23 punti, 13 rimbalzi e 9 assist per T-Mac, ma solo un punto nel 4° quarto
Hello NBA fans e benvenuti ad una nuova edizione del Clutch City, rubrica dedicata a ciò che circonda gli Houston Rockets e non solo.
Se volete un editoriale “politically correct”, uno di quelli che vi spiegano come il pick'n'roll di Utah stia influendo su questa serie, oppure come i raddoppi difensivi attorno a McGrady stiano decimando i Rockets, ma anche un editoriale che cerca di trovare nelle assenze e negli infortuni una scusante a questo iniziale 0-2, beh, non andate oltre.
Qui, sul Clutch City, si parla con opinabile competenza, ma da tifosi, nel bene e nel male.
Quindi, che ai Rockets manchi Yao, che Landry non sia in condizione, che a tutte le sfortune di questo mondo si sia aggiunto anche l'infortunio di Rafer Alston, che gli alieni siano atterrati sulla Terra, o che a Houston possano snocciolare altre decine di scusanti, poco importa.
E poco importa se, come conseguenza di tutte le avversità di questo mondo, i Jazz siano squadra notevolmente migliore, più concreta, più quadrata, più tutto, legittimamente e ovviamente avanti 2-0. Poco importa perchè, sfortunatamente, c'è chi contribuisce a rendere più amara una sconfitta già preventivata, una sconfitta che ogni tifoso dei Rockets era pronto ad affrontare col sorriso sulle labbra, memori di quella che è stata comunque una stagione straordinaria.
Quel sorriso purtroppo si trasforma in una smorfia piena di rabbia nel momento in cui vedi che la squadra c'è e lotta e che non sei spazzato via dopo 10 minuti di gioco. Sei lì, te la giochi punto a punto, riesci a creare problemi di falli a Boozer, Scola gioca da veterano, tutto quadra per quanto possibilmente possa quadrare. Quindi entri nel 4° quarto e reciti lo slogan dei Rockets di questa stagione: “It's Time!”, pronti per un nuovo miracolo. E invece…
0-2, una sola colpa: Tracy McGrady
…Ti affidi alla tua superstar, al giocatore simbolo di questi Rockets, quel Tracy McGrady croce e delizia non solo di Houston ma dell'NBA intera. E vieni ripagato con un misero punticino nell'intero quarto finale di una partita vitale. E c'è pure da essere ironicamente contenti perchè, udite udite, questo è un progresso rispetto al non pervenuto nello scoreboard del 4° quarto di gara 1.
Ecco, è adesso che l'editorialista “politically correct” dovrebbe mettersi a fare un lavoro di cucitura trovando le parole giuste per far apparire come valide scusanti delle cifre che non significano niente.
Quindi, più o meno, dovrei scrivere una cosa del tipo: grande prestazione personale di McGrady, ad un passo dalla tripla doppia già nel 3° quarto. Un ragazzo che si è dannato l'anima per 3 quarti e che è arrivato sul filo di lana col fiatone perchè non supportato dalla squadra in alcun modo.
Ecco, l'ho scritto, sono stato bravo?
Ma siccome io non sono “politically correct”, ribadisco che la colpa principale di questa sconfitta (ma pure per quella di gara 1) è di Tracy McGrady. Perchè se è vero che le cifre di gara 2 parlano di 23 punti, 13 rimbalzi e 9 assist, è altrettanto vero che le cifre del 4° quarto di gara 1 e 2, parlano di UN SOLO SINGOLO PUNTO complessivo. Non so se mi spiego: non 20, non 15, non 10 e neanche 5. Ma 1 punto nei “24” minuti di gioco dei periodi più decisivi di ogni partita.
Mi si può obiettare, ovviamente, la gran fatica dovuta al dover fare tutto da solo perchè nessuno era capace di levare un ragno dal buco. Concordo, ma rilancio: 1 punto in due partite? Potrei capire anche un 3 su 15 al tiro a suon di jumpers, non uno 0 su 3 in gara 1 e uno 0 su 4 in gara 2 con ben 5 minuti di riposo ad inizio del 4° quarto.
Duncan 40 punti con tirello da 3 per agguantare i supplementari, Paul 35, Stoudemire 33, Kobe 32, James 32 + 30 (ecc. ecc.): questi il diritto a stancarsi non ce l'hanno? Che, forse LeBron James è stato supportato dalla squadra più di quanto non lo sia stato McGrady da Scola e compagni? Questo, per McGrady, significa semplicemente mancanza di grinta, passione e cuore, significa avere una mentalità perdente, significa che tanto dovrebbe/avrebbe da imparare da un Duncan anzianotto e plurititolato ma sempre al top, o da giovani rampolli quali Paul e LeBron James, che danno l'anima per portare a casa una singola partita.
E non mi si venga a dire che la difesa dei Cavs, o dei Mavs, non è paragonabile a quella dei Jazz. Perchè lo so io e lo sa chiunque abbia visto almeno una gara di queste 3 squadre; ma il punto rimane sempre quello, ovvero il singolo punto (mi si perdoni il gioco di parole), ovvero non una pessima prestazione ma la totale mancanza di prestazione proprio quando ci si attende di più.
Mi si può quindi cercare di convincere in ogni modo sul fatto che McGrady abbia comunque disputato una gara anche solo decente. Io però cerco di andare indietro con la memoria nel tentativo di trovare un'altra superstar NBA che in 2 quarti finali abbia totalizzato un solo punto. E non ci riesco. E non capisco come, uno che ormai è più famoso per non aver mai superato il 1° turno dei Playoffs che non per altro, manchi così incredibilmente anche di orgoglio personale. Tracy è ormai diventato una macchietta per la stampa americana, ha tanti di quei nomignoli da perdente che faccio fatica a sopportarli io che non sono lui. Come puoi Tracy, come puoi? Come puoi continuare a deludere milioni di fans in tutto il mondo?
Il primo dovere di un tifoso è quello di credere nella propria squadra e nei proprio giocatori. Io, spiacente, in McGrady non credo più, ha tradito troppe volte indipendentemente dalle possibilità di portare o meno a casa questa serie. Per me è solo un buon giocatore, non una superstar, che occupa uno spazio troppo importante nel Salary Cap. Che qualcun altro ne prenda atto.
Chiusa la doverosa, velenosa, rabbiosa e triste parentesi su McGrady, giusto un appunto su tutto il resto.
Head inconsistente, Jackson comsì comsà , Battier non un fattore in gara 2. Di contro, Mutombo solido e invalicabile come sempre e Aaron Brooks capace di portare avanti i Rockets nel 4° quarto. Bene: Mutombo il 4° quarto l'ha visto tutto dalla panchina, Boozer ringrazia, mentre Brooks è stato tolto e MAI più messo in campo, proprio dopo aver ridato il vantaggio ai Rockets. Novak, nel marasma di giocatori che non mettevano dentro niente, il campo non l'ha proprio visto.
Domanda per Adelman: ma a cosa diavolo stavi pensando?
Mi rendo conto che questo più che un editoriale sia stata l'esternazione di un tifoso deluso, non lo nego. Non sarebbe stato così se Utah avesse stravinto contro una squadra che comunque ha dato tutto pur perdendo di 30 perchè decimata dagli infortuni. Invece, come da anni accade, Houston perde solo e sempre per colpa di una mentalità non propriamente vincente, soprattutto in quella del suo uomo di riferimento. E dato che la sorte nel corso della stagione ci aveva già messo lo zampino più volte, tutto sommato ritengo che ci meritassimo, da tifosi, sconfitte onorevoli. Non nel punteggio ma nella prestazione.
Alla prossima…