Richard Jefferson sta vivendo un'altra buona stagione, a differenza della sua squadra
La stagione dei New Jersey Nets è iniziata male (10 vittorie e 15 sconfitte nelle prime 25 partite), e sta continuando nello stesso modo (21 vinte e 26 perse da quel momento), e nonostante questo la corsa per andare ai playoff è ancora a portata di mano nell'annacquato Est di questi tempi. A nulla sono serviti gli esperimenti di coach Frank o il cambio del General Manager o del roster, il record è rimasto, in ogni caso, negativo.
La stagioni scorsa, il record di 41-41 aveva permesso a Jefferson e Co. di accedere ai playoff in sesta posizione, post season che è stata coronata anche dal passaggio del primo turno ai danni dei Toronto Raptors, per poi cedere il passo ai Cleveland Cavaliers (o sarebbe meglio dire Lebron Cavaliers?). Quest'anno il record è molto peggiore, ma l'ottavo posto non è distante, la differenza tra Atlanta e New Jersey è di una sola partita a favore della franchigia della Georgia, mentre Indiana è leggermente più indietro.
Nonostante le difficoltà incontrate dalla squadra, ad ogni modo, Jefferson non si è mai lasciato abbattere più di tanto, mantenendo sempre le sue buone cifre, 23 punti (migliore della squadra, career-high e nono in classifica marcatori Nba), 4.2 rimbalzi e 2.8 assist; ma le cifre non dicono granché delle prestazioni dell'ex Arizona, dopo la partenza di Jason Kidd, Jefferson si è preso la carica di leader della squadra (anche perché Carter non è mai stato un vero uomo-franchigia).
Anche nelle parole del suo coach, Lawrence Frank, si ritrova questa sua nuova posizione:
Quando ha firmato l'estensione contrattuale nel 2004, Richard sapeva che la strada sarebbe stata dura per gli anni successivi. Adesso stiamo vivendo un altro periodo di transizione e lui si sta prendendo più responsabilità nel ruolo di leader, ed è molto più vocale verso i suoi compagni di un tempo.
Dal suo ingresso nella Nba, nel 2001 (scelto in 13 posizione da Houston e subito scambiato per i diritti su Eddie Griffin), le cifre non sono variate molto, la crescita è stata costante, passando dai 9.4 punti e 3.7 rimbalzi da rookie, ai 15.5+6.4 dell'anno successivo ai 18.5 punti, 5.7 rimbalzi e 3.8 assist della stagione 2003/04. L'annata seguente vede Jefferson mettere insieme le migliori cifre della sua carriera, ma è costretto a giocare solamente 33 partite a causa di un infortunio, al suo ritorno Richard mantiene le ottime cifre, con 19.5 punti, 6.8 rimbalzi e 3.8 assist, mentre l'anno scorso, ancora per via di un infortunio alla caviglia, il giocatore è costretto ai box per un lungo periodo, giocando solo 55 partite.
Oltre ai numeri, però, i miglioramenti si possono principalmente vedere dai tiri che RJ prende rispetto agli anni scorsi: i tiri vicino a canestro sono pressoché gli stessi degli anni passati, mentre quelli nella zona intermedia del campo sono aumentati, mantenendo, più o meno, le stesse percentuali; ciò che è veramente cambiato nel gioco di Jefferson, però, sono il numero di tiri da tre punti e di tiri liberi, che è aumentato di molto, e così anche le percentuali (39.4% dalla lunga distanza e 79.6% dalla lunetta).
Questo aumento delle percentuali e della quantità di tiri, dimostra il fatto che il giocatore non si è fossilizzato solo su un aspetto del suo gioco, cercando di migliorare nel tempo quelle che potevano essere i suoi punti deboli; il fatto, inoltre, che Jefferson alterni molto il tiro da tutte le posizioni (a differenza di molti giocatori che hanno una distribuzione dei tiri sul campo squilibrata), alle penetrazioni, è segno di una ormai raggiunta maturità .
Le voci su una sua possibile partenza da New Jersey (prossima Brooklyn?), ad ogni modo, sono sempre più imponenti, nonostante il suo nuovo ruolo di leader e uomo-franchigia, in molti credono che per Jefferson il futuro sia altrove, magari in una squadra che lotta per il titolo. Ma le sue parole a riguardo sono abbastanza chiare:
Sono sempre stato in questa franchigia, quindi c'è un piccolo senso di rispetto. Abbiamo vissuto bei momenti e cattivi momenti. È stato frustrante per tutti. Ma io sono stato qui dall'inizio, e questo è il posto migliore che conosco.
Le sue parole sulla scelta di un giocatore come Kidd, di chiedere di essere ceduto, per poter giocare con una squadra da titolo sono:
Sono un po' più giovane di altri giocatori che vogliono a tutti i costi vincere un anello. Tutti vogliono essere sicuri di aver fatto il massimo nella propria carriera per cercare di vincere un titolo. Per quanto mi riguarda, se fossi un po' più vecchio e alla fine della mia carriera, probabilmente mi guarderei intorno per una cercare una situazione migliore.
Il suo contratto da 12.200.000$ quest'anno, che salirà fino a 15.000.000$ della stagione 2010/11 non è così pesante, soprattutto perché si parla di un giocatore che può ricoprire bene il ruolo di finalizzatore, ma anche di secondo violino, e che oltre all'attacco gioca bene anche in difesa. Quando questo contratto scadrà , però, non è detto che Jefferson accetterà un prolungamento, anche se le sue dichiarazioni non dicono lo stesso:
Penso sia fantastico giocare con la stessa squadra tutta la carriera. Se fosse possibile e la nostra squadra fosse competitiva, mi piacerebbe molto concludere la mia carriera come un New Jersey Net, ed essere uno dei pochi giocatori, soprattutto in questi anni, a stare per tutta la carriera nella stessa squadra.
Per concludere, Jefferson parla anche della situazione della sua squadra e della lotta per i playoff:
Dipende tutto da noi. Siamo noi che controlliamo il nostro destino, abbiamo il tiebreaker contro gli Hawks a nostro favore, quindi loro dovranno avere un record migliore del nostro. Nelle ultime due o tre stagioni la situazione era la stessa, le squadre che sono andate ai playoff o le loro posizioni si sono decise nell'ultima partita, quindi il nostro compito è quello di cercare di fare il nostro meglio fino alla fine, sperando che Atlanta perda qualche partita.