NFL Draft 2008: NFC North

Matt Forte, a sopresa potrebbe rivelarsi l'arma in più per l'attacco di Chicago.

Chicago Bears

Draft energico dei Bears che con le prime tre scelte mettono a posto tre dei quattro need principali, sistemando in un sol colpo l'attacco singhiozzante visto nell'ultima stagione; giustamente Lowie Smith ha deciso di iniziare dalla base, rinforzando dapprima la linea offensiva con la chiamata del tackle Chris Williams al pick numero 14, giocatore in grado di rimettere in sesto un reparto martoriato nel 2007 e obbligato a concedere troppo agli avversari. Il prodotto di Vanderbilt dona un upgrade importantissimo alla OL, vista la buona mobilità  e l'ottima abilità  nella pass protection mostrata negli anni di esperienza al college; ben fisicato, Williams è l'uomo ideale per concedere più tempo al proprio quarterback, cosa che ai pitcher di Chicago serve parecchio. Oltre a questo era necessario rinfoltire anche il backfield della Windy City e i Bears, da fini intenditori di runningback quali sono si sono buttati su uno dei migliori talenti del draft, Matt Forte' da Tulane; atleta eccelso, diamante grezzo di infinito valore, potrebbe rivelarsi fondamentale fin dall'inizio di stagione per Chicago, viste le caratteristiche che lo rendono un giocatore capace di imporsi senza troppi problemi in NFL. Veloce, resistente al contatto, piuttosto elusivo, l'ex Green Wave ama correre tra i tackle come pochi, facendo assaporare la sua buona stazza, 6'2'' per 222 libbre, ai difensori avversari. Più minuto ma altrettanto fondamentale per il futuro dei Bears dovrebbe rivelarsi anche Earl Bennett, wide receiver che corre diligentemente le tracce ed è molto abile a smarcarsi per rendersi visibile al QB; veloce quanto basta quest'altro prospetto da Vanderbilt ha dimostrato di saper essere molto produttivo, anche contro cornerback tecnicamente più attrezzati di lui. Conclusi parzialmente, manca un QB, i need dell'attacco, Chicago si è poi rivolta alla difesa, che anche se non aveva bisogno di particolari interventi meritava comunque un certo restyling, iniziato con la scelta al terzo giro del valido DT da Auburn Marcus Harrison, talento da first rounder ma facilmente esposto agli infortuni e per questo ignorato da moltissime franchigie; arrivato a questo punto non è detto che diventi un ottimo affare per i Bears, che si sono assicurati una vera e propria forza della natura, capace di tenere impegnati più bloccatori contemporaneamente e davvero abile a difendere contro le corse avversarie. Materia quest'ultima che pare essere il pane quotidiano anche di Craig Steltz, ottima safety da Louisiana State in possesso di una buonissima tecnica di placcaggio e di un intuito che gli permette di essere sempre presente sul luogo di sviluppo dell'azione; sceso anch'egli per qualche acciacco che l'hanno tenuto lontano dalle combine dovrebbe imporsi senza troppi patemi grazie ad un carattere da leader e ad una grandissima voglia di lavorare per crescere e migliorarsi. Buona chiamata anche al quinto giro, dove con la settima arriva in Illinois il cornerback da Nebraska Zachary Bowman, talento naturale molto abile nelle coperture che deve però essere testato a dovere in NFL, vista una produzione non di primo piano nell'ultima stagione in Big XII; sempre al quinto intriga parecchio la chiamata dell'altissimo TE da Michigan State Kellen Davis, buon bloccatore con mani sensibili che lo rendono un ricevitore eccelso ma anche un pass rusher molto produttivo, grazie ad una buona capacità  nella lettura del gioco ed un talento innato nel cambiare tranquillamente ruolo e reparto, con gli Spartans ha infatti ricoperto, con grande profitto, sia la posizione di tight end che quella di defensive end. Giocatore che ricorda molto Mike Vrabel di New England per questa possibilità  di tornare utile sia in attacco che in difesa è da seguire attentamente, perché potrebbe trovare una sua giusta collocazione nella NFL e soprattutto nei Bears, che amano questo tipo di giocatori. Dagli Spartans è approdato poi a Chicago un altro defensive end, questa volta puro, Erwin Baldwin, discreto pass rusher che occasionalmente dovrebbe riuscire a ritagliarsi un buono spazio anche come linebacker, visto il fisico non troppo pesante e le qualità  atletiche di cui è dotato. Piuttosto atletico e mobile è anche la guardia offensiva da Georgia Chester Adam, lineman molto versatile capace di spostarsi senza problemi all'interno e all'esterno della linea, come fatto più volte durante la sua carriera universitaria, dove comunque si è poi imposto nel ruolo per cui è stato draftato. Capace di splittare senza alcun problema è anche il primo dei compensatory pick al settimo giro di Chicago, Joey LaRoque da Oregon State, prestante linebacker abbastanza veloce e agile da destreggiarsi con profitto sia come outside che come inside, quindi molto utile per le varie difese di situazione e per gli special team, dove dovrebbe dire la sua grazie alla buona tecnica di placcaggio di cui è in possesso. Le ultime scelte di compensazione sono poi servite ai Bears per allungare il roster offensivo, selezionando il tackle da Ohio State Kirk Barton, braccia molto forti e abile nel tenere lontano gli avversari, e il wide receiver da Arkansas Marcus Monk, giocatore letale nella red zone avversaria visto l'altezza, 6'4'', le buone mani, e l'ottimo controllo del corpo che riesce a mantenere dopo la ricezione. Come si anticipava però i Bears hanno saltato un quarterback nei primi giri, ruolo puntualmente coperto poi con gli ingaggi dei rookie rimasti liberi, che hanno visto arrivare in Illinois due talenti grezzi che potrebbero esplodere e diventare, chissà , dei futruri campioni; Caleb Henie da Colorado State, dotato di un buon rilascio e piuttosto accurato che pare sia stato limitato in NCAA dalla scarsa qualità  del programma giocato, e Nick Hill da Southern Illinois, stesso college di Tony Romo, istintivo, molto mobile, e abituato a lanciare con discreta precisione anche in corsa, tutte qualità  maturate probabilmente durante l'esperienza cestistica con Western Kentucky, prima del transfer avvenuto nel 2005; sinistro naturale, è stato seguito attentamente dagli scout dei Bears dopo le critiche ricevute per essersi lasciati sfuggire un talento come l'attuale QB dei Cowboys, cresciuto sportivamente in Illinois, non troppo lontano da Chicago.
Draft Grades: 8: il QB era uno dei need più importanti, ma probabilmente il fatto di non poter più andare su Flacco, opzione primaria, ha inciso parecchio sulle scelte di Chicago, che hanno cercato di rimediare puntando poi sulla FA. Il draft è stato comunque condotto con criterio, selezionando con cura e seguendo tanto i fabbisogni della franchigia, quanto il talento che man mano rimaneva a disposizione. Sono tanti i prospetti interessanti che meritano attenzione e in grado di entrare presto in squadra.

Detroit Lions

Nel web tutti puntavano su un cornerback o un runningback come prima scelta dei Lions, invece a Detroit hanno deciso di stupire tutti, e forse anche loro stessi, andando dritti su un uomo di linea offensiva e selezionando uno dei talenti più puri del draft, nonostante che su di lui persistano parecchi punti interrogativi; si parla naturalmente di Gosder Cherilius da Boston College, atleta immenso che per quattro anni ha difeso abilmente Matt Ryan con la casacca degli Eagles, mostrando di sentirsi a proprio agio sul lato destro della linea offensiva. In tanti dicono che non sia velocissimo e che non abbia un grandissimo footwork, ma la tecnica di bloccaggio è eccelsa, e questa qualità  dovrebbe permettergli di sopperire senza troppi problemi ai suoi limiti. Altrettanto tecnico è il linebacker Jordon Dizon, tra i migliori tackler della NCAA con la maglia dei Colorado Buffaloes e abile blitzer, tanto da mettere a segno 13 sacks nell'ultima stagione passata al college; non troppo fisicato è però velocissimo e parecchio intuitivo, per questo riesce sempre ad individuare in anticipo il movimento dell'ovale, con Sims potrebbe comporre una coppia devastante. Se si parla di devastazione e di caos in generale certo è da tenere in enorme considerazione la terza scelta dei Lions, il runningback Kevin Smith da Central Florida, giocatore rapidissimo ed elusivo capace di far seri danni nelle difese avversarie grazie ad una tecnica di corsa sopraffina ed un'innata abilità  nell'evitare i placcaggi; talento purissimo non ha goduto di tantissimo appeal per via della poca competizione che c'è nella C-USA, division di apaprtenenza dei Golden Knights, ma da tempo viene indicato come un prospetto in grado di imporsi facilmente in NFL, forse anche per la capacità  di leggere i blocchi e infilarsi con rapidità  negli spazi che si aprono lungo la linea offensiva. Sistemato un reparto decimato dalla free agency, Detroit si è poi dedicata alla difesa, puntando su due tra i migliori atleti del draft, il defensive tackle Andre' Fluellen da Florida State, giocatore esperto e molto mobile che dovrebbe imporsi fin da subito nella 4-3 giocata dai Lions, anche per via della perdita di Rogers, e l'outside linebacker Cliff Avril da Purdue, giocatore pesante ma agile che avrebbe forse reso al massimo in uno schema 3-4, ma che ha buone probabilità  di rendersi utile anche in Michigan, giocando nel ruolo per cui è stato scelto invece che in quello di defensive end, posizione ricoperta al college; buon tackler, la sua velocità  dovrebbe permettergli di mettere le mani addosso al quarterback avversario in diverse occasioni. Altro giocatore molto versatile è Kenneth Moore, wide receiver da Wake Forest scelto al quinto giro con un passato da running back e un fisico leggero che gli permette di fare la differenza in campo aperto, sfruttando la piccola taglia per inserirsi alle spalle dei difensori avversari; discreto talento, potrebbe tornare molto utile come kick returner, a differenza di Jerome Felton, fullback da Furman che rischia di trovare presto spazio nella depth chart titolare vista l'ottima propensione a bloccare gli avversari e, in alternativa, a liberarsi per ricevere oppure correre dritto e forte rompendo tackle qua e la; giocatore molto solido, nonostante la stazza è dotato di una discreta velocità , qualità  che purtroppo manca a Landon Cohen, defensive end da Ohio che si è dimostrato un ottimo difensore contro le corse e un valido placcatore, ma che non ha alcuna possibilità  di essere sviluppato come pass-rusher vista la poca mobilità . Mobilità  che invece ha da vendere Caleb Campbell, il prospetto da Army che grazie alla chiamata di Detroit all'ultimo giro ha evitato l'anno in Afghanistan, potendo continuare ad inseguire il suo sogno di affermarsi come giocatore professionista; ottima safety, offre grandi garanzie in copertura ed ha un discreto fiuto per il pallone, anche se deve migliorare nel contrastare le corse. Tra gli undrafted buone le acquisizioni di Rud Hardie, DE da Howard, esplosivo e valido pass rusher ancora da sgrezzare a dovere, e di Darrell Blackman, WR da North Carolina State molto veloce ed altamente elusivo che deve però imparare ad essere più disciplinato e seguire le route che gli vengono assegnate.
Draft Grades: 7: serviva un cornerback valido e non è arrivato, in compenso sono state messe importanti toppe nei reparti che poco avevano convinto nell'ultima stagione; le prime cinque chiamate sotto questo profilo sono state esaudienti, anche per il talento draftato, solo, poteva essere fatto qualcosa di più concreto per allungare le secondarie, dove il solo Campbell non basta Da verificare la produttività  NFL di Avril in uno schieramento 4-3.

Green Bay Packers

Qualcuno in Wisconsin deve aver pensato che per sostituire Brett Favre non bastava un solo giocatore ma ne erano necessari addirittura tre, solo così si riesce a spiegare la caccia al quarterback operata dai Packers durante il draft, fornendo materia di cui parlare, e sparlare, a tutti che quelli che ormai parlavano già  di era Rodgers; il povero Aaron, dal canto suo, non ci deve essere rimasto troppo bene, e dopo aver convissuto per anni con l'ingombrante presenza dell'inossidabile Iron Man, ora si trova a dover lottare con due nuovi fantasmi, quello di Briam Brohm, seconda scelta da Louisville, e quello di Matt Flynn, settimo rounder da Louisiana State. Tra i due il prospetto che ha maggiormente godut delle luci della ribalta è sicuramente il quarterback ex Cardinals, passer accurato e molto abile nel leggere gli schieramenti avversari che durante la carriera universitaria si è fatto apprezzare per gli ottimi numeri messi a statistica e per l'attitudine a guidare con personalità  il reparto offensivo; se matura e acquisisce esperienza Brohm potrebbe certamente diventare un QB di lungo corso della lega. Meno conosciuto ma altrettanto solido è parso anche Flynn, che paga certamente il fatto di avere alle spalle un solo anno da starter in NCAA, dopo essere stato per diverse stagioni la riserva di lusso di JaMarcus Russell, prima scelta assoluta dello scorso draft. Grande carattere da leader ma non troppo accurato, l'ex Tigers è molto abile a guadagnare tempo prezioso per permettere ai ricevitori di liberarsi muovendosi dietro i blocchi dei compagni, sfruttando al meglio la mobilità  e l'atletismo di cui è dotato; dalle poche partite giocate al college si presume che non abbia un grandissimo braccio, anche se, se sottoposto a qualche lavoro forzato e con un pizzico di esperienza in più sulle spalle, potrebbe diventare un discreto backup. Accantonanto il discorso quarterback, che meritava un discorso a parte, chiunque sarà  lo starter si troverà  tra le opzioni il valido Jordy Nelson, WR da Kansas State esploso nell'ultima stagione di college football, dove ha stupito parecchi scouting grazie ad una velocità  devastante in campo aperto, che gli ha permesso di fare diversi danni soprattutto se impiegato come returner. Workout su workout il giocatore dei Wildcats ha scalato innumerevoli posizioni nel ranking fino ad assestarsi stabilmente attorno al secondo giro, round in cui puntualmente è stato scelto; dotato di ottime mani e di un discreto controllo del corpo potrebbe inizialmente dare un buon apporto nel ruolo di slot, o negli schemi che prevedono l'impiego di un terzo ricevitore alle spalle di Driver e Jennings. Chi dovrebbe entrare con facilità  nella rotazione dovrebbe essere anche il defensive back Patrick Lee da Auburn, atleta versatile capace di coprire con profitto sia il ruolo di cornerback che quello di safety, e in grado di giocare anche nella posizione di nickel visto l'ottimo fiuto per la palla e la capacità  di coprire con cura il ricevitore assegnatogli; da sgrezzare perché è diventato tardi starter al college, inizialmente dovrebbe trovare un buono spazio negli special team, nell'attesa ovviamente di carpire importanti segreti dall'esperienza di due veterani del reparto come Charles Woodson e Al Harris. Annullato un need Green Bay si è dedicata ad un altro chiamando nel terzo giro il tight end da Texas Jermichael Finley, atleta formidabile con mani sensibilissime ed un fisico che promette davvero bene nonostante sia etichettato come non ancora pronto per la NFL, in suo favore depone sicuramente il fatto che è stato anche un buon giocatore di basket, e visti i succosi precedenti, Gates su tutti, potrebbe diventare un top del ruolo; grande potenziale, se sviluppato a dovere dovrebbe trovare costantemente spazio nella depth chart. Un altro eccellente atleta è poi Jeremy Thompson, defensive end da Wake Forest selezionato con il terzo pick del quarto giro, giocatore mobile, versatile, abile a fronteggiare le corse avversarie, che presenta grandi margini di miglioramento ma che deve sicuramente incrementare il timing sul primo passo, visto che non è troppo veloce, e l'esperienza nella pass rush; con i Demon Deacons ha dimostrato di saper adattarsi senza problema più ruoli e schemi, trasformandosi per necessità  anche in outside linebacker nelle difese 3-4. Sistemata una linea i Packers hanno poi cercato di ringiovanire l'altra, quella offensiva, puntando sul tackle Josh Sitton, giocatore notato dagli scout soprattutto per l'abilità  nell'aprire gli spazi alle corse dei compagni, su tutte quelle del talentuoso Kevin Smith, che ritroverà  come avversario nella NFC North visto che è stato draftato dai Lions; versatile e piuttosto mobile, sa utilizzare bene le braccia per tenere a distanza gli avversari e può essere impiegato anche come guardia. Meno versatile ma molto solido è l'altro offensive lineman draftato da Green Bay al quinto round, Breno Giacomini da Louisville, giocatore abituato a giocare con Brohm, piuttosto veloce ed efficace soprattutto nella pass protection, dove riesce a imporsi grazie alla sua buona stazza fisica; ha poca esperienza da starter ma se il suo ex compagno di college riesce a vincere la position battle non è detto che trovi presto un posto nella linea offensiva. Ultima scelta spesa ancora in attacco, questa volta per ampliare i ranghi dei wide receiver, peraltro già  piuttosto corposi, con Brett Swain da San Diego State, ricevitore disciplinato e abile nel seguire le tracce designate ma non troppo veloce; non ha delle grandi mani, però dovrebbe avere qualche chanches di concorrere per uno spot di riserva nella depth chart. Buone diverse acquisizioni tra gli undrafted con l'intrigante runningback da Georgia Kregg Lumpkin, giocatore capace di correre come un tailback e bloccare come un fullback, e il solido wide receiver da Syracuse Taj Smith, piuttosto veloce e fatale sulle tracce in profondità , che guidano una pattuglia di giovani talenti in cerca di gloria; tra gli altri meritano di essere segnalati il linebacker Danny Lansanah, tecninco e versatile prospetto da Connecticut, e i due tight end Michel Peterson, buone mani e ottimo a smarcarsi tra le maglie avversarie, da Missouri, e Joey Haynos da Maryland, giocatore altissimo, 6'8'', capace di sfruttare al meglio la propria stazza nella redzone avversaria, dove riesce a produrre discretamente grazie anche a delle ottime mani.
Draft Grades: 8: hanno coperto tutti i need e si sono assicurati del talento notevole in tutti reparti, con giocatori che anche se poco esperti presentano dei marigini di sviluppo considerevoli; diversi i prospetti adatti al sistema di Green Bay, l'unico monito che si può muovere allo staff dei Packers è che qualcuno si è dimenticato di comunicare a Rodgers che non sarà  titolare al 100 %, ma questo con il draft centra poco o nulla.

Minnesota Vikings

Con un draft decimato per via della sanguinosa trade che ha portato Jared Allen in Minnesota, i Vikings hanno dovuto arrangiarsi con le scelte rimaste per cercare comunque di portare a casa i giocatori necessari a coprire i need primari, ovvero la mancanza di un QB affidabile, di un wide receiver, un offensive lineman, e una safety, diventata di fatto prioritòà  dopo aver sistemato il secolare problema di end con l'ingaggio dell'ex Chiefs. Con Sharper che si avvicina pericolosamente alla pensione e la perdita di due veterani del calibro di Tank Williams e Dwight Smith la franchigia di Minneapolis doveva giocoforza provare a ringiovanire il reparto, prendendo un giocatore in grado di garantire una certa continuità  in caso di addio del numero 42; detto fatto i Vikings si sono mossi per assicurarsi Tyrrell Johnson, free safety da Arizona che ha colpito tutti al workout mettendo in mostra una buona velocità  e delle doti atletiche davvero interessanti. Non fenomenale nelle coperture a uomo il prospetto dei Wildcats ha comunque dimostrato di essere un giocatore molto produttivo al college, piazzando 94 tackle e 6 intercetti nell'ultimo anno, e confermandosi ottimo nel difendere la zona assegnatagli soprattutto contro le corse; piuttosto versatile, in molti gli predicono un futuro impiego da cornerback. Tre round più tardi Minnesota si è poi mossa in modo deciso per coprire i restanti need, partendo da quello più importante, la mancanza di un QB che porti pressione e competizione nel ruolo all'attuale titolare Tarvaris Jackson; il prescelto è stato Josh David Booty, talento da Southern California che ha fatto letteralmente impazzire l'head coach Brad Childress, che immediatamente dopo la scelta ha voluto rendere partecipi tutti gli addetti ai lavori che il ragazzo è stato seguito per mesi, e gli ha visto fare azioni che i Vikings eseguono spesso e che comunque hanno nel loro playbook; una chiamata mirata quindi, e se gli elogi non si sprecano, lo stesso Carroll, HC di USC, lo ha definito uno dei migliori QB mai allenati, l'ex Trojans dovrà  dimostrare sul campo il suo valore, e soprattutto il possesso delle qualità  che tutti gli riconoscono, come un'ottima accuracy nei passaggi, una discreta mobilità , e una buona tecnica di rilascio dell'ovale; caratteristiche che effettivamente potrebbero fare comodo alla WCO dei Vikings, anche se qualche dubbio viene mosso sulla poca esperienza da starter del ragazzo, appena due anni, e sulla mancanza di braccio per esplorare la profondità . Se si farà  comunque lo sapremo solo con il tempo, stesso discorso che dovrebbe riguardare il defensive tackle Letroy Guion da Florida State, chiamata un po' a sorpresa arrivata a metà  quinto, e prospetto non molto pubblicizzato; quello che si sa dell'ex Seminoles è che sa essere molto produttivo, 12.5 sacks in appena 34 partite in carriera, solido contro le corse, esplosivo e piuttosto rapido nel penetrare la linea avversaria, anche se aleggia su di lui lo stesso fantasma che c'è su Booty: un'esperienza da titolare molto limitata. Molto più esperto è invece la sesta scelta di Minnesota, il centro John Sullivan da Notre Dame, piuttosto mobile, grande lavoratore, e abile nel tenere a distanza gli avversari, garantendo una buona protezione al proprio QB; preso per assicurarsi in caso di holdout di Matt Birk, centro pro bowler che paventa l'intenzione di battere cassa, potrebbe entrare presto nella rotazione della offensive line. Altrettanto rapida sembra che debba essere l'ascesa di Jaymar Johnson, valido e veloce wide receiver da Jackson State, chiamato con l'ultimo pick dei Vikings e dipinto come un grandissimo talento che offre interessanti possibilità  di sviluppo; da disciplinare a dovere, visto che non ama troppo seguire le tracce predeterminate, potrebbe rivelarsi devastante in una west coast offense grazie alle ottime mani e al buon controllo del corpo di cui è dotato. I colpi migliori comunque Minnesota li ha poi fatti tra gli undrafted, pescando due underrated del calibro di Erin Henderson, validissimo linebacker da Maryland fratello minore di E.J., attuale MLB dei Vikings, molto produttivo, piuttosto veloce, fisico e tecnico, e Drew Radovich, buona guardia offensiva da Southern California che offre discrete garanzie a difesa della tasca e che ha visto scendere le proprie quotazioni a causa di un infortunio che ne ha limitato il rendimento, condizionandolo soprattutto a livello psicologico. Oltre a questi due, sono interessantissimi gli ingaggi di altri buoni prospetti come Jeremy "J" Leman da Illinois, linebacker versatile e abbastanza produttivo che deve migliorare nella difesa contro i passaggi, Marcus Griffin da Texas, safety agile e veloce che tende a lasciarsi andare a placcaggi un po' leziosi, gran colpitore, Husain Abdullah da Washington, altra safety, buon intuito per l'ovale e produttivo negli special team, e Darius Reynaud, validissimo receiver da West Virginia descritto come un grandissimo alteta, veloce, elusivo, dotato di ottime mani ed efficace come returner.
Draft Grades: 6: poche scelte ma spese piuttosto bene, in linea con i draft degli ultimi anni che hanno portato una buona qualità  nella zona dei laghi; ottimo il talento draftato anche se persistono diversi punti interrogativi sull'esplosione di alcuni prospetti al livello superiore. In diversi ruoli si sono ingaggiati giocatori che si adattano alla perfezione al sistema dei Vikings, ed un ulteriore grandissimo lavoro è stato fatto tra gli undrafted, coprendo potenzialmente i pick saltati per via della trade sopra citata.

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