Sarà ancora lui l'allenatore dei Raptors?
La stagione dei Raptors termina, così come lo scorso anno, dopo il primo turno dei playoff. Onestamente si deve parlare di una stagione negativa, se si pensa alle aspettative con cui l'annata si era aperta.
I Risultati
Sun 20 @ Orlando L 100-114
Tue 22 @ Orlando L 103-104
Thu 24 vs Orlando W 108-94
Sat 26 vs Orlando L 94-106
Mon 28 @ Orlando L 92-102
Prospettive Future
Ai nastri di partenza i Raptors si presentavano come una squadra giovane e in grande crescita, cui era richiesto un salto di qualità per poter passare da squadra da primo turno di playoff ad una delle possibili squadre da finale di Eastern Conference.
Queste aspettative erano dettate principalmente da 3 fattori: la presenza in panchina dell'allenatore dell'anno in carica, la possibilità di poter contare su 2 giovani lunghi del calibro di Bosh e Bargnani ed infine la presenza in regia di 2 point guard che sarebbero titolari in quasi tutte le squadre NBA, parlo ovviamente di Ford e Calderon.
Invece nel corso della stagione questi punti di forza si sono trasformati nei punti deboli di una stagione chiusa col il .500 di vittorie in regular season e la conseguente eliminazione al primo turno dei playoff. Andiamo dunque ad analizzare i motivi di quello che a tutti gli effetti è da considerare un fallimento e quali le possibili conseguenze sul mercato estivo e la prossima stagione.
Capitolo Allenatore
Sam Mitchell in questa stagione ha sbagliato molto, affidandosi in particolare ad una serie di soluzioni cervellotiche che hanno mandato in confusione gli stessi giocatori.
I maggiori appunti che si possono muovere a Sam sono l'aver ostinatamente continuato a provare Bargnani come centro, ruolo che, per usare un eufemismo, non si addice alle caratteristiche di Andrea.
Forse non sarebbe stato male preferirgli, soprattutto contro alcuni avversari, il positivo Rasho Nesterovic, autore di un ottimo finale di stagione.
Deficitaria si è verificata anche la gestione del combo Calderon-Ford. Infatti al ritorno di TJ dall'infortunio Mitchell prima ha tentato di sfruttare Ford in uscita dalla panchina, ma questa scelta non ha pagato.
Si è quindi tentato di recuperare la situazione facendo partire Ford in quintetto ma in questo modo abbiamo assistito ad una progressiva perdita di fiducia da parte di Calderon e ad una serie di partite perse per scelte scriteriate da parte del giocatore texano. Probabilmente la soluzione migliore è stata trovata nelle partite dei playoff con TJ che inizia le partite e José che le termina.
Tutto questo, nonostante le dichiarazioni di Bryan Colangelo che ha definito ridicole le voci su un probabile licenziamento di Mitchell, potrebbe portare in estate ad un cambio in panchina. Ad ostacolare questo cambio potrebbero esserci i 9.7 milioni di dollari di buyout da pagare a Sam.
Nomi di possibili sostituti? Al momento ogni discorso al riguardo è prematuro, anche se la stampa americana insiste nell'indicare come possibile prossimo allenatore dei Raptors Mike D'Antoni, la cui esperienza ai Suns sembra essere giunta al capolinea.
Capitolo Point Guard
Detto delle difficoltà incontrate in questa stagione nella gestione di 2 titolari nello stesso ruolo, quali potrebbero essere le mosse future?
La società sembra essere orientata a trattenere a tutti i costi Calderon, che in questa estate sarà restricted free agent. Quindi la via più semplice da percorrere sembrerebbe essere la cessione di Ford, ma è veramente tutto così semplice come sembra?
Ford nei prossimi 2 anni percepirà un ingaggio totale di 17 milioni di dollari e non sarà semplice mettere in piedi una trade senza correre il rischio di doversi sobbarcare qualche ingaggio pesante. Inoltre che tipo di giocatori si possono ottenere in cambio di Ford? Sicuramente non giocatori che possano far fare il salto di qualità a questi Raptors.
Se invece pensiamo allo scenario opposto, cioè ad una conferma di Ford, si rischierebbe di ritrovarsi con gli stessi problemi di quest'anno. Al riguardo emblematiche sono state le dichiarazioni di TJ nella conferenza stampa di fine stagione, in cui il giocatore texano ha dichiarato di sentirsi a tutti gli effetti un titolare di questa squadra.
Capitolo Bargnani
Cosa fare di Andrea? Venderlo significherebbe di fatto ammettere che averlo scelto col numero 1 nel draft del 2006 è stato un colossale errore, inoltre dopo una stagione così negativa cosa si otterrebbe in cambio? Pressochè nulla…
L'unica soluzione in questo caso resta quella di lavorare sul giocatore durante l'estate, ma è lo stesso Andrea che deve cambiare atteggiamento se vuole diventare un giocatore di primo livello in NBA.
Il nostro connazionale deve tirar fuori la grinta e non affidarsi solamente ai jump shots, ma cercare di catturare rimbalzi e migliorare nei movimenti in avvicinamento a canestro, mentre quest'anno troppe volte si è assistito a partite scadenti del nostro solamente perchè non in giornata al tiro.
Al riguardo giustissime mi sembrano le parole di Bosh:”Con il suo talento può migliorare tantissimo, dipende solo da lui. In particolare deve migliorare dal punto di vista della mentalità . Infatti adesso se in partita il tiro non funziona non diventa un fattore, mentre potrebbe esserlo facendo canestri da sotto, catturando rimbalzi oppure stoppando dei tiri“.
La prossima dunque sarà la stagione della verità per Andrea, che si dovrà guadagnare anche l'estensione del contratto.
Questi sono i dilemmi dalla cui soluzione, in un modo o nell'altro, dipende il futuro prossimo della franchigia canadese. Ci aspettiamo pertanto un estate particolarmente calda in Canada, soprattutto nelle vicinanze di casa Colangelo.