Senza Gasol Lakers da primato

Lamar Odom sta giocando un basket fantastico: 17 doppie-doppie nelle ultime 22 gare!

Iniziamo con il dire subito le cose come stanno: gli ultimi 20 giorni dei Los Angeles Lakers non sono stati proprio il massimo della vita: non solo per quanto riguarda l'aspetto strettamente legato ai risultati (con qualche sconfitta di troppo in particolar modo tra le mura amiche), ma soprattutto per quanto concerne l'ambito del gioco che ha visto notevoli passi indietro da parte della truppa guidata da Phil Jackson.

RISULTATI

Martedì 4 marzo: Sacramento Kings - Los Angeles Lakers = 117-105 (W)
Venerdì 7 marzo: Los Angeles Lakers - Los Angeles Clippers = 119-82 (W)
Domenica 9 marzo: Los Angeles Lakers - Sacramento Kings = 113-114 (L)
Martedì 11 marzo: Los Angeles Lakers - Toronto Raptors = 117-108 (W)
Venerdì 14 marzo: New Orleans Hornets - Los Angeles Lakers = 108-98 (L)
Domenica 16 marzo: Houston Rockets - Los Angeles Lakers = 104-92 (L)
Martedì 18 marzo: Dallas Mavericks - Los Angeles Lakers = 100-102 (W)
Giovedì 20 marzo: Utah Jazz - Los Angeles Lakers = 95-106 (W)
Venerdì 21 marzo: Los Angeles Lakers - Seattle Sonics = 130-105 (W)
Domenica 23 marzo: Los Angeles Lakers - Golden State Warriors = 111-115 (L)
Lunedì 24 marzo: Golden State Warriors - Los Angeles Lakers = 117-123 (d1ts) (W)

Iniziamo dalla cronaca: 11 partite, 7 vittorie e 4 sconfitte, due delle quali rimediate in casa contro avversari tutt'altro che fuori portata: i Sacramento Kings di Ron Artest e i Golden State Warriors di Baron Davis. Attenzione in entrambi i casi, pur in situazioni differenti, si è avuto il medesimo risultato a causa di un evidente calo di concentrazione che ha portato non solo a sottovalutare l'avversario, ma anche a gestire le situazioni difensive in maniera incomprensibile. Non solo: approccio alla partita sbagliato (70 punti in un tempo concessi ai Kings, 72 ai Warriors), rotazioni in fase di non possesso vicine al ridicolo, leggerezza nel lasciare tiratori notoriamente affidabili completamente liberi di concludere verso il canestro e in fasi della partita decisive. Chi più ne ha, più ne metta.

Per non parlare poi dell'assoluta ingenuità  nella circolazione di palla che ha portato a quantità  di palle perse industriali facendo compiere al roster gialloviola notevoli passi indietro rispetto al mese di gennaio o febbraio.

Contro Sacramento, ma soprattutto Golden State, miglior squadra della Lega nei punti segnati da palle perse, non è proprio l'idea del secolo. Ed infatti puntuali come un orologio svizzero sono arrivate due sconfitte brucianti, contro squadre della stessa "division" che hanno complicato non di poco il cammino verso la prima posizione ad ovest

A tutto questo aggiungiamo l'infortunio di Pau Gasol che in avvio di "road trip", quello tosto, quello contro quattro delle migliori squadre della Western Conference, ha riportato un'importante distorsione alla caviglia sinistra.

Attenzione, nulla di irreparabile e forse, già  nel match contro i Charlotte Bobcats (o al più tardi contro i Memphis Grizzlies) dovrebbe ritornare in campo, ma è innegabile che la sua assenza ha notevolmente complicato i piani di Phil Jackson, sempre più convinto, insieme anche a Kobe Bryant, che questa squadra, con i titolari sul parquet, sia un cliente scomodo per chiunque, soprattutto per la profondità  che potrebbe dare alla panchina.

Vero, ma in questo preciso momento i Lakers non stanno giocando bene difensivamente parlando e questa è una realtà  che va al di là  dell'assenza di giocatori comunque importanti.

Bryant, leader soprattutto in queste situazioni, ha difeso la squadra affermando, subito dopo il successo thrilling contro gli Warriors alla Oracle Arena, che nonostante le pesantissime assenze delle due torri gemelle (Bynum e Gasol) e la mancanza di giocatori fondamentali in difesa come Mihm e Ariza, la squadra sta esprimendo un buon basket. Parole che non mi trovano d'accordo perché, e bisogna avere il coraggio di dirlo, i Lakers non sono una squadra d'anello mentalmente parlando.

GLI INFORTUNI

Partiamo in questo report subito degli infortunati e sulle possibilità  di un loro repentino rientro in campo. Detto di Gasol, ormai pronto per calcare di nuovo lo Staples Center, passiamo agli altri infortunati storici.

Andrew Bynum dovrebbe ritornare in campo cinque partite prima dei playoff. Si è molto ipotizzato nelle ultime due settimane sulla data del suo rientro. Phil Jackson, da buon "coach-zen" (e forse anche per far impazzire i giornalisti) ha molto giocato sulla data del suo rientro, ma attualmente è praticamente certo che il bambinone tornerà  in campo prima della fine della regular season, in tempo per scaldare i motori prima del via di quelli che si annunciano come i playoff più incredibili degli ultimi anni.

Trevor Ariza impiegherà , invece, qualche giorno in più e sarà  a disposizione di Phil Jackson solo per le ultime due gare di stagione regolare. È stato lo stesso giocatore ex Orlando Magic ad annunciarlo durante il match contro i Seattle Sonics.

LA SQUADRA

Per quanto riguarda la squadra le annotazioni da fare sono parecchie. Come detto in apertura il reale difetto di questi Lakers è la difesa. In generale non stiamo parlando di una squadra fantastica in zona difensiva, ma c'è anche da considerare che l'assenza di un vero giocatore di post-basso, acutizza esponenzialmente i problemi di un roster di certo non incline, anche con Bynum o Gasol presenti, alla fase difensiva. Basti pensare al match contro Sacramento: 70 punti concessi in un tempo ad una squadra non certo irresistibile. Peraltro tra le mura amiche dello Staples. E con Gasol in campo. No, i problemi in casa lacustre sono altrove.

Certo c'è da dire che se prescindiamo da Lamar Odom, vero giocatore sorpresa di questo periodo, i Lakers non hanno assolutamente specialisti nella loro metà  di parquet e a rimbalzo (in particolar modo difensivo, meno in quello offensivo) fanno davvero fatica ad imporre la loro legge. Peraltro i gialloviola soffrono moltissimo squadre con playmaker veloci e rapidi nelle penetrazioni non avendo affatto un difensore sul perimetro che possa impedire questo tipo di situazioni. Bryant, dal canto suo ce la sta mettendo tutta, ma non può essere ovunque e quando il suo rendimento cala di livello o quando si concentra solo su un giocatore, i problemi vengono a galla con maggior evidenza.

Ma veniamo a quello che, secondo me, è il problema vero dei Lakers si questo periodo: la concentrazione, la determinazione e gli "occhi della tigre" non sono sempre al massimo livello e questo si denota soprattutto in match orribili come quelli contro i Kings o i Warriors (quello casalingo ovviamente) in cui un approccio totalmente sbagliato, specialmente da un punto di vista psicologico, ha impedito ai californiani di cogliere vittorie assolutamente alla portata.

E questo è veramente grave per una squadra che si riconosce come la maggior pretendente all'anello (o alle finali NBA). Ad oggi, i Lakers non sono la favorita ad ovest per l'anello, ma solo una delle tante "outsider".

Peraltro non possono essere ignorate responsabilità  da parte dello staff-tecnico che, forse, ha dato troppa fiducia ad un gruppo ancora giovane e che, spesso, è incline ad atteggiamenti di arroganza e superiorità , tendenti a precludere il raggiungimento di certi risultati: il dar per scontate certe vittorie, il pensare che in un modo o nell'altro certi match si portano a casa, il credere che gli altri siano più deboli di te per non si sa quale certezza divina.

Tutte sensazioni, quelle appena elencate, assolutamente controproducenti per una squadra che ha come obiettivo prioritario quello di vincere tutte le sere. La conferma di questo ragionamento arriva dal record: 49 vittorie e 22 sconfitte. In casa 24W-9L, fuori 25W-13L. Più vittorie esterne che casalinghe. Segno questo che quando il risultato non è scontato la mentalità  con cui si scende in campo è un'altra, quella giusta!

In attacco di norma le cose vanno bene. Se escludiamo la partita casalinga contro i Warriors, i Lakers non hanno affatto problemi a crearsi un buon tiro sul perimetro o dai sei metri, mentre se la palla ristagna nelle mani di Kobe Bryant è più difficile trovare la via del canestro sotto i tabelloni, considerando soprattutto l'assenza di giocatori, in questo momento, come Bynum e Gasol che le difese tendono a spostarle o quantomeno a metterle fuori posizione.

In generale è molto rara la "giornata no" al tiro per i Lakers che riescono spesso a cavarsi d'impaccio grazie a prove straordinarie con il tiro da fuori. Un arma a doppio taglio che nei playoff potrebbe diventare letale qualora certe percentuali dovessero calare. Da questo punto di vista avere il fattore campo in ogni serie di playoff, e dunque la posizione n° 1 nel seeding potrebbe essere decisivo. Al di là  dell'avversario che si andrà  ad affrontare.

I SINGOLI

Anche in questo report non può mancare la classica rubrica dei "promossi e bocciati" che meglio di ogni altra cosa può far rendere conto sull'andamento della stagione gialloviola.

Promossi

Lamar Odom 8,5: Cosa possiamo dire di questo giocatore? In questo momento sembra impossessato dal demonio. Negli ultimi 22 incontri ha messo a referto 17 doppie-doppie azzittendo come di incanto tutti i suoi detrattori. In stagione è a quota 36 doppie-doppie piazzandosi al nono posto nella Lega.

Nell'ultimo match giocato, quello alla Oracle Arena contro i Warriors, ha messo in piedi la sua migliore prestazione in maglia Lakers (23 punti e 21 rimbalzi). In quello precedente, pur perduto, aveva messo a referto il suo massimo in carriera in fatto di rimbalzi (22).

Tornando al match di questa notte per Odom è stata semplicemente una prova maiuscola, che ha fatto brillare gli occhi a molti addetti ai lavori. Non solo semplici tifosi. Con il rientro di gente come Bynum e Gasol, cosa può diventare Odom? Difensivamente è l'unico che ci mette veleno vero e che fa soffrire qualsiasi avversario in penetrazione o spalle a canestro. In attacco ha guadagnato una fiducia straordinaria alzando le sue percentuali e raggiungendo vette mai ottenute in carriera: 14 punti a partita, 10,5 rimbalzi di media.

Nelle ultime sei gare, quelle giocate senza Gasol, ha realizzato numeri da All-Star: 17 punti (con il 50% dal campo) e 14,5 rimbalzi di media. Il tutto senza uno straccio di lungo che possa in qualche modo facilitarti la via del canestro. Numeri impressionanti che fanno di Odom l'MVP di questo report. (Indemoniato.

Kobe Bryant 7,5: Sta giocando un basket straordinario. Non tanto in fase realizzativa (dove sta soffrendo un po' e denota un po' di discontinuità ) quanto in quella di assistenza o di difesa con giocate totalmente al servizio dei compagni o della squadra. Si sbatte sin dalla palla a due per cercare il tiro migliore (se a prenderselo è qualche compagna è meglio) e nel reparto arretrato cerca di tappare i buchi lasciati da Fisher, Farmar o Vujacic. Potrebbe fare meglio scegliendo conclusioni un pochino più facili, ma è normale aspettarsi qualcosa di più da parte di Bryant che del canestro ha sempre fatto il suo amico preferito. Straordinario contro Sacramento e Utah in trasferta dove si trasforma totalmente diventando impossessato da una forza sovrannaturale. L'urlo alla gente sugli spalti sul finire di entrambe le partite è il segno che quest'anno Kobe ci crede davvero. Sente tantissimo la mancanza di Bynum e Gasol, ma almeno per quanto riguarda lo spagnolo l'attesa è quasi finita. Leader.

Pau Gasol 7: Bene fino al match contro New Orleans. Era chiamato ad elevare il suo livello proprio contro le quattro grandi ad ovest (Hornets, Houston, Utah, Dallas), ma l'infortunio alla caviglia glielo ha impedito. In attacco stava giocando alla grande, mentre in difesa, soprattutto nel match contro Sacramento, aveva sofferto un po'. Proprio per quanto riguarda l'ambito difensivo è da rivedere. Sfortunato.

Sasha Vujacic: 7- La partita di questa notte contro Golden State (19 punti con 7/13 dal campo) gli aumenta di mezzo voto la valutazione. Decisivo nel finale del tempo supplementare con una tripla che porta sopra di due punti i Lakers che riscatta così l'orrida prestazione del giorno precedente (1 punto con 0/5 dal campo). Molto bene nei due match precedenti contro Utah (11 punti) e Seattle (13) e anche nelle altre gare fa il suo uscendo dal pino. Delle tre guardie lacustri (Fisher e Farmar) è quella piùcontinua difensivamente parlando e non è un segreto che Jackson lo scelga per i finali più caldi The machine!!!.

Vladimir Radmanovic: 7- Altro giocatore notevolmente cresciuto nell'ultimo periodo. Fantastico contro Dallas dove mette nel quarto periodo tre triple spettacolari che tengono avanti i Lakers quando ce n'è bisogno: saranno 21 punti e 10 rimbalzi alla fine. Bene anche contro Utah e Seattle (in entrambi i casi 13 punti) e anche contro i Warriors nel match di questa notte ha fatto cose egregie (10 punti e tanta difesa). Proprio difensivamente parlando ha fatto i miglioramenti più sensibili che gli hanno consentito di rubare minuti preziosi al disastroso Walton. Se incrementa la sua consistenza offensiva può diventare il giocatore in più per questi Lakers. Migliorato.

Phil Jackson 6: Più che giocare con la stampa sulle date di rientro dei big, dovrebbe fare scelte più coraggiose in campo. Di certo è merito suo e del suo staff la crescita mentale e fisica di Odom, ma è altrettanto vero che Walton sta giocando in maniera indegna e dovrebbe essere panchinato senza alcun dubbio. Specialmente nei finali punto a punto dove il risultato dipende in particolar modo dalle piccole cose: proprio quello che oggi, Walton, non può garantire.

Altra cosa da dire: perché non far giocare di più DJ Mbenga al posto di Turiaf. Voglio dire, cosa è stato firmato a fare fino alla fine della stagione se non gioca quando mancano Mihm, Gasol e Bynum? Ultima annotazione: Ira Newble, nuovo arrivato con un contratto di 10 giorni in casa Lakers, è così scarso che non gli si può concedere neanche un singolo possesso difensivo? Davvero è preferibile optare per l'osceno Walton di questo periodo? Disorientato.

Ronny Turiaf 6: Dopo l'infortunio di Gasol sta giocando titolare e lo sta facendo con il solito cuore. Bravissimo nel garantire punti fondamentali: 16 nella disastrosa sconfitta casalinga contro Golden State in casa, 14 contro Seattle, 11 nella vittoria contro Dallas. Per non parlare degli 11 punti e 8 rimbalzi realizzati contro i Warriors alla Oracle Arena. L'unico aspetto dove deve crescere è quello mentale. Spesso gli vengono chiamati tre secondi offensivi, quando cerca di creare un tiro piedi per terra sul perimetro per un compagno.

Eppure quando la palla finisce nelle sue mani a pochi metri dal canestro ha il dovere di provarci. Nessuno gli chiede miracoli, ma almeno di non causare palle perse inutili. In difesa è ammirevole. Si sbatte pur non avendo il fisico per giocare stabilmente come 5 titolare. Il ritorno alle normali mansioni di riserva gli permetteranno di contribuire in maniera più oculata in difesa. Lottatore.

Bocciati

Jordan Farmar 5,5: Grandissimo giocatore, dotato di un'elevata fisicità , in grado di fare salti pazzeschi (nonostante la statura non elevatissima) e contribuire con giocate offensive importanti. Eppure il ragazzo ancora non è maturo al 100%. Jackson lo sa, ma al momento non ha di meglio da utilizzare. Difensivamente è molto dannoso, soprattutto quando davanti si trova un playmaker molto veloce e rapido di gambe. In attacco dovrebbe far girare il pallone con più velocità , mentre spesso la palla ristagna nelle sue mani. Nonostante le discrete prove offensive Farmar non può meritarsi la sufficienza in questo report. Distratto.

Derek Fisher 5,5: Dopo un periodo di difficoltà  attraversato sul fine di febbraio, nel mese di marzo "il pesce" è tornato a fare il suo mestiere: segnare tiri importanti. Golden State gli ha dato nuova verve e ha messo a referto due buone prestazioni. Sta faticando tantissimo in difesa e per questo la sufficienza non può essere assegnata. Deve migliorare nella pressione del suo avversario diretto perché ai playoff le cose si faranno molto più complesse.

Molto interessanti alcune statistiche su Derek. Numeri che confermano il suo voto negativo in questo report: ha segnato solo 1.5 punti su layup. È il peggiore play della Lega da questo punto di vista. Ha una percentuale di 42.5% nella realizzasione dei layup tentati: seconda peggiore della Lega. È stoppato il 19% delle volte quanto tenta un layup: ottavo peggiore nella Lega. Infine, subisce fallo solo il 7% delle volte che conclude con un layup: settimo peggiore in assoluto. Altri numeri sarebbero superflui. Lento.

Luke Walton 4: Inutile raccontarsi balle: la più grossa delusione dell'anno. Difensivamente osceno, in attacco non fa più quelle cose che lo hanno reso famoso. Ai liberi non è molto affidabile. Sta faticando moltissimo per trovare la sua dimensione e i playoff si avvicinano a passi da gigante. O trova il suo ritmo oppure in estate bisogna inserirlo in uno scambio o tagliarlo. Incognita.

Ingiudicabili

Chris Mihm: NG.

Andrew Bynum: NG

Trevor Ariza: NG.

Coby Karl: NG.

D.J. Mbenga: NG.

Ira Newble: NG Firmato con un contratto di 10 giorni per dare un contributo in difesa, per ora (a parte qualche scampolo di "garbage time") ha solo guardato i compagni giocare dalla panchina. Una scelta un po' incomprensibile di Phil Jackson che preferisce schierare il disastroso Walton. Attenzione, non è un fenomeno, ma perlomeno il fisico ce lo mette. Da rivalutare al prossimo report.

IL CALENDARIO

Il prossimo ciclo di partite è assolutamente alla portata dei Lakers. Con il rientro di Gasol l'obiettivo è quello di ottenere almeno sei vittorie su sette partite per poi lanciarsi a dovere in vista dello sprint finale prima della post-season. Ormai non ci si può più nascondere. Il primo posto è l'obiettivo dichiarato, soprattutto con un calendario non impossibile.

Mercoledì 26 marzo: Los Angeles Lakers - Charlotte Bobcats = 95-108 (L)
Venerdì 28 marzo: Los Angeles Lakers - Memphis Grizzlies = 111-114 (L)
Domenica 30 marzo: Los Angeles Lakers - Washington Wizards = 126-120, d1ts (W)
Mercoledì 2 aprile: Los Angeles Lakers - Portland Trail Blazers = 104-91 (W)
Venerdì 4 aprile: Los Angeles Lakers - Dallas Mavericks = 112-108 (W)
Domenica 6 aprile: Sacramento Kings - Los Angeles Lakers = 92-114 (W)
Martedì 8 aprile: Portland Trail Blazers – Los Angeles Lakers = 103-112 (L)
Giovedì 10 aprile: Los Angeles Clippers – Los Angeles Lakers = 78-106 (W)
Venerdì 11 aprile: Los Angeles Lakers – New Orleans Hornets = 107-104 (W)
Domenica 13 aprile: Los Angeles Lakers – San Antonio Spurs = 106-85 (W)
Martedì 15 aprile: Los Angeles Lakers – Sacramento Kings = 124-101 (W)

Stay tuned

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