Che noia correre su e giù per la stessa collina da settimane…
"Ora possiamo dirlo, è finita" – prende atto coach Mc Millan - "Sapevamo che sarebbe stata una sfida dura. Il nostro traguardo è il prossimo anno, arrivare qui ed essere tra le squadre che continuano a giocare in aprile e maggio".
Come facilmente previsto nello scorso team report, i Blazers sono fuori dal tabellone dei playoff. L'ufficialità è giunta solo dopo la sconfitta di ieri notte contro i Lakers, ma già prima dell'ASG Portland aveva dimostrato di non averne abbastanza per tenere il passo di questa folle Western Conference: se lo standard è quello del 60%, allora è giusto avere ancora un po' di pazienza.
"Fondamentalmente per noi ora non cambia nulla" – guarda avanti McMillan - "dobbiamo tornare in campo ed essere competitivi anche in queste ultime sette partite, cercando ogni sera di giocare meglio della precedente".
Un piccolo obiettivo, simbolico, sarebbe ancora da raggiungere.
Portland non ha una stagione vincente da cinque anni e per toccare quota 41 servono ancora tre vittorie. Purtroppo il calendario è nemico: in Oregon passeranno di nuovo i Lakers, l'intero triangolo texano, mentre la gara conclusiva è prevista in casa dei Suns.
Tutte franchigie che letteralmente sbavano per una W in più per assicurarsi una migliore posizione in griglia. Non ci saranno regali di fine anno.
C'è poi la questione Brandon Roy.
In occasione della gara contro gli Wizards, il miglior giocatore dei Blazers ha dovuto abbandonare il campo dopo solo 6 minuti. Un problema all'inguine (e all'anca) lo ha costretto a saltare tutte le gare a seguire, lo terrà fuori anche nelle prossime due sifde contro Rockets e Spurs, ma non si può neppure escludere che resti fermo anche per il resto della regular season.
Senza Roy, tutto è più difficile, anche per una squadra che ha fatto del team-effort la propria forza.
Portland quest'anno si è costruita anche una certa fama, quella di avere dei ragazzi terribili. Il riferimento non è ai comportamenti per cui fecero parlare d sé i jail-blazers, bensì alle numerose vittorie down-the-stretch, alle partite giocate punto a punto e vinte in volata da questa che, è bene ricordarlo, è la terza squadra più giovane nella storia della NBA.
Ultimamente McMillan si è invece lamentato per aver visto alcuni suoi giocatori giocare con meno energia nell'ultima frazione.
"Se dai l'impressione di aver mollato, non fai altro che trasmettere questa sensazione anche ai tuoi compagni. E non è quel che vogliamo accada".
La costruzione di una squadra vincente va ben oltre i risultati in campo e visto che le classifiche non hanno più sogni da regalare, l'attenzione si torna a spostare su tutti quegli aspetti chiave del progetto intrapreso dall'ascesa del g.m. Kevin Pritchard.
Ci sarà un'intera estate per valutare l'impatto che potranno avere Koponen e Fernandez, per magnificare su ulteriori progressi da Roy e Aldridge. Il tempo per Portland arriverà , nell'attesa bisogna continuare a lavorare, sul gruppo e sui singoli, sugli aspetti tecnici e quelli comportamentali.
E nell'attesa ci si può anche divertire, di certo in Oregon quest'anno si sono divertiti in tanti.
Oden e la fretta
Chi più di tutti forse fatica a sopportare l'attesa è Greg Oden. Per lui non ci sono state vittorie, miglioramenti, buzzer-beater, solo riabilitazione. Comunque finisca, è stata una stagione speciale per molti blazers, solo lui ne è dovuto sempre restare fuori, accontentandosi al massimo di qualche uno contro uno con l'amico e compagno di squadra McRoberts.
Ecco allora cosa ti combina il povero (si fa per dire) Greg. Nel centro fitness di Tualatin si fa convincere da alcuni amici a partecipare a delle partitelle tra amici. Di basket, ovviamente. Il tutto sarebbe potuto avvenire all'oscuro dei Blazers, ma uno dei ragazzi che ha partecipato alle partite non ha resistito alla tentazione di poter dire al mondo "Wow, ho giocato con Greg Oden!"
Ma è questo stesso ragazzo a rendersi conto della gravità di quanto accaduto quando afferma: "Ero preoccupato quando l'hanno convinto a giocare, l'immagine di Greg che si faceva male in una partitella senza senso mi è subito balenata per la testa".
Nel giro di poche ore, il 26 marzo, la notizia si diffonde fino a raggiungere lo staff tecnico dei Blazers, per nulla felice della sorpresa.
"Questi ragazzi così giovani non si rendono conto del loro valore. Anche questo significa diventare maturi, tra qualche anno capirà quanto stupido sia stato" – è il commento con cui McMillan prova a giustificare il centro ex Ohio State, dopo avere parlato con il suo giocatore ed avergli tirato le orecchie.
"Gli ho spiegato che non lo può fare. Lui mi ha giurato che non ha forzato e io non ho potuto trattenere un 'chissenefrega!' Capisco che sia eccitato perché può muoversi come prima, ma non ha bisogno di andarsene in giro, qui ha tutto quel che gli serve per allenarsi."
Oden deve avere capito la lezione, anche se dal suo blog ufficiale non è ancora intervenuto per commentare l'accaduto.
Frammenti
Przybilla, tiri liberi e golf ~ Il centro dei Blazers sta registrando numeri importanti, ad esempio 12 rimbalzi di media dalla pausa dell'ASG ad oggi. L'assistant coach Monty Williams sottolinea anche il grande miglioramento di Joey nei tiri liberi, risultato di un nuovo modo di eseguire quel gesto tecnico.
Williams ha avuto l'ispirazione dal proprio istruttore di golf: per quanto potente il suo swing era poco preciso perché poco compatto. La stessa idea Williams l'ha applicata con successo su Przybilla, che ora non porta più il pallone sopra la testa, ma ha un movimento più corto e controllato.
Williams si è soffermato anche sull'umiltà e la disponibilità di un veterano come Przybilla, pronto a passare molte ore extra per lavorare sul suo tiro.
Rudy ~ Lo storico owner dei Blazers, Paul Allen, è stato di recente in Spagna per assistere ad alcune partite di Rudy Fernandez, star del basket iberico e giocatore scelto allo scorso draft dalla franchigia dell'Oregon. Pare che Allen abbia parlato sia con l'atleta che con il padre, l'idea è quella di portare lo spagnolo in Oregon già quest'estate.
Startin' Outlaw ~ Nonostante gli infortuni di Roy, di Jones, di Aldridge, Travis Outlaw ha sempre avuto lo stesso ruolo: partire dalla panchina. Fino a sabato scorso solo tre partenze in quintetto nell'arco dell'intera stagione. Dopo la sconfitta a Golden State, invece, McMillan ha deciso
di provare: Webster in posizione di guardia e Outlaw titolare in ala piccola.
Nelle ultime due partite il sesto uomo dei blazers ha giocato 75 minuti in due gare, realizzando rispettivamente 26 e 23 punti.
Blazers agli awards ~ Quest'anno non ci sono matricole da votare in Oregon, ma il grande miglioramento della squadra si riflette nei singoli e sia Aldridge che Outlaw riceveranno considerazione nella classifica di Most Improved Player. Per Outlaw potrebbero esserci nomination anche alla voce Sixth Man. Passando dal probabile al certo, da oggi pomeriggio Brandon Roy è ufficialmente uno dei sei candidati finali allo Sportmanship Award, il premio riservato a chi si distingue per correttezza e lealtà in campo.
Standing
(W) Portland @ Milwaukee 103-101
(W) Portland @ New York 120-114 (OT)
(L) Portland @ Cleveland 80-88
(W) Portland @ Minnesota 103-96
(L) Portland @ Sacramento 85-96
(W) Portland vs. Minnesota 107-96
(L) Portland vs. Phoenix 98-111
(W) Portland vs. L.A. Clippers 107-102
(W) Portland @ L.A. Clippers 83-72
(L) Portland @ Seattle 84-97
(W) Portland vs. Washington 102-82
(L) Portland @ Golden State 95-111
(L) Portland vs. Charlotte 85-93
(L) Portland @ L.A. Lakers 91-104
next: Portland vs. Houston
record: 50.7% — [38W/37L]
Western Conference: decimi
Northwest Division: terzi