Uno dei pochi motivi per sorridere: Danny Granger
Neanche un febbraio pieno zeppo di partite casalinghe ha migliorato una situazione per i Pacers, diventata sempre più difficile è monotona. Stessi problemi, stessi infortuni ma soprattutto stesso team, avendo passato indegni la deadline come se non ci fossero bisogno dei cambiamenti, a dispetto invece dei top team della lega che si sono nettamente rinforzati.
Non si comprende la situazione. Alla vigilia dell'ultimo giorno utile per organizzare trade, Larry Bird aveva detto che i tre modi per irrobustire questi Pacers erano tre: scambi, draft e mercato dei free agent. La prima opzione è stata bruciata, la terza è poco praticabile in quanto lo spazio salariale è a dir poco limitato, mentre il draft non si sa fino a che punto possa essere una via percorribile vuoi la posizione dei Pacers: ai margini dai playoffs e lontano dalle posizioni privilegiate per una buona chiamata al prossimo NBA draft.
Un record molto negativo: 22 vittorie e 35 sconfitte in una Eastern Conference ai minimi storici. “Siamo tutti amareggiati” – ha detto Bird – “Non siamo felici di dove siamo in questo momento, perché essere 11 o 12 gare sotto il 50% di vittorie non è accettabile. Abbiamo un buon nucleo di giocatori, solo che non stiamo giocando su delle consistenti basi. Cercheremo di fare quelle mosse necessarie per rendere migliore questo team“.
In una intervista rilasciata all'Indianapolis Star, Bird ha attaccato in prima persone Jermaine O'Neal sulle sue qualità di leader all'interno di questa franchigia. “Non penso che abbiamo qualcuno che possa essere definito leader nello spogliatoio” – continua Bird – “Fino a quando non lo avremo sarà dura. Non ci sono domande su questo“.
Il futuro leader per questi Pacers potrebbe essere Granger secondo Bird, perchè dal ritiro di Reggie Miller, O'Neal ha avuto troppi infortuni. “Abbiamo provato tutti i modi con Jermaine” – ha detto Bird – “Jermaine non è stato sano, non si mai potuto allenare con continuità ed è stato al top della condizione solo per alcuni momementi. Andando avanti, valuteremo tutte le opzioni. Penso che la cosa migliore al momento sia farlo ritornare sano questa stagione, poi in estate ci guarderemo un pò attorno. Lui occupa almeno un terzo del monte salariale e quando paghi un giocatore quanto lui, deve produrre“.
Proprio O'Neal non gioca una partita dallo scorso 16 gennaio, quando dopo 9 minuti uscì dal campo durante la sfida contro Golden State. Il recupero sembra lento, visto che solamente da poco ha cominciato ad andare in piscina. Sulle dichiarazioni di Bird non si è voluto sbilanciare. “Non sarebbe giusto per me rispondere in questo momento” – ha detto O'Neal – “Il mio obiettivo è tornare con la squadra e centrare i playoff“. Sperando non sia troppo tardi…
Dall'ultimo report sono state giocate quattro partite, di cui solamente una vinta. Da un bel po' non si commenta una settimana positiva. A questo punto ci si chiede se veramente ne valga la pena lottare per posticino nei playoffs per essere spazzati via da una Boston o una Detroit al primo turno, quando il prossimo draft sembra veramente molto interessante quanto a talenti, fra cui tanto per dire un elemento locale molto amato quale Derrick Rose.
Interessanti statistiche per sottolineare i limiti di questa squadra. Solamente 3 vittorie in 23 gare nelle gare in cui si realizzano meno di 100 punti, mentre per quanto riguardo le assenze: 4-13 il record da quando O'Neal è fuori e ben 18 gare saltate da Jamaal Tinsley.
Soliti Pacers: belli all'inizio quando entra tutto, soprattutto dalla lunga distanza, incapaci però di vincere le partite nell'ultimo quarto per mancanza di giocatori che possano trascinare la squadra nei momenti topici.
Ad esempio nella sconfitta a domicilio 106-97 contro i Cavaliers, i Pacers erano avanti 94-92 con 5 minuti da giocare, ma sbagliavano 6 tiri consecutivi, ma nel complesso 9 degli ultimi 10. Difficile vincere in queste condizioni.
“E' stata una delle gare che avremmo dovuto vincere” – diceva Danny Granger autore di 30 punti a fine gara – “Siamo crollati e abbiamo fatto brutte giocate nei momenti topici, loro hanno segnato quando dovevano e noi non lo abbiamo fatto“. Non bastavano neanche i 20 punti con 8-11 dal campo di un positivo Troy Murphy.
Stesso problema accadeva nella partita successiva, dove però arrivava una vittoria 113-103 contro New Jersey, per la serie "c'è chi sta peggio di noi". Infatti nonostante i Pacers segnassero solamente un canestro negli ultimi 6:39 minuti di gioco, portavano a casa la vittoria con una discreta difesa.
Mike Dunleavy con 34 punti era il miglior realizzatore, con Travis Diener che registrava i massimi in carriera in punti a 19 e a rimbalzo a quota 8. “Travis ha giocato una partita straordinaria” – diceva O'Brien – “Ma penso che è la squadra che ha giocato una solida gara nel complesso facendo vedere buone cose“. Nel frattempo Granger terminava a quota 65 il numeri di tiri liberi realizzati consecutivamente, avendo passato anche il record di Reggie Miller fermo a 61.
Nel re-match del giorno dopo i Nets si rifacevano in casa loro vincendo 102-91, limitando i Pacers ad un 39% nei tiri dal campo e ad un brutto 9-29 nel tiro da 3 punti. Granger continuava nel suo momento positivo segnando 11 dei suoi 29 punti nel quarto periodo, ma quello che decideva la partita era lo scontro a rimbalzo perso per 57-33.
Nell'ultimo stop invece contro Toronto per 102-98, il protagonista era Marquis Daniels che segnava 20 punti negli ultimi 16 minuti, anche se Kareem Rush falliva la tripla decisiva sul finire di gara. “Marquis gioca molto bene con il quintetto piccolo” – diceva Jim O'Brien – “Ha fatto bene in campo aperto e ha fatto nel migliore dei modi le cose che gli ho chiesto di fare, ovvero penetrare e far ben circolare la palla“.
"Ho fatto il massimo di quello che potevo fare quando sono stato chiamato. I miei tiri sono entrati nel secondo tempo ma non puoi essere soddisfatto quando perdi". Le parole invece di Daniels.
Non bastava ancora una volta, il solito e solitario Granger che con la sua quarta doppia-doppia stagionale registrava 20 punti con 10 rimbalzi.
Ormai negli ultimi report il trafiletto finale è dedicato ad Ike Diogu. Diventa monotono ripetere sempre le stesse cose, ma ci si domanda seriamente cosa abbia combinato il lungo ex Golden State Warriors per giocare solamente un paio di minuti a partita in una squadra che gioca ormai solamente con "5 fuori". I misteri della palla a spicchi.
Chicago, Toronto e Milwaukee le prossime avversarie. Cosa aspettarsi se non gli stessi problemi?