Ottima prima serie di Rajon Rondo, che dimostra molta sicurezza a dispetto della giovane età
L'andamento della serie
Il turno è stato passato, ma ci sono volute ben 7 gare ai Celtics per avere la meglio sugli Hawks.
Ora tutti i tifosi Celtics staranno tirando forti sospiri di sollievo e molti si stanno domandando il motivo per cui la serie più scontata alla vigilia è stata l'unica ad andare alla settima partita.
Il modo più semplice di capire una cosa è partire dai fatti, ed i due fatti più importanti sono che i Celtics in casa hanno giocato benissimo mentre in trasferta hanno giocato molto male. Il riepilogo della serie infatti è estremamente semplice: le prime due partite in casa sono state vinte facilmente, le successive due in trasferta sono state perse con difficoltà , la quinta è stata vinta ancora in casa con facilità , la sesta è stata persa in trasferta con difficoltà e la settima è stata vinta in casa con estrema facilità . Semplice e lineare, pure troppo.
Dando per scontato (e lo è) che la dirigenza, Ainge in testa, ha fatto tutto quello che era in suo potere per allestire la miglior squadra possibile, la domanda successiva è: le motivazioni di questa disparità di rendimento tra partite in casa ed in trasferta sono da ricercarsi nei giocatori, nello staff od in tutti e due?
Se ci fosse stata una vittoria degli Hawks a Boston ed una dei Celtics ad Atlanta allora un po' di colpe allo staff andava anche attribuito, ma se in casa si vince ed in trasferta no le motivazioni a nostro avviso sono principalmente emotive, ed in questo caso la colpa va attribuita in maggior parte ai giocatori, che si esaltano quando sentono urla festanti e si deprimono quando vengono fischiati. Una minima colpa va attribuita anche allo staff che non ha saputo motivare bene i giocatori.
Ma i prossimi avversari (Cavs per primi) saranno rinfrancati dalle difficoltà dei Celtics o saranno impauriti per la grande prova di forza di gara-7? In questo caso solo le prossime due settimane potranno rispondere a questa domanda, attualmente si può solo ipotizzare un salomonico "entrambe le cose". Si potrebbe ipotizzare che gli Hawks abbiano già fatto abbastanza e che non si poteva pretendere anche una vittoria in gara-7 per una squadra così giovane, e questa obiezione può anche essere giusta, ma la potenza dei Celtics si è espressa in tutto il suo potenziale, ed è stato devastante: questo non può non far preoccupare gli avversari.
Si potrebbe pure pensare che sarebbe teoricamente possibile conquistare il titolo NBA anche solo vincendo tutte le gare in casa, ma è ovvio che questo non è realizzabile nella realtà e per ottenere l'agognato anello è necessario vincere anche in trasferta, cosa che in stagione riusciva spesso ai Celtics, ma che ai play-off, com'è normale che sia, diventa più difficile.
Ora che la serie è finita può apparire ovvia la vittoria dei Celtics, ma Atlanta ci ha veramente provato fino alla fine e ci credeva a tal punto da sperare di poter riuscire a passare il turno. Di questo bisogna dargliene atto e tra le stoppate di Smith ed i movimenti difficili da marcare di Johnson, hanno fatto tribolare non poco i ragazzi in biancoverde. Sarebbe stato un upset molto alto, superiore alle sole tre volte in cui l'ottava ha battuto la prima nel passato.
Inoltre non bisogna dimenticare le lotte sotto canestro fatte non solo di tagliafuori e salti per catturare il pallone, ma spinte e molti colpi proibiti che hanno causato più di un momento di tensione. Il più eclatante è stato il fallo di Marvin Williams a Rajon Rondo, giustamente sanzionato come flagrant-2 ed automatica è arrivata l'espulsione. Williams si è difeso dicendo che non voleva fargli male ma, dopo aver visto le immagini, ha ammesso che la decisione degli arbitri è stata corretta. I due erano amici fuori dal campo ed amici lo sono rimasti visto che Rondo lo ha perdonato pubblicamente "i falli duri fanno parte del gioco, specialmente con il livello d'intensità di gara-7".
Scontri più o meno sotto la cintura sono arrivati anche tra Garnett e Pachulia, i quali si sono fronteggiati con atteggiamenti poco amichevoli più volte durante la serie.
La parte migliore dei Celtics è arrivata in gara-7, dove un terzo quarto sublime mette i chiodi sulla bara della speranza degli Hawks di vincere la partita. Ad un certo punto ogni azione dei Celtics era una più bella e spettacolare dell'altra. Ray Allen ha confessato che è stata la più importante gara della sua carriera, e noi non facciamo difficoltà a credergli.
Scalpore ha fatto un gesto di Paul Pierce in gara-3 col dito indice e pollice uniti e le altre tre dita distese diretto alla panchina di Atlanta, sanzionato dalla Lega con 25mila dollari di multa. "Non ho assolutamente promosso violenza da gang o nulla che si avvicini, mi dispiace per questo fraintendimento" ha detto il giocatore, ma sarebbe opportuno per il futuro non fare gesti simili, anche perché è più corretto rimanere concentrati sulla partita, evitando di essere espulsi come in gara-6 e prendersi pure il tecnico per aver gettato per terra la fascia per la testa, che ha di fatto reso più difficile la ricerca della vittoria da parte dei Celtics, cosa che poi non è avvenuta.
Della serie "non ha colto l'occasione di stare zitto" Mike Bibby ha avuto la bella pensata di attaccare il pubblico di Boston dopo gara-1. Il suo pensiero è che il pubblico bostoniano tifa la squadra quest'anno solo perché vince, mentre gli scorsi anni non era così appassionata, accusandolo quindi di salire sul carro dei vincitori (la parola esatta in inglese è "bandwagon-jumpers"). Fermo restando che anche l'anno scorso si sono avuti dei tutto-esaurito, Bibby dimentica che il pubblico bostoniano è uno tra i più caldi di tutta l'NBA e che non c'è da meravigliarsi che sia il sesto uomo in campo. Ovviamente in tutte le successive gare a Boston ogni volta che toccava la palla veniva inondato da una selva di fischi ed esultava ad ogni errore del giocatore, accompagnandolo anche con i cori "Bibby fucks" che non ha bisogno di traduzione. Un atteggiamento assolutamente corretto del pubblico, che ha ripagato con la stessa moneta le parole al limite dell'ingiurioso di Bibby. Anche i giocatori di Boston hanno voluto dire la loro, per esempio Perkins "abbiamo i migliori tifosi del mondo, non ci aspettiamo che piacciano ai giocatori di altre squadre". Profetico il commento di Pierce: "spero che (il pubblico) si faccia sentire in gara-2".
Awards
In questa sezione analizzeremo tutti gli awards che sono stati assegnati, con particolare attenzione ovviamente ai Celtics.
Iniziamo subito con l'assegnazione del DPY, Difensive Player of the Year, ovvero difensore dell'anno, attribuito a Kevin Garnett. Con una difesa come quella dei Celtics, nettamente prima della Lega, non poteva non essere assegnato ad un Celtic questo riconoscimento, e chi se non al leader di Boston non poteva venire assegnato questo premio? La difesa è stata veramente eccezionale, ecco qualche numero relativo all'intera stagione regolare:
secondi per punti concessi;
primi per differenziale tra punti segnati e subiti;
primi come percentuali concessi agli avversari dal campo;
primi come percentuali concessi agli avversari da tre punti;
secondi negli assist concessi agli avversari;
terzi nella differenza tra assist fatti e subiti.
Numeri tremendi che testimoniano, senza dubbio alcuno, il dominio in difesa dei Celtics.
Tra tutti questi numeri ed il sacrosanto riconoscimento a Garnett, è interessante anche far notare una curiosità : è la prima volta che viene assegnato il premio di difensore dell'anno ad un Celtic, mai nessuno, né Russell, né Cousy, né Bird, hanno avuto il piacere di ricevere questo premio.
Garnett, essendo una persona molto intelligente, ha voluto condividere questo premio con tutta la squadra: "questo premio non significa niente senza la squadra ed i miei compagni". Il distacco dagli altri contendenti al premio è stato abissale: Garnett ha ricevuto 493 punti, mentre il secondo (Marcus Camby) ne ha ricevuti solo 178, il quale ha riconosciuto la bravura dell'avversario: "sono sorpreso che non ne abbia vinti altri prima nella sua carriera, quello che sta facendo a Boston è grandioso".
Gli altri award assegnati sono stati dati a Byron Scott (allenatore dell'anno) con Doc Rivers secondo, mentre per l'MVP, andato a Kobe Bryant, Garnett è arrivato solo terzo, ma dopo aver ricevuto il premio come difensore dell'anno era ovvio che non avrebbe vinto anche l'MVP.
Passiamo ora al premio di sesto uomo dell'anno, andato a Ginobili. Il nostro James Posey è arrivato sesto. Obiettivamente è corretto assegnare il premio a Ginobili, e comunque la sesta posizione non è affatto male, anche se avrebbe potuto meritare una posizione migliore, infatti secondo Doc "Posey dovrebbe essere più alto in questa votazione". Modesto il commento di Posey: "sto facendo solo il mio compito al meglio delle mie possibilità ".
Infortuni
Dopo 1 minuti e 22 secondi dall'inizio di gara-2 Paul Pierce cade male dopo un fallo duro di Smith e deve uscire dal campo un minuto dopo per dolori alla schiena. Dopo aver ricevuto delle cure dal dottor Brian McKeon, rientrerà nel secondo quarto tranquillizzando tutti i tifosi e non salterà nessuna gara successiva. Per far capire agli Hawks che nessuna azione sarà lasciata impunita Posey nel terzo quarto farà un fallo abbastanza duro contro Smith, coadiuvato da Garnett. Purtroppo solo il fallo di Posey è stato sanzionato come flagrante, non quello di Smith, ma il messaggio è stato correttamente recapitato agli avversari.
Pierce si fa male anche all'anca in gara-6 ma ovviamente non manca all'appuntamento di gara-7 e riceve i complimenti di coach Rivers per come sopporta il dolore.
Curiosità
Gara-1 ha avuto un rating di 7,5, la più alta dei Celtics in televisione dal lontano 2002, quando raggiunse un rating di 10,1.
Gara-7 ha attentato pericolosamente agli storici record di maggior margine tra le due squadre ai playoff., attualmente a quota 40 punti contro i Sixers il 2 maggio 1989 ed al minimo storico di punti dell'intera NBA di una gara-7 pari a 61 punti di Cleveland contro Detroit il 21 maggio 2006
Charles Barkley non si fa nessun problema a dire quello che pensa, e spesso in passato non è stato molto gentile con i Celtics, ma anche lui quest'anno ha modificato il suo atteggiamento verso i ragazzi in biancoverde. Confrontandoli con i Pistons, mentre per lui i primi sono incostanti, poiché giocano bene un quarto e poi giocano male quello successivo, Boston invece ha un rendimento costante, ma sentiamo il suo colorito linguaggio: "i Celtics giocano la stessa musica tutto il tempo, i Pistons invece suonano l'hip-hop, poi il jazz, poi l'hip-hop e poi ancora il jazz".
Legami e parentele tra i Celtics e gli Hawks si sprecano.
Cominciamo dalle parentele: Eddie House e Mike Bibby sono parenti acquisiti, infatti il primo ha sposato la sorella del secondo, di nome Charlsie.
L'assistente dei Sixers Henry Bibby ha allenato Brian Scalabrine al college di Southern California.
Il padre di Doug Bibby (cugino di Mike), Fred, ha allenato con l'assistente dei Celtics Kevin Eastman all'università di Richmond e ha allenato Rajon Rondo alla scuola superiore di Louisville Eastern. Saltuariamente Rondo si è anche allenato con Mike.
Durante l'intervallo di gara-3 ad Atlanta il cronometro dei 24 secondi non ha più funzionato ed il tavolo è stato costretto a tenerlo a mano, come spesso succede nelle partite di prima divisione in Italia. A parte la difficoltà per i giocatori, non abituati a giocare in questa situazione, è parso che qualche volta il tavolo abbia favorito i padroni di casa" tutto il mondo è paese!
Il migliore della serie play-off
Proseguendo con il premio settimanale non-PGA Tour della stagione, ora premieremo il migliore della serie contro Atlanta. Le nomination sono poche, i giocatori che possono ambire al premio sono sostanzialmente tre: Rondo, Posey e Powe.
Leon Powe ha dato sfogo alla sua intensità per dare concretezza all'azione dei Celtics. È noto che il giocatore dà tutto quello che ha ed anche contro gli Hawks non si è smentito, risultando molto efficace quando molti prevedevano un suo ridimensionamento. Spettacolare e decisa la schiacciata tra due avversari eseguita in gara-1 che ha mandato in visibilio il pubblico biancoverde.
Chi definisce James Posey un giocatore bravo ed esperto probabilmente lo sottovaluta, e lo ha dimostrato in questa serie, dove la sua classe è apparsa in tutto il suo splendore. Dove arrancavano tutti gli altri giocatori, Posey è stato efficace, la sua difesa non ha fallito, era il primo che si gettava sui palloni vaganti e quando la palla scottava se non era il più glaciale poco ci mancava.
Tony Allen ad inizio stagione parlava di big-four con lui come quarto uomo, in effetti non sbagliava di tanto, ma al suo posto andrebbe messo Rajon Rondo. Come faccia un giocatore al secondo anno NBA a ridicolizzare un play esperto come Bibby rimane ancora adesso, che è finita la serie, un mistero; tra i due il play esperto sembrava proprio Rondo, sembra non sentire per nulla la tensione, la sua tranquillità è incredibile, a tal punto che nei finali di gara sarebbe stato preferibile vedere sempre in campo Rondo, anche se è stato preso Cassell proprio per questo motivo.
Poiché non è possibile dividere il riconoscimento per tutte e tre i giocatori è giusto assegnarlo a Rajon Rondo, che ha gestito molto bene la squadra e ha retto in modo sublime all'impatto con i play-off. Inoltre ha avuto un rapporto tra assist (71) e palle perse (7) superiore ai 10, semplicemente fantastico. Il giocatore è anche con la testa sulle spalle: "ero tranquillo, ho cercato di avvicinarmi (alle gare di play-off) come se fossero di stagione regolare, ma sapevo che l'intensità sarebbe stata superiore".
Classifica aggiornata:
8 Rajon Rondo
4 Kendrick Perkins
3 James Posey
2 Eddie House
1 Tony Allen
1 Glen Davis
1 Leon Powe
1 Sam Cassell
A risentirci per il successivo report alla fine della serie contro Cleveland.