Pierce si è prontamente riscattato da una opaca gara 1
Seconda partita di questa serie a Boston, seconda vittoria dei Celtics, stavolta senza eccessivi patemi d'animo, per 89 a 73.
Pronti, via e sembrava che i Cavaliers potessero costituire uno scoglio duro da superare, infatti a metà primo quarto conducevano per 21 a 11, alla fine del quarto 24 a 17.
Da li però la storia della partita è stata a senso unico; nel secondo e nel terzo quarto i Celtics sono stati abbastanza in controllo, aumentando progressivamente il loro vantaggio fino ad un eloquente 51 a 70 alla fine del terzo quarto e 24 punti di vantaggio nel quarto finale prima di mollare ed entrare in un precocissimo garbage time.
La differenza rispetto a gara uno è stata data dalle prestazioni degli esterni, in principal modo da Ray Allen e Paul Pierce, che anziché rimbalzare contro la dura difesa dei Cavaliers hanno messo i loro tiri, 19 punti per Pierce e 16 per Allen, con percentuali buone, 40% per Allen e oltre il 50% per Pierce.
In una gara giocata come la prima a ritmi lenti, difendendo alla morte su ogni pallone, queste prestazioni sono risultate decisive. Se consideriamo i 13 punti di Kevin Garnett, il quale ha anche catturato 12 rimbalzi ed è stato ancora il giocatore chiave, abbiamo 58 punti delle tre stelle su 89 totali, gli unici che hanno aggiunto qualche punto sono stati il sorprendente Powe e Sam Cassel.
Se vogliamo trovare il pelo nell'uovo della prestazione dei Celtics, lo troviamo ancora nelle percentuali da tre: a fronte di un 40% complessivo dal campo, accettabilissimo, da tre i verdi hanno messo tre tiri su 14, per un modesto 21%; questo contro una squadra che intasa l'area e rende difficili le penetrazioni, come i Cavaliers, potrebbe costituire un problema per il futuro.
Certo, con un Lebron James così i Cavaliers difficilmente potranno mai costituire un problema. 21 punti e 6 assist, i numeri sono più confortanti che nella prima gara a Boston, ma "The choosen one" ha messo solamente un tiro su quattro scagliati ed ha perso sei palloni, il leader designato della franchigia dell'Ohio, se non dell'intera lega, ha steccato la seconda gara consecutiva.
L'architetto della difesa dei Celtics, Thibodeau, ha una parte importante nei problemi di Lebron, a dire il vero; l'area è sempre intasata, difficile penetrare dall'isolamento, i raddoppi di marcatura sono pronti ed efficaci, soprattutto portati da Posey, quando Lebron gioca il pick & roll poi si ritrova sempre e comunque le manone di Kevin Garnett in faccia, non ci sono mai scarichi tranquilli, ma dato il giusto merito alla difesa dei Celtics, bisogna anche ammettere che da Lebron ci si attendeva qualcosa di più; lo scorso anno contro le osticissime difese dei Piston e degli Spurs di solito fece molto meglio, se non vuole già iniziare a prenotare le vacanze dovrà assolutamente cambiare marcia, soprattutto con quel tiro in sospensione alquanto sospetto.
"Mi stupisce che in due gare lui sia 8 su 42, ma è quello per cui stiamo lavorando" ha dichiarato un grintoso Paul Pierce.
"Essere 0-2 è una bella voragine da cui venir fuori" ha dichiarato Lebron James "ma noi vogliamo vincere la serie, quindi dobbiamo farcela! Siamo già stati in situazioni del genere, e siamo riusciti a venirne a capo!"
Ad un certo punto sembrava che dovessero tentare di venirne a capo senza Big Ben Wallace, svenuto dopo pochi minuti di gioco ed accompagnato fuori campo. Per fortuna nulla di grave, sembra che si tratti di una vertigine causata dal troppo fumo presente al Boston Garden.
In ogni caso Wallace non basterà certo ai Cavaliers, che devono prima di tutto sistemare le proprie percentuali al tiro; nonostante l'ottima difesa dei Celtics, è impensabile che una squadra in semifinale di conference tiri con il 35%! Addirittura solo il 15% da tre!
Sistemare il tiro sarà fondamentale per liberare un minimo l'area pitturata per le scorribande di Lebron. Anche Szczerbiak, il più preciso dei Cavs, ha si messo 13 punti, ma con 4 su 11 dal campo. Il solo Ilgauskas ancora una volta è stato realmente efficace, sfruttando gli spazi aperti da un Garnett pronto al raddoppio su Lebron, ma da solo non può certo fare miracoli.
Ora si va in riva al lago Eire, e sappiamo che quando i Celtics sentono parlare di laghi o di lacustri generalmente si esaltano; staremo a vedere se fra le nebbie della città di Cleveland i Cavaliers si ritroveranno e riusciranno quanto meno a vender cara la pelle o affonderanno.
Sarà un responso importante anche in prospettiva futura, in quanto il GM Danny Ferry, essendo molto difficili interventi di aggiustamento della rosa, visti i contratti lunghi ed onerosi firmati negli anni scorsi, prima di aggiustare il tiro, dovrà decidere se insistere con questo gruppo, aggiungendo magari giocatori con le eccezioni e grazie al draft, o intervenire pesantemente, in stile Ainge.