Un nano alla battuta

Eddie Gaedel, il più piccolo giocatore di sempre delle Major, un difficile bersaglio per i pitcher..

Nella lunga storia deI Major League Baseball (ma anche dello sport nordamericano in generale) ci sono stati numerosi personaggi che hanno fatto spesso parlare di sé per i propri atteggiamenti al di sopra delle righe: uno di questi fu sicuramente Bill Veeck, colorito proprietario di Cleveland Indians, St. Louis Browns e Chicago White Sox, divenuto famoso per le sue trovate ed innovazioni.

(Tra le otto squadre che nel 1901 debuttarono nella nuova American League erano presenti i Milwaukee Brewers; l'anno successivo i Brewers si trasferirono nel Missouri, diventando i St. Louis Browns; al termine della stagione 1953, i Browns si trasferirono nel Maryland, diventando i nuovi Baltimore Orioles. Poiché nella storia Baseball ci sono state diverse squadre chiamate Baltimore Orioles, è importante non confondere franchigie differenti ma con lo stesso nome).

Veeck fece spesso parlare di sé per le sue proposte (bande di musicisti oppure fuochi artificiali al termine delle partite), spesso ideate per aumentare il consenso dei tifosi ed attirarli allo stadio; Veeck, inoltre, fu il primo che inserì sul retro delle maglie il nome dei giocatori.

Tuttavia, il momento più ricordato nella carriera dirigenziale di Bill Veeck avvenne il 19 agosto 1951, quando era alla guida dei St. Louis Browns, una squadra piuttosto deludente; in quello stesso anno veniva festeggiato il 50esimo anniversario della American League e per celebrare degnamente quell'evento, Veeck annunciò una sorpresa per la partita contro i Detroit Tigers: ovviamente l'eccentrico dirigente voleva richiamare più tifosi possibili allo stadio e, infatti, per quell'incontro ben 18.000 appassionati si recarono allo Sportman's Park di St. Louis.

Chiusa la parte alta dell'inning iniziale senza segnare, i Tigers si stavano preparando al loro turno difensivo, quando improvvisamente entrò in campo una carrozza da cui uscì un personaggio alquanto singolare, Eddie Gaedel: questo “giocatore” aveva ventisei anni di età , ma era alto poco più di un metro (3 piedi e 7 pollici) e vestiva una minuta divisa con il numero 1/8 (ora conservata nella Hall of Fame).

Gaedel si presentò in battuta, munito di una mazza giocattolo, ma ovviamente scatenò una serie di discussioni, sedate quando il manager presentò un regolare contratto: il “nanerottolo” poté quindi sistemarsi nel box, sebbene dovesse attendere che i giocatori di Detroit (in particolare il pitcher Bob Cain) smettessero di ridere.

Il lanciatore cercò di trovare la zona dello strike, ma purtroppo, collezionò quattro ball (probabilmente strike contro battitori normali), permettendo a Gaedel di raggiungere la prima base; non appena toccò il cuscino, il piccolissimo giocatore fu sostituito da un pinch runner, ma ricevette una strepitosa standing ovation da parte degli spettatori.

Esiste addirittura un retroscena (anche se non siamo certi della sua veridicità ): si racconta che Bill Veeck avesse intimato Gaedel di non girare la mazza, altrimenti un cecchino, nascosto tra il pubblico, avrebbe sparato.

Gaedel, ovviamente, terminò in quel momento la propria carriera, stabilendo un record che non sarà  mai battuto: con 3 piedi e 7 pollici, sarè ricordato per sempre come il giocatore più piccolo nella storia del Major League Baseball.

Questo episodio, in ogni caso, non fu gradito dal presidente dell'American League Will Harridge che criticò aspramente Veeck; fortunatamente Gaedel fu inserito in una situazione non decisiva (se fosse entrato con le basi piene, avremmo assistito ad una vera e propria farsa) e alla fine i Tigers vinsero 6-2. Dieci anni dopo il piccolissimo giocatore, ormai trentaseienne, fu misteriosamente assassinato a Chicago e Bob Cain gli rese omaggio partecipando ai funerali, rimanendo però colpito dalla piccolezza della bara.

In chiusura di articolo è giusto preparare una breve nota su Veeck che, nonostante la partita di Eddie Gaedel, fu davvero un dirigente eccezionale come dimostrato da alcuni dati inconfutabili: tutte le squadre da lui guidate stabilirono numerosi record di spettatori, durante il periodo di Veeck; inoltre, Cleveland riuscirono a vincere il titolo mondiale nel 1948 (l'unico nella storia degli Indians), mentre nel 1958 i White Sox raggiunsero le World Series per la prima (ed ultima volta) dopo lo scandalo dei Black Sox, avvenuto quarant'anni prima.

Non va dimenticato che Veeck fu tra i fautori dell'integrazione razziale e non sorprende che siano stati proprio i suoi Cleveland Indians ad ingaggiare Larry Doby, il primo giocatore di colore della American League; inoltre, si pensa che se qualche anno prima fosse riuscito ad acquistare i Philadelphia Phillies, Veeck avrebbe fatto debuttare numerosi campioni provenienti dalle Negro Leagues.

Veeck morì nel 1987 a 83 anni e nel 1991 fu giustamente eletto nella Hall of Fame.

“I'd have given my right arm just to have gotten one strike on him!” - Bob Cain.

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