Determinante l'apporto dalla panchina da parte di Shawne Williams
Quattro vittorie consecutive per i Pacers, addirittura non succedeva da due stagioni a questa parte una cosa del genere. E' bastata questa breve striscia di vittorie per rimettere in discussione tutto per il raggiungimento dei playoffs nella Eastern Conference, con l'ultimo posto disponibile distante appena una gara e mezza.
Ci ha pensato anche un calendario non impossibile (Charlotte e Minnesota in casa, Chicago in trasferta) a semplificare le cose, ma ci è voluto anche il prepotente ritorno di Shawne Williams per tornare in corsa.
Nel frattempo, seppure ormai fosse pura formalità , Jamaal Tinsley non rientrerà ufficialmente in campo per questa stagione. “Ho provato a tornare, ma è stato deciso attraverso l'analisi dei raggi che non sono in grado“. Le parole del giocatore a riguardo.
E' durata quindi solamente 39 gare l'ennesima stagione travagliata di Tinsley che nei primi due mesi (prima dell'infortunio al ginocchio rimediato nella partita a Miami a dicembre) viaggiava a più di 14 punti e 8 assists di media. Vista l'aria che tira non è detto che Tinsley non vestirà più la maglia dei Pacers. “Non lo so e non sono preoccupato“. Il commento di "Mel The Abuser".
Mentre uno se ne va, un altro potrebbe tornare. Infatti in questa settimana potrebbe rientrare sul parquet di gioco Jermaine O'Neal, che nei giorni scorsi ha intensificato il programma di recupero. “Ogni giorno proviamo a fare qualcosina in più per vedere come reagisce il ginocchio” – ha dichiarato O'Neal – “Al momento non mi ha dato problemi“.
O'Neal sta provando anche ad allenarsi insieme ai compagni. “Il mio obiettivo è provare a essere con loro per le ultime 10 gare, valuteremo se è una cosa possibile“. In eventualità , O'Neal ha fatto sapere di essere pronto a rientrare anche dalla panchina. “Penso che qualsiasi cosa possa fare può aiutare la squadra” – ha precisato O'Neal – “In difesa soprattutto credo di poter essere molto utile sotto, stoppando e facendomi sentire“.
Il rientro di O'Neal potrebbe essere determinante per lo sprint finale con New Jersey, Atlanta e forse Chicago. Sperando anche nel continuità di rendimento dell'ottimo Troy Murphy, autore di 16.8 punti a partita nelle ultime 17 uscite, quattro punti in più rispetto alla media stagionali.
Nella vittoria casalinga per 102-95 contro Charlotte i Pacers avevano un totale di 38 punti da un giocatore il quale nelle precedenti 9 uscite aveva giocato appena 6 minuti, ovvero Williams, e da un altro che fino a poco tempo fa non era neppure a roster, chiaramente Flip Murray. Quest'ultimo segnava 14 dei suoi 22 punti nel terzo quarto quando i Pacers recuperavano uno svantaggio fino ad andare ad un +13.
Nella successiva vittoria per 124-113 contro Minnesota, il protagonista era Danny Granger il quale era in dubbio ma che alla fine stringeva i denti e contribuiva con 32 punti, frutto di un 11-23 dal campo ed un bel 6-8 dai 3 punti.
Il festival delle triple (16-27 si conterà a fine gara) veniva incrementato dai 18 putni sui 25 realizzati da Dunleavy e da altre tre bombe da parte di Murphy, autore alla fine 22 punti conditi da ben 15 rimbalzi.
Da segnalare erano anche i 27 minuti giocati da David Harrison (massimo stagionale) sfruttati con 10 punti e 3 stoppate. Ma la cosa importante è che da qualche partita Harrison non soffre di problemi di falli e O'Brien ha la possibilità di metterlo più tempo in campo visto che con l'assenza di O'Neal lo considera il miglior difensore fra i big men.
La vittoria in trasferta a Chicago per 108-101 assumeva senz'altro più peso rispetto alle altre. “Era una vittoria di cui avevamo bisogno” – diceva Troy Murphy autore anora una volta di una grande prova da 24 punti e 8 rimbalzi – “Siamo venuti fuori nel secondo tempo e abbiamo avuto un grande contributo dai ragazzi della panchina. Travis (Diener) ha aumentato il ritmo dando a tutta la squadra possibilità di buoni tiri, mentre Shawne (Williams) ha messo dei canestri importanti“.
I Pacers recuperavano uno svantaggio di 13 punti nell'ultimo quarto. “E' stato un grande quarto periodo e se saremo fortunati abbastanza da centrare i playoffs sono sicuro che ci ricorderemo di questo quarto“. Diceva coach O'Brien al termine della partita.
Queste vittorie hanno sicuramente un denominatore comune: Shawne Williams. Queste ultime tre gare per lui sono lo specchio della sua altalenante stagione: decisivo contro Charlotte e Chicago, ma relegato in fondo alla panchina contro Minnesota.
Come ammesso da coach O'Brien, senza i 16 punti in 17 minuti (di cui 14 nell'ultimo quarto) realizzati da Williams, i Pacers non avrebbero mai vinto con i Bobcats, mentre i suoi 12 punti in 10 minuti con una grande prova difensiva sono stati determinanti con i Bulls quando si è deciso di giocare con il quintetto piccolo.
Perchè contro i Wolwes non è stato impiegato? “Erano così caldi i ragazzi che sarebbe stato stupido per me cambiare il gruppo che era in campo in quel momento“. Ha spiegato coach O'Brien. Di certo una cosa che si può dire con certezza è che Williams si è fatto trovare pronto e molti dicono abbia avuto anche un grosso merito: la pazienza.
Fondamentali le prossime quattro partite. Proibitiva la sfida contro i New Orleans Hornets (battutti però in trasferta nella precedente occasione), ma la sfida casalinga contro i Miami Heat e il doppio scontro diretto contro i New Jersey Nets ci sapranno dire parecchio sul proseguo di stagione.
L'addio di Donnie Walsh
Da un po' di tempo circolavano certe voci, adesso sono diventate ufficiali: Donnie Walsh lascerà i Pacers al termine di questa stagione e da quel momento Larry Bird avrà assoluta carta bianca sulle decisioni del team.
Una vita nei Pacers. Una carriera cominciata nel 1984 da assistant coach, promossa nel 1986 come general manager e due anni più tardi addirittura come presidente. Con lui i Pacers hanno vinto 3 volte il titolo divisionale, facendo i playoffs per 17 anni, andando 6 volte in finale di Conference e nel 2000 anche alle NBA Finals.
“Indianapolis è un grande posto e lo è stato anche per la mia famiglia che continuerà ad avere casa qui” – Ha fatto sapere Walsh – “Il mio futuro? Valuterò le opzioni e quando sarò convinto farò un comunicato“. New York Knicks e Milwaukee Bucks sembrano le destinazioni più probabili per lui come general manager.
Walsh ha precisato che il suo addio non è una improvvisazione perché anche nella scorsa stagione aveva detto che questo sarebbe stato il suo ultimo anno. “Penso di essere qui ormai da troppo tempo” aveva detto l'anno scorso, forse in un momento negativo della stagione.
“Mi sono divertito a lavorare con Donnie Wlash per 24 anni, ho sempre avuto un grandissimo rispetto per lui come uomo di basket e come persona. Ha condotto questa franchigia con grande lealtà e onestà e sarà sempre ricordato come uno dei migliori nella NBA. Larry (Bird) non poteva avere un miglior mentore per preparare il lavoro che ha bisogno per ristrutturare questa franchigia e riportarla ad alti livelli“.
Le dichiarazione rilasciate dal proprietario dei Pacers, Herb Simon.
Ma anche Walsh ha fiducia in Bird. “Ho lavorato con Bird, sia come coach che come presidente e ho totale fiducia in lui, credo farà tornare grandi i Pacers” – ha ribadito Walsh – “Mentre tutti conoscono Larry come un grande giocatore e coach, io ho trovato in lui un grande amico e collega di lavoro. Ho tantissima fiducia nelle sua abilità “.
Un reciproco rapporto di lavoro come confermato dallo stesso Bird. “Non potevo avere un insegnante e coach migliore di Walsh, è un genio del basket e uno dei migliori dirigenti NBA. Quello che ho appreso da lui, insieme alle mie esperienze, serviranno alla franchigia per andare avanti“.
Pare abbastanza chiaro che l'addio di Walsh coinciderà con una serie di cambiamenti sostanziali che questo team dovrà fare, con Bird a fare da coordinatore.
Il futuro nelle mani di Bird.