Deron Williams continua ad essere una spina nel fianco per la difesa Rockets
Seconda partita al Toyota center di Houston, opportunità per i Jazz di allungare in modo pressochè definitivo, opportunità per i Rockets di pareggiare la serie e tornare in corsa.
Di fronte al pubblico amico la squadra texana ha cercato di dare il massimo, con un risultato in bilico per tutta la partita, ma ancora una volta i Jazz nell'ultimo quarto hanno conquistato un vantaggio piccolo ma decisivo e la vittoria.
Ora davvero per la truppa di coach Adelman le cose si mettono molto male; sotto di due a zero, bisogna vincere due partite a casa della formazione migliore sul parquet amico. I Jazz in stagione regolare hanno vinto ben 37 volte nell'arena di Salt Lake City, perdendo solamente 4 volte, sembra francamente difficile che perdano due partite adesso.
Un McGrady sontuoso, vicino alla tripla doppia, 23 punti, 13 rimbalzi e 9 assist per lui alla fine, stava trascinando la sua squadra nei primi tre quarti, tutti giocati punto a punto, mettendo 22 punti con buone percentuali, facendo comunque girar palla e dando una mano importante in fase difensiva.
Nell'ultimo quarto però si è vista la replica di un film già visto, con T-Mac che scompare dal campo, sbagliando tutti i tiri che si è preso e realizzando solo un tiro libero. A quel punto Scola ha cercato di diventare lui il giocatore decisivo, con sette punti nell'ultimo quarto, con due tiri liberi per il meno tre a poco più di un minuto dalla fine ed il rimbalzo preso sul tiro sbagliato di Deron Williams, ma poi ha commesso il fallo in attacco che ha di fatto chiuso il match, consentendo ai Jazz di andare sopra di 5 a 20 secondi dalla fine grazie al tiro di Korver, dopo che Kirilenko ha preso il rimbalzo in seguito ad un errore dello stesso Korver.
Per i Jazz ancora un buon Deron Williams, miglior realizzatore della squadra e buono anche in regia, ancora buona a sorpresa la panchina, con Korver, Millsap, Harpring e persino Price che fanno il loro dovere, dando un buon contributo. Kirilenko e Boozer si prendono una serata di parziale riposo in fase offensiva, ma Okur si riscatta con una prestazione ottima, 16 punti e 16 rimbalzi, e persino Brewer da importanti segni di vita.
Quel che però stupisce nei Jazz è la perfezione dei meccanismi offensivi unita ad una difesa ottima, proprio quella difesa che lo stesso Jerry Sloan aveva più volte definito come il punto debole della sua squadra, ma che poi è riuscito a sistemare molto bene.
I Rockets dal canto loro hanno ancora una volta giocato una buona partita difensiva, facendo faticare molto gli avversari in attacco e tenendoli a 90 punti totali, riuscendo stavolta a far faticare gli avversari anche in area pitturata, ma non riescono proprio a limitare Deron Williams ed in attacco faticano troppo; il 21% da 3 è indicativo della scarsa precisione al tiro e di qualche forzatura di troppo.
Inoltre i comprimari si sono dimostrati ancora all'altezza, i vari Hayes, Landry, Brooks, Mutombo non hanno nulla da rimproverarsi, Bobby Jackson si è riscattato da una gara uno opaca giocando piuttosto bene, Scola e Battier sono stati leggermente inferiori a gara uno ma comunque hanno offerto un buon contributo, purtroppo il solito ultimo quarto di McGrady (ripeto, ottimo per tre quarti, scomparso nel finale) li condanna alla sconfitta e da dei dubbi sulla possibilità dei Rockets di impensierire, gli avversari a casa loro.
37 vittorie in casa a fronte di sole 4 sconfitte, 8 vittorie negli ultimi 10 scontri con i Rockets, i numeri sono largamente favorevoli ai Jazz. Aggiungiamo l'assenza di Yao e di Alston, l'impresa per i Rockets sembra essere diventata improba.
Solo un miracolo potrebbe permettere loro di espugnare Salt Lake City e di riaprire la serie.