Ancora Lakers. Ancora Kobe.

Una serata da ricordare per Kobe…

Staples Center tutto esaurito, David Stern che consegna il primo trofeo di MVP della regular season NBA a Kobe Bryant, i cori per l'MVP dalle tribune, tutto era apparecchiato per un'altra vittoria dei Los Angeles Lakers nella gara due contro i Jazz.

Tutto perfetto, troppo perfetto, i Jazz avevano davvero voglia di guastare la festa ai Lakers e di portare la serie in parità  prima di tornare a Salt Lake City.

Invece no, stavolta la gara ha seguito il copione che ci si aspettava con i Lakers vincenti e con Kobe Bryant decisivo con i suoi 34 punti.

L'inizio della gara è equilibrato, nonostante l'elettricità  che si respira all'interno dello Staples, i Jazz tengono botta e nei primi minuti sono avanti fino al 13 a 12; i Lakers però riescono a mettere a segno un parziale di 13 a 0, Bryant ne segna 6 di punti nel parziale, che mette in difficoltà  i Jazz che non riescono a invertire la rotta e chiudono il primo quarto in vantaggio 33 a 18.

Da quel momento in poi la squadra di Jerry Sloan non riesce più a rientrare in partita, sostanzialmente pareggia tutti gli altri quarti ma non riesce mai a piazzare un parziale davvero in grado di riavvicinarla ai Lakers.

Infatti anche Phil Jackson nelle sue dichiarazioni del post gare lascia intendere come la sua squadra non si sia mai sentita davvero minacciata dagli Utah Jazz: “Non siamo mai stati in grado di guadagnare il “momentum” nella seconda metà  di gara ma non siamo mai arrivati al punto di sentirci davvero minacciati in questa gara. Sentivamo che l'attacco stava funzionando bene, stavamo facendo le cose che volevamo fare.”

Insomma pieno controllo emotivo e tecnico della gara, con l'attacco di Los Angeles che è sempre stato in grado di trovare delle soluzioni per mettere punti a referto con tutti i suoi uomini, oltre ai 34 di Kobe infatti abbiamo 22 punti per Fisher, 20 per Pau Gasol e 19 con 16 rimbalzi per uno splendido Lamar Odom, sempre più importante nell'economia di gioco dei Lakers che danno davvero l'impressione di poter vincere le partite segnando sempre un punto in più degli avversari grazie ad un attacco ben bilanciato, strutturato ed interpretato da grandi esecutori.

L'efficacia della prova dei Lakers è ancor meglio definita dal tabellino degli avversari, difatti i Jazz hanno 7 giocatori in doppia cifra, dai 25 punti e 10 assist di Deron Williams ai 17 e 10 di Milssap che registra il suo career high per punti nei play off; vincere in relativa tranquillità  una gara contro una squadra che ha sette giocatori in doppia cifra è davvero una prova di forza degli Angelini.

Ha funzionato meno del solito la difesa dei Jazz che ha concesso il 57.4% dal campo, hanno vinto ma non sono riusciti a dominare la lotta sotto i tabelloni, 41 rimbalzi a 37, grazie a un enciclopedico Odom a rimbalzo, e hanno oltremodo subito l'aggresività  di Bryant e dei Lakers che hanno tentato 43 liberi contro gli appena 16 dei Jazz.

Adesso la serie si sposta a Salt Lake City dove i Jazz sperano di trovare gli equilibri e le armonie che gli hanno permesso di ottenere il miglior recod della lega in casa, con 37 vittorie e solo 4 sconfitte, anche se una delle 4 sconfitte è proprio arrivata contro i Lakers.

I Jazz devono difendere assolutamente il fattore campo per sperare di allungare la serie anche se solo 13 delle 211 squadre che hanno perso le prime due gare di una serie di play off al meglio delle sette partite sono state poi in grado di vincere la serie.

Inoltre Jackson è 39 vittorie e 0 sconfitte nelle serie di playoff quando la sua squadra ha vinto la gara d'apertura della serie. I numeri sembrano dare poche possibilità  a questo punto della serie però c'è ancora tanto basket da giocare, è come dicono di là  dall'oceano :”…this is why they play the game…”

Gara 3 è in calendario nella notte italiana tra Venerdì e Sabato.

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