Flip Murray, da quando è arrivato lui i Pacers hanno cominciato a vincere
Nove vittorie nelle ultime dodici partite, l'emblema della grande rimonta dei Pacers in chiave playoffs. Ancora altre quattro partite per decidere il futuro di questa stagione, anche perché il futuro vero e proprio prevederà diversi cambiamenti.
Playoffs o lottery? Le ultime quattro partite saranno determinanti, con gli Atlanta Hawks distanti due gare ma con un calendario piuttosto in discesa per loro, considerando le sfide con Miami e New York in aggiunta a Boston e Orlando ormai con la testa proiettata nella post season che probabilmente daranno tanto spazio alle riserve.
I Pacers per accedere nei playoff possono anche permettersi di arrivare con lo stesso record di Atlanta in quanto hanno la supremazia negli scontri diretti, non conterà in modo prioritario il record nella conference come erroneamente ho detto nel report precedente.
Le ultime quatro "finali" però non sono agevoli, considerando che l'obbligo sarà quello di vincerle tutte. Traferta contro Philadelphia, squadra in salute, a Washington contro i Wizards che hanno ritrovato Arenas e in mezzo le partite casalinghe da non sbagliare con Charlotte e New York.
“Non abbiamo mai mollato perchè crediamo che i playoffs siano ancora una possibilità concreta“. Diceva Danny Granger, sempre più leader di questi Pacers, dopo l'ampia vittoria 112-98 proprio sugli Hawks.
Proprio in quella partita si è voluto dare un segnale, dimostrando che un eventuale approdo nei playoff ai danni di Atlanta non sarebbe uno scandalo, tutt'altro. L'uomo in più era Flip Murray che segnava 20 punti tirando con un ottimo 7-11 dal campo e serviva ai compagni 10 assists, da quando è arrivato lui le cose per i Pacers sono migliorate, sopperendo alla grande l'infortunio di Jamaal Tinsley.
Murray non solo faceva la differenza a livello statistico, ma il suo apporto era determinante sia in difesa (limitava Mike Bibby ad appena 2 punti senza canestri dal campo) che nell'impostazione dell'attacco. “Penso abbia ben comandato la gara e il ritmo del gioco” – diceva su di lui O'Brien – “Ha fatto un grande lavoro, non solo per i suoi tiri ma anche tenendo a bada Bibby“.
I Pacers concedevano agli Hawks appena un 37% al tiro conquistando anche 29 punti di vantaggio ad un certo punto della gara. “Sono molto fiero” – diceva O'Brien a fine gara – “Abbiamo avuto una grande attitudine in tutta la stagione ed è gratificante vedere loro vincere così con la stagione che sta per finire. Vincere nove delle ultime dodici gare è qualcosa che bisogna sottolineare, la cosa che dobbiamo fare è continuare a vincere“.
“Cercheremo di giocare sempre così, sperando che Atlanta possa sbagliare qualche colpo“. Dichiarava Dunleavy.
In precedenza erano state fondamentali le due vittorie consecutive contro i Milwaukee Bucks. Al Bradley Center nella vittoria 105-101, Dunleavy segnava 12 dei suoi 27 punti nell'ultimo quarto comprese un paio di triple importantissime, mentre Troy Murphy (sempre molto positivo dopo la pausa All Star Game) contribuiva con 17 punti e 6 assists e la panchina aveva 11 punti a testa da parte Diener, Daniels e O'Neal.
Proprio O'Neal si sta facendo sentire in questo nuovo ruolo che gli è stato designato per via dell'infortunio al ginocchio. Parte dalla panchina, non gioca più di 20 minuti e non gli si chiede di essere la prima opzione dell'attaco, tutt'altro, il suo contributo deve essere nella difesa in post, nei rimbalzi e nelle stoppate.
Nelle partite restanti però si potrebbe forzare qualcosa, perché O'Brien ha fatto sapere che il minutaggio potrebbe addirittura salire a 30 se ce ne sarà di bisogno. “Cerco di uscire dalla panchina e giocare bene i miei 20 minuti” – diceva O'Neal – “Mi sento a mio agio con questo, se la partita è in un brutto momento le cose possono cambiare“.
Alla Conseco Fieldhouse, arrivava una vittoria per 105-97 sempre ai danni dei Bucks, ma con i Pacers sotto di 10 punti all'apertura dell'ultimo quarto l'eroe era stavolta Travis Diener.
“Ha giocato un quarto periodo eccezionale, non solo in attacco ma anche in difesa” – diceva coach O'Brien su Diener – “E' stata la scossa di cui avevamo bisogno“.
Con Atlanta era stato Murray l'uomo in più, stavolta Diener, un'accoppiata di point guard che non ha fatto rimpiangere l'infortunio di Tinsley. “Siamo due tipi di point guard differenti” – ha detto Diener - “Flip (Murray) è più realizzatore e la squadra non gioca allo stesso modo con me. E' una grande combinazione“.
Importante era anche il contributo di Jeff Foster, autore di 16 punti (8-11 dal campo) e 15 rimbalzi, mentre Granger produceva 27 punti in aggiunta a 7 rimbalzi, anche se tirando 1-8 dai 3 punti.
Poco da fare invece nella partita precedente in casa dei Boston Celtics, dove i Pacers erano protagonisti della seconda peggior prestazione offensiva stagionale con appena 77 punti realizzati, tirando col 36% dal campo e un brutto 6-29 dalla grande distanza. “Non abbiamo messo i tiri che dovevamo mettere nel primo tempo” – diceva O'Brien – “Penso che la loro difesa sia la migliore nella lega, penso ci sia poco da dire, ecco perchè sono una contender“.
Nel frattempo si comincia a parlare di awards e se per i Pacers a livello di squadra non è stata una stagione felicissima, la candidatura di Mike Dunleavy come Most Improved Player non è affatto utopia. Il giocatore nel nuovo sistema di gioco ha dato il meglio di se, smentendo tutti quelli che lo hanno sempre considerato un giocatore incompiuto e senza determinazione.
“Non oso pensare cosa sarebbe stata questa stagione senza Mike Dunleavy nel nostro gioco“. Ha detto O'Brien.
Dunleavy prima di questa stagione aveva una media in carriera di appena 12 punti, mentre in questa è quasi a quota 19, inoltre dalla pausa ASG in poi ha mantenuto 21 punti di media, ha segnato più di 30 punti in sei occasioni (in carriera gli era successo solamente una volta) arrivando a quota 36 per tre volte.
Fra le altre cose sta tirando col 42% dai 3 punti, mentre aveva un brutto 28% nella scorsa stagione. “Non penso ai premi individuali, ma se lo riceverò lo prenderò con piacere“. Ha detto Dunleavy.
A Golden State per lui erano soprattutto fischi, adesso i Pacers hanno un ottimo giocatore su cui ristrutturare la squadra. “Ha avuto più opportunità in questa stagione rispetto alle altre” – ha detto di lui il suo compagno Murphy – “Penso che a Golden State avesse un ruolo più marginale, più da playmaker. Qui invece è chiamato a mettere punti a referto“.
Fra le altre cose, Kareem Rush ha voluto spendere parole di elogio per il fratello minore, Brandon Rush, che con i suoi Kansas Jayhawks ha conquistato il torneo NCAA.
“Sono fiero di lui” – ha detto Rush del fratello, che lo ha visto personalmente all'opera nel torneo – “E' quello che si sogna quando sei un un college, sono felicissimo per lui e ha giocato bene“.
Rush junior realizzava 12 punti nella finale, ma nell'arco della stagione è stato il miglior realizzatore della squadra. “Personalmente credo che abbia già dato abbastanza al college” – continua Rush – “Ha dimostrato di aver superato i problemi al ginocchio, ha vinto un titolo nazionale e credo che sia arrivato il momento per lui di fare il grande passo“.
Chissà , magari proprio ai Pacers…