I Rockets lottano ancora

Decisivo per Houston l'apporto di Rafer Alston in gara tre

L'incredibile si è verificato. Dopo le due sconfitte casalinghe, tutti ci preparavamo a regalare una bella scopa ai Rockets, immaginando che sarebbero stati spazzati via con un bel 4 a 0. Gli Utah Jazz in tutto l'anno erano stati sconfitti in casa, all'Energy solutions arena di Salt Lake City, solamente 4 volte ed avevano perso solamente 2 delle ultime 10 partite contro i Rockets; se uniamo gli infortuni in casa dei texani, una forma di Tracy McGrady che non sembrava brillantissima ed una sorta di rassegnazione che sembrava di leggere dei volti dei giocatori di Adelman il risultato sembrava scritto.

Invece a Salt Lake City si è verificato l'impensabile, con una splendida vittoria sul filo di lana, 94 a 92, degli Houston Rockets, che hanno finalmente giocato un ultimo quarto come si deve. I Jazz hanno iniziato il quarto decisivo sopra di 6 punti, 76 a 70, pronti a stringere le maglie difensive come nelle precedenti due partite. Ma stavolta qualcosa è cambiato.

Sarà  che questa volta c'è stata la regia di Rafer "Skip to my Lou" Alston, ammirevole nel suo scontro con il fortissimo Deron Williams, scontro nel quale non ha affatto sfigurato, ma la palla ha girato bene, permettendo a Scola e Battier di avvicinare i Jazz e di mantenere i Rockets a stretto contatto.

Poi, finalmente, in gara 3, un vero segno di vita di T-Mac quando la palla scotta, con un break tutto siglato da lui: da 86 pari a 92-86, il dormiglione ha siglato l'allungo decisivo, quello che ha messo al tappeto i Jazz.

"Abbiamo giocato con tanta passione e tanto cuore, abbiamo giocato come se realmente non volessimo andare a casa presto" ha dichiarato McGrady. Fosse vero, la serie sarebbe realmente riaperta e tutta da giocare, vedremo la prossima.

In ogni caso le due squadre ci stanno regalando una serie ben giocata ed incerta, entrambe stanno mostrando un buon basket, una buona circolazione di palla, scelte ponderate, difese attente, nulla a che vedere con l'appiccicaticcio di isolamenti e giocate da campetto che troppo spesso ormai si vedono in NBA. Un applauso ai due allenatori è d'obbligo.

Se vogliamo parlare dei singoli in due squadre che stanno puntando soprattutto sull'armonia del complesso, potremmo dire, dopo i complimenti fatti in apertura a T-Mac ed Alston, che come sempre Battier e Scola hanno svolto il loro compito sia in attacco che in difesa, l'argentino soprattutto, insieme ai giovani Landry ed Hayes ed a quel signore attempatello ma mai domo, che risponde al nome di Dikembe Mutombo, ha retto bene il confronto con i lunghi avversari, aspetto che forse è risultato veramente decisivo in questa partita.

Intendiamoci: Boozer non ha nulla da rimproverarsi, ha reso bene come sempre, Okur, Kirilenko e Millsap invece in fase offensiva sono stati ben limitati dai lunghi avversari, faticando molto a trovare il canestro, anche se a dire il vero i tre si sono spremuti molto ed il turco ha anche dato un rimarchevole contributo a rimbalzo.

Deron Williams ha dimostrato una volta di più di essere un giocatore fenomenale, i suoi numeri sono ottimi, ma svelano solo in parte la sua importanza nel gioco dei Jazz, le sue capacità  in cabina di regia, la sua capacità  di leadership, a dispetto della giovane età , e la sua difesa sempre più attenta. Già  oggi stiamo parlando di una delle migliori point guard dell'intera NBA, e se restiamo alle pure capacità  di play making ci sono solamente due o tre giocatori che possono essere paragonati a lui.

Se i Rockets hanno guadagnato una vittoria importante, Landry ha lasciato sul campo un dente, in seguito ad uno scontro con Boozer; "fa parte del gioco" ha commentato il grintoso giovane, veramente una bella sorpresa, un innesto sottovalutato ma molto valido.

Ora una nuova partita a Salt Lake City, che rivestirà  un'importanza che non era preventivabile in partenza; se i Jazz vinceranno, secondo pronostico, manterranno il vantaggio del campo ed avranno tre possibilità  per portare a casa la serie, le prime due in Texas senza nessuna pressione addosso, ma se i Rockets dovessero confermarsi, recupereranno il vantaggio del campo in una serie in cui erano dati per spacciati.

Finora i Jazz si sono dimostrati leggermente superiori e, soprattutto, più bravi a gestire la pressione e più freddi nei finali, quando la palla scotta in mano, ma ora questa serie finalmente può iniziare a dare anche a noi appassionati il brivido dell'imprevisto.

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