David Harrison ancora una volta protagonista in negativo in questa sfortunata stagione
Inutile illudersi. Se il precedente report poteva far intravedere qualche spiraglio di luce in grado di poter dare una svolta a questa disastrata stagione, dopo avere registrato altre sconfitte e altri problemi la situazione è ufficialmente andata a pezzi, seppur ci sia gente che ancora crede nel raggiungimento dei playoffs pur sapendo che in questa stagione nella parte Est dopo la 5°-6° posizione nella griglia, hanno un valore molto scarso.
A conferma di tutto questo è arrivata la classifica delle franchigie con il numero più alto di spettatori alle partite. La Conseco Fieldhouse con la media di 12,183 persone occupa stabilmente l'ultima posizione della graduatoria, un dato significativo considerando che storicamente Indiana ha il basket che circola nel sangue.
Addirittura dalla stagione 1990/91 non si aveva un affluenza così bassa nella NBA per una singola squadra. Chiaramente i motivi sono individuabili nei risultati negativi di questi Pacers, ma anche dai continui brutti episodi a cui sono coinvolti spesso i loro giocatori.
Nello scorso report avevamo parlato di Shawne Williams che continua ad essere presente nella Inactive List fino a quando non si avranno certezze sulle sue "condizioni". A causa invece della scorsa partita contro gli Spurs, David Harrison è stato sospeso per una gara ufficialmente per comportamenti nocivi alla squadra.
A circa un minuto dalla fine della partita, Harrison riceveva un colpo in faccia involontario da Matt Bonner degli Spurs e reagiva cercando vendetta e facendosi fischiare un fallo tecnico. A quel punto era tempestivo il cambio di O'Brien che però non cessava il nervosimo del giocatore che come testimoniavano diversi compagni di squadra, nello spogliatoio era un fiume in piena.
Per Harrison non è la prima volta che fa parlare di se, infatti era stato sospeso per 5 gare in questa stagione per essere risultato positivo ad un controllo di droga.
Dopo questi accaduti che si sommano a tanti altri accaduti negli ultimi anni, è intervenuto telefonicamente all'Indinapolis Star addirittura l'owner dei Pacers, ovvero Herb Simon.
Simon ha fatto sapere che ci saranno presto in programma delle riunioni in cui si discuterà di sostanziali cambiamenti che questa franchigia ha bisogno di fare. “Stiamo parlando di ristrutturazione e ripensando a tutte le cose che abbiamo fatto per avere una squadra in crisi” – ha detto Simon – “Faremo una serie di riunioni e fare dei cambiamenti, sicuramente“.
Ripulire l'immagine dei Pacers è l'obiettivo. “Dalla rissa di Detroit, abbiamo avuto problemi su problemi. Ma abbiamo avuto 21 grandi stagioni prima, facendo anche da esempio. Adesso è mia responsabilità ricreare una buona immagine a questa franchigia, concentrandoci sulle vittorie e sulle sconfitte e non su quello che succede fuori dal campo“. Le parole di Simon.
Nel frattempo, a bocca direttamente del diretto interessato, potrebbe essere realmente giunta al capolinea la stagione di Jamaal Tinsley che fino ad ora è stato disponibile per 39 gare.
Tinsley aveva subito un infortunio al ginocchio contro i Miami Heat lo scorso 15 dicembre, ma nonostante il dolore Tinsley ha continuato a giocare, peggiorando la situazione. Alla domanda di un giornalista se tornerà il giocatore è parso abbastanza arrendevole. “Ci sto provando” – le parole di Tinsley – “Sto facendo tutto quello che devo fare. Sento sempre dolore, non so se sarò in grado di ritornare prima della fine di questa stagione“.
Per la cronaca sono arrivate tre sconfitte consecutive, in altrettante trasferte difficili a Houston, San Antonio e Cleveland.
A Houston, i Rockets vincevano 117-99 la loro 16° partita in fila, i Pacers al massimo hanno vinto le prime 3 partite stagionali. I problemi erano individuabili in una serie di palle perse, una selezione di tiri opinabile e qualche problema in difesa. “Abbiamo concesso troppi punti nel pitturato e troppi tiri facili” – dichiarava Dunleavy – “Bisogna dar credito a Houston, hanno fatto un grande lavoro in difesa ma dobbiamo trovare modo per fare meglio“.
“Loro sono una buona squadra mentre noi non lo siamo” - la resa di coach O'Brien – “Sono più veloci di noi, McGrady li ha condotti soprattutto all'inizio. Sono di gran lunga una squadra migliore della nostra“.
Troy Murphy era il migliore di Indiana (dalla pausa All Star Game le sue prestazioni sono al di sopra della media) con i suoi 17 punti, 10 rimbalzi e 6 assists.
Il giorno dopo la trasferta di San Antonio era uno scoglio troppo alto da scavalcare. Arrivava una sconfitta per 108-97 con Indiana che difettava anche nella loro arma del tiro da 3, infatti finivano 3-19 dal campo. Non bastava un Danny Granger da 22 punti, ma vittima di uno 0-6 dalla linea tanto cara a O'Brien.
“Gli Spurs sono una squadra vera e questo è il motivo per cui sono i campioni NBA in carica” – diceva Jim O'Brien a fine gara – “Abbiamo anche sofferto il fatto di avere giocato nel giro di 24 ore prima con Houston e poi con San Antonio, una squadra che ne aveva vinte 15 di fila e un'altra 11“.
A Cleveland lo stop per 103-95 arrivava nonostante una buona prova e un Lebron James semplicemente inarrivabile per i Pacers di oggi. Nonostante un ottimo periodo in cui i Pacers toccavano anche il -4 grazie alle triple di Murphy e alle iniziative di Daniles e Granger.
Nelle prossime partite alla Conseco Fieldhouse arriveranno Seattle e New York, mentre in mezzo si volerà a Dallas e Orlando.