Danilo Gallinari è un osservato speciale degli scout NBA
Il prossimo draft della National Basketball Assosiation si prospetta uno dei più interessanti degli ultimi anni. A difendere l'onore degli States molto probabilmente ci saranno fior fior di giocatori come Beasley e Rose, ma chi potrà “schierare” tra le sue fila il Vecchio Continente?
Vediamolo subito: innanzitutto parliamo di Danilo Gallinari: l'italiano, numero 8 della Armani Jeans Milano è ancora incerto come partecipante al draft: Danilo infatti potrebbe rimanere ancora un anno in Italia per affinare il suo già eccelso gioco e provare ad andare più avanti in Eurolega, qualora la sua squadra si qualificasse, per accumulare esperienza ed arrivare negli Stati Uniti più pronto a diverse situazioni.
Molti siti Americani di previsioni del draft danno Danilo sicuro al primo giro in una scelta inquadrabile tra la 6 e la 20, quindi decisamente ottime posizioni (certo è che comunque questi siti sono attendibili in percentuali abbastanza basse).
A mio parere Danilo è pronto per il grande passo: il successo dipende da una moltitudine di fattori, di questi una parte importante è svolta dal coach che troverà lungo la sua strada: se il nativo di Sant'Angelo Lodigiano troverà un allenatore alla Nate McMillan, molto disposto a dare minuti ai suoi rookie allora le possibilità di sfondare o comunque di ben impressionare sono decisamente alte, se invece incontrerà un coach alla Don Nelson che tende ad assegnare ai rookie il ruolo di scaldare la panchina, lasciandoli al garbage time, allora lo aspetterà una annata alla Belinelli, decisamente non facile.
Spendiamo ora due parole sul ruolo di Gallinari nella sua prossima eventuale squadra: Danilo è, per natura un numero 3, una Small Forward che abbina agilità e potenza a doti atletiche decisamente buone, quindi un giocatore completo, in grado di garantire una grossa quantità di punti e di selezionare i tiri sicuramente meglio di quel Kevin Durant dalle statistiche di punti ottime, ma dalle percentuali al tiro quantomeno altalenanti (qualcuno potrà dire che Durant è più giovane, ma nessuno lo ha obbligato a passare tra i pro dopo un anno di college); quindi può essere utile per la maggioranza delle squadre, penso a Charlotte, ad esempio che ha bisogno di un cambio sostanzioso per Gerald Wallace oppure ai Clippers che potrebbero perdere Maggette in estate e che potrebbero cercare qualcuno nel ruolo.
Il secondo Europeo più interessante è sicuramente il francese Nicolas Batum, da Le Mans: per il ragazzo classe '88 può valere lo stesso discorso fatto per Gallinari: anche lui con la sua squadra di club non è arrivato più avanti della prima fase di Eurolega, ma il talento c'è ed è tanto.
Anche Nicolas è una Small Forward dotato di un fisico meno imponente rispetto a quello dell'Italiano, ma più atletico e più esperto del Gallo a livello internazionale: Batum ha infatti giocato gli ultimi mondiali Under 20 con la Francia (è vero: Gallinari doveva giocare gli Europei “assoluti”, ma si è infortunato prima) disputando un ottimo torneo proprio contro il Beasley di inizio articolo in finale.
Sul piano prettamente tecnico Batum è in grado di portare ottime transizioni, di prendersi anche i possessi più importanti e non ha paura di tirare anche sulla sirena sotto di uno; è un giocatore a tutto campo ed ha un'ottima visione di gioco che gli consente, la maggior parte delle volte, di fare la scelta giusta, sia in attacco sia in difesa.
Di contro però deve ancora migliorare nel tiro dall'arco, non è uno che segna venticinque punti a partita, nonostante sia molto atletico difetta ancora nel gioco sotto le plance e a volte si isola dalla partita diventando troppo passivo. Insomma, Batum è più un investimento a lungo termine, un materiale tutto da plasmare, ma che, se ben lavorato può diventare dominante, una vera macchina da guerra.
L'ultimo portabandiera Europeo di grande spessore è il serbo Nikola Pekovic, del Partizan Belgrado, visto due volte contro la Montepaschi Siena in Eurolega: più vecchio di un anno rispetto ai precedenti, Nikola gioca anche in un ruolo differente: è infatti un lungo, un numero cinque adattabile, in alcuni casi, anche a numero 4.
Il Serbo è ormai titolare fisso del Partizan e gioca da molto tempo ad altissimi livelli; nonostante sia molto giovane è già in grado di giocare alla pari con i migliori centri dell'Eurolega (anche se probabilmente non ne avrà la possibilità fino in fondo, dato che il Partizan verrà presumibilmente eliminato) come Batiste del Panthinaikos o Massey dell'Aris di Salonicco, dispone di una potenza impressionante, molto probabilmente distruggerebbe il Gallo e Batum senza problemi da questo punto di vista; ha mani importanti che gli permettono di arrivare sempre prima sui rimbalzi, sia offensivi sia difensivi; inoltre nonostante sia di stazza decisamente superiore alla media, possiede un tiro dalla media veramente educatissimo ed è molto abile spalle a canestro (forse il fondamentale offensivo dove dà il meglio di sè); i lati negativi vengono da una visione di gioco solo a una metà del campo e un atletismo solo nella media per un fisico come il suo che gli permetterebbe di fare qualsiasi cosa.
Questi sono i tre prospetti principali per l'Europa, ma oltre a loro ci saranno anche altri giocatori: è il caso di Omer Asik, centro ventiduenne del Fenehrbace Ulker, di Goran Dragic, point guard dell'Olimpia Lubiana, di Pat Calathes, caso strano perchè Greco che gioca però nella NCAA a Saint Joseph, Small o anche Power Forward di talento assoluto e che aspetta il fratello Nick nell'NBA; c'è poi Peja Samardziski, centro dello Zeleznik e infine Mantas Kalnietis, Point Guard ventunenne dello Zalgiris Kaunas.
Tutti giocatori di grande talento, non tutti si presenteranno e forse non tutti saranno presi, ma una cosa è certa: l'Europa il prossimo anno vuole recitare una parte importante anche nell'NBA, so… “David, get ready!”