Tony Parker, un anno fa campione ed MVP delle Finals.
I playoff stanno per iniziare, un valido motivo per una tavola rotonda attorno alla quale confrontare le proprie aspettative con quelle degli altri. Dieci redattori di play.it hanno detto la loro sui temi principali della competizione che sta per iniziare.
1. Quali squadre sono destinate a fare strada nei playoff?
Dino N.: “Verrebbe da dire 'le solite'. In realtà ad ovest non ci sono squadre predestinate. Le prime 6 ad ovest sono divise da 2 partite, mentre la settima è nientemeno che Dallas. Diciamo che ad ovest più che una squadra destinata a fare strada ce n'è una destinata a non farne: i Nuggets. Ad est invece la finale di conference sembra già scritta. Detroit-Boston.”
Le parole di Dino sono perfette per riassumere quanto emerso dalle varie voci: ad est il pronostico appare scontato, mentre ad ovest sembra più difficile sbilanciarsi su una sicura finalista. Il nome dei campioni in carica resta quello più pronunciato.
Frantz: “Gli Spurs sono predestinati.”
Leonardo Ancilli: “Dovessi giocare un dollaro oggi su una squadra ad ovest, andrei sugli Spurs.”
Anche Jazz, Lakers e Suns raccolgono consensi, mentre una singola citazione spetta agli Hornets, grazie al coraggio di MarcoLkt.
2. Quali le possibili sorprese, in positivo o in negativo?
Gerry Donato: “Gli Hornets stanno vivendo una curiosissima parabola nelle opinioni generali, perchè l'aver giocato tutta la stagione al di sopra delle previsioni sembra condannarli senza pietà ad un'uscita prematura ai playoff quando finalmente sarà svelato il bluff. Ma ci si dimentica che coach Scott ha già giocato due finali NBA, che Stojakovic ne ha viste a sua volta parecchie e che Chris Paul sembra tutto tranne uno che perde la bussola ai playoff.”
Il caso più controverso è proprio quello che riguarda New Orleans, tra chi li propone come possibili outsiders, e chi (altrettanti) se li immagina eliminati al primo turno.
Anche i Pistons possono sorprendere tanto in un senso quanto nell'altro.
Dino N.: ” Ad est la sorpresa potrebbero essere i Pistons in finale a discapito dei Celtics. Da tempo penso che i Pistons porterebbero a casa un eventuale serie con i verdi ammesso (ecco l'inghippo) che compiacendosi troppo non escano contro i Magic o i Cavs.”
Edoardo Schettino: “Se Detroit non arriverà almeno alle Finali Nba, sarà comunque una delusione. Solo che i Pistons, negli ultimi tre anni, hanno sempre trovato il modo di farsi eliminare da squadre più deboli.”
Ad est i Wizards sono i più accreditati al ruolo di guastafeste, mentre ad ovest qualche voce si alza per ricordare la presenza dei Mavs.
Leonardo Ancilli: “Ad est attenzione agli Arenas Boys di Washington, che probabilmente senza infortuni avrebbero infilato una stagione da 50 W senza problemi, anche se resta il dubbio atroce, giocano meglio con o senza Gilbert? L'ennesima sfida con i LeBron's non la vedrei così scontata.”
Luke15: “Altra outsider da considerare è rappresentata da Dallas, con WunderDirk recuperato e un Kidd che vorrà dire di nuovo la sua ai playoff. Gli ultimi risultati lasciano ben sperare.”
Frantz: “Sorpresa in positivo? Dallas, da un pò di tempo troppo snobbata e sottovalutata, dimenticandosi che ci sono diversi giocatori che possono fare la differenza.”
Tra le sorprese in positivo doppia nomination per i Sixers ed i Jazz.
Luke15: “Occhio ai Sixers di Iguodala e dei riscoperti Andre Miller e Sam Dalembert che hanno già battuto tre tra le migliori squadre della lega (Boston, San Antonio e Detroit), ma era partita singola, quindi sono tutti da testare in una serie, è comunque certo che offriranno delle ottime prestazioni”.
Edoardo Schettino: “Utah, fra le outsider, è quella che ha la possibilità più concreta di arrivare fino in fondo.”
Citazioni singole anche per Suns e Hawks, in positivo, e Raptors in negativo.
Syd: “Phoenix dopo l'arrivo di O'Neal sembrava dovesse crollare, invece si sono ripresi subito, potrebbe essere questo l'anno giusto per superare finalmente San Antonio.”
Dino N.: “Mi piace pensare che possano fare dei bei playoff gli Hawks, anche se contro i Celtics. Almeno impensierirli. Solitamente in post season Bibby mostra che genere di giocatore sia e perchè lo voleva LeBron.”
Anche per Magic e Cavaliers un plus e un minus.
Mookie: “Ora molti vedono i Cavs addirittura fuori al primo turno, ma LeBron ha un roster pieno di specialisti (tiratori, difensori) e di veterani. Il brutto finale di regular season potrebbe ingannare”.
3. Chi arriva meglio e chi peggio a questi playoff?
Nessuno esprime dubbi sulla condizione con cui Boston si presenta ai playoff.
Edoardo Schettino: “I Celtics ci arrivano come meglio non potrebbero: vincenti e, per i canoni Nba, riposati. I Lakers arrivano con diversi giocatori importanti ammaccati e, più in generale, dando una sensazione ben diversa rispetto al boom successivo alla trade per Gasol.”
Ecco. Qualche dubbio invece sulla squadra con il miglior record ad ovest, ma proprio la conquista faticosa del primato nel Never-so-Wild West potrebbe essere un propulsore determinante.
Dino N.: “Forse meglio di tutti ci arrivano i Lakers che, portato a casa l'ovest, sono gasatissimi e sull'onda dell'entusiasmo sapranno cavalcare il momento.”
Pareri contrapposti anche sugli Spurs: acciaccati o sornioni?
Frantz: “Gli Spurs come sempre non giocano alla morte in stagione regolare ma sono pronti per la post season.”
Mookie: “Ai playoff ci arriva male San Antonio. Scivolata nel ranking e fisicamente non al meglio negli uomini chiave (ma anche Horry e Barry non sono ancora sicuri di far parte del roster). Popovic mi pare nervoso.”
I Pistons, come i Celtics, hanno gestito al meglio il vantaggio accumulato ad est, concedendo riposo ai big e dando fiducia ai giovani.
Luke15: ” I Bad Boys hanno sfruttato il tempo che li separava dalla conquista dei playoff ai playoff stessi provando schemi e giocatori poco utilizzati fino ad adesso: sicuramente ciò ha permesso a rookie come Stuckey o Afflalo, ma anche ad Amir Johnson, di mettersi in mostra infilando peraltro prestazioni piuttosto convincenti”
Pollice verso per Rockets, Cavaliers e Raptors. I texani, senza Yao e terminato il magic-moment della striscia vincente, tornano ad avere qualcosa in meno rispetto alle altre. Cleveland e Toronto pagano un finale di regular season poco convincente, in cui hanno messo in dubbio posizioni che sembravano acquisite.
Le vittorie pesanti nel finale di stagione ha portato alcuni voti pro Jazz, mentre a Suns e Mavs viene riconosciuto un sensibile miglioramento in seguito al periodo di aggiustamento causato dagli arrivi di Shaq e Kidd.
Per i Nuggets, infine, tutto gira attorno al fattore 'momentum'.
Syd: “Di solito chi si guadagna l'accesso ai playoff nelle ultime giornate arriva molto carico. Secondo il mio ragionamento dovrebbero essere i Nuggets ad arrivare meglio, ma il pass non se lo sono guadagnati giocando con il coltello tra i denti, anzi hanno rischiato di non arrivarci proprio ai playoff perdendo delle partite sulla carta semplici; nessuna discussione riguardo il talento del roster, il problema è mentale, quindi non vedo proprio come possano riuscire a vincere più di due partite di playoff.”
Gerry Donato: ” Raggiungendo i playoff all'ultimo, Denver potrebbe rivelarsi come la classica mina vagante che ha poco da perdere, con in più il valore aggiunto Iverson-Carmelo (gendarmi permettendo) che in singola giornata può sbancare qualsiasi palazzo e ribaltare il fattore campo.”
4.Quale(i) giocatore(i) sarà il trascinatore in grado di fare la differenza nella corsa al titolo?
I due nomi più citati sono quelli che compaiono nell'ultima copertina di Sport Illustrated.
Mookie: “Si potrebbero fare tanti nomi, Deron Williams, Steve Nash… ma due nomi su tutti hanno delle motivazioni extra e sono certo giocheranno il loro miglior basket nelle prossime settimane: Kobe Bryant, pronto a dimostrare al mondo di essere leader e MVP della squadra campione; Kevin Garnett, da anni uno dei migliori giocatori della Lega che solo ora ha l'occasione di giocare per il titolo.”
Gerry Donato: “Quest'anno nessuno come Kevin Garnett ha una fame ed una determinazione così clamorose, arrivando per altro abbastanza riposato alle partite che contano grazie alla prematura fuga dei Celtics. E' il leader difensivo, forse offensivo ma sicuramente emotivo dei maggiori favoriti ad Est, e si gioca una delle ultime possibilità di cambiare tante cattive opinioni sul suo rendimento e sul suo essere poco decisivo ai playoff.”
Sul podio finisce il versatile e bizzoso lungo dei Pistons.
Dino N.: “Per l'est mi viene da pensare a Rasheed Wallace, la cui difesa è la sola che può realmente bloccare la front line dei Celtics.”
Discreto consenso anche che Lebron James, il due volte MVP Steve Nash ed il suo compagno Amare Stoudemire, l'emergente Deron Williams, il gaucho Manu Ginobili e Tim Duncan.
Leonardo Ancilli: “Ormai abbiamo imparato che scommettere contro Duncan non paga, però attenzione alla fame di Garnett e dei Celtics, e un occhio di riguardo pure per Deron Williams.”
Syd: “I Cavaliers arriveranno fin dove LeBron James li porterà , stesso discorso si potrebbe fare con Rasheed Wallace e i suoi Pistons.”
Luke15: “Ad Ovest saranno veramente decisivi i tre giocatori chiave dei Suns: Nash, Stoudemire e O'Neal. Se loro tre gireranno alla perfezione allora ci sarà da tremare per chi li incontrerà .”
Una citazione se la sono meritata anche Shaquille, Tracy McGrady, Chris Paul, Chauncey Billups e pure per Paul Pierce.
Edoardo Schettino: “In questo momento sono gli esterni ad avere le chiavi delle loro squadre in mano: ad ovest Bryant, Nash, Mc Grady, Paul, Ginobili e Williams. Ad est Billups, James e Pierce, che avrà in mano i palloni importanti della stagione di Boston.”
5.Chi immagini possa esplodere e consacrarsi come stella di prima grandezza in questi playoff?
Questa domanda ha avuto in parte un esito scontato con due nomi piuttosto ricorrenti.
Luke15: “Ad esplodere in questi playoff saranno due giocatori su tutti: Chris Paul di New Orleans e Deron Williams per Utah. Entrambi hanno già dimostrato il loro valore nella regular season e sono sicuro che però il meglio debba ancora venire: di solito i grandi giocatori nei playoff aumentano esponenzialmente il loro rendimento, loro due non faranno eccezione.”
Poche ma interessanti le alternative, talvolta sorprendenti, altrove provocatorie.
Syd: “Lamar Odom e Luis Scola, diventati già due giocatori fondamentali per Los Angeles e Houston rispettivamente dopo l'arrivo di Gasol e l'infortunio di Yao Ming, si guadagneranno l'appellativo di secondo/terzo violino in una contender.”
Frantz: “Deron Williams, a mio parere la migliore point guard della lega. Un altro giocatore potrebbe essere Dwight Howard”
Edoardo Schettino: “E' un forzatura ma per la prima volta Kobe Bryant arriva ai playoffs da “prima punta” di una squadra in grado di vincere. Vediamo come va. “
Dino N.: “Abbiamo veramente stelle di seconda grandezza a questi playoff? Pochine davvero, tra le squadre di vertice. Mi astengo e preferisco sorprendermi sotto questo aspetto ai playoff.”
Da registrare anche un voto per la star dei Sixers Andre Iguodala.
6. Quale role player o 'comprimario' giocherà un ruolo decisivo?
Questo è una categoria di giocatori che si esprime al meglio in un preciso, organizzato contesto di gioco. Non è un caso, infatti, che il primo della lista risulti essere l'ultima addizione in casa Spurs, Kurt Thomas; seguito a breve distanza dal compagno Bruce Bowen e dal panchinaro di lusso dei Celtics James Posey.
Gerry Donato centra la questione puntando il dito sugli “specialisti difensivi delle big, come Bowen, Battier, Bell, Posey, Chandler, Brewer solo per fare qualche esempio. Nessuno parla di loro durante la regular season, ma regolarmente diventano non meno protagonisti dei compagni dal trentello facile nelle cronache e nei recap, e ci si accorge di colpo di quanto siano importanti.”
Frantz: “I mestieranti potranno fare la differenza. Dico Kurt Thomas degli Spurs e PJ Brown per i Celtics che si scontreranno in finale.”
Verrebbe da dire tutti specialisti difensivi (citazioni anche per Battier, Brewer e Chandler) di squadre dalla spiccata abilità nel proteggere il proprio canestro, come Boston e San Antonio. Ma sul podio, ex aequo, trovano posto anche molti uomini di Mike D'Antoni o giocatori dal talento principalmente offensivo.
Stefano Buttera si gioca: “la coppia Rondo-Cassell di Boston e le guardie Giricek e Barbosa di Phoenix.”
Mookie: “Cassell a Boston può essere il legame determinante tra tre potenziali vincenti ed il titolo. Se Phoenix si giocherà il titolo molto dipenderà dal contributo di Shaq, l'esperienza di Hill e la difesa di Bell.”
Edoardo Schettino: “Shaquille O'Neal che a Phoenix è un comprimario, seppur di lusso.”
Syd: “Il primo che mi viene in mente è Kyle Korver, che uscendo dalla panchina di Utah può spaccare le partite con il suo micidiale tiro da tre.”
7. Quale allenatore può essere un valore aggiunto ai playoff? E quale un'incognita da verificare a questi livelli?
Com'è ovvio aspettarsi sono i coach che possono vantare alcuni titoli di campioni NBA a godere della maggior fiducia. Su Popovic (4 titoli) il parere è quasi unanime, seguito da Phil Jackson (alla ricerca del decimo anello).
Luke15: “Phil Jackson ha un'esperienza ormai decennale nella post-season e sicuramente sa come si vince un titolo NBA forse meglio di chiunque altro: quest'anno la voglia di vincere a L.A. e lui sarà sicuramente l'uomo che può volgere una serie a suo favore da un momento all'altro; Gregg Popovic invece ha una cura maniacale per i minimi dettagli di ogni gioco e come noto gli Spurs danno il meglio di loro stessi nei playoff: anche quest'anno sarà così.”
Gerry Donato: “Phil Jackson è l'unica garanzia tra i sedici allenatori che arriveranno ai playoff, l'unico destinato certamente a far salire di livello il gioco della sua squadra solo grazie all'esperienza ed alle qualità motivazionali.”
Se le favorite ad Ovest possono contare su allenatore considerati vere e proprie garanzia, lo stesso non si può dire dei top team della Eastern Conference.
L'osservato speciale è Doc Rivers, da nessuno considerato un valore aggiunto, anzi questo privilegio spetta alla solitaria citazione riservata al suo assistente Thibodeau!
Gerry Donato: “Doc Rivers ha dimostrato di sapere guidare alla grande una Ferrari in Formula 3 o in Formula Kart, ma quando arrivi in Formula 1 serve il salto di qualità anche dei meccanici ai box e del pilota: è certamente il coach con la maggiore quantità di occhi addosso.”
Dino N.: “Un valore aggiunto? Ad ovest il trio delle meraviglie Jackson, Popovic, Sloan, mentre ad est Tom Thibodeau e Van Gundy. Le incongnite, ci metto Byron Scott su tutti.”
Come Rivers un certo scetticismo circonda la guida dei Pistons, coach Saunders.
Edoardo Schettino: “Flip di Saunders rappresenta l'incognita maggiore, non per la sua preparazione al di sopra di ogni sospetto, ma per la difficile gestione che lo aspetta di Rasheed Wallace e degli umori della sua squadra.”
Leonardo Ancilli: “Sloan e Popovich sono due sicurezze, Saunders si tira dietro maree di dubbi in ottica playoff da anni, sicuramente sotto esame così come Rivers ancora senza serie di playoff vinte, anche se non ha mai allenato squadre di vertice.”
Stefano Buttera: “Ad Est non vedo allenatori che facciano la differenza, da verificare Rivers, ultima spiaggia per Flip Saunders. Ad ovest Popovich e Sloan sono una sicurezza, da vedere Byron Scott.”
Ad ovest le maggiori perplessità emergono quando accostate a due team, che si affronteranno al primo turno, dal passato diametralmente opposto. Gli Hornets, sbucati dal nulla e alla prima apparizione in post season da quando hanno lasciato Charlotte, e i Mavericks, quasi campioni NBA due anni fa prima di scoprirsi incapaci di superare la pressione dei momenti caldi.
Mookie: “Rivers e Scott sono da verificare ai playoff, Avery Johnson la mia più grande incognita, D'Antoni la grande scommessa, Sloan e Popovic le sicurezze.”
C'è anche chi fa il nome dell'ex Coach of the Year tra gli inaffidabili.
Syd: “Sam Mitchell e Avery Johnson le incognite (forse esagero, ma il primo è proprio un male per la squadra), Phil Jackson e Greg Popovich i valori aggiunti.”
Come avrete avuto modo di notare dalle risposte, c'è un certo Sloan che compare spesso tra le segnalazioni con valore positivo. È lui il terzo ed ultimo dei coach che possono contare su una stima trasversale. Così il coach dei Jazz contraddice la mia affermazione iniziale: assieme ai 13 titoli della coppia Popovic-Jackson c'è posto anche per chi da una vita è nella mischia senza mai riuscire a vincere.
Significativo, no?
8. Quale sarà il tema tecnico-tattico e la chiave per vincere l'anello?
Quasi imbarazzante porre la domanda e scoprire che tutte le risposte vanno nella stessa direzione.
Dino N.: “La difesa ovviamente! Ne vedremo delle belle perchè ad ovest tutte si sono messe a difendere duro e le due padrone dell'est hanno fatto la chiave dei loro successi la difesa. I pistons da anni, boston da meno tempo ma altrettanto efficace. Parlo di difesa in generale ovviamente perchè a questi play off soprattutto ad ovest abbiamo da leccarci i baffi sia per l'area pitturata che per l'esterno.”
Syd: “È troppo scontato dire la difesa, però è risaputo che chi difende male fa poca strada.”
Stefano Buttera: “La difesa in primis, specie nel pitturato sui lunghi all star (Duncan, Stat, Shaq, Howard, Sheed) e la capacità di controllare il gioco.”
Leonardo Ancilli: “Difesa, difesa, difesa, come sempre forse più che in passato.”
Edoardo Schettino: “Con la notabile eccezione della Miami del 2006, le ultime vincitrici erano tutte squadre prettamente difensive. Boston, Detroit, Cleveland sono fondate sulla difesa. La difesa di San Antonio è il motivo per cui molti osservatori concedono ai campioni in carica un minimo di vantaggio sulle altre.”
Ci si mette anche la storia (recente e non) in tutta la sua pesante evidenza! Insomma, brutti tempi per il Run & Gun dei Suns. Per fortuna che ora in Arizona è arrivato The Big Cactus, o no?
Frantz: “Le grandi difese a metà campo di Spurs e Celtics saranno le chiavi, sono scettico invece del contributo di Shaq a Phoenix in questi playoffs.”
Due le proposte per deviare dal tema principale.
Gerry Donato: “La capacità di leggere le situazioni e le novità tecniche proposte dai rivali, la rapidità nel porre aggiustamenti di partita in partita all'interno della serie ma anche di quarto in quarto all'interno della stessa partita, all'occorrenza snaturando il proprio playbook o rivedendo alcuni principi cavalcati per tutta la regular season.”
Mookie: “Da anni non si fa che parlare di costruire squadre in grado di attuare diversi stili di gioco, ma alla fine il titolo è appannaggio di squadre con una precisa identità di gioco. Come sosteneva Red Auerbach, bisogna preoccuparsi di eseguire bene il proprio gioco, che siano gli altri a porsi il problema di come adattarsi alla tua squadra. Gioca come ti pare, ma esegui alla perfezione.”
9. Cosa ricorderemo di questi playoff?
Prima ipotesi: il crocevia.
Dino N.: “Credo questi play off la diranno lunga non solo per quest'anno, ma anche per quelli avvenire. I suns si stanno esaurendo e Duncan sembra aver perso un pò di smalto. Non è enterno nemmeno lui. Ad ovest ci sono i Pistons che giovani giovani non sono e Boston che difficilmente avrà davanti a sè nella migliore delle ipotesi più di un quadriennio.
Con un pò di accortezza potremmo vedere, salvo infortuni e trade clamorose, quali saranno le squadre che tra un paio di anni domineranno la lega. Ad occhio dico Orlando, dico Utah e dico New Orleans. Per ora sono le tre che hanno costruito meglio con Orlando che ha fatto l'acquisto dell'anno in Van Gundy.”
Seconda ipotesi: inizio di un mito.
Mookie: “Se i Lakers conquisteranno il titolo, cadranno le ultime barriere che separano Kobe dai più grandi della storia di questo gioco.
Se vincono i Celtics, sarà la dimostrazione di come tre grandi giocatori possono in un solo anno trasformare una franchigia disperata nella squadra da battere, e possono dare una svolta vincente alle loro carriere fatte di grandi numeri accumulati lontano dai posti che contano davvero.
Se i Suns vincono il titolo giocando “alla Suns” (Shaq can run) crollerà il luogo comune secondo il quale per vincere bisogna per forza costruire una difesa a prova di scasso. Magari più difficili, ma ci sono altre vie e c'è sempre una prima volta.”
Terza ipotesi: (im)possibile ritorno all'essenza del gioco?
Edoardo Schettino: “Con l'aria che tira speriamo che la giocata decisiva della Finale non sia un doppio arresto con cambio carpiato di piede perno con tanti saluti a quegli allenatori che ai loro ragazzini chiedono 'Qual è il perno?'”