Tutto a Gara7 !!!
Questa serie era troppo emozionante per finirla prima della settima partita, e così il cavaliere nero, quello con la fascetta bianca in testa, ha deciso di armarsi di lancia e scudo e di intervenire nel pieno dell'azione.
"Un team di Lebron James non è mai disperato!" diceva il prescelto, ed in questa cruciale partita casalinga ha dimostrato la verità della sua affermazione. Non sia mai che un cavaliere nero dica bugie! Bisogna salire a cavallo e partire alla carica per difendere i deboli e vendicare i torti subiti (posto che ce ne fossero in questa serie!).
In questa partita il prescelto ha però goduto anche dell'aiuto di Sherlock Holmes, il quale in una lunga indagine nell'Ohio è riuscito a ritrovare il tiro in sospensione che il prescelto aveva smarrito prima dell'inizio della partita, ed è riuscito a recapitarglielo proprio quando serviva: nei minuti decisivi dell'ultimo quarto, quando i Celtics, che sembravano spacciati a metà del terzo quarto sul -16, stavano facendo uno sforzo immane per rientrare in partita.
Uno sparacchiante Lebron James, terrificante in penetrazione ma balbettante al tiro, ha iniziato a realizzare con la freddezza di un cecchino ed ha tenuto i verdi Bostoniani a distanza di sicurezza, fino al finale 74 a 69.
I Celtics pagano l'incredibile momento di pausa che si sono presi fra la fine del secondo quarto e la metà del terzo quarto, quando sono passati dal +6, 31 a 25, al -16, 35 a 51. Da quel momento si sono spesso riavvicinati nel punteggio ai Cavaliers, sono anche arrivati a -3 verso la fine del terzo quarto, ma non sono più tornati in vantaggio.
Come è stata possibile questa incredibile alternanza di parziali, con squadre che sembravano poter scavare un solco ed aver veramente trovato il bandolo della matassa, per ritrovarsi in problemi apparentemente irrisolvibili pochi minuti dopo, se lo stanno probabilmente chiedendo anche i due allenatori, Rivers e Brown.
Nel pieno del parziale dei Cavaliers solamente Garnett ha provato a reagire, peraltro inutilmente, mentre Allen e Perkins addirittura erano richiamati in panca.
Fiato grosso o errore dell'allenatore?
Difficile dire, in quanto i due poi sono stati in campo nel successivo parziale, ma la loro produzione offensiva è stata molto limitata. Allen nel secondo tempo ha messo solamente 6 punti, forzando però pochissimo, dopo le pessime percentuali del primo tempo.
Perkins non è mai stato rilevante per la produzione offensiva, difficile giudicarlo in questo. In questa situazione spesso la palla a Pierce o a Garnett, sperando che creino qualcosa, è l'unica soluzione per i Celtics, ma la difesa attenta dei Cavaliers, che usano con parsimonia il raddoppio di marcatura ma lo effettuano puntualmente ed attentamente quando la palla arriva ad uno di questi due in situazioni potenzialmente pericolose, limita molto le possibilità dei due leaders dei Celtics.
Il fatto che il punteggio resti basso, i ritmi siano lenti e le difese prevalgano ovviamente avvantaggia molto i Cavaliers, che hanno molte meno soluzioni offensive, anzi, anno poche soluzioni offensive in assoluto che prescindano dal gioco di Lebron James.
Il prescelto attende il raddoppio di marcatura e poi da la palla ai lunghi o ad un tiratore, lo schema è efficace ma anche ripetitivo ed una buona difesa come quella dei Celtics riesce a limitarne l'efficacia; se però anche l'attacco della squadra di Doc Rivers fatica i Cavaliers sono li e sono difficilissimi da scrollarsi di dosso.
Come sia possibile che una squadra che annoveri fra le proprie fila gente come Paul Pierce, Kevin Garnett e Ray Allen resti a 69 in una gara così importante resta un mistero, ma Sherlock Holmes ha faticato troppo a trovare il Jumper di Lebron James e per ora si sta godendo un meritato riposo.
Una delle soluzioni offensive migliori dei Cavaliers nei play off dello scorso anno, un triste Boobie Gibson, guardava mestamente i compagni da bordocampo, impossibilitato a scendere in campo, come pure avverrà per gara 7.
"Potessi giocare con una mano lo farei immediatamente…" il commento del povero Boobie.
Lebron a fine partita caricava i compagni al grido di "Sappiamo vincere, possiamo vincere, andiamo la e vinciamo!"
Doc Rivers non sembrava troppo d'accordo: "Intervistate gli arbitri, chiedete a loro!" ripeteva schiumando rabbia.
L'affermazione sembra però eccessiva: l'infinita serie di liberi tirati da Lebron James dipende molto dal fatto che il prescelto ha tentato di scardinare la difesa celtica con continue penetrazioni, su cui era difficile difendere senza commettere fallo; verissimo che probabilmente i fischi sono stati complessivamente favorevoli alla squadra di casa, ma è anche vero che questo è avvenuto spesso in questa serie, qualsiasi fosse la squadra che giocava in casa.
Alla fine però ha dovuto ammettere che non ha idea del perchè la sua squadra in trasferta fatichi: "Non abbiamo avuto l'illuminazione" ha concluso.
Pierce ha preferito pensare pure lui a gara 7: "Noi abbiamo fiducia, siamo già passati per una gara 7. Andiamo a casa nostra a curare con attenzione i nostri affari!"
Chi però probabilmente ha riassunto il pensiero di tutti i giocatori e dei tifosi dei Celtics è stato James Posey, il quale prosaicamente ha commentato: "Per fortuna per quest'anno non dobbiamo più tornare a Cleveland! Bisogna solo cercare di tornare a casa e cercare di vincere gara 7!".
Lecito dubitare che per un bel pezzo lui o qualcuno dei suoi compagni senta il bisogno di tornare in vacanza sulle rive di uno dei grandi laghi.
Prima di pensare alle vacanze però c'è da pensare a gara 7, una gara che si prospetta dura ed incerta come le prime 6.