Ben Wallace è l'uomo giusto da affiancare a Lebron James?
Il ventuno febbraio, poco prima della chiusura del "mercato" Nba, tre squadre si sono mosse scambiandosi un paio di giocatori; le squadre in questione stavano vivendo, tutte, un momento delicato: i Chicago Bulls per chiari problemi interni allo spogliatoio e di mancanza di risultati, i Cleveland Cavaliers per un roster non all'altezza di sua maestà Lebron James, i Seattle Sonics in piena ricostruzione (e cambio di città ?).
La trade in dettaglio
Lo scambio ha fatto muovere undici giocatori, e ben 66.264.948 milioni di dollari, nuovo record per la Nba.
Ben Wallace e Joe Smith si sono trasferiti da Chicago a Cleveland, con una futura seconda scelta al draft;
Delonte West e Wally Szczerbiak sono passati da Seattle a Cleveland;
Larry Hughes, Drew Gooden, Cedric Simmons e Shannon Brown dai Cavs sono andati ai Bulls;
Donnyel Marshall e Ira Newble si sono spostati da Cleveland a Seattle;
Adrian Griffin è passato dai Bulls ai Sonics.
Quale futuro per i Bulls?
Quello che abbiamo fatto è chiaramente un'opportunità per Joakim [Noah] e Tyrus [Thomas] di maturare maggiore esperienza. Inoltre Drew [Gooden] è una power forward che ci piace da molto tempo e che può segnare e prendere rimbalzi. Larry [Hughes] ha ancora alcuni buoni anni davanti a se, e ci fornirà maggiore altezza e punti nel reparto esterno.
Con queste parole, Paxson ha spiegato la trade che ha visto la partenza Ben Wallace e Joe Smith verso l'Ohio. Ma lo scambio è stato un bene o un male per la franchigia dell'Illinois? Sotto il punto di vista salariale, la mossa di Chicago è abbastanza apprezzabile, il salary è sceso da 63.898.974$ a 62.665.060$, ma soprattutto, il contratto di Wallace pesava fino al 2009/2010 per un totale di 44.000.000 di dollari, mentre quello di Hughes (l'altro giocatore con un contratto pesante), sempre della stessa durata, ma per un totale di 38.483.028 di dollari.
Dal punto di vista tecnico, invece, qualche perplessità in più esiste. La partenza di Wallace e Smith, priva la squadra di due lunghi esperti, Gooden non è un centro, come non lo sono neanche Thomas e Noah, che dovranno, ad ogni modo, adattarsi a giocare dei minuti in quel ruolo, maggiore spazio, quindi, dovrebbe trovare Aaron Gray, l'unico centro di ruolo della squadra, 49esima scelta da Pittsburgh.
Se nel reparto "lunghi", i Bulls non sono molto forniti, in quello degli esterni, dopo lo scambio, c'è il problema inverso, ovvero la troppa abbondanza. Hinrich, Duhon, Sefolosha, Hughes, Gordon, Deng e Nocioni sono a disposizione di coach Boylan, che dovrà fare delle scelte; Hinrich rimane favorito per lo spot di 1, come pure Deng e Nocioni per quelli di 2 e 3, con l'argentino che potrà giocare molti minuti anche da 4.
Duhon ha perso qualche minuto d'utilizzo nelle ultime partite, Sefolosha, invece, sta giocando molto bene, partendo spesso in quintetto (in posizione di guardia), e dimostrando di essere un giocatore indispensabile per l'equilibrio tattico della squadra; Gordon e Hughes, quindi, su di loro l'allenatore e la società dovranno fare una scelta, l'ex UConn non ha accettato l'estensione contrattuale da 10 milioni di dollari l'anno, offerta da Paxson, e quindi a fine stagione quasi sicuramente diventerà un restricted free agent.
Si punterà su l'ex Philadelphia, Washington e Cleveland per il futuro quindi? Il suo contratto è molto pesante, e l'età non può non essere tenuta di conto, inoltre il suo rendimento, da quando è approdato nell'Ohio, è stato molto al di sotto delle aspettative. Oppure si cercherà di convincere Ben Gordon a firmare, e si punterà su di lui? O si cercherà di ri-firmarlo per poi cederlo in cambio, magari, di un lungo di valore?
La stagione dei Bulls, finora, è stata abbastanza avara di soddisfazioni, il record di 23 vinte e 34 perse non può essere abbastanza, per una squadra che appena dieci mesi fa, aveva eliminato, al primo turno dei playoff, i campioni in carica dei Miami Heat. Ecco che quindi, questa trade sembra più mossa da un bisogno assoluto di liberarsi della presenza di Wallace, grande errore del GM Paxson la sua firma, piuttosto che da una necessità vera e propria.
Se si andrà ai playoff, Chicago non ha chance contro squadre come Boston, Detroit o Orlando, e quindi l'uscita al primo turno sembra certa, se non si riuscirà neanche a raggiungerli i playoff, invece, l'estate per Paxson sarà molto calda, e la sua sedia scotterà più del solito.
Quale futuro per i Cavaliers?
Lebron James ha fatto capire più volte di volere qualche cambiamento all'interno del roster, ancora meglio se quel cambiamento si fosse chiamato Jason Kidd, Ferry ha risposto prontamente mettendogli a disposizione Wallace, Smith, Szczerbiak e West, non proprio quello che il "Prescelto" aveva chiesto, ma è sempre meglio di niente.
Il nostro obiettivo primario, con questo scambio, è stato quello di creare un impatto positivo nella squadra, in vista del finale di stagione e dei playoff. Siamo stati molto attenti, perché questa trade fosse la migliore possibile per la nostra squadra, e siamo riusciti a farlo senza compromettere future scelte al draft. Siamo molto eccitati per quello che questi giocatori ci potranno dare, aggiungendo una nuova dimensione al nostro gioco.
Queste le parole del GM Danny Ferry a proposito dello scambio effettuato il 21 febbraio. Ma siamo così sicuri che questo fosse il miglior scambio possibile per questa squadra? Certo, i giocatori dei Cavs che potevano essere dati in cambio non erano molto appetibili per le altre franchigie Nba, e quindi sarebbe stato difficile mettere in atto uno scambio che coinvolgesse qualche superstar (vedi ad esempio Kidd), ma portarsi a casa giocatori come Szczerbiak e Wallace, ma soprattutto i loro contratti, è stata una buona scelta?
Dal punto di vista salariale Cleveland è passata da 71.323.256$ a 80.849.841$, ma il vero problema è per il futuro, se fino ad oggi, infatti, i Cavs erano abbastanza bloccati a livello di salary, l'anno prossimo i contratti di Wallace e Szczerbiak (65 anni in due) peseranno per altri 27.500.000 dollari, mentre solamente la fine del contratto di Smith darà una boccata d'ossigeno per le casse dei Cavs, che dovranno vedersela, anche, con il rinnovo di "Boobie" Gibson.
Tecnicamente e tatticamente inoltre, la presenza in campo contemporanea di Ilgauskas e Wallace potrebbe non essere così facilmente assorbita dal resto della squadra, Big Ben negli ultimi anni non ha mai giocato da ala grande, e a differenza di Gooden non può aprire il campo per le scorribande di LBJ, in quanto non è dotato di un tiro frontale. Inoltre, nei finali di partita, la maggior parte delle volte coach Brown si è affidato al solo Varejao sotto canestro, ed ecco che quindi, si ripropone lo stesso problema che Wallace ha vissuto con Saunders e con Skiles, che non gli facevano giocare i minuti importanti delle partite.
Dove l'ex Pistons potrà dare una grande mano, è nella metà campo difensiva, dove Ilgauskas e Gooden peccavano parecchio, il suo compito, quindi, sarà quello di proteggere le spalle di James, cercando di tornare quella macchina da rimbalzi che si è vista negli anni a Detroit. Joe Smith, il cui gioco somiglia in parte a quello di Gooden (con un minor impatto a rimbalzo), permetterà di allungare la panchina, fornendo anche leadership ed esperienza.
Per quanto riguarda il reparto esterni, invece, l'acquisizione di West potrebbe non rivelarsi cosi sbagliata, l'ex Boston, infatti, non è una vera e propria point guard, un po' come Gibson, ma come quest'ultimo può farsi trovare pronto sugli scarichi, ma soprattutto potrà far aumentare un po' i ritmi di gioco dei Cavaliers in alcune partite.
L'aggiunta di Szczerbiak è un po' più complessa, la sua capacità di tirare non può essere messa in discussione, ma la sua condizione fisica, per usare un eufemismo, non è delle migliori già da un paio di stagioni a questa parte, e l'attitudine ad infortunarsi rimane abbastanza preoccupante. Le sue caratteristiche si sposano bene con quelle di Lebron, ad ogni modo, essendo un tiratore molto più affidabile di Hughes, anche se la sua carriera è ormai in declino.
La volontà da parte di Ferry di portare la squadra al livello di Celtics e Pistons non è riuscito, ma il livello potrebbe essere comparato a quello dei Magic, e quindi i Cavs dovrebbero riuscire a lottare fino alle semifinali di Conference (anche se l'anno passato hanno strabiliato tutti con la corsa fino alla finale).
Insomma: Lebron più due esterni che possano tirare bene sugli scarichi (West, Szczerbiak, Gibson, Damon Jones), più un lungo che possa tirare dalla media (Ilgauskas, Smith), più un altro lungo che possa difendere bene, senza volerla troppo in attacco (Wallace, Varejao), è questa la formula scelta da Ferry e Brown per cercare di continuare la strada intrapresa da Cleveland la stagione passata.