Atlanta Hawks: back on track!

Finalmente l'arrivo di Bibby comincia a dare qualche frutto…

Decisiva doveva essere e, per ora, decisiva è stata.

La sera dell'8 Marzo, alla Philips Arena di Atlanta erano di scena i Miami Heat di Pat Riley. Il programma di David Stern, per la sera dell'International Women's day, aveva messo in palio una posta piuttosto rara: Heat e Hawks si sarebbero giocati, in poche ore, due vittorie.

La prima, molto particolare, da giocarsi in 51.9 secondi, partendo dal 114 a 111 Hawks, atto ultimo di un match lasciato in sospeso nel Dicembre scorso, quando un errore al tavolo aveva estromesso dalla contesa Shaquille O'Neal dopo il suo quinto fallo, segnalandolo erroneamente come il sesto.

La seconda, regolarmente prevista dal calendario della regular season, si sarebbe giocata una manciata di minuti più tardi, in maniera ovviamente più ortodossa. Ad affrontarsi, un team alla disperata caccia di un posto nei playoff 2008, un altro con l'infermeria sovraffollata e la testa già  proiettata al draft e alla post season.

I ragazzi di coach Woodson, pur con qualche affanno facilmente evitabile, sono riusciti ad infilare la preziosa doppietta, mantenendo immacolato il proprio canestro per quei 51.9 secondi che sono valsi loro la prima affermazione, e prevalendo in volata anche nel match regolare iniziato a quindici minuti da quella prima, curiosa sirena.

Due vittorie, appunto, che nell'arco di una sola notte hanno aggiornato la classifica della Eastern Conference riportando gli Hawks all'ottava piazza ad est, l'ultima che vale un gettone luccicante. Un balzo in avanti di inestimabile valore, soprattutto sul piano morale, dopo che le recenti disavventure, leggi record in trasferta disastroso, avevano riaperto clamorosamente i giochi,
riaprendo la bagarre ai Chicago Bulls, ai New Jersey Nets e, per un certo periodo, anche agli Indiana Pacers.

Risultati


Golden State 118-135 L;
@New Orleans 101-116 L;
@Charlotte 93-108 L;
Miami 97-94 W;
@Orlando 112-123 L;
Houston 75-83 L;
Los Angeles Clippers 117-93 W;
@New York 109-98 W;
@Washington 105-96 W;
@New Jersey 117-125 L;
Orlando 98-90 W;
@ Chicago 94-103 L;
Milwaukee 115-96 W.

Commento

Fai attenzione Eastern Conference: vincendo 5 degli ultimi 7 incontri, gli Atlanta Hawks sono tornati in carreggiata.

Il primo dei cinque successi, apertamente prevedibile, ha visto i Los Angeles Clippers nel ruolo dello sparring partner, affondare sino ad un inequivocabile -24; in seguito, i ragazzi della Highlight Factory, hanno raccolto vu doppie e consensi andando ad espugnare il parquet dei disastrosi New York
Knicks prima, e dei ben più quotati Washington Wizards poi.

Il rientro da un minitour di tre trasferte con due vittorie in saccoccia, per una delle franchigie con il peggior record esterno nell'intera lega, è stato colto da più parti come un segnale importante, di cambiamento. Sia chiaro, nulla di decisivo e nulla di trascendentale, ma un'inversione di tendenza
piuttosto sostanziosa, in grado di far risalire il titolo Hawks nella complicatissima borsa valori dei playoff ad est.

Se poi, al primo incontro casalingo dopo oltre una settimana, si ospitano e si mettono sotto i leader divisionali, un team capace di tenere un record costantemente sopra il .600 di vittorie, e che annovera tra le proprie fila un ragazzino di 22 anni con un costume blu ed una grande S rossa sul petto, allora qualcosa potrebbe essere cambiato per davvero.

L'inserimento di Bibby va gradualmente migliorando, viaggiando già  ora su livelli più che sufficienti; tesi alla quale vengono in aiuto le prestazioni decisamente di primo livello messe insieme dal suo compagno di reparto, Joe Johnson, il maggior fruitore dell'innesto dell'ex Kings in Georgia: per lui, 25 punti, 4.2 rimbalzi e 7.2 assistenze di media nelle ultime sette apparizioni.

Il costante raddoppio di JJ, praticato assiduamente dalla maggior parte degli avversari degli Hawks nel corso della stagione, non porta più al dimezzamento automatico delle capacità  offensive di Atlanta. Il prodotto di Arizona, infatti, si sta confermando realizzatore capace ed affidabile, e la sua reputazione da oltre l'arco permette a Josh Smith di stazionare più frequentemente nel pitturato, con gradevoli conseguenze, quali una miglior selezione delle conclusioni, ed un conseguente innalzamento delle sue percentuali dal campo.

Annoso, e al momento lontano dal trovare una soluzione, resta il problema della poca produttività  dei panchinari. L'apporto in media punti del pino di coach Woodson è tra i più bassi della lega, e spesso, se non sempre, deve ringraziare le ottime percentuali dal campo di Josh Childress.

Nè Pachulia nè Law sembrano, al momento, in grado di garantire l'apporto costante di cui Woody avrebbe bisogno come del pane e dell'acqua. L'involuzione post infortunio dell'uno, e la comprensibile inesperienza del secondo, fanno di loro due variabili non prevedibili: capaci di mettere a referto una sostanziosa doppia doppia, come di bucare il tabellino ad ogni voce.

In conclusione, il calendario: tra gli undici match ancora in calendario, trasferte ed incontri casalinghi si equivalgono, mentre in due sole occasioni verranno affrontate franchigie con un record oltre il .600. I doppi incroci con Sixers e Knicks, e le sfide dirette con Bulls, Grizzlies, Raptors, Pacers e Heat, mettono Joe Johnson compagni nella condizione di arbitrare il proprio destino da soli. Se i playoff non verranno raggiunti, le colpe non andranno ricercate al di fuori della home team locker room della Philips Arena.

Diamo i numeri

Pur nel contesto della sconfitta, 118 a 135 dai Warriors alla Philips Arena, Joe Johnson si è fermato a un punto dal proprio season high di punti, 38 con 7 rimbalzi e 6 assist, con la gentile collaborazione della difesa più battuta della lega.

Season high, che è stato raggiunto, ma non ritoccato, di lì a pochi giorni, quando all'American Airlines Arena di Miami, JJ ne ha fatti registrare 39, conditi dalla solita buona prestazione all around: 6 carambole ed 8 servizi.

Entrando, loro malgrado, nella storia, come il ventesimo team battuto consecutivamente dagli Houston Rockets, gli Hawks hanno trovato magrissima consolazione nella prestazione animalesca di Josh Smith sotto le plance: 22 rimbalzi, cui ha aggiunto 16 punti 2 assist e 2 recuperi.

La premiata ditta Bibby- Johnson, da poco ai servizi di coach Woodson, ha dato sfoggio delle proprie capacità  quando, di fronte ai Clippers, il play ha messo a refetro una doppia doppia ai 14, mentre il numero 2 bombardava il canestro avversario, portando il prorpio bottino finale a 28, con 7 triple su 8 a segno.

Al Horford, il più serio candidato al premio di rookie dell'anno dietro a Kevin Durant, ha dato materiale da discutere agli elettori, quando, in due trasferte consecutive ha messo a referto 15 rimbalzi, cui ha aggiunto 12 punti nella prima occasione, a Washington, e 20 la sera successiva, a Newark.

La prestazione di maggior valore, considerata la vittoria finale e la caratura dell'avversario sono stati senza dubbio i 34 punti realizzati da Joe Johnson, con 7 assist, quando alla Philips Arena erano di scena Dwight Howard ed i suoi Magic.

In conclusione, restando a Double J, da evidenziare i 28 punti messi a segno contro i Bucks, ben supportato da uno dei sesti uomini più sottovalutati della lega, Josh Childress, che ne ha aggiunti 20.

Lente d'ingrandimento: 20

In sede di preview, per gli Atlanta Hawks, uno dei dati che saltava agli occhi era l'affollamento illogico alla voce guardie.

Al cardine della squadra, Joe Johnson, faceva seguito una ridda di playmaker di nome, e talvolta di fatto, che sarebbe stata in grado di rifornire un paio di eventuali expansion team. Ai veterani Speedy Claxton ed Anthony Johnson, facevano seguito l'affidabile Tyronne Lue, i giovani
Acie Law IV e Salim Stoudamire, e l'incognita Mario West: sette giocatori a contendersi i due spot titolari ed i rispettivi minuti di riserva.
Decisamente troppi.

Nel Febbraio scorso poi, lo scambio che ha portato ad Atlanta il play con la P maiuscola da molti invocato, ha servito l'assist al Gm Billy Knight per sfoltire il reparto, liberandosi, insieme ad un paio di contratti onerosi, di due delle guardie iscritte nel libro paga della proprietà . A fare i bagagli, così, sono stati Anthony Johnson e Tyronne Lue, certo non due sprovveduti, la
cui partenza è stata un chiaro segnale sull'elevata considerazione che lo staff tecnico nutrisse nei confronti del cugino del veterano degli Spurs Damon Stoudamire: il piccolo Salim.

Nel personale ranking di Mike Woodson, Stoudamire si è sempre guadagnato grande rispetto, innanzitutto per la sua etica da gran lavoratore: Salim, infatti, è il classico giocatore che arriva per primo agli allenamenti e, quando tutti i suoi compagni sono già  sotto la doccia, è ancora sul parquet a macinare chilometri e a tirare un pallone dopo l'altro.

“E' il tipo di ragazzo che si tiene sempre in forma” dice di lui l'assistant coach Larry Drew, “Lavora sempre su tutto quello che lui sa di dover lavorare; si tratta quindi di fargli mantenere un approccio positivo: io lo faccio mantenendolo motivato, senza dargli la possibilità  di abbattersi, facendolo superare ogni ostacolo; sono come un piccolo uccellino sulla sua spalla, e per il momento sembra funzionare!”

Quest'anno però, la sfortuna sembrava proprio averlo preso di mira, con una serie di infortuni e ricadute a colpirne ripetutamente la caviglia destra, senza dargli la possibilità  di tornare al cento percento ed essere d'aiuto ai compagni.

Un aiuto che, considerate le capacità  realizzative messe in mostra nelle poche reali chance a lui concesse, farebbe molto comodo agli Hawks post trade, gli Hawks dalla panchina corta e con pochi punti effettivi nelle mani.

“Microwave” Stoudamire, come viene definito per la sua straordinaria abilità  ad entrare in partita già  caldissimo, ha quindi accolto con gioia il non esser stato coinvolto nell'affare Hawks-Kings, ma resta conscio, ad ogni modo, che con il contratto in scadenza la prossima estate, questa sua stessa abilità , potrebbe presto essere messa al servizio di qualcun'altro.

“Se così fosse, se le cose qui non dovessero andare per il verso giusto, qualcun'altro riconoscerà  certamente il suo talento” conclude Drew, “Ci sono pochi ragazzi nella lega che sanno tirare a canestro come Salim”.

Coming next

Milwaukee 26 Marzo;
Chicago 28 Marzo;
New York 30 Marzo;
@Memphis 31 Marzo;
Toronto 2 Aprile;
Philadelphia 4 Aprile;
@Philadelphia 5 Aprile;
@Indiana 8 Aprile;
@New York 11 Aprile;
Boston 12 Aprile;
Orlando 15 Aprile;
Miami 16 Aprile.

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