Young e Landry: due tra i migliori rookie del nuovo anno
Thaddeus Young, dopo qualche difficoltà iniziale, sta vivendo il momento migliore della sua avventura in Nba, approfittando del grande momento dei suoi Philadelphia Sixers; Carl Landry ha iniziato a giocare solo nel mese gennaio, e da quel momento non è più uscito dalle rotazioni di coach Adelman.
Thaddeus Young
Gli anni al College
Nato il 21 giugno 1988 a New Orleans, Thaddeus Charles Young ha frequentato la Mitchell High School a Memphis, facendo vedere da subito tutto il suo potenziale, chiudendo la stagione da senior con una media di 27 punti, 14 rimbalzi, 4 assist, 4.3 rubate e 3.6 stoppate.
Nel suo unico anno al College, a Georgia Tech, Young ha mantenuto una media di 14.4 punti, 4.8 rimbalzi e 2 assist, con una buona percentuale al tiro, pari al 47.8%.
L'esordio nella Nba
Scelto in dodicesima posizione dell'ultimo draft dai Philadelphia Sixers (è il rookie più giovane scelto quest'anno), Young ha incontrato alcune difficoltà all'inizio della sua avventura, non riuscendo a esprimere il massimo del suo potenziale. Durante i primi mesi, coach Cheeks non gli ha concesso grande spazio, 10 partite giocate, 8.2 minuti d'impiego con 3.6 punti a novembre, e 13 partite con 13.2 minuti e 4.2 punti di media a dicembre.
A gennaio, però, c'è stata la svolta per Young, Philadelphia ha iniziato a giocare meglio, e Cheeks ha chiesto al suo rookie prestazioni migliori, concedendogli più minuti, in 15 partite, una media di 20.7 minuti, e il ragazzo ha risposto alla grande, mantenendo una media di 8.2 punti e 4.6 rimbalzi.
Nel mese di febbraio, infine, c'è stata la definitiva consacrazione, Young è entrato stabilmente a far parte della rotazione dei Sixers, nelle 13 partite giocate, la media minuti è salita a 29.2, mentre quella punti a 10.7 e quella rimbalzi a 6.3; in questo inizio di marzo le cifre sono simili, in 26 minuti d'impiego, infatti, Young realizza 12 punti.
Caratteristiche del giocatore
Le doti migliori sono sicuramente quelle atletiche, i mezzi fisici di Young sono spaventosi, e abbinati alla sua grande capacità di gioco tra i 3 e i 6 metri, l'hanno fatto diventare appetibile al draft già dopo un solo anno di college. L'abilità difensiva (velocità di piedi e lunghezza delle braccia non indifferenti) e la voglia di apprendimento, inoltre, sono altri punti a favore dell'ex Georgia Tech. E i margini di miglioramento sono enormi.
I punti deboli sono soprattutto la mancanza di muscolatura nella parte alta del corpo (problema risolvibile con un po' di lavoro mirato questa estate), il trattamento della palla e delle scelte offensive (con un po' di esperienza e di lavoro, ad ogni modo, si possono risolvere) e le sospette percentuali di tiro dalla distanza (ma si sono visti già netti miglioramenti dall'inizio dell'anno).
Carl Landry
Gli anni al College
Nato a Milwaukee il 19 settembre 1983, Carl Christopher Landry frequenta la Vincent High School nella sua città natale; prosegue gli studi a Vincennes University, dove gioca due anni, mantenendo una media di 17.1 punti, 8.8 rimbalzi e 2 stoppate. I successivi tre anni li passa a Purdue, da Junior è il miglior realizzatore con 18.2 punti e il miglior rimbalzista con 7.1 della squadra.
Durante la stagione 2005/06, Landry è costretto a giocare solamente cinque partite per via di un grave infortunio al ginocchio; nell'ultimo anno al College, quello da Senior, Carl torna a essere il miglior dei suoi in punti (18.9), rimbalzi (7.3) e stoppate (1), trascinando la squadra al torneo NCAA. Viene nominato First-Team All-Big Ten dagli allenatori e Second Team dai Media.
L'esordio nella Nba
Selezionato dai Seattle Sonics con la prima scelta del secondo giro al draft 2007, Landry si è però accasato agli Houston Rockets, dove non ha praticamente giocato per i primi due mesi di Nba. A gennaio, però, Adelman ha bisogno di un lungo in rotazione, e decide di dare l'opportunità a Landry, che si dimostra da subito molto pronto a giocare anche ad alto livello (9 partite - 14 minuti - 8 punti e 5 rimbalzi di media).
Nello scorso mese, l'ex Purdue è entrato definitivamente nella rotazione dei Rockets, aumentando il suo minutaggio (anche per l'assenza di Yao Ming), ma dimostrandosi una pedina importantissima nella striscia di 22 vittorie consecutive di Houston. Nei 19 minuti d'utilizzo, ha fatto registrare 9.2 punti e 5.5 rimbalzi (rapportato ai 48 minuti sarebbe uno dei migliori rimbalzisti della Lega); nel mese di marzo, nelle tre partite giocate prima dell'infortunio che lo sta tenendo fuori, ha aumentato ancora le sue cifre.
Caratteristiche del giocatore
La voglia di lottare è sicuramente il miglior punto di forza dell'ex Purdue, che mette una grandissima intensità sia nella fase offensiva, dove può far valere anche un discreto tiro frontale e un buon gioco in post basso, sia in quella difensiva, dove, nonostante l'altezza modesta, riesce a stoppare e infastidire i tiri avversari. Inoltre, il QI “cestistico” gli permette di giocare molto bene in un sistema come quello dei Rockets, e di catturare rimbalzi che non cadono nella sua posizione.
Il punto debole è sicuramente l'altezza, che non gli permette di affrontare alla pari molti "big man" delle squadre avversarie, soprattutto in post basso; un altro problema è l'aggressività messa in campo da Landry, che molto spesso lo porta a commettere troppi falli troppo rapidamente. In generale, il giocatore è molto vicino al suo limite, i margini di crescita non sono molto ampi.