Dominic Kinnear a PlayitUSA

Dominic Kinnear, 41 anni, coach della Houston Dynamo

Il gruppo è sempre lo stesso, prima a San Jose poi a Houston, e alla guida c'è sempre lui, il coach scozzese Dominic Kinnear, vincitore con la Houston Dynamo delle ultime due MLS Cup, che si avvia a diventare l'allenatore più vincente della storia della MLS. Ed è da lui che PlayitUSA.com, con l'avvicinarsi dell'inizio della regular season, ha deciso di ripartire per il lungo viaggio della stagione 2008.

Dominic Kinnear è nato a Glasgow nel 1967, anche se è cresciuto a Fremont (CA), allenato da bambino dal padre tifoso dei Rangers, è divenuto poi giocatore professionista col St. Johnstone in patria, negli USA con San Francisc Blackhawks (APS, con cui giunse alla semifinale di CONCACAF Champions' Cup) Ft. Lauderdale Strikers, al Necaxa in Messico e infine ancora Stati Uniti, ai Seattle Sounders (APSL) nel 1995 e poi nella MLS (Colorado Rapids, San Jose Clash e Tampa Bay Mutiny) chiudendo la carriera da giocatore nel 2000 dopo aver anche partecipato ai Mondiali statunitensi del 1994. Nel 2001 l'allenatore dei San Jose Earthquakes, Frank Yallop, lo stesso di oggi, lo nomina assistant coach. Insieme portano San Jose a vincere le MLS Cup 2001 e 2003. Nel 2004 Frank Yallop lascia per intraprendere l'incarico di CT della Nazionale canadese, e Kinnear diventa head coach degli Earthquakes, che guida alla vittoria del MLS Supporters' Shield (assegnato alla miglior squadra della regular season) nel 2005. Alla fine della stagione però la MLS decide di spostare la franchigia di San Jose a Houston, dove il gruppo vincente di San Jose si conferma il migliore degli ultimi 10 anni, vincendo le MLS Cup 2006 e 2007, sempre contro i New England Revolution.

Contro i Revolution i Dynamo hanno giocato e vinto l'ultima partita del 2007, mentre la prima del 2008 arriverà  tra pochi giorni in Guatemala per la Champions' Cup. Qualche preoccupazione però nell'ambiente prima del via di questa stagione che vedrà  Houston impegnata su più fronti. Preoccupazione derivante dall'impoverimento della squadra in attacco, dalla rosa limitata e dalla debacle (6-1) subita nel Pan-Pacific Championship contro i giapponesi del Gamba Osaka. Una ferita che però brucia poco sulla pelle di Mr. Kinnear, ed allora da lì abbiamo deciso di iniziare la nostra conversazione con l'allenatore campione in carica.

Mister Kinnear, abbia da poco pubblicato sul Play.it un articolo dal titolo "Cos'è successo Honolulu?". Ce lo può spiegare lei?

È successo quello che non doveva. Purtroppo il Gamba Osaka si è dimostrato un'ottima squadra, molto più preparata di noi, con un centravanti, Barè, che quella sera sembrava imprendibile. Dall'altra parte, pur avendo retto nel primo tempo, abbiamo nostrato limiti fisici di preparazione e in fase difensiva siamo stati pessimi, Abbiamo giocato male, tutto qui. Ci sarà  di lezione.


Pan-Pacific Championship – Houston Dynamo vs. Gamba Osaka 1-6

Dopo questo confronto, come si sentirebbe di valutare la MLS rispetto agli altri campionati d'Europa o del mondo?

Rispondere ad una domanda del genere è assai complicato. Ciò perché l'errore sarebbe comparare due campionati quando invece se ci si riferisce ad una lega inevitabilmente si pensa ai top team. Ovvio che se confrontiamo le migliori squadre della MLS con le migliori di buona parte delle leghe europee, il confronto non possa esistere. Anche rispetto a campionati come il Portogallo, dove ci sono squadre come Benfica e Porto dalla grande storia, o Francia, dove ci sono Lyon e Olympique Marsiglia. Diverso invece se allarghiamo il paragone all'intero campionato. E ciò è inevitabile, perché la MLS non avrà  mai al proprio interno, almeno tendenzialmente, uno o due squadre dominanti tipo Real Madrid e Barcellona in patria. La nostra è una lega assai equilibrata. Posso comunque dire che una squadra come la Houston Dynamo in un campionato come la Premier League, dopo un primo anno di adattamento ad un ambiente e ad una pressione cui i giocatori non sono abituati, lotterebbe per non retrocedere, e probabilmente ce la potrebbe fare a salvarsi, togliendosi anche qualche soddisfazione. So che sembra un'affermazione forte, ma è vero che se si pensa, ad esempio, alla Scottish premier League, la si valuta solo Celtic e Rangers, mentre non si pensa alle numerose squadre di livello inferiore. Lo stesso vale per l'Inghilterra.

Lei ha giocato , nel campionato scozzese, ma anche in Messico e poi nella MLS dei primi anni. Quali sono le maggiori differenze che ha notato nel tipo di calcio che si gioca in questi paesi?

In Scozia sono stato poco, quindi non mi sento di esprimermi. Per il resto la vera discriminante sta nell'atmosfera che c'è intorno al calcio. In Messico non esiste altro, il calcio è l'unico sport, è questa la differenza maggiore. Parlando solo di gioco, posso dire che la MLS è assai più disciplinata ed organizzata della lega messicana, dove però si dà  più spazio alla tecnica.

Ha giocato nella MLS dagli esordi, mentre oggi, a distanza di 12 anni, la vede dalla panchina. Quali sono stati secondo lei i più grandi cambiamenti di questi anni?

Innanzitutto è incredibile il miglioramento effettuato dai giocatori americani rispetto a 13 anni fa, sia dul punto di vista tecnico che tattico, come si è potuto vedere anche nel rendimento della Nazionale. Gran risultato questo, perché per un calciatore americano è assolutamente svantaggiato a giocare qui. Ma il miglioramento della lega si può osservare in tante cose: dall'arrivo di investitori dalle grandi capacità  alla costruzione di Soccer Specific Stadium, David Beckham, ecc. All'inizio c'erano giocatori come Eric Wynalda, Thomas Ravelli, Carlos Valderrama e Marco Etcheverry. Purtroppo è mancata la copertura media. Non c'era internet come oggi, all'epoca. Ma ricordo che nel 1996 c'era un piano di 5 anni dopo cui sarebbe stato valutato il futuro della lega. Siamo all'anno numero 13, e oggi si può dire che gli ostacoli maggiori siano stati superati, e che davanti il futuro apare rose, anche se c'è ancora molto da lavorare.

Ok, è stata approvata la DP rule, e sono arrivati I vari Beckham e Blanco, ma quando pensa che la MLS inierà  ad investire seriamente sul calciatore medio attraverso un inevitabile, ed enorme, aumento del salary cap per squadra ed un allargamento delle rose? Un problema questo che vi tocca particolarmente da vicino, viste le numerose competizioni che vi aspettano. E poi una cosa che colpisce della MLS è che vi siano giocatori professionisti, anche se giovani, il cui ingaggio è prossimo alla soglia della povertà .

Quest'anno sarà  dura, specie per noi, come hai detto, visto che ci aspettano 50 partite con a disposizione soli 23 giocatori. Ma dobbiamo reggere ancora un paio d'anni, e i soldi arriveranno. E con i soldi che si riverseranno sulla MLS i giovani atleti si avvieranno al calcio, e anche il livello degli stranieri crescerà . Per quanto riguarda i giovani, il sistema deve cambiare, perché obiettivamente in America è quasi impossibile sopravvivere con quei soldi. Ma appunto, bisognerà  attendere due anni [alla scadenza del contratto collettivo, ndr]

Le ha iniziato ad allenare a San Jose con Frank Yallop. Da quella scuola è uscito un gruppo che fino ad oggi ha già  vinto 4 MLS Cup e i cui giocatori sono la spina dorsale della Nazionale (quando non ci sono gli "europei"). Qual è il segreto del vostro successo?

Nessun segreto. Buoni giocatori, non per niente quasi tutti nazionali. La maggior parte ha ormai un'ottima esperienza alle spalle. Ho ragazzi che sono atleti e professionisti di livello, ma le cui doti principali sono l'altruismo e la volontà . E il risultato si vede.

Come abbiamo accennato, quest'anno Houston dovrà  affronate MLS, Champions Cup (e forse la Copa Sudamericana), SuperLiga e la nuova Concacaf Champions League. Come pensa che la sua squadra possa risultare competitive con così pochi ricambi, specie con il trasferimento in Austria di Joseph Ngwenya e Nate Jaqua, che sta anche segnando con una certa continuità ? E come sta Brian Ching, spesso infortunato la scorsa stagione?

Ching sta bene finalmente, e ci aspettiamo molto da lui. Per l'attacco invece è arrivato dall'Arsenal di Sarandì il giovane (21 anni, ndr) argentino Franco Caraccio, che è già  qui con noi. Oltre che giovane e bravo e sa rendersi pericoloso. Il fatto comunque è che tutti cercano attaccanti, e la nostra campagna acquisti non è certo finita qui!


Houston Dynamo Best Goals 2007

Ci sarà  possibilità  di vedere un Designated Player a Houston? Anche nel caso non fosse possibile, quale giocatore sarebbe il suo sogno allenare?

Quella dell'arrivo di un DP è sicuramente una possibilità , che però alla fine quest'anno credo dovremmo scartare. Il motivo è uno stipendio da DP (intorno ai $400 mila) ci costringerebbe a cedere almeno 2 o 3 giocatori, rischiando di far saltare gli equilibri di una squadra che vince. Vedremo il prossimo anno. Per quanto riguarda il mio ideale è sicuramente Cristiano Ronaldo, che è il mio numero uno assoluto. È fantastico: come segna, come dribbla, come porta la palla. È fantastico, chiunque vorrebbe averlo.

Quali sono secondo Lei i 3 migliori giocatori della MLS di oggi e in generale i più bravi calciatori USA?

Landon Donovan è sicuramente nella lista. Con lui direi poi Juan Pablo Angel, che sicuramente è stato un grande acquisto per NY. Mmmh, ci sarebbe poi Jozy Altidore, ma deve ancora crescere molto. Certo hail potenziale, ma ancora non è al top. Landon per me è il top. Ci sarebbe Gullermo Barros Schelotto, che è un grande, ma non lo vedrei nel mio team per il suo stile di gioco. Uno, infine, che mi piace molto è Chris Rolfe, dei Chicago Fire, veramente un ottimo giocatore quando sta bene. Insieme a Donovan in assoluto comunque per me il più forte calciatore americano per me è Clint Dempsey, cresciuto moltissimo da quando gioca in Premier League. Tra i giovani, i più bravi e con maggior potenziale sono sicuramente Altidore, come detto, e il centrocampista del Toronto FC, Maurice Edu. C'è poi anche Freddy Adu, che fatto benissimo ad andare a mettersi in gioco al Benfica. Per tutti e tre comunque, il futuro dipende da dove andranno, da quanto giocheranno, e da che tipo di ambiente troveranno nei prossimi anni.

Lei ha allenato Donovan a San Jose al ritorno dalla sua esperienza in Germania. Secondo Lei, per quale motivo ha fallito e perché non vuole riprovarci in Europa?

È una sua scelta e va rispettata. Penso comunque che in Germania ci sia andato troppo giovane (aveva 17 anni) e a quella età  non si può parlare di fallimento per un giocatore. La seconda volta probabilmente non voleva nemmeno andarci, ma ha dovuto per impegno contrattuale. Oggi invece, e posso dirlo perché lo conosco bene, semplicemente è felice in California, dove sta bene dal punto di vista umano ed economico. Rimango comunque convinto che potrebbe fare veramente bene in Europa, dove molti lo vorrebbero in squadra.

Il livello tecnico di un Donovan è ottimo, mentre non altrettanto di può dire di quello medio della MLS. Pensa che importare coach stranieri, europei e sudamericani, possa essere d'aiuto?

Non lo so" il fatto è che un coach nella MLS fa un lavoro completamente diverso rispetto a quanto avviene in altri paesi. Di coach stranieri e di successo ce ne sono, come Steve Nicol e Juan Carlos Osorio, ma nel passato ci sono anche stati fallimenti notevoli, basti pensare alle esperienze di Carlos Queiroz e Carlos Alberto Parreira a NY. Idee differenti servono sicuramente, ma tutta questa necessità  di stranieri non la vedo, a meno che non ci credano veramente. Il rischio è che quando vengono qua alle prima difficoltà  scarichino tutto sui giocatori americani. Siamo tutti soccer romantics e a tutti piacerebbe vedere certi nomi in panchina, ma qui è differente.

Pensa che il SuperDraft sia ancora un metodo valido per selezionare I giocatori nell'ingresso al professionismo? Non sono troppo "vecchi"?

Verissimo. Il sistema di selezione va cambiato, e anzi sta cambiano con l'avvio dei settori giovanili, una novità  assoluta nello sport USA. Per il momento però il SuperDraft è ancora utile, se non necessario. Devo poi dire che avere giocatori più maturi e laureati in gruppo aiuta, ma certo il sistema va cambiato.

Come sta crescendo il settore giovanile della Houston Dynamo e in generale del soccer USA?

Al momento abbiamo in piedi i team Under 15 e Under 17, ma da quest'anno partiranno strutture per tutte le età  che ci consentiranno di individuare i migliori talenti del nostro mercato di riferimento. Vado a vedere i nostri givoani non molto spesso purtroppo. Un coach nella MLS fa molte altre cose oltre ad allenare. Ma dal poco che ho visto posso dire che entro massimo 5 anni avremo risultati senza precedenti.

In una recente intervista al Guerin sportivo, Michael Bradley, ex NY che ora gioca in Olanda, ha accusato i giocatori della MLS, riferendosi nello specifico a Galaxy, di scarsa professionalità . Che ne pensa, e in cosa crede il giocatore americano medio debba crescere di più?

Non generalizzerei così. Mancanze dal punto di vista del professionismo avvengono in tutte le società  del mondo, nella MLS come ad esempio nella Liga: mi viene in mente il caso Drenthe (finito coinvolto in un incidente automobilistico e in una discussione con un poliziotto in piena notte, ndr). Certo in passato il problema era anche di tipo culturale, come anche nei pochi soldi a disposizione. Ma le cose stanno migliorando e molto, e immagino che a Los Angeles un uomo dall'esperienza di Ruud Gullit non tollererà  situazioni di questo genere. Per i calciatori americani c'è poi l'esempio rappresentato dai propri connazionali che oggi giocano in Europa a tutti i livelli. Il concetto che solo col lavoro si possano raggiungere certi risultati è ormai entrato nella testa di tutti.

Quanto è stato difficile per Lei e per i suoi ragazzi lasciare San Jose e trasferirsi a Houston? Come vede San Jose di ritorno nel 2008?

Sono molto felice per San Jose, che considero la mia patria adottiva. Certo per un expansion team è sempre dura, e ci vorrà  un po' di tempo. Per me è stata dura a fine 2005 lasciare famiglia e amici, e mi dispiacque molto per i fans. Né io nei i miei giocatori abbiamo saputo nulla fino all'ultimo momento. A due anni di distanza però sono felice: abbiamo vinto tanto e qui a Houston c'è il pubblico più caldo della MLS. Quando penso alla "migrazione" della finale 2006 o agli oltre 30.000 della semifinale 2007, una marea arancione, mi vengono i brividi. Una marea che spero rivedere nella finale 2008 a Carson (CA).

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