Un Lebron James meditativo sembra pensare ai tanti errori compiuti ed immaginarsi un pronto riscatto
"Grande spettacolo al Boston Garden, con la più celebre stella del basket attuale, Lebron James, che con i suoi fantastici canestri tiene in apprensione le tre stelle dei Celtics, che restano a galla grazie ai punti di Paul Pierce e Ray Allen….."
Avrei francamente pensato di iniziare la descrizione di gara uno di questa serie fra i Boston Celtics ed i Cleveland Cavaliers con un attacco del genere. Non sapevo quanto mi sbagliavo.
Che le difese arcigne delle due squadre avrebbero prevalso sugli attacchi, portando a bassi punteggi, era anche prevedibile, ma una serata simile dei realizzatori non credo se la aspettasse nessuno.
James Lebron, "The Chosen One", miglior realizzatore dell'NBA quest'anno: punti 12,
2 su 18 dal campo, 10 palle perse.
Pierce Paul, "The Truth", da sempre miglior realizzatore dei Celtics: punti 4, 2 su 14 dal campo, 6 palle perse.
Allen Ray, "He got the game", considerato il miglior tiratore dell'NBA, punti 0, 0su 4 dal campo, 4 palle perse.
Come si giustificano simili prestazioni? Da un lato con una serata negativa sorprendentemente coincidente, da un altro con la grande attenzione difensiva, i tre si sono spremuti nella loro metà campo, infine probabilmente per il fatto che la sfida era molto sentita ed attesa, il nervosismo può cogliere anche simili campioni.
In ogni caso in una serata dai ritmi lenti, caraibici, fatta di difese asfissianti e di attacchi con poche idee, i Celtics hanno portato a casa la partita per 76 a 72, un punteggio inusuale in NBA, frutto di una partita che difficilmente avrà scaldato i cuori anche dei tifosi più accaniti, grazie soprattutto all'ottima prestazione dei comprimari, Rondo, Perkins, Cassel e Posey, e, soprattutto, di un Kevin Garnett in grande spolvero, 28 punti con buone percentuali, 8 rimbalzi e tanti aiuti difensivi.
"Questo è il motivo per cui abbiamo tre stelle" ha affermato Kendrik Perkins, il quale da parte sua se l'è cavata bene, con 12 rimbalzi e 7 punti.
In ogni caso i Celtics hanno mostrato una difesa ancora più arcigna del solito, lottando su ogni pallone, riuscendo ad evitare che gli avversari avessero tiri comodi, e sono riusciti ad obbligare i Cavaliers a tirare con percentuali da oratorio, un misero 30% dal campo, di cui il 22% da tre punti.
I Cavaliers dal canto loro in difesa hanno si svolto il loro compito come ci si attendeva, a rimbalzo hanno tenuto botta, anche se ci si attendeva che prevalessero, ma in attacco proprio non sono riusciti ad incidere.
Lebron, fischiatissimo per aver accentuato un brutto fallo di Cassel, vista la pessima serata, la peggiore della sua carriera, solo una volta aveva messo solo due tiri, ma aveva uno zigomo fratturato, si è messo al servizio della squadra, smazzando 9 assist, spremendosi in difesa ed a rimbalzo, dove ha catturato 9 palloni, ma vicino non aveva un Kevin Garnett cui appoggiarsi.
Inoltre ha sbagliato l'ultimo tiro, quello decisivo, a soli nove secondi, dando la possibilità a Posey di mettere i liberi che hanno dato il più 4 ai verdi di Boston.
Ilgauskas ha provato a far quello che poteva in attacco, mettendo ben 22 punti, sfruttando al meglio le assistenze di James e prendendo 12 rimbalzi, ma il resto della squadra non è riuscito a salire di livello.
Boobie Gibson, Pavlovic, Szczerbiak hanno avuto delle prestazioni che sarebbero andate forse bene a fronte dei soliti 30 punti di Lebron, West in attacco non ha inciso, Wallace, Smith e Varejao hanno dato il massimo in difesa ed a rimbalzo, ma comunque non sono riusciti a limitare Garnett ed hanno perso il confronto anche con Perkins, ed in attacco non sono pervenuti.
"Sono usciti tiri che ho messo dentro in tutta la mia vita" ha detto King James perplesso, pensando già ed un pronto riscatto in gara due.
Che dire? Non credo ci si potranno aspettare altre prestazioni simili di Lebron, Pierce ed Allen (per quanto Ray in questi play off non stia incantando in generale), soprattutto il primo senza meno eleverà il suo rendimento, ma il canovaccio delle partite di questa serie probabilmente resterà questo, con difese attentissime, lotta dura su ogni palla, ritmi lentissimi, tiri non prima dei 20', circolazione di palla lenta e tanti isolamenti.
Alla faccia dello spettacolo, ma benvenuti nei play off dell'NBA, questo è un gioco da duri ed i duri iniziano a giocare, potremmo dire con John Belushi.
Dimentichiamoci i fini fraseggi che stiamo vedendo in alcune partite dell'Ovest, la circolazione di palla frizzante della serie fra Lakers e Jazz o le magie di Paul e Ginobili, qui non siamo ad Hollywood, siamo sui parquet che furono calcati da Russel e Bird, nel regno che fu di Red Auerbach, se il gioco non fosse duro e non si lottasse su ogni palla vedremmo un sigaro volare in testa a qualche giocatore da qualche nuvola sopra il Boston Garden, ed anche i Cavaliers lo sanno bene e si sono adeguati, anzi, è da qualche tempo che lo stanno facendo.