E' questa la faccia di TMac che i Rockets vorrebbero sempre vedere…
I Rockets hanno ancora voglia di lottare e credono ancora nel passaggio del turno, regalando ai loro tifosi una buonissima vittoria in gara 5 ed allungando una serie, in cui per la prima volta una partita non si decide negli ultimi secondi con un finale punto a punto, ma i texani prevalgono tranquillamente per 95 a 69, con un larghissimo margine.
I ragazzi di coach Adelman hanno fatto tutto quello che si diceva fosse mancato loro nelle prime partite: predominio sotto canestro, nonostante le buone prestazioni di Boozer e Okur, pressione sugli esterni avversari, buona selezione di tiri, percentuali finalmente accettabili.
Che dire? Dalla parte dei Rockets dovremmo ripetere le cose già dette, ottimi comprimari, grande Scola, peccato manchi Yao…. ci sono però due novità : a fronte di un Battier stavolta utile solo nella metà campo difensiva, c'è stato un ottimo T-Mac, ancora troppo timido in penetrazione, per le esigenze dei Rockets, in quanto lui è l'unico veramente buono ad attaccare il ferro, ma leader fino in fondo di una squadra che crede ancora nella rimonta.
Ad aver subito un passaggio a vuoto sono i Jazz, che hanno sofferto la pressione difensiva dei Rockets, hanno rallentato molto la circolazione di palla ed hanno tirato con pessime percentuali. Anche gli unici tre che si sono salvati in fase offensiva, Williams, Okur e Boozer, sono stati al di sotto dei propri standard di rendimento. In fase difensiva poi hanno tenuto meno bene, anche se il calo è stato meno evidente che in attacco, dove è venuto il peggior risultato stagionale.
Da comiche, ed indicativo della serata, una lotta durissima fra Kirilenko ed Okur per un rimbalzo. I due pensavano di disputarsi il pallone con un avversario, ed hanno finito per perderlo.
Altro segno delle difficoltà dei Jazz è rappresentato dalle ben 6 palle perse nell'ultimo quarto, quando di solito la precisione con cui vengono eseguiti i giochi dai ragazzi di Jerry Sloan aumenta notevolmente.
Quali le ragioni delle difficoltà dei Jazz? Un accenno di fatica? Il pensiero di avercela già fatta? Oppure è salito il livello di gioco dei Rockets? A breve le risposte. Ci attendono una partita nello Utah, a Salt Lake City, ed eventualmente una ad Houston, Texas. I Jazz in casa sono stati finora difficilissimi da battere, ma i Rockets sono fra i pochi che ci sono riusciti, in trasferta vincono molto meno, ma comunque le due partite precedenti questa le hanno vinte.
Grande importanza l'avrà il lavoro dei due allenatori, due grandi conoscitori di basket, amanti della buona circolazione di palla e dei giocatori con buoni fondamentali, buoni insegnanti, abili a gestire le partite, costruttori di sistemi di gioco che funzionano come orologi, che però con i pregi condividono anche un difetto, quello di essere andati spesso vicino al risultato finale ma di non averlo mai raggiunto.
Il match ball è sulla racchetta dei Jazz, che restano i favoriti di questa serie, per quanto fatto vedere fino ad ora, bisognerà vedere se i polsi tremeranno o resteranno saldi come nelle prime partite della serie.
In attesa, seduti in una spiaggia californiana, su una comoda sdraio, con una bibita in mano, ci sono i Lakers, che nelle sfide dirette non sono sembrati superiori alle due contendenti di questa serie, ma nemmeno inferiori, e potrebbero beneficiare dell'incertezza e della lunghezza di questa bellissima sfida, quanto mai raccomandabile agli amanti del basket d'annata.