Nuova maglia per Ben Wallace: sarà l'angelo custode di LeBron.
Mercato chiuso e giochi praticamente fatti a meno di buyout di giocatori di secondo piano. Se a due mesi dalla fine della stagione regolare è impossibile dire chi vincerà l'NBA, è senza dubbio possibile dire chi non la vincerà . Ecco a voi quindi le contender e le outsider in rigoroso ordine alfabetico.
Contender
Boston Celtics : Squadra in missione se ce ne è una nella lega. I primi mesi sono sicuramente andati al di la delle più rosee previsioni, lo staff tecnico ha messo insieme una difesa di altissimo livello in tempi record, i timori di una difficile convivenza tra le tre stelle erano giù stati fugati in pre season, e il miglior record della lega è quindi il frutto di squadra in cui l'aspetto motivazionale è stata letteralmente la marcia in più. Dopo due mesi ai limiti dell'irreale, sono comunque riusciti a sopravvivere ad un leggera flessione in gennaio, ma soprattutto hanno dimostrato di giocarsela con tutti anche con qualche infortunio di troppo. I dubbi sui Celtics sono quindi tutti in ottica post season dove l'esperienza ha un peso enorme, i Celtics dovranno quindi dimostrare di sapere giocare anche in situazioni ad altissima pressione, nonostante siano alla prima stagione di convivenza, ecco quindi che il potersi accaparrare il miglior record stagionale e quindi il vantaggio campo per tutti i playoff potrebbe essere un fattore molto importante.
Dallas Mavericks : Parliamoci chiaro i Mavs pre “Trade Kidd” non avevano un chance di vincere l'anello. I loro limiti erano ormai ben noti, una totale mancanza di lucidità in regia nei momenti chiave, la mancanza di un giocatore di riferimento su cui appoggiarsi quando la palla, scotta, una quasi totale mancanza di gioco in post basso e una difesa ben lontana da quella che due anni fa portò ad un soffio dall'anello. E' chiaro che Kidd non può risolvere tutti e quattro questi problemi, ma almeno ai primi due ci mette una bella pezza. La trade tutto sommato non ha privato i Mavs di giocatori chiave, Harris bravo e giovane per ora vale un terzo di Kidd, ma la partenza di Desagana Dipo potrebbe essere un piccolo problema. La frontline attuale di Dallas prevede Dampier e Nowitzki in quintetto, ma poi durante le rotazioni il tedesco finirà inesorabilmente a giocare in mezzo all'area con accanto un ala piccola di grande atletismo, e questo quando ai playoff si affronterà gente come Duncan, Shaq, Yao o Amare e il ritmo calerà inesorabilmente potrebbe essere un bel rebus, perchè la front line oltre a non avere molta intimidazione non ha al suo interno nemmeno un lungo in grado di contenere i Big Man altri, quindi Avery Johnson sarà costretto a tanta zona, soluzione che ai playoff non è certo il massimo dell'affidabilità . Siamo chiaramente davanti ad un enigma, se Kidd mette in moto subito la squadra le possibilità di vincere l'anello ci sono tutte, altrimenti rischiano di giocare con l'appellativo di variabile impazzita che di solito porta a soddisfazioni molto parziali, ma pochi risultati concreti.
Detroit Pistons : Stanno giocando una stagione molto concreta infilando una striscia vincente dietro l'altra, e dimostrando di non avere nulla da invidiare ai Celtics con cui dovranno ragionevolmente contendersi l'est a fine maggio. Hanno un quintetto molto equilibrato con l'asse “anomalo” play / centro Billups / Wallace (Rasheed) che è il fulcro della squadra. La frontline però non è quella degli ultimi anni, Saunders ha scommesso sulla voglia di vincere di McDyess come compagno di Rasheed Wallace e fino a qui siamo decisamente nell'elite, dalla panchina però escono l'energico ma inesperto Maxiell e Amir Johnson due ragazzi sicuramente di valore ma che in merito ad esperienza sono decisamente indietro. vanno meglio le cose con i cambi degli esterni con il solidissimo Hayes e i due rookie Stuckey e Afflalo, però anche qui in merito ad esperienza non andiamo benissimo. Ma il vero problema dei Pistons è il lato “umorale” ossia giocano gare in cui nessuno ha chance di batterli alternandole ad alcune in cui la perdono da soli per poca voglia o sufficienza. Sin dall'arrivo di Saunders i Pistons hanno fatto notizia per il fatto di giocare ben oltre metà gara in attesa degli eventi, salvo poi accelerare nel finale, cosa che spesso non ti puoi permettere neppure in stagione regolare, figuriamoci nei playoff, ed è qui che nascono le brutte batoste rimediate negli ultimi due anni nei playoff. Se i Pistons sapranno per una volta cambiare questa loro indole saranno candidati “forti” per la finale, altrimenti potrebbe venir fuori qualche spiacevole sorpresa anche ai turni precedenti.
Phoenix Suns : Erano e restano indecifrabili, prima di Shaq erano chiaramente ad un piccolo passo dall'elite, ma quel passo sembrava impossibile da fare. Con Shaq a bordo si snaturano in gran parte, ma non è detto che siano peggiori di quelli di prima, anzi a dire il vero ai Suns l'unica cosa che li aveva divisi dal titolo era la mancanza di un centro boa per quando ai playoff inesorabilmente il ritmo si abbassa. Adesso i Suns si ritrovano un quintetto da favola, ma una panchina molto corta di fatto ridotta ai soli Diaw e Barbosa, per di più con la sensazione che ai Suns siamo veramente al “tutto e subito” e che già dalla prossima stagione certe azioni saranno in calo. inoltre il probabile approdo di Colangelo Sr ai Knicks, coniugato ai non eccellenti rapporti tra Kerr e D'Antoni potrebbero far si che quest'ultimo possa essere alla sua ultima cavalcata con i suoi Suns. Di sicuro un asse play centro come Shaq / Nash nessuno ce l'ha e se l'MDE si presenta ai playoff in forma accettabile (quella attuale è distante anni luce dall'accettabilità ) accoppiarsi con loro sarà quasi impossibile per tutti.
San Antonio Spurs : Sicuramente meno brillanti delle passate stagioni, ed ecco che chi da anni non aspettava che il momento per dargli addosso tira fuori la parola “logori”, ma come diceva Tomjanovic “mai sottovalutare il cuore di un campione”, e poi anche dei meravigliosi Celtics di Russell, ad un certo punto dopo la metà danni '60, iniziarono a dire che erano logori e finiti, con il risultato di stimolarli ancora di più (ammesso ne avessero poi bisogno), e loro da “logori” continuarono imperterriti a vincere. Che comunque a San Antonio fino ad ora non sia girato tutto per il verso dovuto è chiaro, anche se va detto che con il trio Parker / Ginobili / Duncan contemporaneamente in campo hanno perso solo otto partite, segno che quindi gli infortuni hanno avuto il loro peso. Il vero problema forse è che il supporting cast fino ad oggi tranne che con Finley ha latitato di brutto. Horry è stato un fantasma, non ha storicamente mai giocato regoular season a manetta, ma neppure a questi livelli di latitanza. Bowen è stato spesso in difficoltà contro i Top Players, il nostro Pierce lo ha ridicolizzato. Agli altri francamente c'è poco da additare, la verità è che soprattutto sotto le plance gli Spurs dal 2005 fino a ieri si erano indeboliti molto, al tempo della finale con i Pistons avevano Mohammed in quintetto e Nesterovic in panca, oltre che a Horry in grande spolvero, e fino a ieri dopo Duncan c'era il vuoto, con tutto il rispetto gente come Elson Bonner e Oberto a quelli del 2005 non lega neppure le scarpe e anche l'esperimento con Bowen da quattro non può essere considerato molto più di una variante tattica. Però come detto “fino a ieri” perchè la consueta magata di Buford rattoppa tutto. L'arrivo di Kurt Thomas per chi scrive per certi versi è più destabilizzante di quelli di Kidd a Dallas e Shaq a Phoenix. Ovvio che se il supporting cast ai playoff esce dal letargo e dimostra che ha giocato in “amministrazione controllata” per tutta la stagione, gli Spurs ridiventano la candidata numero uno per il titolo, e come detto sopra in fin dei conti con le tre stelle in campo le sconfitte sono state pochissime, insomma se avete da spendere il canonico cent fatelo sul loro primo back to back.
Outsider
Cleveland Cavaliers : Finalisti in carica per l'est i Cavs almeno tra le outsider ci vanno messi d'obbligo ma il motivo è solo l'immensità di LeBron James. Usciti rivoluzionati dalla deadline. Danny Ferry riesce nel miracolo di piazzare Larry Hughes e il suo Albatros altrove, insieme a Drew Gooden, ricevendo in cambio Ben Wallace, Wally Szczerbiak, Joe Smith e Delonte West (in uscita dai Cavs anche Cedric Simmons e Shannon Brown sempre ai Bulls, e Donyell Marshall e Ira Newble a Seattle). Escono dei Cavs completamente nuovi che avranno una front line bella tosta ma non semplicissima da mettere insieme pechè se Joe Smith farà suo lo spot di ala grande la convivenza tra Ben Wallace e Ilgausgas non sarà semplicissima visto che in campo insieme sono praticamente inconciliabili. Sicuramente utili alla causa Delonte West e Wally Szczerbiak che con il loro tiro da fuori, con i mirabolanti scarichi di leBron troveranno senz'altro punti facili. C'è un rovescio della medaglia perchè i due ex Sonics difensivamente sono veramente distanti da quanto chiede coach Mike Brown. Chiamati sicuramente ad un rush finale importante in regoular season, dove devono perlomeno andare a prendersi lo slot numero tre dell'est rimontando sui Magic. Squadra sicuramente migliorata in sede di mercato ma credo che LeBron si aspettasse qualcosa di diverso. Rimango dell'idea che Celtics e Pistons saranno un gradino sopra di loro, anche se ogni essere dotato di buon senso sa bene che scommettere contro LeBron è altamente sconsigliato.
Los Angeles Lakers : Il motivo per cui i Lakers sono tra le outsider e non tra le contender è molto semplice, ossia a causa dell'infortunio di Bynum (e in parte anche di Ariza), in pratica coach Jackson avrà solo una manciata di partite di stagione regolare per testare la front line al completo in vista dei playoff. E' chiaro che nonostante l'indiscusso talento della coppia Bynum Gasol ci saranno equilibri ed automatismi che non potranno essere assimilati in poche gare. Però i Lakers hanno tutto per essere ostici e fastidiosi ai playoff, Kobe Bryant dopo anni di egoismi assortiti, sembra essere quello “giusto”, Fisher ha portato alla squadra tanta esperienza e lucidità , Odom dopo anni di critiche di ogni genere, deve aver sentito puzzo di trade, e in campo sembra rigenerato al punto che ad ogni allacciata di scarpe ci può scappare la tripla doppia. Insomma stiamo parlando di una squadra che se in estate si concede un paio di innesti chirurgici a novembre partirà sicuramente con i favori del pronostico per la Western Conference, per una stagione da 60 vittorie. Per il presente c'è il rischio di pagare dazio in merito ad una chimica di squadra da inventarsi gara dopo gara, ma in definitiva tolti gli Spurs ad ovest le altre grandi si sono ritoccate strada facendo e potrebbero quindi avere problemi simili.
Le altre
Houston molto convincente in questo periodo però dovrà scontrarsi con una discontinuità offensiva dei suoi esterni che ormai un sempre più acciaccato McGrady non può più risolvere, anche se la coppia Scola / Yao sembra aver decisamente fatto mettere la sesta ai suoi. New Orleans e Orlando sono due piacevolissime sorprese di questa stagione, ma il tasso di esperienza ai playoff è troppo basso per poter pensare di vincere il titolo. Utah propone l'attacco più piacevole da vedere della lega e una delle difese meno adeguate alle battaglie dei playoff, per Sloan sarebbe già un miracolo ripetere la finale di conference della passata stagione. Quattro squadre attese a dei buoni playoff ma per cui il titolo è senza dubbio fuori portata.