Un'altra settimana sopra le righe di Kendrick Perkins, in continuo e costante miglioramento.
I Celtics hanno ottenuto l'ennesima settimana positiva con 3 vittorie su 4 incontri disputati, ma proprio l'ultima partita contro i Jazz non è stata una sconfitta che si può definire "rassicurante". Urge riscatto immediato, ma forse non potrà contribuire Ray Allen, infortunatosi alla caviglia.
Risultati
Boston Celtics @ Memphis Grizzlies W 119-89
Boston Celtics @ Philadelphia 76ers W 100-86
Seattle Supersonic @ Boston Celtics W 82-111
Utah Jazz @ Boston Celtics L 110-92
Commento
Si ferma quindi a 10 la striscia vincente dei Celtics. Nelle prime tre partite
settimanali la squadra bostoniana ha giocato bene e ha fatto quello che ci si aspettava, vincere e convincere contro squadre battibili, e lo ha fatto con convinzione chiudendo la disputa ben prima del fischio finale, a volte la sensazione di dominio era tale che i tentativi avversari di portare a casa l'incontro si affievolivano già al primo quarto e poi largo spazio alle seconde linee. La media di distacco nelle prime tre partite della settimana è di ben 24 punti.
Nell'ultimo incontro invece la nostra franchigia preferita ha giocato in modo molto diverso: più svogliata, poco attenta e voglia quasi nulla di portarla a casa, almeno nella prima parte dell'incontro. Nella seconda parte invece questa voglia è ritornata a far capolino, ma è mancato quel guizzo finale che poteva riportare i Celtics in vantaggio. Tanto per far capire l'andazzo, nella prima parte della partita i migliori in campo dei Celtics sono stati Kendrick Perkins e Leon Powe.
Ora parlare di prestazione deludente è corretto, ma in una stagione di 82 partite un passaggio a vuoto ci sta senza problemi e non dubitiamo che i Celtics sapranno tornare a giocare come sanno, forse già dalla prossima serata contro Milwaukee, infatti le parole di Garnett e Pierce sono di un pronto ed immediato riscatto.
I Celtics sono stati i primi nella Lega a raggiungere le 50 vittorie, un traguardo importante, ma che alla fine non fa acquisire nessun premio, come dice giustamente Doc Rivers, Garnett non se ne è neanche accorto, mentre Ray Allen ha ironicamente guardato dentro la cassetta delle lettere per vedere se c'era un premio per le 50 vittorie, ma non ha trovato nulla.
Ad inizio stagione Garnett era visto come probabile MVP stagionale, ma il suo infortunio gli ha fatto saltare 9 gare e quasi altrettante gliene sono servite per tornare in forma e quindi le sue quotazioni per il riconoscimento individuale più ambito (anche dell'MVP delle finali) sono crollate. Ormai fuori gioco, Garnett è intenzionato a perorare la causa Paul Pierce: "io vado con Paul MVP quest'anno, fa molte cose, proprio le piccole cose che la gente non vede, ci sono solo tre giocatori che mi piace guardare in attacco, e lui è uno di quelli". Pierce ringrazia ed ammette che ritiene questa stagione la sua migliore in carriera, ma dubitiamo che possa avere qualche possibilità di vincere il titolo di MVP.
Nessuno dei due è entrato nell'ultima gara contro Utah, mentre solo Seattle hanno superato la doppia cifra di minuti d'impiego: vita dura per i due nuovi arrivati, P.J. Brown e Sam Cassell. Doc è sempre stato molto conservativo e con loro due non fa eccezione, infatti se la partita va bene li fa giocare, se invece è combattuta preferisce andare con giocatori che conosce. Nulla di strano, è un comportamento corretto per una franchigia che vuole vincere il titolo, ma è anche importante capire che una maggiore flessibilità in questo caso sarebbe necessaria per permettere ai nuovi arrivati d'integrarsi abbastanza per poter essere utili ai play-off. Se conosciamo bene Doc dubitiamo che i due avranno molti minuti a disposizione nell'imminente trasferta, ma speriamo di sbagliarci e di vederli in campo un po' più spesso.
Dalla prossima gara comincia l'ultima lunga trasferta dei Celtics, e le gare sono così ravvicinate che non ci sarà tempo di un allenamento se non fra 6 giorni a Dallas. Così è l'NBA, in cui si viaggia molto e c'è poco tempo per prepararsi per le partite. Da più parti si chiede di ridurre le gare per avere più riposo e meno infortuni, ma poi quando si ricorda che meno gare significa anche stipendi più bassi allora tutto si sgonfia e tutto rimane uguale.
Ricomincia nel frattempo l'avventura di Gabe Pruitt nell'NBDL e nelle 4 partite finora disputate è già partito in quintetto, visto che conosceva la squadra avendoci giocato mesi fa, e pure con minutaggi importanti, ben 37 minuti di media. Anche il suo bottino realizzativo non è affatto male, segno che i 21 punti di media non lo fanno sembrare così in difficoltà come quand'era ai Celtics, ma ovviamente si parla di un altro livello di gioco. I suoi assist invece arrancano, passando da un massimo di 8 ad un minimo di 2, la media è un salomonico 4,5 a gara, mentre la media al tiro è molto vicina al 50% (47,7%) che per un play non è affatto da disprezzare.
Infortuni
Ray Allen è scivolato durante la gara contro Utah e si è infortunato alla caviglia sinistra. Non è sicuro che il giocatore possa essere in campo già dalla prossima partita contro Milwaukee, ma il fatto che se ne parla è rassicurante perché vuol dire che l'infortunio non è grave. Su un suo impiego Doc è chiaro: "dev'essere guarito perfettamente per giocare". Nel caso in cui non ce la facesse ad essere in campo il suo probabile sostituto in quintetto sarà l'omonimo Tony.
Curiosità
Altri record superati od avvicinati. Oggi ci occupiamo delle 50 vittorie, raggiunte con sole 12 sconfitte. Solo in due casi i Celtics nella loro storia hanno fatto meglio: nel 1964-65 e nel 1985-86, in entrambi quei casi la soglia delle 50 vittorie hanno comportato solo 11 sconfitte. Inoltre la striscia di 10 vittorie conclusa questa settimana è la prima di questa entità dal lontano 1986.
I primi anni di Doc Rivers a Boston sono stati difficili, con una squadra giovane ed una franchigia in ricostruzione. Da quest'anno invece le cose sono cambiate, ma il bilancio globale di Rivers in biancoverde rimane comunque negativo 152-157. Contro Seattle il bilancio di Doc Rivers come allenatore NBA invece ha raggiunto il 50%, 324-324, anche se con la sconfitta contro Utah siamo tornati sotto il 50%, ma non dubitiamo che a fine stagione sia il bilancio di Doc come allenatore NBA che come allenatore dei Celtics saranno positivi.
La sconfitta contro i Jazz non è stata positiva, ma la contemporanea sconfitta dei Raptors e contando le partite che mancano alla fine della stagione regolare hanno decretato la matematica vittoria dei Celtics dell'Atlantic Division. Non che questo titolo fosse in pericolo, ma acquisirlo quando mancano ben 18 partite alla fine è segno di un dominio imbarazzante nell'Atlantic. Ai Celtics però frega veramente poco, loro hanno in mente solo l'obiettivo più importante a giugno.
C'erano preoccupazioni sul fatto che i nuovi proprietari capitanati dal presidente Wycliffe Grousbeck non intendessero allentare i cordoni della borsa? Quest'anno ha dimostrato che le preoccupazioni erano infondate, infatti Wyc aveva sempre detto che, in caso di squadra costruita per vincere, i soldi non sarebbero stati un problema, e così è stato. Ora che il monte salary è pari a circa 75 milioni di dollari, ci sono ben 7 milioni di dollari da pagare in tassa di lusso, ma Wyc rassicura perché le entrate extra coprono queste spese. Chiaramente Wyc confida in lauti incassi anche durante i play-off, quindi più si andrà avanti più potranno godere sia i tifosi che le casse della società .
Come cambia l'atteggiamento verso i Celtics da un anno all'altro! Fino alla scorsa stagione i biancoverdi erano ignorati, se non sbeffeggiati, ora sono riveriti ed omaggiati ad ogni occasione. Si è saputo che Tim Hardaway, ex giocatore NBA nel ruolo di play, ha contattato Ainge per offrire i suoi servigi come allenatore personale di Rondo. Alla fine poi non se ne è fatto nulla ed in settimana Hardaway ha detto che Cassell sarà un buon aiuto per il giovane play biancoverde, ma fino all'anno scorso a Tim non sarebbe mai venuto in mente di offrire la sua esperienza a favore della franchigia bostoniana.
Il migliore della settimana
Questa settimana il livello medio del gioco dei Celtics non-PGA Tour è più basso della media stagionale e potrebbe essere più difficile attribuire un corretto riconoscimento in questa occasione, per fortuna Kendrick Perkins ci viene in aiuto con una bella prova contro i Jazz che risolve questo dilemma. Complimenti quindi a Perkins, il quale era già in vantaggio, anche se di poco, su Rondo e Posey, prima dell'ultima gara, e questa ha decretato senz'ombra di dubbio la corretta attribuzione del riconoscimento. Nel primo tempo contro i Jazz Perkins è stato sicuramente il migliore dei Celtics, PGA Tour compreso, e si potrebbe anche attribuire a lui l'MVP dei biancoverdi, includendo pure la seconda parte della partita, senza che questo possa essere considerato scandaloso. Ci fa un enorme piacere vedere un Perkins così in forma, attivo, volenteroso, aggressivo sui rimbalzi e preciso al tiro. Mancano ancora 5 settimane alla fine della stagione e Rondo non può ancora considerarsi il vincitore.
Classifica aggiornata:
7 Rajon Rondo
4 Kendrick Perkins
2 James Posey
2 Eddie House
1 Tony Allen
1 Glen Davis
1 Leon Powe
I minuti del PGA Tour
Settimana di assoluto relax per il PGA Tour, il quale ha giocato 3 delle 4 partite stagionali quasi interamente sotto la soglia dei 30 minuti di gioco, decretando nella media settimanale un picco di quasi 30 minuti per Paul Pierce, il quale risulta quindi il più impiegato, seguito a poca distanza da Garnett con 29 minuti di media. L'infortunio di Allen fa scendere drasticamente la sua media, fermandosi a 25.
La media decisamente bassa di Allen comporta in ottica stagionale il raggiungimento di Pierce, infatti ora i due sono appaiati esattamente a 37 minuti. Garnett invece rimane molto basso, ora ha scollinato di 2 decimi sotto i 34 minuti.
Appuntamenti e classifiche
L'ultima trasferta ad ovest dei Celtics comporta un'altra settimana molto intensa con 4 partite:
sabato 15 marzo in trasferta a Milwaukee
lunedì 17 marzo in trasferta a San Antonio
martedì 18 marzo in trasferta a Houston
giovedì 20 marzo in trasferta a Dallas
La trasferta in realtà inizia contro Milwaukee, una squadra che milita nell'Eastern Conference, ma che non dista molto dalle franchigie della parte ovest dell'NBA. La partita contro la franchigia del Wisconsin è l'unica contro una squadra non di vertice, quindi nella lunga trasferta di 5 partite divisa in due settimane la sfida contro i Bucks è, sulla carta, la più facile, infatti i cerbiatti non hanno più nulla da chiedere a questa stagione.
Le successive tre partite settimanali sono contro tre squadre che lottano per la leadership della Western Conference e quindi molto difficili. Tra la detentrice del titolo NBA (San Antonio), quella che ha la seconda striscia vincente della storia NBA (Houston) e chi deve assolutamente vincere per non perdere contatto con la vetta (Dallas) per i Celtics si prospetta una settimana nient'affatto tranquilla. Probabilmente un bilancio settimanale in pareggio non sarebbe da prendere in modo negativo.
Le tre vittorie settimanali consentono ai Celtics non solo di mantenere, ma anche di aumentare il distacco dai Pistons, i quali distano attualmente 4 lunghezze e mezza. Se i Celtics escono bene dall'ultima trasferta ad ovest difficilmente i Pistons potranno agguantare la vetta della classifica. La bagarre ad ovest (7 squadre racchiuse in 2 lunghezze e mezza) fa ritenere fin da ora altamente improbabile un attacco di una di queste squadre alla leadership dei Celtics.
A risentirci.