I soliti vecchi Spurs

Barry e Ginobili, saranno ancora compagni di squadra…

Prende corsa e ritmo, come al solito, la stagione regolare dei San Antonio Spurs che terminato il faticoso ma funzionalissimo "Rodeo Trip" sono ancora sull'onda di una striscia vincente di 11 partite.

Nell'aria la flagranza dei playoff inizia a farsi sentire sempre più forte ed è ormai una tradizione che proprio in questa periodo post-All Star Game, le viti texane tendono a girarsi automaticamente.

Le partite

CHARLOTTE 85-65, W
@ MINNESOTA 100-99, W
NEW ORLEANS 98-89, W
ATLANTA 89-74, W
DALLAS 97-94, W
@ MILWAUKEE 96-94, W
@ NEW JERSEY 93-83, W
NEW JERSEY 81-70, W
INDIANA 108-97, W

Around the team

La svolta. Annunciata, voluta e soprattutto completa.
I San Antonio Spurs sono al comando della Western Conference con la solita pacatezza e tranquillità  con il quale affrontano queste fasi della regular season. Come accaduto lo scorso anno, a dare slancio alla rimonta Spurs sono state le ultime due vittorie nella lunga serie di trasferte per il Rodeo.

Nel 2007 è successo a New Jersey e Detroit (poi 13 W consecutive) mentre quest'anno le vittorie a Toronto e Cleveland hanno dato il la alla serie di 11 vittorie che tutt'ora, al momento in cui scriviamo, tiene compagnia al buon momento degli Spurs.
Correlazione abbastanza evidente sia dal punto di vista dei risultati che nelle modalità  con il quale si raggiunge una vittoria e si allunga una striscia vincente.
In una sola parola, difesa.

Gli avversari si devono accontentare di 85 punti a partita, tirando poco sopra il 40% e smistando la pochezza di 16 assist. Numeri che fanno riflettere sul cambiamento di rotta di una squadra che applica sempre di più fondamenti e intensità  in un sistema che mette da sempre la difesa come vitale e primario mezzo per raggiungere una vittoria.

Perché solo a San Antonio, si può mettere una W di fianco al risultato tirando con il 33% dal campo come è successo nella sfida interna con i Nets.

Perché solo a San Antonio, si può raggiungere la vetta dello stracompetitivo Ovest avendo nelle ultime 10 partite disputate il 4° peggior attacco per punti realizzati (94.1 ppg) e il 7° per percentuale dal campo (44.1%).

Ma questi numeri in controtendenza e in apparenza un po' contradditori fanno paura più agli avversari che a Popovich, perché se l'età  ed il conseguente fisiologico logoramento di alcuni giocatori non ancora intacca lo spirito del sistema, allora per vincere il sospirato anello bisogna fare qualcosa di più per battere 4 volte nei playoff questi Spurs.

Vittorie avvantaggiate da un calendario abbastanza morbido che fa da apripista ad un mese di marzo di fuoco. Ma i match che seguiranno saranno solamente le prove generali del grande ballo di fine aprile dove a meno di clamorosi declini o terribili cali di condizione vedranno protagoniste le attuali magnifiche 8 della Western.
Gli Spurs hanno apportato qualche modifica al motore, installando nel sistema due giocatori come Stoudemire e Thomas che danno una versione ancora più rude e efficace ad una squadra che aveva bisogno solamente di qualche smussatura e non di un Gasol, di uno Shaq o di un Jason Kidd.
Ora è tornato Parker, che piano pianino sta riprendendo confidenza con il ferro e le sue penetrazioni limitandole però al minimo sindacale visto che non è ancora arrivato il momento di inserire la quarta.

Tornerà  Barry, che ha scelto (again) lo sponda dell'Alamo per cercare di riconquistare in un gruppo che lo dipinge da anni come anima e presenza indispensabile e decisiva, un altro anello.

Intanto le vittorie contro i Mavs e Hornets, considerate oggettivamente le più significative danno un leggero spunto sulle ambizioni della squadra. A Dallas non ci sono più Harris e Diop che erano mosche fastidiose per il gioco di Parker e Duncan e la partita vinta nel finale grazie alla stoppata di Bowen su Terry ne ha dato una dimostrazione palese con Tim dominante a livelli alti per una sfida di stagione regolare.

Per ora si difende e in attacco si limitano i danni. Però si vince, aspettando esami un po' più impegnativi.

Around the players

TONY PARKER
Dopo un'assenza di 10 partite, l'MVP delle scorse finals sta riprendendo un discreto ritmo sia dal punto di vista realizzativo sia nella dimensione di regista. 15.5 ppg in 28 centellinati minuti di utilizzo. Le percentuali sono ottime, 50% dal campo e 62.5% nelle ultime 4. La prova del suo completo recupero è stata messa in atto ad East Rutherford con una prestazione che ha sfiorato la tripla doppia come buonuscita.

MANU GINOBILI
La consacrazione di Pop è stata di quelle che non si dimenticano. "Nell'ultimo mese e mezzo, Manu ci ha letteralmente trascinati". Ha ragione lo scorbutico coach degli Spurs quando parla di Ginobili. Perché la veste della squadra nelle ultime partite ha assunto sempre di più i colori chiari della dipendenza dalle sue giocate. I 44 punti di Minnesota con tanto di canestro decisivo, i 30 e 12 assist contro gli Hornets, i 30 a Milwaukee con altro canestro della vittoria sono solo episodi di una lunga lista che a fine anno dirà  molto probabilmente (con o senza anello) che questa è la sua miglior stagione della carriera NBA. Ha ancora il posto in quintetto (anche se tornerà  in panca quasi sicuramente) e nelle ultime 9 è ad un passo dal 50-40-90 (percentuali dal campo, da 3, ai liberi) che fanno di un giocatore, un grande giocatore. Segna 23.3 ppg in 33'.

TIM DUNCAN
Momento delicato (sempre con le dovute virgolette o asterischi). 18.5 ppg con 3 partite su 9 sotto la doppia cifra per punti realizzati. 45.4 % dal campo contro il 50.3% stagionale. Un po' di imprecisione, un po' di scarsa intensità  nelle giocate ed anche un ottimo lavoro dei difensori che ogni sera devono fare i conti con lui. Di fresca memoria è la splendida partita di Foster dei Pacers che ha semplicemente annullato il nativo di St.Croix. E' stato dominante contro i Mavs (31+15) e nella seconda partita con i Nets (29+12). Bene ai liberi. 81% contro il buon (per i suoi standard) 72% in stagione.

BRUCE BOWEN & IME UDOKA
Sta crescendo Ime. Nella considerazione di Popovich e sopratutto nelle prestazioni in campo. I 6.7 ppg nei 23' d'impiego sono insignificanti se non accostati con la sagacia, la volontà  e l'attitudine che mette nei due lati del campo (soprattutto in quello difensivo). Tira con il 47% da 3 ed è sempre di più l'alter ego di Bowen e lo sarà  (se continua su questa strada) anche nei playoff. Per quanto riguarda Bruce, si applica (occasionalemte) in difesa, prende i suoi tiri dall'angolo con 2/3 metri di spazio e aspetta il caldo di aprile.

KURT THOMAS & FABRICIO OBERTO
Oberto ha perso qualche posizione nella gerarchia delle rotazioni ma la sua propensione a giocare di fianco a Tim è ancora una salda certezza mentre il nuovo acquisto, Thomas ha iniziato il non facilissimo periodo d'inserimento nel complicatissimo sistema Spurs. Ed anche se c'è una palla persa, qualche errore di posizione e piccoli e naturali problemi di "misunderstanding" con i compagni si capisce da giovani sensazioni che sarà  importantissimo per la squadra. E per Tim.

MICHEAL FINLEY
5 partite su 9 in doppia cifra ma con rivedibili e mediocri percentuali. 40.2% dal campo e 31.4% da 3. I suoi tiri sono importanti. Le sue percentuali ancora di più.

JACQUE VAUGHN & DAMON STOUDEMIRE
Forse la loro staffetta è l'argomento più interessante in funzione playoff. Chi sarà  il vice di Parker? Su chi si affiderà  Pop? Sull'affidabile e scolastica ma limitata pallacanestro di Vaughn o sulla quella più offensiva, perimetrale e incerta di Stoudemire. Per ora il coach sta testando Damon sottraendo minuti a Jacque. Ma i risultanti non sono un granchè se si guarda l'ex Memphis come tiratore (29% dal campo e 25% da 3).

Coming soon…

Inizia nella notte, un serie di sfide abbastanza impegnative per i texani. Trasferte a Denver e Phoenix poi di nuovo con i Nuggets (in back-to-back) all'At&t center. Poi tre trasferte mica da ridere, con Hornets, Pistons e Sixers per poi tornare a casa il 17 per sfidare i dominatori dell'Est, i Boston Celtics.

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