Festeggia pure, Paul! Ne hai ben donde!
L'ultimo atto di questa serie, gara 7, al Boston Garden, è finito secondo pronostico, con la vittoria dei Celtics sui Cavaliers per 97 a 92, ma quanta fatica. I Cavaliers fino all'ultimo hanno rifiutato di arrendersi ed hanno obbligato i più quotati avversari a sudarsi il passaggio in finale di conference un punto dopo l'altro, fino alla sirena.
Mai come in questo atto finale della stagione dei Cavaliers è stata giusta la definizione data da Lebron James qualche giorno fa: in campo c'è stato davvero un Lebron Team, in alcuni momenti anche in modo eccessivo, il prescelto ha tenuto fede ai suoi propositi segnando 45 punti, anche con buone percentuali, dopo un primo quarto in cui aveva sbagliato parecchio, ma di la c'è stata la pronta risposta in canotta verde, a firma di Paul Pierce, che ne ha messi 41.
I due hanno stavolta un po trascurato la difesa sull'altro, ma si sono sfidati in attacco a suon di isolamenti, penetrazioni e tiri in sospensione, fino alla stretta finale: Lebron scarica su Pavlovic che segna da tre punti, con 8 secondi da giocare; rimessa per Paul che subisce immediatamente fallo e va a tirare i tiri liberi.
Coach Rivers nella scorsa gara 6, persa, aveva lamentato che i suoi, in crisi mistica, non avevano avuto l'illuminazione, stavolta non potrà lamentarsi di questo:"Il fantasma di Red Auerbach ci osservava, ha spinto il pallone dentro, ciò ha allargato il sorriso sul mio volto!"
I due tiri liberi sono così entrambi entrati, togliendo agli avversari ogni residua speranza di arrivare ai tempi supplementari. Eppure i Cavaliers ci avevano provato fino in fondo, e dopo un inizio stentato, in cui i Celtics avevano preso un certo vantaggio, culminato nei 12 punti del secondo quarto, avevano iniziato a rosicchiare un punto dopo l'altro, grazie soprattutto alla straordinaria vena del loro giocatore simbolo.
Il sangue nelle vene dei tifosi celtici si è gelato quando, dopo due liberi di Ilgauskas, James ha rubato palla proprio a Pierce andando a schiacciare la palla del meno uno. Li però Lebron ha mancato l'ultima pennellata della suo capolavoro, ed il soffitto della sua personale Cappella Sistina non ha raggiunto la perfezione dell'originale; il Prescelto infatti ha commesso un paio di errori al tiro, mentre dall'altra parte P.J. Brown prendeva il rimbalzo e riceveva l'assistenza di House per il +3; poi i tiri liberi del Prescelto, di Allen e di House hanno portato alla situazione sopra descritta, con i tre punti di Pavlovic ed i successivi liberi decisivi di Pierce.
Se è vero che le vittorie sofferte e sudate sono le più belle, Pierce e compagni avranno di che festeggiare. I festeggiamenti però non possono durare troppo a lungo; anche in questa partita, se è vero che i Cavaliers hanno ecceduto nel cercare James, che si è preso 29 tiri su 67 totali della sua squadra, è anche vero che la stessa cosa è successa in casa Celtics, con Pierce a 23 tiri su un totale sempre di 67.
Dato che non crediamo possibile che Rivers abbia scelto dall'inizio di far tirare solo il capitano ed ignorare i suoi compagni, probabilmente si è arrivati a questo per via dell'andamento generale della partita. Da tempo infatti si era notato che solo con le iniziative di Pierce i giocatori d Boston riuscivano ad impensierire seriamente la difesa avversaria, in più in questa decisiva partita, a fronte di un capitano in grande spolvero, solamente Garnett è sembrato in buona serata, con la sua doppia doppia di ordinanza, più il centro che aveva a fianco, che fosse il giovane Perkins o l'esperto Brown; entrambi infatti hanno disputato una buona partita.
Gli esterni invece hanno subito troppo la pressione della difesa dei Cavs. Lo stesso problema, allo stesso modo, si è avuto nella squadra avversaria, in cui l'unica possibile soluzione offensiva era dare la palla a Lebron James e sperare che ne traesse fuori qualcosa di buono. Se però gli esterni della squadra di Cleveland non erano in serata eccezionale, tranne forse il solito West, forse il Prescelto avrebbe potuto provare a coinvolgere di più i lunghi, che quando hanno avuto la possibilità non hanno demeritato neanche in fase offensiva.
In ogni caso poco si può rimproverare in assoluto alla squadra dell'Ohio, in quanto ha lottato fino alla fine ed è stata eliminata all'ultimo tiro da una squadra oggettivamente più forte, anzi, forse la più forte della lega, anche se in questi play off sta mostrandosi meno scintillante che durante la stagione regolare.
A fine partita in sala stampa non si parlava che di una partita di venti anni fa, fra i Celtics di Larry Bird e gli Hawks di Dominique Wilkins, in cui "The Human Higlight" aveva strabiliato tutti mettendo a referto la bellezza di 47 punti, 16 nell'ultimo quarto, mentre "The Legend" aveva risposto con 20 punti nell'ultimo quarto, dopo averne segnati 14 nei primi tre, per 34 totali.
"Pensavamo alla partita e basta, difficile pensare ad altro quando alzavi lo sguardo e guardavi il tabellone!" Ha sinceramente commentato Pierce.
"Come Domunique Wilkins ho provato a portare la squadra alla vittoria ma ci è sfuggita all'ultimo. Però almeno con una gara 7 come questa spero che i tifosi si ricordino come di Larry e Nique di Paul e Lebron!" Ha commentato un più istrionico Lebron James.
Chi c'era, cioè Danny Ainge, si limita a parlare di "Epica battaglia!".
In realtà i protagonisti di questa gara 7 pensavano già alla finale di conference o rimpiangevano di essere arrivati così vicini all'obiettivo ma di averlo mancato, per ricordare una gara di venti anni fa, seppur epica ed indimenticabile, ci sarà tempo a stagione finita. Oggi bisogna rendere omaggio a questi Cavalieri che escono dal torneo con onore ed a questi Celtici che vanno a giocarsi la finale dell'Ovest contro i Pistons, la partita da tutti pronosticata alla vigilia.
Riusciranno i Celtics a vincerne almeno una fuori casa? Perchè i Celtics sembrano trovare un barattolo di spinaci quando arrivano nel New England ed una barra di Kriptonite quando lo lasciano? Nel dubbio Doc Rivers risponde:
"Questo è il motivo per cui ci siamo tanto sforzati di avere il vantaggio del campo anche in finale. Siamo dove volevamo arrivare!"
In effetti gli appassionati di statistica già stanno inutilmente cercando esempi di squadre che abbiano vinto il titolo con 16 vittorie in casa e 12 sconfitte fuori; diciamo però la verità , tutti ci aspettavamo alla vigilia dei play off che si arrivasse a vedere i Celtics contro i Pistons, nessuno si attendeva però serie tanto appassionanti ed emozionanti.
Una volta di più, i Play Off dell'NBA riescono a lasciare tutti con il fiato sospeso e raccontare grandi storie di vittorie e sconfitte, come un grande romanzo, a volte epico, a volte d'appendice, ma sempre piacevole da leggere.