larry Johnson non sembra godere più di fiducia incondizionata visto l'infortunio che gli ha fatto perdere metà della scorsa stagione; giocatore molto produttivo, 3,328 yards e 36 TD in carriera, l'ex Longhorns è un runner piuttosto completo, abile ad eludere gli avversari e a destreggiarsi come ricevitore aggiunto fuori dal backfield, che però tende troppo a cercare l'esterno, mostrando una certa inconsistenza a correre tra i tackle. Charles è comunque un validissimo playmaker, paziente, capace di leggere il gioco come pochi, con una buona propensione a sfornare big play in serie grazie a delle doti atletiche che gli permettono di reggere anche nelle corse lunghe. Piuttosto veloce per il ruolo che ricopre dovrebbe esserlo pure il tight end Brad Cottam da Tennessee, prospetto altissimo, 6'8'', dotato di ottime mani, di un discreto controllo del corpo, e abbastanza disciplinato da risultare un buon route runner; gli manca un po' di esperienza, solo 10 start con i Volunteers in carriera, ma risulta piuttosto completo, riesce a rendersi efficace nei bloccaggi, e rappresenta un grandissimo potenziale di sviluppo. Ultima scelta del terzo spesa ancora per ringiovanire le secondarie, con la chiamata dell'ottima safety DeJuan Morgan da North Carolina State, validissima e produttiva sia contro le corse che contro i passaggi ma con il brutto vizio di lasciarsi andare troppo ai colpi leziosi, preferendo stendere l'avversario in maniera spettacolare piuttosto che fermarlo e basta; è un talento ancora grezzo, da rifinire e inquadrare con cura, anche se le prospettive sono davvero allettanti. Talento altrettanto cristallino quello di Will Franklin, WR da Missouri abbastanza veloce da strachare il campo in verticale, dotato di ottime mani e di un buon controllo del corpo; è produttivo ma altalenante, non troppo fisicato, ma può fare seri danni dopo la ricezione, e per questo rivelarsi un potenziale steal. Su un ulteriore scommessa è puntata anche la scelta al quinto giro di KC, che è andata dritta sul prospetto di Division II Brandon Carr, cornerback da Grand Valley State che deve affinare la tecnica ma ha tutto per imporsi ad alto livello, a cominciare dalla buonissima velocità che gli permette di tenere il passo con i ricevitori avversari alle ottime mani e al fiuto per la palla che gli consentono di pizzicare diversi palloni; atleta esplosivo deve assolutamente accumulare esperienza, qualità che invece non manca all'offensive tackle Barry Richardson, starter di lungo corso a Clemson e dato come uno dei migliori lineman del draft, è probabilmente caduto in basso per la poca aggressività dimostrata in alcuni match della ACC; giocatore poco tecnico, è versatile, può essere impiegato come guardia, fa un buon lavoro di braccia e sfrutta la mobilità per portare blocchi fondamentali, soprattutto nelle azioni di passaggio. A chiudere la sequela delle scelte giunte dai Vikings ecco poi con il centottantaduesimo pick, sesto giro, arrivare in Missouri un altro WR, Kevin Robinson da Utah State, miglior returner della nazione nell'ultimo torneo NCAA ed eccellente special teamer, elusivo nelle corse dopo la ricezione e dotato di una buona visione di gioco; se migliora nei blocchi e nel rispettare le tracce ordinate dal playbook potrebbe tornare utile anche all'attacco, dove i suoi big play farebbero sempre comodo. Settimo giro per chiudere il conto delle scommesse dei Chiefs, che draftano ancora un giocatore proveniente dalle division minori del college football, Brian Johnston da Gardner-Webb, defensive end abbastanza veloce e produttivo che fa un grandissimo lavoro contro le corse ma ha una limitata esperienza come pass rusher, abitlità ormai fondamentale per imporsi in NFL; dotato di buon talento e di un gran istinto, 21.0 sack messi a segno in 4 anni, se allenato a dovere potrebbe trovare comunque una sua collocazione, come anche l'ultimo arrivato dal draft, il tight end da Central Florida Mike Merritt; valido bloccatore, l'ex Golden Knights ha delle discrete mani ma fatica parecchio a separarsi dai defensive back avversari, per questo non riesce a rendersi molto produttivo, ovvero l'esatto opposto di Cottam. Tra gli undrafted potrebbe rivelarsi significativo l'ingaggio del quarterback Ricky Santos da New Hampshire, leader offensivo indiscusso nella division I-AA della NCAA, che grazie alla mobilità e alla precisione riesce a sopperire ad un braccio dalla gittata piuttosto limitata, producendo buoni numeri. Altrettanto valido è il runningback Kelvin McRae da Ohio, dotato di una visione fuori dal comune e di un istinto che lo porta a trovare con facilità la luce sulla linea di scrimmage, dimostratosi negl'anni molto produttivo anche al di fuori del backfield, dove piazza ricezioni importanti grazie a mani piuttosto sensibili. Oltre a questi due interessantissimi prodotti, tra i rookie arrivati in cerca di gloria in Missouri vanno segnalati anche Derek Lockey, DT da Texas tecnico, pesante, e forte contro le corse, Johnny Dingle, DE da West Virginia molto atletico, versatile, e buon run stopper, Steve Octavien, OLB da Nebraska ottimo pass rusher e abile nel coprire tutto il campo, e Jbari Arthur, WR da Akron piuttosto veloce e pericolosissimo nelle corse post ricezione; originario del Quebec, è già stato scelto al quinto giro del draft 2007 CFL dai Calgary Stampenders.
Draft Grades: 7: draft importante per i Chiefs che con 12 scelte dovevano lavorare sodo per rifondare completamente la squadra, cosa riuscita solo in parte. Bypassata misteriosamente la scelta di un QB da mettere in competizione con Croyle, Kansas ha puntato decisa sul rinforzarsi in altri ruoli, riuscendo si a prendere ottimi prospetti per entrambe le linee, ma peccando un po' sulla sideline offensiva, dove sono stati scelti due giocatori talentuosi, ma assolutamente ancora "da farsi". Nel complesso c'è un buon talento su cui lavorare, e in Missouri, se han fatto bene i conti, potrebbero anche trovarsi tra le mani diversi steel.
Oakland Raiders
Con solo cinque scelte a disposizione i Raiders hanno cercato di fare del loro meglio, provando a coprire i tanti buchi che hanno a roster con pochissimo materiale a disposizione; la partenza, certo almeno sotto questo aspetto, non è stata delle migliori, visto che seguendo la variante impazzita Al Davis sono andati dritti sul miglior runningback di tutto il draft, Darren McFadden da Arkansas, talento smisurato, probabilmente il più grande della classe, e carattere bizzoso, come ogni buon Silver&Black che si rispetti. Conosciuto al secolo come D-Mac l'ex Razorbacks arriva sulla costa ovest per dare la scossa all'attacco di Oakland, ringiovanitosi già l'anno passato con la chiamata con la prima assoluta di JaMarcus Russell, quarterback attesissimo nella baia dopo le vicissitudini contrattuali che gli hanno fatto perdere gran parte della scorsa stagione; conscia di questo, la dirigenza dei Raiders questa volta ha messo i puntini sulle "i", facendo firmare preventivamente McFadden, giocatore eccezionale che ha chiuso la carriera universitaria con 4,590 yards corse e 41 touchdown realizzati. Estremamente produttivo, D-Mac rappresenta il classico potenziale crack, uno di quegli atleti capaci di garantire il salto di qualità decisivo alla squadra, un po' come capitato a Minnesota dopo l'avvento di Adrian Peterson. Se McFadden seguirà le orme di AD è ancora da verificare, quello che è certo è che con i suoi tagli e i cambi di direzione improvvisi aggiunge una buona dose di imprevedibilità al gioco offensivo di Oakland, troppo macchinoso nelle ultime stagioni; runner istintivo, può essere letale se gli viene lasciato spazio per creare big play. Di tutt'altra fattura, ma pur sempre abbastanza talentuoso, il giocatore chiamato con la seconda scelta, in realtà quarto pick del quarto giro, dai Raiders, Tyvon Branch, cornerback da Connecticut dotato di un'intelligenza tattica superiore e di un fiuto per la palla che gli permette di essere costantemente presente dove si sviluppa l'azione; atleta impressionante, veloce, fisico, e dotato di una buona tecnica di placcaggio, ha confezionato workout statisticamente molto simili a giocatori diventati poi Pro Bowler in NFL. Altrettanto impressionante davanti agli scout è parso pure Arman Shields, veloce wide receiver da Richmond che durante la carriera universitaria ha mostrato di sapersi separare con efficacia dai cornerback avversari, grazie ad una buona accelerazione e ad un eccellente controllo del corpo che gli permette di trovarsi nella posizione giusta per rilanciare l'azione immediatamente dopo la ricezione; da testare tra i professionisti, deve migliorare leggermente come route runner e nella produzione post catch. Dal quarto al sesto giro per trovare un altro giocatore scelto da Oakland, il defensive end Trevor Scott da Buffalo, giocatore molto produttivo, veloce, abile pass rusher e aggressivo, che va svezzato vista la poca competitività affrontata in Division I-AA ma che presenta grandi margini di miglioramento, tanto da far pensare che possa trovare una propria dimensione come OLB in una difesa 3-4; per subito dovrebbe trovare spazio negli special team con l'ultima scelta dei Raiders, il WR da San Diego State Chaz Schilens, giocatore non certo fenomenale ma molto solido, dotato davvero di ottime mani e di un'accelerazione impressionante, capace di difendere bene la palla a ricezione avvenuta e di eludere, grazie ad un buon controllo del corpo, gli avversari sulla sideline, in poche parole, un altro prospetto da sviluppare con estrema cura. Terminato un draft povero di scelte in California hanno poi provato a rifarsi con i rookie freeagents, cercando di assicurarsi qualche buon atleta da portare al training camp per cercare di sgrezzarne il talento, come il centro da Missouri Adam Spieker, lineman aggressivo, istintivo e molto tecnico ma non troppo mobile, il tight end da Pittsburgh Darrell Strong, non un gran bloccatore ma un ottimo atleta con buone mani, e il linebacker da Louisville Malik Jackson, buon blitzer e pass rusher undersized che deve assolutamente migliorare la tecnica di placcaggio. Una menzione a parte la merita poi il misterioso QB Brian White, anch'egli prodotto della Division I-AA NCAA che ha giocato l'ultima stagione a Portland State dopo non essere riuscito a rientrare nel programma di Colorado, dove aveva disputato alcune partite in passato; discreto pocket passer, visto all'opera impressiona per la facilità con cui esplora il profondo grazie ad un braccio davvero ottimo, che gli permette di tagliare il campo con delle spirali di buona fattura.
Draft Grades: 5: draft incomprensibile da parte di Oakland che a corto di scelte decide di puntare tutto sul miglior talento disponibile ignorando i tanti need che meriterebbero di essere adeguatamente coperti. D-Mac vale certamente questo sacrificio, ma visti i problemi evidenziati nelle ultime stagioni dai Raiders forse era meglio cercare con i pick rimasti qualche diamante nascosto da sgrezzare col tempo anche nei ruoli che ne necessitavano maggiormente, come OL, LB e safety.
San Diego Chargers
Poche scelte anche per l'altra franchigia californiana della West division, che si trova a dover coprire diversi ruoli fondamentali dopo una free agency che l'ha privata di alcuni uomini importanti, su tutti il runningback Michael Turner, passato dopo mille peripezie ad Atlanta. Invece di puntare al RB, forse anche per via della presenza a roster del fenomenale Tomlinson, i Chargers usano la loro chiamata al primo giro per assicurarsi uno dei migliori cornerback della classe, Antoine Cason da Arizona, giocatore che difende egregiamente sia contro i passaggi che contro le corse, atletico, tecnico, e veloce quanto basta per non lasciarsi staccare dagli avversari; grandissimo lavoratore, ha un carattere da leader e difficilmente si lascia condizionare dagli errori commessi a partita in corso. Un paio di giri dopo ecco arrivare il runningback tanto atteso, per la verità un fullback, Jacob Hester da Louisiana State, runner pesante che dovrebbe aprire interessanti spazi di corsa a Tomlinson e trovare una propria dimensione nelle portate sui terzi down; buon atleta e rusher istintivo, è abbastanza veloce da poter essere impiegato anche come tailback, vista la facilità con cui riesce a rompere i placcaggi avversari, e come ricevitore aggiunto, grazie all'ottimo lavoro che svolge al di fuori del backfield. Ancora un RB per i Chargers alla scelta successiva, quinto giro, dove è stato acquisito Marcus Thomas da Texas El-Paso, runner fisicato che nell'idea dell'head coach dovrebbe sostituire il partente Turner per via delle caratteristiche che lo classificano come tradizionale runner da corto yardaggio, quando il campo si stringe e più che le finte sono necessari corpo e forza fisica per ottenere anche un minimo guadagno; molto simile per qualità tecniche a Hester, rispetto al collega proveniente da LSU il runningback dei Miners ha una maggiore visione di gioco, e sa pazientare quanto basta per attendere che gli uomini di linea gli aprano gli spazi giusti in cui correre. Sistemato alla meno peggio il backfield i Chargers sono poi tornati sulle secondarie, selezionando al sesto giro il cornerback da Boston College DeJuan Tribble, buon atleta incredibilmente aggressivo capace di garantire un'ottima copertura sui passaggi ed un supporto costante contro i giochi di corsa, dove sfrutta la sua tecnica di placcaggio per inchiodare gli avversari al terreno; non troppo alto, tende a patire i ricevitori più ben piantati di lui, anche se sopperisce a questa mancanza con un fiuto ed un istinto innati. Con l'ultima scelta infine in California decidono di tamponare anche la linea offensiva, chiamando il tackle da Texas A&M Corey Clark, giocatore molto fisico e mobile, bilanciato e in grado di proteggere a dovere sia il quarterback che il runningback; non proprio esplosivo sul primo passo, riesce a non farsi anticipare grazie alla grande esperienza maturata in quattro anni da starter al college con gli Aggies. Tra gli undrafted destano un certo interesse gli ingaggi dei due ricevitori Brandon Jackson da North Texas, prospetto molto produttivo con interessanti prospettive di sviluppo, e Billy Pittman da Texas, ottimo atleta e discreto route runner che può piazzare buoni guadagni post ricezione, e della guardia offensiva Andrew Crummey da Maryland, giocatore dotato di una tecnica sopraffina in fase di bloccaggio e abilissimo a proteggere i propri compagni, anche in campo aperto.
Draft Grades: 5: i need sono stati rispettati solo in parte, coprendo solo le necessità impellenti della linea offensiva e del backfield e tralasciando quelle altrettanto importarti della defensive line e delle secondarie. Buono sicuramente l'innesto di Cason, mentre paiono dei doppioni i due RB draftati per sostituire Turner; discreto il talento inserito in squadra, se non c'è nessun cambio di ruolo previsto per i defensive back già a roster era fondamentale scegliere una safety, e non due cornerback.