Kobe Bryant esulta con i suoi compagni dopo il successo contro i Kings, per Kobe stagione da MVP
I Los Angeles Lakers hanno conquistato la Western Conference: cinquantasette vittorie e solo venticinque sconfitte. Se solo sei mesi fa tali parole fossero state pronunciate da una qualsiasi persona sul pianeta Terra, il ludibrio e la gogna pubblica sarebbero state le uniche due soluzioni coerenti per quel soggetto. Il manicomio o un istituto di degenza mentale, l'unica cura possibile.
Un risultato pazzesco per Phil Jackson e compagni soprattutto considerando due fattori: 1) il livello qualitativo superbo che ha caratterizzato la corsa al "top spot" dell'ovest; 2) l'incredibile serie di infortuni che ha colpito il roster gialloviola, capace di rinnovarsi continuamente e di trovare in Kobe Bryant il faro imprescindibile per un'annata quasi irripetibile alle stesse condizioni.
RISULTATI
Mercoledì 26 marzo: Los Angeles Lakers - Charlotte Bobcats = 95-108 (L)
Venerdì 28 marzo: Los Angeles Lakers - Memphis Grizzlies = 111-114 (L)
Domenica 30 marzo: Los Angeles Lakers - Washington Wizards = 126-120, d1ts (W)
Mercoledì 2 aprile: Los Angeles Lakers - Portland Trail Blazers = 104-91 (W)
Venerdì 4 aprile: Los Angeles Lakers - Dallas Mavericks = 112-108 (W)
Domenica 6 aprile: Sacramento Kings - Los Angeles Lakers = 92-114 (W)
Martedì 8 aprile: Portland Trail Blazers – Los Angeles Lakers = 103-112 (L)
Giovedì 10 aprile: Los Angeles Clippers – Los Angeles Lakers = 78-106 (W)
Venerdì 11 aprile: Los Angeles Lakers – New Orleans Hornets = 107-104 (W)
Domenica 13 aprile: Los Angeles Lakers – San Antonio Spurs = 106-85 (W)
Martedì 15 aprile: Los Angeles Lakers – Sacramento Kings = 124-101 (W)
L'ultima tranche di stagione non è di certo iniziata nel migliore dei modi. Con Pau Gasol ancora ai box per i noti problemi alla caviglia sinistra, la squadra, dopo il mini-tour di quattro trasferte consecutive, è tornata un po' scarica fra le mura amiche dello Staples Center. A fare da cornice a questo mesto rientro, uno scarso impegno difensivo che ha consentito a due squadre ormai fuori dalla corsa playoff e con un record di gran lunga negativo, di conquistate due vittorie che sembravano avessero pregiudicato la posizione n° 1 ad ovest.
Perdere contro Charlotte e Memphis non è assolutamente accettabile e il modo in cui queste due sconfitte sono maturate hanno di certo fatto preoccupare in molti. Eppure, come molte volte accaduto in questa stagione, la squadra di Phil Jackson ha saputo rinascere dalle proprie ceneri (per merito, è innegabile dirlo, del rientro di Gasol nel quintetto base) proprio nel momento più difficile.
Con otto vittorie nelle ultime nove gare i Lakers sono riusciti a centrare, anche grazie al piccolo calo di New Orlenas e San Antonio, il diritto di giocare tutti i playoff, nel pazzo "Wilde Wide West" di questa stagione, con il vantaggio del fattore campo fino alle eventuali finali NBA.
Non una fortuna da poco per una squadra che, certamente, è stata capace di perdere 11 partite in casa (troppe per una "contender"), ma che ha saputo dimostrare di essere quasi infallibile nel momento della verità .
GLI INFORTUNI
Di certo, anche in questo report, non possiamo prescindere dagli infortunati di lusso.
Per quanto riguarda Andrew Bynum ci vuole ancora pazienza. Quando il giocatore sembrava sulla via del rientro, un'esame più attento effettuato in una clinica privata di New York ha confermato come il giovane centro lacustre dovrà ancora aspettare prima di rientrare in squadra.
Il ginocchio infortunatosi lo scorso 13 gennaio è ancora in via di guarigione e il gonfiore resta ancora il principale problema da affrontare. Molto probabile che i Lakers dovranno aspettare un eventuale finale di Conference prima di riavere a disposizione la scelta n° 10 al draft 2005. L'imperativo è comunque quello di non rischiare la carriera del centro. Meglio guarire a dovere e rientrare al 100%.
Notizie migliori su Trevor Ariza che non sarà a disposizione per il primo turno di playoff, ma che probabilmente, qualora i Lakers dovessero superarlo, potrebbe tornare in semifinale. Il piede sta guarendo in maniera corretta ed il dolore è praticamente sparito. Una volta tanto un recupero più veloce potrebbe essere ben accetto soprattutto se le cose nella prima serie di playoff non dovessero mettersi bene per i gialloviola.
LA SQUADRA
Nell'ultimo periodo, se escludiamo le due disastrose sconfitte contro i Charlotte Bobcats e i Memphis Grizzlies, che per altro hanno reso molto più complicata la corsa al primo posto all'ovest, i Los Angeles Lakers hanno espresso un gioco duttile: non solo in fase offensiva, dove la squadra ha ormai raggiunto una dimensione concreta e una fluidità davvero notevole, ma soprattutto in difesa, situazione in cui il ritorno di Gasol ha dato quella spinta in più necessaria per conquistare l'ovest. Forse solo il match in trasferta contro i Trail Blazers è stato preso sottogamba dalla squadra che infatti è ritornata a Los Angeles con la coda tra le gambe dopo una partita di certo scandalosa.
Da quel momento i Lakers non hanno più perso un colpo e dopo aver annientato i Clippers allo Staples Center (in trasferta) hanno messo in piedi un week-end fantastico: prima sconfiggendo i New Orleans Hornets di Chris Paul e poi piegando i San Antonio Spurs di Tim Duncan giocando in entrambi i casi match praticamente perfetti.
In realtà quello contro "le api" sarebbe stato il più bello se non fosse stato per il totale rilassamento della squadra nei secondi 24 minuti, capace di farsi recuperare un clamoroso +30 fino al +1 a quattro minuti dalla fine.
Fortunatamente la voglia di vincere ha svolto un ruolo fondamentale e i Lakers sono riusciti a portare a casa un successo prezioso oltre che decisivo.
Di elevata qualità anche il match contro gli Spurs in cui la difesa angelina ha fatto davvero un ottimo lavoro. Con l'assenza di Barry e Ginobili si è scelto sostanzialmente di annullare Tim Duncan contenuto a meraviglia da Pau Gasol e Ronny Turiaf autore nel quarto periodo di un vero e proprio show molto gradito in panchina dai titolari che considerando il punteggio hanno trovato qualche meritato minuto di riposo.
Il successo contro gli speroni campioni in carica non è stato importante solo per la classifica lacustre, ma anche per spingere in basso Gregg Popovich e soci che infatti si ritroveranno al primo turno contro i Phoenix Suns di Mike D'Antoni e Shaquille O'Neal. Un "first round" che promette di sicuro scintille. Aspetto davvero significativo è che non solo queste due squadre si trovino dall'altra parte del tabellone rispetto ai gialloviola, ma che stessa sorte è toccata a New Orleans e Dallas. Sostanzialmente i Lakers, per arrivare in finale, devono sconfiggere Denver e una a scelta tra Houston e Utah. Mai come quest'anno la finale di Conference è alla portata dei californiani.
E questo è un altro aspetto del quale vorrei discutere. Recentemente si è detto che i Lakers non sono in grado di arrivare in finale, né potrebbero essere alla pari, almeno in partenza, con squadre come San Antonio o Phoenix. Per non parlare di Detroit e Boston. Beh, devo ammetterlo: non sono d'accordo. I Lakers hanno dimostrato in stagione di sapere affrontare qualsiasi difficoltà , hanno saputo ribattere alla sfortuna e al gran numero di infortunati, hanno saputo trasformarsi e riadattarsi a seconda delle esigenze esprimendo un gioco di una qualità davvero elevata.
Inoltre, in una probabile serie di finale di Conference i lacustri avranno a disposizione di certo Ariza, mentre non è sicura la disponibilità di Bynum. In ogni caso con Gasol in mezzo all'area e uno come Kobe Bryant nel back-court, niente è impossibile. L'idea principale, quella che deve essere chiara alla squadra sin da domenica sera contro i Nuggets, è affrontare i match uno alla volta, step by step, senza pensare alle conseguenze o alle serie successive. La politica di una partita alla volta è quella corretta se si vuole pensare di arrivare fino in fondo.
Altro aspetto è quello relativo al fattore campo. Molti hanno detto che è un valore che non avrà molto peso ai playoff e hanno portato due ragioni per spiegare questa affermazione: 1) I Lakers hanno perso 11 partite in stagione regolare confermando di non essere una squadra casalinga, modello Utah Jazz tanto per capirci. 2) Il fatto che le otto qualificate ai playoff dell'ovest abbiano raggiunto tutte quota 50 vittorie, evento mai avvenuto nella storia, è la conferma di come il fattore campo sia assolutamente un valore inutile da considerare. Tutto vero, ma forse non completamente.
Innanzitutto ai playoff il tipo di approccio alla gara cambia completamente rispetto ad una gara di stagione regolare, ma anche se dessimo per buono il ragionamento precedente ci sarebbe da considerare un'ulteriore statistica sulla quale in pochi hanno riflettuto: con Pau Gasol in campo i Lakers, allo Staples Center, hanno perso una partita sulle 11 giocate con il centro spagnolo nel pitturato gialloviola: contro Sacramento, di un punto, in un finale al cardiopalma e con un tiro di Bryant finito sul primo ferro. Solo questa riflessione può far capire come espugnare il parquet lacustre sarà molto complicato.
In conclusione, se pensiamo all'ultima parte di stagione gialloviola, un fatto può essere citato senza aver paura di essere smentiti: se i Lakers scenderanno in campo con la concentrazione a 1000, con la voglia di difendere al massimo livello, con la testa indirizzata verso la vittoria, difficilmente questa può essere mancata.
La variabile fondamentale è certamente la difesa: se c'è applicazione nel reparto arretrato, se la voglia di proteggere il canestro è superiore a qualsiasi altra situazione, allora niente sarà impossibile per questa squadra. Neanche il titolo. E senza il bisogno di Bynum. Perché il sistema è più importante dei giocatori; perché la voglia di applicazione è più importante degli uomini.
Se c'è la volontà di difendere sul serio il titolo non può e non deve essere una chimera. Di sicuro si potrà arrivare in finale di Conference e sia la prima posizione ad ovest che il calendario, da questo punto di vista, sono stati propizi. Poi è chiaro che le ultime due serie saranno complicatissime, quasi impossibili, ma forse, a quel punto, la fortuna (Andrew Bynum in particolare) avrà anche posato il suo sguardo dalle parti di Los Angeles.
I SINGOLI
Anche in questo report non può mancare la classica rubrica dei "promossi e bocciati" che meglio di ogni altra cosa può far rendere conto sull'andamento del finale di stagione gialloviola.
Promossi
Kobe Bryant 8,5: Cosa si può dire di Kobe Bryant? Semplicemente miglior giocatore della stagione. In questo momento si sta discutendo molto su chi debba essere l'MVP, il "most valuable player" della stagione 2007-2008. Dal mio punto di vista non ci sono discussioni. Bryant è stato in grado di mettere da parte i suoi egoismi personali, i numeri, le statistiche etc.: tutte quelle situazioni che in passato gli erano state additate come causa della non-vincita del premio. Ha portato una squadra devastata dagli infortuni (tre mesi senza Bynum, tre mesi senza Ariza, nove partite nel momento decisivo senza Gasol) in cima alla Western Conference abbattendo uno dopo l'altro tutti gli avversari che gli si sono parati di fronte. È andato a vincere nello Utah e a Dallas senza un centro titolare giocando partite praticamente perfette e mostrando una cattiveria e un'abnegazione difensiva che hanno costretto tutta la squadra a fare lo stesso. Ha praticamente costretto giocatori come Vujacic e Farmar ad applicarsi in fase difensiva. Non solo. In attacco ha segnato più punti di Lebron James: 2323 punti contro 2250 punti (con sette match in più), ha raggiunto quota 4000 assist in carriera diventando uno dei 16 giocatori che nella storia sono riusciti a segnare più di 19000 punti e di smazzare più di 4000 assist. E ha fatto tutto questo con un dito privo di un legamento che, dopo le Olimpiadi di questa estate a Pechino sarà costretto ad operare. Ed ancora stiamo discutendo su chi debba essere l'MVP? Se non lo vince quest'anno, dopo tutto quello che gli era stato contestato negli anni scorsi, questo premio non avrà più ragione di esistere. Quest'anno Bryant se lo merita. Il resto sono balle. MVP.
Lamar Odom 8: Ha giocato una seconda parte di stagione fantastica. Dopo l'arrivo di Pau Gasol nella sua mente è scattato qualcosa che lo ha fatto diventare non solo uno dei giocatori più solidi in assoluto a rimbalzo dell'intera Lega, ma anche un realizzatore sopraffino, in grado di conquistare il pitturato con una facilità disarmante. I suoi tagli dovuti alla presenza di Pau Gasol sono diventati un marchio di fabbrica, una specialità della casa contro la quale molte difese non hanno trovato una soluzione. Altro aspetto fondamentale è che Odom riesce ad essere decisivo anche senza la presenza dello spagnolo nel pitturato indice questo di come il suo, dopo l'All Star Game, è stato un upgrade mentale più che fisico. A fine stagione ha messo a referto 14 punti e 10,6 rimbalzi di media a partita. Quanti giocatori possono vantare queste statistiche? Ai playoff sarà uno degli uomini decisivi a disposizione di Phil Jackson. Indemoniato.
Pau Gasol 8-: Il suo arrivo ha cambiato questi Lakers. È arrivato a Los Angeles per niente. Non si tratta di questione di salari, che possono avere tutte le loro ragioni al di fuori di un parquet. Ma di qualità : un sette piedi che fa le cose che è in grado di fare Gasol non esiste nella Lega. Corre negli spazi come un levriero, ha un tocco di palla che ti fa girare la testa e comprende la triangolo come John Forbes Nash jr. capiva di matematica in "A beautiful mind". Il suo arrivo non solo ha di fatto aumentato la qualità offensiva della squadra, ma anche recentemente incrementato il suo apporto difensivo rendendo molto più complicata la penetrazione nel pitturato gialloviola. Se acquista un po' più di continuità in difesa allora per gli avversari diventerà molto dura trovare la via del canestro. Chiude la stagione regolare ai Lakers con quasi 19 punti e quasi 8 rimbalzi a partita. Numeri inequivocabili. Decisivo.
Derek Fisher 7,5: Negli ultimi tempi è tornato quello di inizio stagione. Dopo un periodo di appannamento dovuto ad una caviglia malconcia adesso Derek sta giocando un basket di elevata qualità . In attacco lo conosciamo tutti: è dotato di un tiro che difficilmente lo tradisce, grazie soprattutto a quella parabola fantastica di cui è dotato. Spesso viene fuori quando gli altri calano o quando c'è bisogno di punti fondamentali dentro la retina. Un guerriero come pochi che hanno calcato i parquet NBA: non si tira mai da parte, è sempre quello in prima linea e in difesa sta diventando un fattore a mano a mano che il dolore gli crea meno fastidi. Chiude la stagione regolare con quasi 12 punti di media, ma ciò che più fa star tranquilli i tifosi gialloviola è l'apporto d'esperienza che un giocatore di questo tipo può fornirti nel momento decisivo. Carismatico.
Sasha Vujacic 7,5: Gioca la sua migliore stagione in assoluto. Nell'ultimo periodo è cresciuto moltissimo e sta mettendo in mostra una personalità di primo livello. Quando c'è da tirare lui non si tira mai indietro e di certo la mano non gli trema. Chiude la stagione regolare con 8 punti di media (in quasi 18 minuti), ma soprattutto mette a referto un incredibile 43% da dietro l'arco che gli garantiscono la sesta posizione assoluta nella Lega. Un risultato notevole e che ai playoff potrà svolgere un ruolo primario in quelle partite difficili da sbrogliare. The machine!!!.
Phil Jackson 7: Grande stagione quella di Phil Jackson: un volpone applicator alla pallacanestro. Rinnova il contratto quando sa che Mitch Kupchak sta per fare la mossa del secolo. Impartisce lezioni nell'arco dei 48 minuti che fanno crescere continuamente la squadra e riesce a portare in cima alla Western Conference un roster che in alcuni momenti era ridotto a sette elementi contati. Partecipa attivamente al gioco come raramente ha fatto nelle sue annate precedenti e ruota in maniera egregia la squadra. In alcuni momenti potrebbe sfruttare maggiormente i suoi campioni, ma forse il buon vecchio Phil sta risparmiando i colpi migliori per i playoff. Empatico.
Ronny Turiaf 6,5: Una stagione di alti e bassi per Turiaf che però quando può disporre di una buona condizione fisica fa vedere cose egregie. Ultimamente ha recuperato quell'atletismo che i fastidi alla coscia e alla caviglia gli avevano un po' tolto e le ultime partite contro New Orleans e San Antonio sono la testimonianza di questo. Ha acquistato un tiro dalla media che compensa le sue mancanze sotto i tabelloni (l'altezza è quella che è d'altronde per una power forward NBA) e quando c'è bisogno di difendere lo fa in maniera favolosa. Se riuscisse ad essere efficace anche con il movimento di piedi, così come lo è nella parte superiore del corpo, i Lakers avrebbero risolto in difesa un altro problema notevole e aumenterebbero di certo la loro impermeabilità . Chiude la stagione regolare con 6,6 punti e 4 rimbalzi di media in 18 minuti. Impavido.
Vladimir Radmanovic 6+: Giocatore abbastanza enigmatico. Nel senso che potrebbe rendere molto di più, ma che per motivi soprattutto psicologici non riesce ad essere decisivo. In alcune serate è praticamente una sicurezza, capace di realizzare anche più di 20 punti grazie al suo tiro dalla media e lunga distanza. In altre giornate, invece, non riesce ad infilare nulla e spesso viene dominato quando cerca di avvicinarsi in post-basso. In difesa, invece, non ha ancora raggiunto la sufficienza piena. Si fa superare troppo facilmente dai suoi avversari e la difesa lacustre soffre tantissimo la sua scarsa applicazione. Proprio per questo motivo, nei finali combattuti, Phil Jackson inserisce Bryant da small forward e fa giocare Vuajcic al suo posto. Speriamo che le lezioni della stagione regolare siano state sufficienti e gli permettano di essere più efficace ai playoff. Chiude la stagione regolare con 8,4 punti in quasi 23 minuti di media. Un po' poco per uno "starter" sinceramente. Lunatico.
Bocciati
Jordan Farmar 5,5: Aveva iniziato alla grande la stagione, poi con il passare dei mesi si è completamente perso per strada. Ultimamente ha riacquistato una buona continuità al tiro dalla lunga distanza, ma in difesa è veramente impresentabile. Se davanti si trova una guardia più potente di lui perde nel confronto fisico, se invece, si trova di fronte un play rapido e scattante viene ripetutamente battuto dal palleggio. Insomma un vero disastro. A questo aggiungiamoci alcune scelte indecorose nella costruzione del gioco e avremo il quadro completo di un giocatore che ai playoff è chiamato ad elevare i propri standard altrimenti i Lakers potrebbero risentirne. Chiude la stagione regolare con 9 punti in 20 minuti a partita. Discontinuo.
Luke Walton 5,5: Sta gradualmente ritrovando la forma dell'anno scorso o quella della primissima parte di stagione. Ci sono ancora alcuni aspetti del gioco, soprattutto in zona difensiva, dove fa pietà , ma in compenso le sue scelte offensive stanno ritrovando spessore e qualità . Chiude la stagione regolare con 7,2 punti, 3,9 rimbalzi e 2,9 assist in 23,4 minuti di media a partita. Obiettivo del figlio del grande Bill è quello di aumentare il suo apporto difensivo. Con una condizione fisica migliore ed una caviglia in ordine non è un compito impossibile. In miglioramento.
Ingiudicabili
Chris Mihm: NG.
Andrew Bynum: NG.
Trevor Ariza: NG.
Coby Karl: NG.
D.J. Mbenga: NG.
Ira Newble: NG
IL CALENDARIO
Iniziano i playoff. Servono altre parole? I Lakers se la vedranno contro i Denver Nuggets e gara1 andrà in scena domenica sera alle 21 ora italiana. Le prime due gare saranno allo Staples Center. Si inizia domenica sera dunque e il riferimento alle tre gare di stagione regolare (3-0 Lakers) è quanto mai inopportuno. Ai playoff sarà tutta un'altra musica e servirà la migliore Los Angeles gialloviola per indirizzare da subito la serie e, perché no, provare a vincerne almeno una a Denver e chiudere dunque i conti il prima possibile. Noi saremo sempre qua e ci risentiremo dopo le prime tre partite (di cui le prime due in California) per una riflessione più approfondita su quanto avvenuto.
Domenica 20 aprile, ore 21.30 italiane: Los Angeles Lakers - Denver Nuggets = 128-114 (W)
Giovedì 24 aprile, ore 4.30 italiane: Los Angeles Lakers - Denver Nuggets = 122-107 (W)
Sabto 26 aprile, ore 23.30 italiane: Denver Nuggets – Los Angeles Lakers = 108-84 (W)
Stay tuned