Dopo una brutta gara 3, questa volta West ha preso in mano la situazione
Dopo più di dieci anni (gennaio 1998), gli Hornets conquistano una vittoria a Dallas, nella partita probabilmente più importante tra le tante giocate in questo periodo di tempo: questa doppiavu (risultato finale, 97-84), infatti, permette a New Orleans di consolidare il suo vantaggio nella serie e di giocarsi il match point in casa nella prossima partita.
La gara è stata decisamente differente rispetto a quella di venerdì sera, e a fare tutta la differenza sono state le percentuali degli ospiti che, ripresisi da una serata decisamente negativa, hanno segnato con il 50% dal campo. E' abbastanza evidente, dopo quattro match disputati nella serie, che Dallas non ha riposte difensive a New Orleans nel momento in cui gli Hornets tirano bene, obbligando così gli avversari a scoprirsi in altri punti.
La situazione dei Mavs è disperata, non tanto per il 3-1, quanto per la sensazione di non riuscire a portare a termine come si deve una gara: anche in questa quarta partita, dopo un primo quarto nel quale hanno segnato 30 punti, chiudendo avanti, ne hanno poi realizzati solo 14 nel quarto successivo e 40 nella seconda metà di gara (chiudendo con il 36% al tiro). Con questa discontinuità offensiva, non si può certo pensare di fare strada nei playoffs.
I problemi di Dallas sono profondi, sia in attacco che in difesa, e riguardano anche il fatto che, come in molti rimarcano nel Texas, in questa serie abbiano veramente giocato secondo i loro standard solo due giocatori, Nowitzki e Terry (aiutati anche da Bass), che anche ieri hanno guidato la truppa con, rispettivamente, 22 punti e 13 rimbalzi per il tedesco, 20 per Jet.
Di certo, se questa stagione dovesse finire prima del previsto, i due colpevoli principali della debacle sono già stata individuati, uno in campo ed uno in panchina: Avery Johnson è ovviamente il capro espiatorio numero uno, non solo a livello tecnico, ma anche perché è ormai comune la sensazione che abbia perso un po'il controllo della squadra, e a nulla sono serviti i suoi giochetti motivazionali (come indossare l'anello di campione NBA); l'altro colpevole annunciato è invece Josh Howard che, dopo una stagione luci e ombre sia in campo che fuori, sta giocando una pessima serie, nella quale ha segnato solo 12.7 punti a partita con un orribile 25.9% dal campo.
Alla fine la frustrazione l'ha fatta da padrone, a cominciare da Jason Kidd, arrivato a febbraio per dare ordine ed essere la ciliegina sulla torta: ieri notte ha finito la sua gara con sette minuti di anticipo, a causa di un flagrant foul su Jannero Pargo che ne ha provocato l'espulsione.
L'esperimento Kidd pare non aver funzionato, i Mavs devono tirare fuori l'orgoglio per cercare di riaprire la serie e non dare già per persa la stagione; non sarà facile, come dimostra anche un Dirk Nowitzki senza parole in sala stampa, che sembra già parlare, di serie e stagione, con il tempo passato: "Non ho veramente una risposta, per tutto l'anno abbiamo buttato via dei vantaggi troppo facilmente"Se si vuole vincere in questa Lega, tutti devono attaccare e bisogna segnare i tiri".
In casa Hornets, invece, la soddisfazione è palpabile per una vittoria che ha messo una seria ipoteca sul passaggio del turno: New Orleans era convinta, al termine di gara 3, di averci messo molto del suo nella sconfitta, tirando male e giocando con meno energia del solito. Migliorando la precisione, è anche migliorato il risultato, un risultato che comunque è stato ottenuto con un grande sforzo di squadra, come dimostrano i ben sei uomini in doppia cifra: West ha segnato 24 punti, Stojakovic 19, Paul 16, Pargo e Wright 11, Peterson 10.
Il nome, tra questi, da sottolineare è quello di David West che, nell'allungo all'inizio del secondo tempo, ha realizzato tutti e quattro i tiri da lui tentati, portando i suoi dal 48-44 al 64-51. L'ala degli Hornets è stato il top scorer della serata, con 24 punti, riprendendosi dopo la brutta gara tre al termine della quale, a detta di coach Scott, era decisamente deluso: "Non è uno che parla molto, ma con il tempo impari a conoscerlo, e si vedeva che era arrabbiato per non aver giocato come poteva. Mi aspettavo che giocasse in modo super aggressivo, ci avrei scommesso, era partito aggressivamente soprattutto a livello mentale".
Già nel secondo quarto gli Hornets erano ancora una volta riusciti ad entrare sottopelle agli avversari, riuscendo a toglier loro sicurezze, tenendoli a 7/24 dal campo in questi dodici minuti, senza un solo tiro libero tentato. Sono sembrati, dopo il primo quarto, semplicemente una squadra superiore o forse, soltanto, una squadra, cosa che gli avversari non sembrano più essere. A questo punto sperano, ovviamente, di riuscire a chiudere la pratica martedì sera, tornando davanti al loro pubblico.
Chiudiamo quindi con le parole di Chris Paul che, seppur ottimista e soddisfatto del risultato di gara 4, sottolinea come il lavoro non sia ancora finito: "Essere avanti 3-1 è una grande sensazione, ma in questo momento non significa molto, perché ottenere quella quarta vittoria, ed eliminare una squadra, è complicato, come ci ha detto il nostro allenatore. Comunque, giocando la prossima davanti ai nostri fan, siamo abbastanza fiduciosi". Nella sua situazione, avrei fiducia anch'io.