Alexander Ovechkin è un po' solo in questa edizione dei Capitals…
Una Division talmente scarsa da essere entusiasmante. Per quanto possa sembrare paradossale, è un'osservazione che calza a pennello per la Southeast, nella quale Carolina Hurricanes, Washington Capitals, Atlanta Thrashers, Florida Panthers e Tampa Bay Lightning avanzano a singhiozzo.
In un'altra Division, gli attuali punti della capolista, gli uragani della Carolina, consentirebbero a malapena di staccarsi dal fondo della classifica. Senza la regola che assegna automaticamente uno dei primi tre posti ai vincitori delle Division, il sudest rischierebbe di non essere rappresentato ai Play Off.
Ma è proprio questa regola a rendere la Southeast Division entusiasmante. Se altrove si tiene d'occhio anche l'ottavo posto nella Conference, a Raleigh, Washington, Atlanta, Sunrise e Tampa conta solo il primo posto divisionale, visto che probabilmente solo quella posizione garantirà un posto tra le otto elette.
La perdita del trascinatore Rod Brind'Amour è stata durissima per i Carolina Hurricanes, che hanno salutato anche Cory Stillman e Mike Commodore (un attaccante prolifico e un solido difensore), partiti alla volta di Ottawa in cambio di Patrick Eaves e Joe Corvo. Eaves, al momento infortunato, è un'ala di sicuro talento che, a lungo termine, potrebbe trasformarsi in un nuovo Stillman, ma gli uragani hanno bisogno ora di reti e assist.
Senza Brind'Amour e l'altro infortunato di lungo corso, Justin Williams, toccherà a Eric Staal, Ray Whitney, Erik Cole e Matt Cullen assicurare la necessaria produzione offensiva, magari coadiuvati da un Sergei Samsonov che sembra incredibilmente rinato da quando è stato sbolognato dai Chicago Blackhawks. Nonostante gli infortuni, i Carolina Hurricanes sembrano la formazione più completa e, al contrario delle rivali, non punta tutto su pochi elementi.
La completezza dell'organico è invece proprio il problema dei Washington Capitals. A questo proposito è interessante effettuare un confronto con i Pittsburgh Penguins. I capitolini e la squadra della Pennsylvania hanno iniziato lo smantellamento e la successiva ricostruzione a colpi di prime scelte al draft più o meno nello stesso periodo. Ma se i pinguini sono riusciti a circondare Sidney Crosby di altro talento con i vari Evgeni Malkin, Jordan Staal, Kristopher Letang e Ryan Whitney, i Capitals appaiono un po' in ritardo sulla tabella di marcia.
Lo straordinario Alexander Ovechkin e l'ormai affermato Alexander Semin sono assistiti da giovani dal sicuro avvenire (Nicklas Backstrà¶m, Mike Green, Tomas Fleischmann, Boyd Gordon), ma che solo da quest'anno stanno nuotando con un minimo di sicurezza nelle pericolose acque della NHL. Nell'attesa che anche il ciclo dei Washington porti i frutti sperati, occorrerà quindi continuare ad affidarsi alle invenzioni di Ovechkin.
La rosa degli Atlanta Thrashers, in questo senso, è molto più ricca, ma a causa della mancanza di continuità nei risultati anche la franchigia della Georgia si ritrova a dipendere da pochi intimi, su tutti Ilya Kovalchuk e il probabile partente Marian Hossa. Il veloce Todd White e il disciplinatissimo Eric Perrin hanno contribuito forse al di là delle aspettative, senza contare il contributo offerto da Mark Recchi sin dal suo arrivo da Pittsburgh.
Rispetto all'anno scorso, tuttavia, ai Thrashers manca una seconda linea in grado di far male. Vyacheslav Kozlov è un lontanissimo parente dell'ala sinistra che dodici mesi or sono sembrava vivere una seconda giovinezza e Pascal Dupuis non ha (ancora) compiuto il salto di qualità che era legittimo attendersi.
La chiusura del mercato del 26 febbraio ci consentirà di inquadrare maggiormente l'obiettivo al quale la squadra di Don Waddell può aspirare. L'eventuale partenza di Marian Hossa, a prescindere dalla contropartita tecnica, potrebbe essere il segnale della resa.
Se non fosse stato per il terribile infortunio occorso a Richard Zednik, i Florida Panthers sarebbero stati la squadra che più di tutte è passata inosservata. Senza squilli di tromba e pesanti sconfitte, le pantere hanno sgraffignato punticini qua e là e si sono mantenute a ridosso del primo posto. Olli Jokinen è il solito trascinatore e, soprattutto nelle ultime settimane, Nathan Horton ha finalmente abbinato la cattiveria necessaria per giocare a questi livelli al suo indiscutibile talento.
La sorpresa stagionale è stato il rendimento di David Booth. Il 24enne di Detroit, dopo aver disputato una cinquantina di partite senza infamia e senza lode l'anno scorso con la maglia dei Panthers, in questa stagione si è fatto notare per la straordinaria capacità di andare a conquistare e difendere i dischi nell'angolo e da una decina di partite viene schierato in ogni situazione di gioco, per un tempo totale trascorso sul ghiaccio che sfiora costantemente i venti minuti.
Per la squadra di Sunrise, però, all'appello mancano tuttora eterne promesse come Stephen Weiss e Rostislav Olesz, che da varie stagioni mostrano lampi delle loro potenzialità per poi abbandonarsi a un sonno profondo per lunghi tratti di stagione. Troppo poco per i Play Off.
Dei Tampa Bay Lightning, infine, si è già scritto di tutto e di più. I tre pezzi da novanta dell'attacco (Brad Richards, Vincent Lecavalier, Martin St. Louis) sono in grado di trascinare la squadra ai Play Off, anche se al momento è la più attardata del lotto. In più, il rientro del sempre spettacolare Dan Boyle ha portato maggiore creatività dalle retrovie.
Ma per ripetere l'exploit del 2004 servono portieri più affidabili e un organico più profondo. In questo senso, sarà interessante osservare come il General Manager Jay Feaster muoverà le sue pedine prima della chiusura del mercato.
Ogni punto è un piccolo tesoro da custodire, sarà una volatona fino all'ultima giornata di Regular Season. Solo il primo posto conta, tutto il resto rischia di essere inutile. Sarà anche scarsa, ma che bella questa Southeast Division!