Pittsburgh esulta: finale di Conference raggiunta
E' finita come è iniziata: i Penguins battono i Rangers all'overtime. Solo che alla fine della partita non c'è speranza di recupero per New York, e c'è solo celebrazione per Pittsburgh: chiusa la serie, si passa alle finali di Conference.
Quella che a inizio serie si presentava come una sfida che andava oltre a quella sportiva, alla fine ha dato un responso: il talento dei giovani prevale sull'esperienza dei vecc… dei meno giovani. Anche se nella partita finale i giovani hanno rischiato. Pur essendo avanti di due gol, segnati da Hossa e Malkin nel secondo periodo, i Penguins si fanno riprendere all'inizio della terza frazione di gioco, quando due gol in meno di novanta secondi fissano il risultato sul pareggio, e costringono gli spettatori ad avvertire a casa che faranno tardi.
E nel tempo supplementare si decide il risultato della partita, e della serie: Hossa riceve un disco davanti a Lundqvist, e insacca con un tiro alle spalle dello svedese di Manhattan. Braccia al cielo per i padroni di casa, scuotimento sconsolato di teste per gli ospiti.
Tante stelle hanno brillato, in questa partita. A mio parere la prima è quella di Hossa, giocatore ex Thrashers arrivato in Pennsylvania allo scadere della trade deadline, che con due reti manda a casa i Rangers, ottenendo anche una piccola vendetta personale, visto che la scorsa stagione gli stessi Rangers avevano fermato la corsa nei playoff di Atlanta. La sempre più luminosa stella di Malkin, che segna “di schiena” il secondo gol dei Penguins, dopo aver protetto il disco dai difensori avversari. C'è poi Lundqvist, che si trova a dover fare una stralavoro grazie a Pittsburgh e a causa dei Rangers, visto che i primi giocano, creano e tirano, mentre i secondi, quasi intontiti, fanno poco o niente. Ultima, ma non meno importante, è la luce appena accesa della stella di Korpikoski: nella sua prima partita in NHL segna il primo gol della, alla fine inutile, rimonta di New York.
Ma adesso tributo ai vincitori. Questi Pinguini sembrano avere le ali per come si muovono, come si trovano sempre al posto giusto, come segnano, come esultano, come vincono. Partite complete, combattute, dall'inizio alla fine, quasi senza sentire la fatica (ancora una volta, sono molto giovani, con 4 fuoriclassi sotto i 23 anni) ma con una determinazione che sembra arrivare da anni e anni di esperienza. Grazie a questa squadra, sono arrivati dall'essere la peggior franchigia a Est due anni fa ad arrivare alla finale di Conference quest'anno, la prima in sette anni. Grazie a questa squadra, i tifosi di Pittsburgh possono andare sereni al palazzetto, forti del fatto che hanno sempre vinto in casa in questa postseason (5 su 5) e lo fanno da ben tredici partite. Grazie a questa squadra, questo sport mi piace sempre di più.
Tanti cari saluti.