E' finita così la striscia di vittorie dei Rockets
Si legge Houston, si pronuncia 22. Parziale aperto per settimane, chiuso dalla grande rinata Boston, che espugna il Toyota Center e rimette al loro posto i texani.
Che non significa, intendiamoci, che tutto sia finito, né che i Rockets avranno vita facile all'Ovest, dove ogni giorno si gioca una finale, dove ogni pallone scotta ed ogni gara può spostarti dalla prima alla sesta posizione in griglia.
Mai, a memoria, avevo assistito a due mesi finali così intensi.
Di certo, dopo la trade di febbraio e le novità nel roster, ma soprattutto dopo che Yao aveva alzato bandiera bianca fino ad estate inoltrata, a Houston nessuno poteva avere certezze sull'andamento della squadra, in una stagione già costellata da alti e bassi.
Nella metà più combattuta della Nba, a dir la verità , addirittura c'era chi non avrebbe scommesso neppure pochi dollari sulla sicura presenza dei Rockets ai playoff.
E invece eccole le certezze, racchiuse in numeri da brivido che stanno riscrivendo, sera dopo sera, le pagine dei record della lega: 22 vittorie in fila. In quella giungla che è l'Ovest 2008, per di più, mai come quest'anno si era vista gente buttarsi in tribuna per recuperare un pallone, nelle ultime settimane, o lottare come pazzi su ogni azione, proprio perché ogni azione può valere una partita, addirittura la stagione.
Ed ora poco importa se sono arrivate 2 sconfitte in fila: ci stanno, tuttavia mi sembra doveroso iniziare dal Texas il nostro nuovo appuntamento con "Nba Numbers", perché sicuramente questo è il numero che simboleggia una delle strisce più lunghe della storia, la seconda per la precisione: superati i Bucks di Kareem del 1971, davanti resta solo quel monumento di squadra che furono i Lakers di Wilt Chamberlain l'anno dopo. Altri tempi, altro basket.
Pazzeschi Rockets: dall'incertezza di raggiungere la post-season alla vetta di una Conference, attuale miglior record 2° record dell'Ovest con 46-22 (.676), quando non più di un mese e mezzo fa (quand'erano a 24-20) lottavano per l'ottava posizione, attirandosi un mare di critiche.
Bravo Adelman, texani che in casa viaggiano che è un piacere (26 vinte, 9 perse), ma che in trasferta hanno fatto peggio solo di Celtics, Lakers e Detroit (20-11).
Primo quesito: dove arriveranno i "razzi"? Come si dice in questi giorni negli States, do you believe in Rockets now?
La striscia vincente di Houston in stagione arriva dopo quelle di Portland, che si era fermata a 13, San Antonio e Denver, 11.
Restando in tema, ma in territorio negativo, spicca le "performances" di Miami, record stagionale con 15 sconfitte in fila, e Seattle, 14. Per la franchigia della Florida, dopo il mesto addio di Shaq e il nuovo infortunio di Wade, si spalancano le porte della prima chiamata al draft, se la sorte sarà amica.
Dal Colorado, altro pazzesco record di questa straordinaria stagione: 168 punti rifilati dai Nuggets ai malcapitati Sonics (record di franchigia per Denver). In tutto fanno 109.04 a gara, ma non basta neppure per l'8° posto all'Ovest. Un solo numero, probabilmente, spiega tutto, senza bisogno di aggiungere altro: che Denver sia squadra che conceda molto è cosa nota, ma in tutta la Nba è quella che concede più assists agli avversari (più di 25 a sera). Emblematico direi"
Individual statistics
Posizioni invariate nella speciale classifica marcatori, con Lebron James sempre saldamente al comando, arrivato a 31 punti di media, seguito da Kobe, 28.2 e Iverson, 26.6.
Qualche indicazione interessante, tuttavia, arriva dall'analisi selle ultime 10 gare: qui troviamo un Lebron in ulteriore crescita, più di 34.5 a sera, seguito dal solito Bryant e da altri che, sentendo aria di playoff, stanno progressivamente alzando la media.
Dirk e Stoudemire vicini ai 28 a gara, T-Mac in crescita tocca quota 26 di media nelle ultime 10 uscite, seguito a 25.2 da un immenso Chris Paul, sempre più leader e anima degli Hornets, i quali recentemente hanno asfaltato niente meno che i campioni in carica, gli Spurs, lasciati a -25"
Tuttavia se consideriamo solo i tiri dal "pitturato", sono in tre a contendersi la palma del migliore, tutti sopra il 73%: Oberto (Spurs), Stoudemire (Suns) e Garnett (Celtics).
Dalla lunga distanza, comanda il solito Kapono, cecchino che sfiora il 50%, tallonato da Jones e Gibson.
Stessa musica sotto canestro, con gli attuali tre migliori rimbalzisti della Lega che consolidano le loro posizioni sul podio: comanda sempre Dwight "Superman" Howard con 14.4, seguito da Marcus Camby (13.7 rimbalzi, ma anche primo stoppatore con 3.8 a sera) e Chris Kaman a 13.1.
A proposito, Howard domina incontrastato altre due speciali graduatorie: quella di doppie doppie, 60 in 70 gare giocate (mica male"), ma senza triple doubles, e quella dei tiri liberi tentati (finora 796), pur tirando con il 59.3%.
Rookie report: se guardassimo solo il minutaggio, non sarebbe poi così difficile stilare l'ipotetica classifica dei migliori della stagione. Durant (33.5 minuti a sera), Horford (31.4) e Moon (28.2).
Finirà così? Forse sì, ma io inserirei di diritto il buon Luis Scola, poco più di 23 minuti in campo per 9.5 punti e quasi 6 rimbalzi, ed un contributo in crescita esponenziale ai suoi, in particolare dopo l'infortunio di Yao. Chi sarà il rookie of the year?
Qualche numero in serie, a poche settimane dalla fine della regular season:
2- le notti straordinarie segnate da altrettante straordinarie partite
2 bis- le sconfitte in fila dei Rockets dopo la splendida striscia 22. Rimbalzo atteso.
102- i punti segnati nella vittoria dei Lakers a Dallas, rischiando di perderla nel finale dopo aver giocato 40 minuti di grande autorità (senza Bynum e Gasol)
35- recita alla fine lo scout di un Dirk Novitzki sempre più leader (solitario) di una squadra che, anche quest'anno, difficilmente arriverà fino in fondo
0- la prestazione di un Jason Kidd lontano parente di quello visto per anni ad East Rutherford: zero quasi in tutto, punti (1 per la precisione) ed incidenza sul gioco di squadra, nonostante i 7 assists. Trade flop?
6- le gare che separano la prima posizione dalla nona nella Western Conference
6 bis- le sconfitte, in altrettante gare, per i Mavs dall'arrivo di Kidd contro squadre sopra il 50%.
9- su 9 le vittorie dei Mavs, dall'arrivo di Kidd, contro squadre sotto il 50%. Però ai playoffs ne troveranno poche"
1- il "ballerino" di Los Angeles (non è uno scherzo, cercate su Youtube), monsieur Ronny Turiaf da Gonzaga, la 25enne riserva dei Lakers che sta fornendo un contributo fondamentale alla sua squadra orfana di centri di ruolo.
3- i candidati che, con buona probabilità , si contenderanno il titolo: Kobe, Lebron e CP3.
8- gli Stati che, idealisticamente, hanno attraversato i dirigenti degli Heat, dalla Florida fino al Nebraska, per assistere alla gara che ha messo di fronte Oj Mayo e Mike Beasley. 1 dei 2 giocherà a Miami, l'anno prossimo" meglio muoversi con anticipo.
54- la miseria di punti, forse addirittura minimo storico di franchigia, segnati da una Miami allo sbando nella sconfitta contro Toronto, con soli 7 giocatori disponibili in rosa ed un allucinante 20 su 78 al tiro. Quasi incredibile"
Alla prossima!