Troppo forti i Pinguini di Crosby per i Senatori…
È finita decisamente male la stagione degli Ottawa Senators. Dopo un inizio di stagione esaltante, i rappresentanti della capitale canadese hanno faticato a qualificarsi per i Play Off e nei quarti di finale della Eastern Conference si sono rivelati poco più di una vittima sacrificale al cospetto dei Pittsburgh Penguins.
Se in sede di pronostico avevamo assegnato i gradi dei favoriti ai pinguini, nulla lasciava credere che la serie durasse lo spazio di quattro partite a senso unico. È come se i senatori avessero deposto le armi prima ancora di combattere.
Solo a sprazzi, e quasi sempre negli ultimissimi istanti della partita, si sono riversati dalle parti di Marc-André Fleury con il furore agonistico di chi avanza con la forza della disperazione. Evidentemente John Paddock, licenziato alla fine di febbraio, e Ray Emery, tranquillo come un agnellino in panchina, non erano gli unici colpevoli.
Neanche il rientro in pista di Daniel Alfredsson per la terza e la quarta partita è servito a cavare un ragno dal buco. Il capitano, lontano anni luce da una condizione per lo meno accettabile, ha tentato generosamente ma invano di dare una scossa alla squadra ricostituendo la linea con Dany Heatley e Jason Spezza che in passato aveva fatto le fortune di Ottawa.
Ma come spiegare l'involuzione di una compagine che, in fondo, non è molto diversa da quella che dodici mesi or sono raggiunse la finalissima?
Tanto per cominciare, la superlinea dei senatori arrivò al completo e sanissima all'appuntamento con i Play Off della stagione 2006-07 e devastò una dopo l'altra le difese di Pittsburgh, New Jersey e Buffalo. Solo gli Anaheim Ducks riuscirono a metterle la museruola grazie allo straordinario lavoro difensivo di Rob Niedermayer, Travis Moen e Samuel Pahlsson.
Quest'anno, Jason Spezza, Dany Heatley e Daniel Alfredsson sono rimasti a turno in infermeria. Il capitano, il vero mattatore dei Play Off dello scorso anno, ha addirittura dovuto saltare il momento culmine della stagione, mentre i suoi due colleghi, oltre a mai rendersi pericolosi in avanti, si sono fatti infilare regolarmente dagli attaccanti avversari.
In questi casi, le seconde linee sono chiamate a rispondere all'appello, ma se nei Play Off del 2007 lo avevano fatto con difficoltà , quest'anno sono state inesistenti tanto quanto i grossi calibri. Basti pensare che il miglior marcatore della squadra è il deludentissimo Cory Stillman con due soli punticini, a pari merito con Mike Commodore, che sulla carta dovrebbe essere un terzino difensivo.
Dove sono finiti giocatori come Wade Redden (1 punto, -4), Andrej Meszaros (1 punto, -4) e Antoine Vermette (0 punti, -4)? Dov'è finita la grinta di Chris Neil, che l'anno scorso era stato il Sean Avery della situazione procurando una superiorità numerica dopo l'altra con il suo gioco al limite del regolamento? Nulla, l'encefalogramma dei senatori è stato quasi costantemente piatto.
Certo, i Pittsburgh Penguins hanno avuto i loro meriti, ci mancherebbe. Michel Therrien ha dato sin da Gara 1 un chiaro segnale di fiducia nei propri giocatori non curandosi delle linee schierate da Bryan Murray. Raramente Sidney Crosby e Evgeni Malkin hanno dovuto accollarsi doppi turni e i pinguini hanno fatto girare tutte le forze a disposizione senza spremere come limoni solo pochi elementi.
Marc-André Fleury, pur non avendo dovuto fare miracoli, ha dimostrare di essere molto più maturo del Marc-André Fleury che dodici mesi or sono si era presentato baldanzoso al debutto nei Play Off bucando completamente la prima serie proprio contro Ottawa. Calmo nei movimenti laterali e sicuro nella gestione dei rimbalzi, ha dato quella sicurezza in più a difensori come Kristopher Letang e Ryan Whitney, che dopo aver finito la Regular Season con qualche difficoltà , hanno ripreso a giocare come veterani incalliti.
La passeggiata di salute contro i senatori non ha eliminato l'unico punto interrogativo concernente i Penguins, ossia la sopportazione del gioco fisico. Più volte durante la stagione regolare avevano sofferto le squadre alla costante ricerca dello scontro alle assi o della provocazione. Il prossimo avversario, probabilmente la vincente della sfida tra New Jersey Devils e New York Rangers, saprà toglierci anche quest'ultimo dubbio.