La carica di dirk trascina i suoi
E' bastato qualche giorno, per vedere la situazione capovolta. A dire il vero, più che lo spostamento temporale, è stato quello spaziale (o geografico che dir si voglia) a fare la differenza: gara 3 della serie, infatti, non si è più giocata a New Orleans ma bensì in Texas, a Dallas.
In questa partita, vinta 97-87, i Mavs hanno finalmente tirato fuori quell'energia e quella grinta che ci si aspetta da una squadra che si gioca una stagione e che, invece, nella Louisiana, si era vista solo per la prima metà di gara 1.
L'intensità messa in campo da Dallas è stata fondamentale per portare a casa una vittoria che riapre la serie; i Mavs hanno finalmente tirato fuori gli attributi, togliendo i punti di forza dei loro avversari e controllando la partita dall'inizio alla fine, molto più di quanto non dica il +10 finale. Di certo questa stessa intensità dovrà essere rimessa in campo anche nelle prossime partite, se si vuole vincere la serie, senza fare più sconti ad una squadra, New Orleans, che di per sè non ne ha così tanto bisogno.
Le buone notizie in casa Dallas vengono soprattutto da Dirk Nowitzi che, comunque vada la serie, dovrebbe essersi tolto la nomea di giocatore non vincente e non leader. In queste tre partite, infatti, è stato l'unico Mavs a giocare bene, con continuità (per dare un'idea, ha tirato con il 52% dal campo nelle tre partite), mettendo insieme delle cifre impressionanti anche ieri sera: 32 punti, 19 rimbalzi e 6 assist.
Alla faccia di tutti i critici pronti, da sempre, a crocifiggerlo, accusandolo, in particolare un anno fa, dopo la sconfitta con i Warriors, di non poter condurre una squadra alla vittoria, di non essere diceisivo nei momenti finali di una gara e di non essere guerriero; oggi, invece, si prende i complimenti dei suoi ed anche del coach avversario, Byron Scott: "Bisogna dargli credito, è un vero guerriero. Stasera ha giocato alla grande, come un All Star, come un ex Mvp, ha giocato alla grande in entrambi i lati del campo".
Per Dallas, le indicazioni che si possono trarre dalla partita di ieri sera sono dunque ottime, con i Mavs che sono finalmente entrati in atmosfera playoffs, anche se con due partite di ritardo.
Anche se, prima di questa partita, è decisamente scoppiato il caso Howard, che ha avuto la brillante idea di confermare, alla radio di ESPN, di aver fatto uso occasionale di marijuana nella off season. La storia era già nota, visto che Howard sembra non avere nessun problema a parlarne a ripetizione sui vari media, ma di sicuro ai Mavs non piace il comportamento non esattamente professionale e soprattutto non è piaciuto che Josh abbia ritirato fuori questa storia prima di una partita così importante e potenzialmente decisiva.
Per quanto riguarda gli Hornets, questa partita è stata una dimostrazione di quanto possa essere duro giocare in trasferta nei playoffs, quando magicamente il pubblico non è più dalla tua parte, i ferri dei canestri non sono quelli abituali e i tiri non entrano più così facilmente.
Basta, infatti, vedere le percentuali di tiro dei due giocatori più importanti degli Hornets, Paul e West: il primo ha sbagliato tredici dei sui primi sedici tiri, il secondo undici su quattordici. Con questa precisione, non si può certo pensare di espugnare l'American Airlines Center, impresa che tra l'altro gli Hornets non riescono a portare a termine da ben quattordici partite.
La mossa fondamentale, non solo per questo match ma forse anche nella serie, è stata la decisione di coach Avery Johnson di fare un piccolo cambiamento nel suo quintetto base: mettere dentro dall'inizio Jason Terry al posto di Jerry Stackhouse, con il solo obiettivo di limitare Paul. E sembra che il buon Jason abbia fatto in pieno il suo lavoro, limitando un Paul da 33.5 punti di media a soli sedici segnati in gara 3, con pessime percentuali (4/18).
Una volta chiusa la principale fonte di gioco degli Hornets, e sommata anche la già citata imprecisione al tiro di West (6/20), a nulla è servita la grande prova di Pargo (30 per lui) che, da solo, non può certo pensare di vincere una gara così importante. A fine gara coach Scott non può, evidentemente, essere soddisfatto: "Loro sono scesi in campo con una mentalità da gara sette, noi con una da gara tre. Hanno giocato meglio di noi sin dall'inizio, erano più fisici, più aggressivi".
E' altrettanto vero, come dice Paul, che comunque gli Hornets hanno sempre trovato le loro soluzioni ma, come si poteva prevedere, non hanno avuto la precisione al tiro che avevano in casa. Quando Paul, viste le sue scarse percentuali, scaricava sui compagni, nessuno, a parte Pargo, segnava con continuità . La poca precisione al tiro, necessariamente, ha limitato il gioco degli Hornets, togliendogli una dimensione importante;il primo obiettivo in vista di gara 4 è quello di raddrizzare la loro mira.
Vedremo quindi domenica sera se la situazione cambierà , se gli Hornets riusciranno a rimettersi in moto, se Paul riprenderà il discorso dove lo aveva lasciato in gara 2 e se New Orleans riuscirà a tirare fuori, anche in trasferta, la stessa intensità che mette in casa.
Appuntamento quindi a domenica notte, una partita che si preannuncia fondamentale nella quale i Mavs potrebbero portare la serie in parità , riaprendola completamente, o New Orleans potrebbe portarsi sul 3-1, conquistandosi la possibilità di giocarsi il match point in casa in gara 4. Staremo a vedere.