Un solo uomo al comando, Chris Paul
In molti, nelle previsioni prima di questa serie, la etichettavano come un possibile upset, non solo per la superiore qualità del roster di Dallas, ma soprattutto per il gap di esperienza tra le due squadre. E allora, dopo una gara 1 che, ovviamente, rappresenta solo l'inizio di una serie che si preannuncia lunghissima, non è sembrata molto evidente, questa sopraccitata differenza d'esperienza.
Il giocatore che, di sicuro, ha risentito meno dello scotto dei playoffs è stato Chris Paul, mente degli Hornets che, al suo esordio nella post season, ha segnato trentacinque punti (e dato dieci assist), ricevendo delle sensazioni positive : "Stavo aspettando questo momento, ho parlato con molte persone, il mio coach, i miei compagni di squadra e tutti dicevano che dovevamo giocare come sapevamo, e il resto sarebbe venuto da sé. Ciò che mi ha colpito dei playoffs è la preparazione che richiedono. Decisiva, nel terzo quarto, è stata la nostra intensità difensiva".
Ed è proprio il terzo periodo quello nel quale la partita ha preso una piega favorevole ai padroni di casa che, nella prima metà di gara, avevano faticato contro i Mavs: i texani, infatti, erano avanti di dodici punti all'intervallo (52-40), ma hanno subito la rimonta degli avversari nella terza frazione.
Paul ha preso in mano la pratica, come rimarca anche Avery Johnson a fine gara "Nel terzo quarto ha semplicemente dominato la gara, abbiamo cercato di limitarlo ma non c'è stato verso": il numero tre ha segnato quindici punti nel terzo quarto e trascinato i suoi, piazzando un parziale di 36-20 in dodici minuti che ha ribaltato il risultato e messo in seria difficoltà gli avversari che, al termine del terzo quarto, si sono ritrovati sotto di quattro (76-72).
Gli otto anni consecutivi ai playoffs dei Mavs quindi, non hanno rappresentato un vantaggio contro una New Orleans che ha, per così dire, una limitata esperienza nella post season: era da quattro anni che gli Hornets non arrivavano ai playoffs, l'unico sopravvissuto di quella squadra è David West, che allora era soltanto un rookie.
Gli Hornets, comunque, hanno preso in mano la gara nel terzo quarto e non l'hanno più mollata, vincendo anche l'ultimo parziale (28-20) ed infliggendo agli avversari una brutta sconfitta, che permette loro di portarsi sull'1-0 nella serie. Oltre a Paul, sono stati fondamentali anche West (23 punti), Chandler (10 più 15 rimbalzi) e Stojakovic (14).
Per quanto riguarda i Mavs, il collasso del secondo tempo non è certo il miglior modo per iniziare i playoffs: Dallas è sembrata andare in corto circuito, subendo enormemente Paul e non riuscendo a reagire ai colpi inferti dagli avversari. La squadra del proprietario Mark Cuban ha subito in ogni punto del campo, sia in difesa che in attacco (25%, con soli nove tiri realizzati nella seconda metà di gara), dimostrando una consistenza mentale pericolosa, soprattutto ricordando l'eliminazione al primo turno dello scorso anno.
Nowitzki, ancora una volta top scorer dei suoi con 31 punti, non fa tragedie per la sconfitta: "Semplicemente non abbiamo giocato abbastanza bene nel secondo tempo. Riguardandola possiamo vedere molti errori, sia in attacco che in difesa, ma è solo la prima partita. La squadra che perde deve ripensare a quello che ha fatto, trovare gli aggiustamenti e portare a casa la prossima vittoria".
Ma se il tedesco ha giocato la solita ottima partita, ai Mavs è mancato il supportino cast, cosa che fa ben sperare per il proseguo della serie: è, infatti, difficile che sia Josh Howard che Jason Terry giochino così male nelle prossime partite, il primo scomparendo nel secondo tempo (0/8 dal campo), il secondo segnando solo otto punti in tutta la gara.
Per Dallas è assolutamente fondamentale che questi due giocatori producano punti, per aiutare una attacco che sennò fatica a trovare soluzioni. Lo stesso Byron Scott sottolinea l'importanza di Terry nella chimica di squadra dei suoi avversari: "L'ho detto ai ragazzi, per me Terry è il loro fattore X, il loro Ginobili, abbiamo bisogno di un giocatore che riesca a compensare la sua energia".
In casa Dallas, ovviamente, nessuno fa una tragedia di questa sconfitta, anche Kidd invita a non perdere la fiducia : "Abbiamo persona buona occasione, ma comunque non è finita e dobbiamo imparare la lezione". Il tempo per ribaltare la serie c'è, le indicazioni che si possono trarre da questa prima partita, però, non sono delle migliori, soprattutto riguardo la poca aggressività che i Mavs hanno messo in campo. Ma questa è, appunto, solo la prima gara.
Ci si risente per gara 2 (si gioca martedì notte), intanto vi lascio con l'immagine della New Orleans Arena, ed i suoi 17.446 spettatori (compresi il proprietario degli Hornets Shinn e quello dei Saints, Tom Benson, alla sua prima partita da spettatore) impazziti per questi Hornets e per Chris Paul, al quale dedicano l'ormai consueto canto "M-V-P".