Una bizzarra stagione…

Miglior stagione degli ultimi 14 anni per i Warriors, ma niente playoffs…

Il rumore generato dai rimbalzi del pallone sul fondo della Oracle arena è diverso rispetto a quello di tutti gli altri “teatri” della lega:

Ha il ritmo frenetico delle folate di Monta Ellis, la lucida follia delle triple in transizione di “Captain Jack”,la spavalderia delle incursioni a canestro del Barone…

Tuttavia la sera del 10 aprile dopo il dardo mortale scagliato dai polpastrelli del fenomenale Allen I, l'euforia che -per più di un anno- aveva accompagnato l'irresistibile circo di Don Nelson s'è improvvisamente dileguata.

Solo allora quel rumore è diventato sordo come il suono dei rintocchi di una campana sgangherata che -di fatto- scandiva l'epilogo di una stagione intricata, affascinante -ma alla fine- tremendamente beffarda per la squadra della Baia.

Nella scorsa stagione i Warriors sfrecciarono nella storia della lega per esser stati la terza testa di serie numero otto capace di sconfiggere la prima – ci riuscirono anche Denver nel 94 e Ny nel 99-…

Stavolta – per un amaro gioco del destino – passeranno agli annali per esser stati i primi a non ottenere l'invito al “gran ballo di primavera” nonostante 48 successi.

Da quando l'Nba – stagione 83-84 – ha allargato la “corsa a premi finale” a sedici partecipanti, una cosa del genere non si era mai verificata: il “record” precedente apparteneva ai Rockets del 00-01 che chiusero a quota 45 vittorie.

Si poteva fare di più?
Probabile, ma francamente ci sembra ingeneroso criticare un gruppo che dopo la falsa partenza novembrina (1-6 nelle prime 7 uscite tutte in contumacia Jackson) ha semplicemente dimostrato che l'esaltante cavalcata della primavera 2007 era tutto fuorchè figlia della casualità .

Se i protagonisti dei primi due mesi di stagione son stati i leaders designati: Davis alla migliore stagione in carriera (22, 7.5 assist ad intrattenimento e neanche una gara saltata per guai fisici) e Jackson (46-27 il bilancio quando ha indossato la canotta) da gennaio in poi la “compagnia” si è arricchita anche delle recite di Monta Ellis, – 53% al tiro dal campo e 20 punti ad uscita – il trapezista più spericolato della truppa di Nelson.

La razzente guardia dopo l'esplosione della stagione scorsa ha confermato il sospetto che all'interno dei suoi 190 - scarsi – centimetri si nasconda – mica poi tanto… – un futuro “all star”.

L'arma letale è rappresentata dal mortifero tiro in sospensione dai cinque metri, piuttosto arduo da contestare grazie all'esplosività  delle sue “smilze” leve, il marchio di fabbrica è invece rappresentato dai “lay-ups” -scoccati in mezzo al traffico- generati -non di rado- da acrobatiche evoluzioni.

Ha decisamente impressionato anche l'ala-pivot Biedrins autentico segugio dei rimbalzi – 10 a partita ma in…27 minuti d'impiego medio – e assai abile nel convertire a canestro – quasi 63% al tiro dal campo – le invenzioni “baroniane” e quelle del fido Jack.

Buona parte del futuro del team di propietà  di Chris Cohan passa dalla riconferma di questi due signori e l'impressione è che per assicurarsi i servigi di entrambi occorrano almeno 17 milioni di “pezzi in verde” all'anno: dieci per il Lettone – del resto i lunghi “comandano” cifre principesche nel mercato estivo – e sette per Monta…

Prima di soffermarci più accuratamente sugli scenari futuri è opportuno - però – analizzare adeguatamente i motivi che hanno permesso ai ” W's ” di “flirtare” con le 50 vittorie stagionali, traguardo che – da queste parti – attendono dalla stagione d'esordio di… Chris Webber: 93-94.

La caratteristica principale di questo team è stata l'affidabilità : se escludiamo le prime sei gare della stagione – inattendibili vista l'assenza di Jack e in alcune di esse anche di Pietrus – i Warriors son stati l'unica squadra – insieme ai Suns – a non aver mai conosciuto la sconfitta per tre occasioni consecutive…

Questo eccezionale risultato è stato raggiunto - principalmente – grazie al buon andamento “on the road” (21-20), in attivo per la prima volta dalle… calende greche…

Le 21 scorribande nelle arene altrui son state sicuramente agevolate da un maggior impegno difensivo (45.8% concesso al tiro dal campo lontano dalla baia) mentre tra le mura amiche – specie contro avversari poco blasonati – i Guerrieri son sembrati – a volte – troppo sicuri dei propri “talenti” e han finito così per concedere un mediocre 46.8% al tiro su azione agli ospiti di turno.

Un'altra chiave importante è stata la panchina che – seppur- falcidiata dal consueto ostracismo “nelsoniano” nei confronti delle matricole – Wright ed il nostro connazionale han spesso assistito alle partite senza mai svestire la tuta… – è riuscita a rendersi utile di frequente.

Azubuike è stato fantastico nel mese di novembre e dopo uno scarso utilizzo nella fase mediana della stagione ha chiuso il torneo in crescendo.

Pietrus – al contrario – è sembrato sull'orlo dell'addio fino alla chiusura del mercato ma il suo mese di marzo – 50% al tiro su azione e 8 rimbalzi “atterrati” ad incontro – è stato pirotecnico, chiaramente la sua assenza di nove partite nel momento topico della stagione – problemi muscolari e all'inguine – si è rivelata ferale.

Se il veterano Croshere ha battagliato – per una vasta porzione dell'anno – più con la propria schiena che con gli avversari, va sottolineato come nei brevi periodi di salute il suo apporto sia stato prezioso, proprio come quello della guardia-ala Barnes – miglior difensore perimetrale del team e attaccante decisamente sottovalutato – il quale è stato però - inspiegabilmente – dimenticato in cambusa nella fase decisiva del torneo.

Come detto avremmo gradito un maggior impiego di Wright, fantastico rimbalzista e particolarmente utile in difesa – specie se a zona – grazie alla notevole apertura “alare” delle sue braccia.

L'ex Fortitudo ha pagato più che l'inesperienza la conferma di Ellis e la sorpresa Azubuike, va aggiunto come la scarsa capacità  di contenere le penetrazioni degli esterni delle lega di Monsieur Stern non abbia particolarmente giovato alla causa del Persicetano…

Merita un accenno anche lo sfortunato Webber:
Il nativo del Michigan, dopo un comprensibile periodo di adattamento aveva fornito due ottime prestazioni contro Boston e Phila ma proprio quando la scommessa fatta dal duo Mullin-Nelson iniziava ad essere davvero sensata, il suo famigerato ginocchio sinistro ha esalato… l'ultimo respiro.
Peccato.

Ripuliti gli armadietti è dunque tempo di pensare all'avvenire: il comandante Nelson ha già  annunciato che scioglierà  le riserve entro il primo luglio, siamo convinti che andare a svernare per due mesi nella sua magione alle Hawaii rappresenti un buon viatico per ponderare a dovere sull'eventuale ritorno. La proprietà  ha - comunque – già  esercitato l'opzione per la prossima stagione.

Ellis e Biedrins – come detto – non si accontenteranno di un pugno di dollari, va menzionato che essendo - entrambi – agenti liberi “con restrizione” eventuali laute offerte della concorrenza verranno pareggiate dal front office: “Li tratterremo ad ogni costo” ha promesso quell'ex componente del Dream Team originale…

Sembra meno spinosa del previsto la situazione della barbuta point-guard che ha appena compiuto 29 primavere…

Potrebbe uscire dal contratto il primo luglio ma essendo Memphis l'unica squadra con un bottino adeguato per l'acquisto, potete scommettere pure sul fatto che la Oracle anche l'anno prossimo verrà  esaltata dalle magie dell'ex Ucla…

Dando per scontata la dipartita di Barnes e dell'evanescente lungo O'Bryant sarà  difficile trattenere sia “Buki” che “Air France”. Questo significherà  - però – maggiori opportunità  per i menzionati Wright e Belinelli…

L'ultima sirena ha appena finito di gracchiare…
Da queste parti è stata un'annata bizzarra, non esattamente baciata dalla dea bendata ma ugualmente positiva.

Certo… pensare che dovremmo attendere il prossimo autunno per rivedere in scena l'irresistibile “compagnia d'attori di Oakland” lascia un po' di malinconia. Il pallone ha smesso di rimbalzare spensierato sul fondo dell'Oracle Arena…

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