Presente e futuro dei Kings: Kevin Martin
Quando nel 2004 i Sacramento Kings scelsero con la 26esima scelta al draft un certo Kevin Martin da Western Carolina, nessuno (tranne forse i dirigenti dei Kings) avrebbe pensato che potesse diventare il futuro della franchigia e il giocatore più importante a disposizione dell'attuale coach Reggie Theus.
La prima stagione non ha di certo aiutato a far cambiare questa idea alla gente, i soli dieci minuti d'impiego e tre punti di media non davano adito a grandi speranze.
Già dall'anno successivo, ad ogni modo, sfruttando le molte assenze, Martin guadagna maggiore spazio e fa crescere le sue cifre, arrivando a 10 punti di media; ma l'esplosione definitiva, che lo consacra come leader dei Kings avviene nella stagione 2006/07, nella quale gioca 35 minuti e realizza 20 punti, conditi da 4 rimbalzi e 2 assist, meritando il secondo posto nel premio di Most Improved Player, dietro a Monta Ellis.
Quest'anno, nonostante un infortunio che l'ha tenuto fuori per diciotto partite, le cifre di Martin non ne hanno risentito, anzi, i punti sono diventati quasi 24, e l'impatto è stato, se possibile, ancora più importante, soprattutto dopo la partenza di Mike Bibby, che ha privato i Kings di un attaccante essenziale per il loro gioco.
Le partite sopra i 30 punti, fatte registrare in stagione da KMart, sono state ben dodici, con due match anche sopra i 40 (43 contro New York e 48 contro Minnesota), e tutti questi risultati sono arrivati nonostante l'infortunio che l'ha tenuto fermo per una parte della stagione, e che ne ha condizionato il resto.
Il principale punto di forza del giocatore è da sempre l'attacco, e più in particolare il tiro. Nonostante una meccanica di tiro a dir poco particolare (durante il caricamento le braccia disegnano una specie di S), le percentuali sono sempre state buone, e gli hanno permesso di farsi conoscere ai difensori come buon tiratore; le maggiori attenzioni riservategli sul perimetro, hanno fatto vedere che Martin è in grado anche di penetrare e concludere, anche in mezzo al traffico.
Gli allenamenti fatti per migliorare il suo fisico, 199 centimetri per 87 chilogrammi, hanno fatto sì che KMart riesca a subire una grande quantità di falli, senza per questo risentirne pesantemente, e magari riuscendo anche a segnare; in questo modo, il suo gioco offensivo si può dire sia praticamente completo, in quanto la sua velocità gli permette anche di giocare molto bene in uscita dai blocchi. L'unico neo, nella metà campo d'attacco, è quello di una mancanza di gioco nella posizione di post, caratteristica che può, ad ogni modo, essere migliorata.
Difensivamente, invece, la velocità di piedi e la mobilità laterale permettono a Martin di difendere su gran parte delle guardie della Lega, inoltre l'attitudine e il quoziente intellettivo cestistico, riescono a coprire le sue lacune, soprattutto quelle legate al suo posizionamento e alla sua struttura fisica, che talvolta lo fanno andare sotto contro avversari più potenti fisicamente.
La stagione di Sacramento
Se la stagione di Martin è stata ancora una volta ottima, non altrettanto si può dire di quella dei Sacramento Kings; il record di 36-42 è troppo poco per poter anche solo pensare ai playoff nella Western Conference, e il risultato non troppo felice è stato raggiunto nonostante un roster più che decente, soprattutto prima della cessione di Bibby.
I problemi interni allo spogliatoio sembrano essere il vero motivo della mancanza di risultati per la squadra della California: i rapporti tra Artest e Bibby erano arrivati ad un punto di non ritorno, e la cessione di almeno uno dei due era scontata. In cambio dell'ex Grizzlies sono arrivati Lue (subito tagliato), Wright e Johnson (due contratti in scadenza) e Shelden Williams (una promessa mancata), oltre a una seconda scelta al prossimo draft.
La strategia di Sacramento pare abbastanza chiara, liberarsi di Bibby (ma soprattutto del suo contratto da 13.500.000$), e avere in cambio contratti in scadenza, così da creare dello spazio salariale per poter lavorare questa estate, e cercare di mettere un altro grande giocatore a fianco di Martin, magari cedendo anche Artest, il cui rendimento è sempre legato alle sue lune, puntando, perché no, su Udrih nel ruolo di playmaker, che tanto bene ha fatto in questa stagione.