Caleb Campbell, ex Army, spera di vestire l'uniforme dei Lions a settembre.
Nfl Draft. Due parole che celano sotto di esse un avvenimento che è diventato spettacolo, attesa, tensione e tanti altri sentimenti provati da questi marcantoni, forti e fisicati da far paura, ma pur sempre in possesso di cuore ed emozioni come di norma dovrebbe essere previsto per gli esseri umani.
Il draft è fatto anche di retroscena e particolari secondari, gli stessi notati sullo sguardo sfuggente di Chris Long mentre si sedeva sul tavolo assegnatogli, che ha creato agitazione anche chi era seduto in tutta comodità sul suo divano, ma anche sulla gioia del sorriso di Matt Ryan nel momento stesso in cui aveva realizzato di essere lui a dover formattare l'hard disk dei tifosi dei Falcons.
Sono momenti come questi che danno il giusto premio a chi ha studiato filmati fino alla nausea, nonché a chi ha già acquistato un abbonamento per la stagione ventura, per il quale la offseason significa essenzialmente nuova speranza.
Qui non parleremo di chi ha scelto meglio o peggio, di chi ha soddisfatto le proprie esigenze, di chi ha tappato quel buco in difesa piuttosto che quell'altro in attacco, se n'è già parlato a sufficienza nei due mesi precedenti allo scorso weekend, due mesi che hanno ospitato innumerevoli mocks, ovvero quelle previsioni che fanno rigorosamente parte della sezione football di qualsiasi sito americano. Parleremo del draft dal punto di vista delle curiosità con una doverosa finestra sulle voci di mercato che hanno fatto da immancabile cornice alla doppia giornata di scelte, voci che passano tra incalcolabili speculazioni, notizie vere, false, o semplici vie di mezzo.
Istant Offense
Aprile 2007. Giusto un anno fa erano gli Oakland Raiders a dover scegliere per primi, con la differenza che Al Davis in quel momento non godeva della medesima fortuna che hanno avuto i Dolphins quest'anno, astuti e preparati nel far firmare a Jake Long il suo primo contratto da professionista prima di salire sul palco della Royal City Music Hall di New York, laddove gli irriducibili tifosi dei Jets lo attendevano per dargli il peggior benvenuto possibile nella Afc East.
Un anno fa, dicevamo, l'onere toccava a quelli della Raider Nation, che bypassarono il signor Calvin Johnson pur di mettere le mani sul braccione di JaMarcus Russell, consegnandogli di fatto il berrettino con il logo del predone ma nessuna assicurazione sull'accordo economico da siglare. O meglio l'accordo c'era, ma ognuna delle parti aveva in mente la cifra che riteneva più adatta per sè. In una parola, Pupone immediatamente in holdout.
Dodici mesi dopo il vecchio Al seleziona il miglior talento disponibile per il suo già affollato backfield (seguirà un addio senza rimpianti a Dominic Rhodes), tentazione troppo forte per essere respinta. Arriva Darren McFadden, assoluto talento di Arkansas che si porta dietro una velocità da razzo ed un fisico molto chiacchierato, nonché un passato difficile ed un caratterino a dir poco suscettibile. Prima del draft alla televisione parlano tantissimo di lui, delle stoiche difese apportate dalla madre sulla porta di casa contro chi voleva arruolarlo nell'esercito dei ghetti, ma soprattutto di quelle due famose risse nei nightclub di Little Rock in difesa di suo fratello, e della doppia causa civile intentata da ragazze che sostengono che il giocatore sia il padre dei rispettivi bambini.
Darren è lì, davanti ai microfoni e telecamere come un bersaglio immobile, non fugge davanti alle evidenze, sa che la sua immagine ha bisogno di una bella ripulita e cerca di convincere tutti che il passato è dietro le spalle, e che chi lo sceglierà non avrà guai per colpa sua. Qualche ora più tardi Davis fa trascorrere i dieci minuti a disposizione quasi interamente con il dito sul grilletto, dopodiché decide di fregarsene dei retroscena appena discussi e spara: istantaneamente McFadden è sul palco con Roger Goodell con cappellino in testa e jersey nera con il numero uno in bella esposizione. Il sorriso sicuro del ragazzo, tuttavia, fa intendere che in qualche modo sapeva che non sarebbe sceso agli inferi.
E' una scommessa, ma se non altro i Raiders hanno sentito ciò che volevano sentire e l'inizio non suona male: "Sarò al training camp per la data prestabilita, non intendo creare situazioni di holdout. Se lo facessi perderei del tempo prezioso per allenarmi, e le mie opportunità di giocare diminuirebbero drasticamente". Parole sagge, parole ovviamente suggerite da chi ha più esperienza di lui (l'agente di D-Mac è Ian Greengross, noto nell'ambiente per non creare eccessive dispute contrattuali per i suoi rappresentati) e, forse, ha un briciolo di cuore in più rispetto ai tre sciacalli che rappresentavano Russell, che firmò, tra le ire degli accesi tifosi silver & black, solamente a campionato iniziato, autoinfliggendosi un anno di sviluppo Nfl di ritardo.
Se il le prossime tappe del cammino saranno uguali all'inizio, non c'è di che lamentarsi.
(Thirty)Three Is The Magic Number
Trentatrè sono gli anni di Cristo, nonché i trentini che nello scioglilingua se ne andavano tutti e trentatré trotterellando. Trentatré sono altresì il nuovo record di trades effettuate durante il draft, che hanno battuto le ventotto dell'edizione 2004.
I colpi più interessanti sono andati a segno per Saints e Panthers, capaci di scalare le classifiche manco fossero una hit da discoteca per andarsi rispettivamente a prendere un tackle che darà finalmente profondità e peso ad una linea debole e vecchia, ed un running back sul cui alluce parlavano tutti male, solamente per nascondere il proprio innegabile interesse e confondere le idee ai numerosi concorrenti che di questo si erano innamorati.
Si sono viste anche cose strane, tipo i Redskins prendere decisioni intelligenti e scendere dalla n. 21 trovando ugualmente il loro primo obbiettivo arrivando a sommare tre selezioni al secondo round, che quasi equivalgono al totale che gli stessi avevano avuto a disposizione in ciascuno dei draft precedenti. Che Dan The Man sia sulla strada della redenzione?
Tuttavia nessuno riuscirà a battere i Jets di quest'anno, che sono riusciti a salire agli sgoccioli del primo giro per prendere il tight end Dustin Keller conguagliando i Green Bay Packers con due scelte, tra cui la 113, scelta che è tornata in loro possesso quando, nella giornata di domenica, hanno deciso di retrocedere di qualche posizione cedendo la 102 ai formaggini per tornare al pick ceduto il giorno prima. Se non avete voglia di fare due ragionamenti vi comprendiamo pienamente, e per facilitarvi la lettura di quanto esposto vi semplifichiamo il tutto dicendovi semplicemente che a New York, nella frenesia di cambiare i turni, sono finiti per scambiarne uno con".se stessi.
Trade talk
Forse le trentatré trades di cui sopra sono state lo sfogo per le numerose iniziative non andate a buon fine nei giorni immediatamente precedenti alla manifestazione.
Vero che uno degli scontenti era stato messo a tacere quando i Chiefs avevano deciso di diventare i padroni del futuro spremendo i Vikings al limite per scaricare Jared Allen ed il suo pesante rinnovo permettendosi il lusso di scrivere Glenn Dorsey e Branden Albert nel medesimo roster, vero anche che una manciata di superstars mugugnanti non si sono mosse di un millimetro dalle loro postazioni.
La verità completa non verrà mai a galla, tuttavia a Washington stavano ricascando nel vizietto di girare buoni pezzi di futuro per giocatori comprovati, andando in cerca di una vecchia conoscenza, Ocho Cinco, il quale un minuto dopo la sua prima lamentela era già stato abbinato alle esigenze della Capitale. Cincy avrebbe rifiutato un importante pacchetto di scelte sostenendo che il giocatore da quella riva dell'Ohio non si muoverà , salvo prendere successivamente atto della dichiarazione di Marvin Lewis, secondo il quale nessuna proposta concreta sarebbe mai arrivata presso l'ufficio dei Bengals. I quali, per non saper né leggere né scrivere, hanno draftato tre wide receivers giusto per far sapere a Chad Johnson che stavolta gliela pianteranno davvero dura, anche se dovesse dar seguito alle sue minacce di trascorrere a bordo campo non solo il camp, ma pure la regular season.
Si metta dunque comodo, Mr. Johnson.
A testimonianza del fatto che sempre più squadre sanno dare il giusto prezzo di contropartita ai veterani, ecco sopraggiungere i mancati accordi per i trasferimenti di Jeremy Shockey e Jason Taylor.
Al tight end dei Giants erano senz'altro interessati i Saints, che hanno giudicato eccessiva la scelta di primo giro richiesta nella Grande Mela contro la terza (per alcuni la seconda) che New Orleans intendeva offrire. Una sistemata alla difesa, leggasi Sedrick Ellis, a nostro modesto parere era senz'altro più urgente.
Per Taylor si è addirittura parlato di trade eseguita a poche ore dall'inizio del draft, salvo duplice smentita di Bill Parcells e del GM Jeff Ireland, che non ha comunque potuto negare di aver preso il cellulare per testare le acque qua e là . Un fondo di verità , dunque, sussiste.
Restano sospese le faccende di Roy Williams a Detroit e Lito Sheppard a Philadelphia, anche se appare molto più probabile che si muova il cornerback indispettito dall'arrivo di Asante Samuel (i Jaguars si stanno muovendo in questo senso) piuttosto che uno dei cinquanta wide receivers scelti al primo giro dai Lions negli ultimi tempi, nonostante il no grazie che i Dallas Cowboys si sarebbero sentiti rispondere nel tentativo di abbinare un ricevitore d'impatto a Terrell Owens. Mentre si attendono notizie circa il futuro di Anquan Boldin, iscrittosi al club lamentati-per-i-contratti-dei-tuoi-compagni, sezione dell'Arizona, non è comunque da escludere che almeno uno tra i giocatori citati in questo trafiletto cambi uniforme addirittura prima dell'inizio della prossima settimana.
Già che abbiamo citato Detroit, impossibile dimenticarsi di sottolineare che alla chiamata di Gosder Cherilus erano più forti i cori "Fire Matt Millen" che non l'"Overrated" che hanno dedicato, a Washington, a LeBron James durante i playoffs Nba.
Il beneamato Matt si è però preso una rivincita personale ed ha comunque fatto una cosa gradita al popolo americano selezionando Caleb Campbell, safety/linebacker da Army, primo giocatore di football della storia ad avvalersi di una nuova regola istituita dall'accademia militare statunitense, che permette agli atleti appena graduati di giocare a livello professionale senza passare dal via, liberando le urla "U-S-A-!, U-S-A!", come quando entrava nel ring Hacksaw Jim Duggan.
Non è un paese meraviglioso?
Super Mario, il Suocero e gli Hall Of Famers
Se non ci fosse ogni anno un giocatore che precipita rispetto alle previsioni, non sarebbe un draft reale.
Il premio Falling Prospect 2008 risplende già sopra il caminetto di Mario Manningham, pericoloso (non sappiamo se per sé o per gli altri) ricevitore di Michigan, giocatore baciato dal talento e dalla possibilità di fare in ogni momento caldo l'azione che ti vince la partita, caratteristica che diverso tempo fa lo aveva stabilizzato al primo round. Prima una Scouting Combine fallimentare e quindi una lettera scritta dal ragazzo ai pezzi grossi della Nfl ammettendo di aver fallito due test antidroga al college ne hanno fatto una scelta di terzo giro, alla quale i New York Giants non hanno saputo rinunciare.
A Floyd Reese, architetto dei Big Blue, era andata bene un anno fa quando chiamò al settimo round un giocatore molto problematico, beccato a bere non avendo l'età per farlo ed allontanato da Virginia per trasferirsi a Marshall, dove aveva avuto la geniale idea di rubare un gioco elettronico. Quel giocatore altri non era che Ahmad Bradshaw, del quale oggi tutti ricordano solamente il prezioso contributo nella corsa al Super Bowl dei Giants. Reese spera che l'atto di buona fede nei confornti dell'asso dei Wolverines porti altrettanti frutti nel prossimo campionato.
Joseph Anthony Bryant, per tutti Red, è un defensive tackle proveniente da Texas A&M, ed è stato preso al quarto giro dai Seattle Seahawks per rinforzare la rotazione della linea difensiva. Nel giro di pochi secondi tutti hanno compreso come mai Red, durante la conferenza introduttiva, era così felice dell'approdo a Seattle e soprattutto perché avesse definito Jacob Green, storico ex defensive end dei Seahawks, quale suo giocatore preferito della storia della franchigia. Ebbene sì, Green è il futuro suocero del nuovo prospetto della città della pioggia, e convolerà a nozze il prossimo febbraio con la figlia del suddetto"
Chiudiamo con una statistica curiosa, un altro record che il draft 2008 ha sancito.
Prima di quest'anno erano solo quattro gli appartenenti alla Hall Of Fame che avevano avuto la soddisfazione di vedere il proprio figliuolo chiamato da una squadra Nfl, vale a dire Don Shula, Bob Griese, Anthony Dorsett e Kellen Winslow.
Quest'anno sono stati addirittura due in un sol colpo i giovanotti che hanno reso felice papà : e se tutti conoscono abbondantemente Chris Long, figlio di Howie e seconda chiamata assoluta, forse in pochissimi sanno chi è Matt Slater, safety/ritornatore/wide receiver proveniente da Ucla che ha ricevuto la benedizione dei Patriots, figlio del leggendario offensive tackle dei Los Angeles Rams, Jackie Slater. Padre e figlio erano nella stessa stanza, seguivano il draft sul computer di casa quando finalmente il cellulare di Matt ha squillato, trovando Bill Belichick in persona dall'altro lato del ricevitore. "Per un attimo non ho capito cosa succedeva, perché sentivo Matt parlare al telefono ed il mio laptop non si aggiornava", ha raccontato Slater senior, "ho sentito che ringraziava Robert Kraft e non capivo il motivo, dato che non erano i Patriots a dover scegliere in quel momento. Poi si è aggiustato il tutto, ed ho capito che un'organizzazione di prestigio come New England era salita di qualche posizione per chiamare mio figlio, e non so spiegarvi quanto orgoglioso mi sia sentito in quel momento."
Intanto, nel mezzo di queste storie, il draft è già passato ed il primo passo verso la nuova stagione è già stato compiuto.
Sarà una lunga attesa, ma come sempre ne sarà valsa la pena.