Non c'è solo la firma di Paul nella vittoria Hornets
Gli Hornets vincono ancora, si portano sul 2-0 nella serie e mettono in seria difficoltà i Mavs, che sono sembrati, ancora una volta, senza risposte contro i loro avversari.
La situazione di certo non è delle migliori per Dallas, che si ritrova con le spalle al muro al termine di due partite nelle quali, per così dire, non ha capito granché di quello che stava succedendo, ritrovandosi, dal +12 a suo favore a metà di gara uno, ad avere due sconfitte consecutive sul groppone.
L'analisi che Terry fa della serie fino ad ora suona inquietante per i suoi: "Hanno giocato meglio, lottato e lavorato di più in tutte e due le metà campo. Dobbiamo giocare meglio e, semplicemente, darci dentro. Abbiamo un sacco di giocatori con orgoglio in questo spogliatoio e, quando prendi un calcio nel posteriore come abbiamo fatto noi, puoi solo migliorare e reagire".
Di certo bisogna migliorare di squadra, perché in pratica tutti i giocatori, a parte la sicurezza Nowitzki, che comunque è apparso più nervoso e frustrato del solito, stanno giocando al di sotto dei loro standard. Anche la strategia di Johnson di aumentare i raddoppi su Paul, rispetto alla prima partita, non è andata a buon fine, con il playmaker degli Hornets che o riusciva comunque a spezzare il raddoppio o riusciva a trovare il compagno libero, o entrambe le cose.
Nowitzki semplifica il concetto: "Mettono la palla nelle mani di Paul, noi volevamo raddoppiarlo presto, ma se questo porta West ad essere libero coni piedi per terra, non è una soluzione, perché West quel tiro lo mette. E' difficile togliere la palla dalle mani di Paul se i tiratori tirano con queste percentuali"
Di certo in molti a Dallas pensano che, se questa serie dovesse andare male, il colpevole sarebbe probabilmente solo uno, vale a dire coach Johnson che, in questo periodo, sembra avere un po' perso il controllo della squadra. Alle difficoltà tecniche dei suoi, infatti, si assommano quelle psicologiche, le ultime due serie di playoffs giocate dai Mavs (la finale 2006 e il primo turno dell'anno scorso) pesano come macigni nelle menti dei giocatori.
Anche la statistica secondo la quale il record di Johnson (e dei Mavs di conseguenza) nelle ultime dodici gare di post season è 2-10, la metà delle quali arrivate con più di dieci punti di scarto. Non certo il modo migliore per guidare una serie che si sta facendo complicata e nella quale sembra preponderante, per i suoi, la dimensione psicologica.
Come già anticipato e come già successo in gara 1, a creare problemi ai poveri Mavs, ci ha pensato il terribile piccoletto che risponde al nome di Chris Paul che, dopo un debutto nei playoffs perfetto in gara 1 ha deciso di giocare ancora meglio nella seconda gara, segnando 32 punti, ai quali ha unito ben 17 assist, record di franchigia nei playoffs (il precedente datava 1993, e fu realizzato da Muggsy Bogues).
Byron Scott, ormai, sembra non avere più parole per descrivere le prestazioni del suo numero tre: "Stare qui seduto a vedere come Chris sia diventato la migliore point guard della Lega è fantastico. Ha alzato il suo livello di gioco nei playoffs, come fanno i grandi giocatori. E' di sicuro uno dei migliori giocatori della NBA"
Non bisogna però pensare che gli Hornets siano solo e soltanto Paul, ma anzi sono una squadra che ancora una volta, ieri sera, ha dato il meglio, basti guardare il gabellino finale per rendersene conto: David West ha segnato 27 punti, Peja Stojakovic 22, Morris Peterson 12, Jannero Pargo 10 e Tyson Chandler ha realizzato la sua solita doppia doppia a quota 10 punti e 11 rimbalzi.
New Orleans ha tirato benissimo da tre (percentuale che probabilmente si abbasserà a Dallas), segnando ben dieci delle diciotto triple tentate, con Stojakovis che da solo ne ha messe a segno la metà (su sette tentate). Grazie alla precisione dall'arco, gli Hornets hanno fatto pesare i raddoppi su Paul e, nel proseguo della serie, saranno decisive le percentuali dal campo: in questa gara due, come già detto sono eccellenti, basti pensare che la squadra ha tirato con il 60% e tutti inebri del quintetto hanno segnato almeno dieci punti con, almeno, il 50% al tiro.
A questo punto la serie, da venerdì, si sposta a Dallas, e per i Mavs l'unica speranza è che tornare a casa (dove gli Hornets non hanno mai vinto dal 1998) li aiuti a trovare il modo di fermare Paul e compagni e riaprire una serie che, fino ad ora, ha un unico padrone.