Altidore, mi manda Zio Sam

Josmer Altidore, 18enne speranza dei Red Bulls e del calcio USA

Cosa fa un ragazzino di colore nato nel New Jersey se non ha mani da playmaker e fisico da quarterback? Semplice: a pallone ci gioca, comunque, ma con i piedi. Questa è la storia di Jozy Altidore, nuova stella del "Soccer" a stelle e strisce, che ha incantato il Mondo in Canada durante il Mondiale Under 20 FIFA e che è salito alla ribalta negli USA grazie al recente gol contro il Messico nell'amichevole giocata con la Nazionale a Houston due settimane fa.

Gioiello del New Jersey

Josmer Volmy "Jozy" Altidore nasce a Livingston, New Jersey (USA), il 6 novembre 1989 da due immigrati haitiani, Joseph e Giselle Altidore, ed è il più piccolo di quattro fratelli: influenzato dalla "Soccer-mania" del Mondiale '94, il giovanissimo Jozy si dedica al calcio, non esattamente lo sport nazionale né per gli Usa, né lo stato di cui è originario, visto che la Nazionale di Haiti ha giocato la Coppa del Mondo solo in un'edizione (quella del 1974). Il ragazzo ha certamente del talento, come dimostra nei tornei scolastici: nel frattempo, Josmer si appassiona ai destini dei neo-fondati New York MetroStars, squadra in cui in quegli anni militano anche l'uomo simbolo della MLS, Tab Ramos, il fortissimo cecchino brasiliano, ex Genoa, Branco, e l'attuale mister della Nazionale Italiana Roberto Donadoni. La crescita fisica aiuta molto il ragazzo (nel frattempo stabilizzatosi nel ruolo di attaccante), che viene così notato dai vertici federali i quali lo includono nel progetto "Generation Adidas", una jointventure tra la casa tedesca e la USSF per lo sviluppo dello sport più bello del Mondo anche negli Stati Uniti: dalla stessa squadra, che in origine era sponsorizzata Nike ed aveva il nome di "Project-40" e che può essere definita come una sorta di "vivaio" dell'eccellenza statunitense calcistica, sono nati nomi ormai illustri del Soccer come Tim Howard, DaMarcus Beasley e Carlos Bocanegra.

In gol tra i “pro” a 16 anni

Nel 2005, Altidore prende parte al Mondiale Under 17 con la maglia della Nazionale: solo due presenze, come subentrato, contro Italia ed Olanda. Il 2006 è invece l'anno del lancio per il 16enne Jozy: a gennaio viene eletto con la scelta 17 (un numero che ricorre) al secondo giro del SuperDraf MLS. E' Alexi Lalas, general manager proprio dei MetroStars, a chiamarlo ed aggregarlo all'allora squadra rossonera: tuttavia Altidore passa praticamente tutta la stagione in Florida, dove la sua famiglia si è nel frattempo trasferita, per conseguire il diploma alla sua High School. In estate, libero da ogni impegno scolastico, viene lanciato nella mischia dal mostro sacro del calcio americano, quel Bruce Arena appena dimessosi dalla Nazionale dopo il Mondiale di Germania e passato alla panchina dei nel frattempo diventati Red Bulls: il 23 Agosto, fa il suo esordio in Open Cup (la coppa nazionale) nel match contro il DC United. Passa meno di un mese, e per Altidore arriva la soddisfazione del primo gol in carriera: è il 16 settembre 2006 quando con un secco destro da 26 metri, Jozy stende da solo i Columbus Crew, ripetendosi solo una settimana dopo contro i DC United ed un'altra ancora contro i Chicago Fire, per un totale di 7 presenze e 3 gol nella sua regular season e 2 presenze ed 1 gol nei playoffs.


The best of Jozy Altidore

Somiglia a George Weah

Jozy Altidore è un attaccante abbastanza simile (fatte ovvie e debite proporzioni, specie tecniche) a George Weah: longilineo (186 centimetri) ma ben piantato a terra (80 kg), veloce e potente, forte di testa ma dotato tecnicamente, discreto in acrobazia e soprattutto inarrestabile in progressione. Destro puro e con un sinistro sufficiente, il ragazzo del New Jersey non è una seconda punta come ormai si è soliti definire chiunque sappia abbozzare un dribbling o muoversi negli spazi: centravanti puro, può migliorare nel cosìdetto "lavoro di manovra", visto che preferisce partire faccia alla porta ed andare nello stretto o in progressione. Tecnicamente, possiede buoni fondamentali ed un preciso quanto fulmineo tiro da fuori area: il senso del gol nell'area piccola può essere sviluppato meglio, mentre il colpo di testa è a tutti gli effetti un'arma micidiale del suo repertorio, così come anche il colpo in acrobazia. Nell'uno contro uno, "usa" bene il suo fisico: ecco perché il suo gioco è tranquillamente adattabile a quello europeo, a differenza forse del più leggero gemello del Benfica, Freddy Adu. Un centravanti "centrafricano" dunque, un cocktail di talento servito da un fisico straordinario che gli permetterebbe anche di effettuare quel gioco di pressing tipico di Samuel Eto'o: con un'adeguata preparazione tattica, Altidore può dunque diventare un giocatore veramente determinante anche nel Vecchio Continente, nel ruolo magari di punta unica o con una collocazione simile all'Imperatore Adriano.

Un fenomeno in campo e fuori

Il 2007 è l'anno della ribalta mondiale per Altidore: mentre il Mondo aspettta, nel Mondiale under 20 canadese, gli USA di Freddy Adu, tutti scoprono gli Usa"di Jozy Altidore, che con 4 reti guida la squadra ai quarti e si classifica come terzo miglior marcatore del Torneo, dopo Sergio Aguero ed Adrian Lopez. Anche nella sua squadra di club, trova 17 presenze da titolare (più 7 da subentrato), 4 assist e ben 9 gol: in coppia con lui, l'ex River Plate ed Aston Villa Juan Pablo Angel, mentre in cabina di regia un big come l'ex Citizen Claudio Reyna. A 18 anni e 3 giorni poi, Jozy esordisce anche nella nazionale maggiore, in un'amichevole contro il Sud Africa: il coronamento di un'annata straordinaria per "Oatmeal" (il suo soprannome, che significa "fiocco d'avena" ), diventato anche un fenomeno mediatico nel suo Paese. Già  nel Novembre 2006, il Mondo aveva scoperto Altidore quando, il rapper Wycleff Jean, suo amico, aveva indossato la casacca biancorossa numero 17 del talentino durante l'esibizione ai Grammy Awards di Haiti in duetto con Shakira. Protagonista di uno dei più famosi spot Adidas della serie "Impossible is nothing" (quella in cui, come Messi, Ochoa e Guardado, anche lui diventa un cartone animato), figura anche come testimonial per la EA Sports del videogame Fifa 2008, in compagnia di Memo Ochoa e Ronaldinho: una "money-machine" nel simbolo della globalizzazione che non è sfuggita al Real Madrid, il club con il maggior fatturato del Mondo.

Costa 10 milioni dollari, Real in pole

Proprio la "Casa Blanca" negli scorsi mesi è stata abbinata più volte al nome di Altidore, cosìcome il Newcastle (dove andrebbe a comporre uno straordinario tandem di colored con Oba Oba Martins): due squadre, guarda caso, marchiate Adidas, il suo sponsor principale. A gestire il futuro di Jozy potrebbe però essere un altro sponsor, quella Red Bull proprietaria del suo club che potrebbe dirottarlo così già  nel 2009 negli ambiziosi austriaci del Salisburgo Red Bull, squadra attualmente allenata da Giovanni Trapattoni. Il suo contratto scade nel 2011, il suo salario è piuttosto basso (inferiore ai 200mila dollari annui) e la valutazione del suo cartellino può essere stimata intorno ai 10 milioni di dollari: certo, non bruscolini per un giocatore ancora da verificare in un contesto più importante della Major League Soccer, ma se il buongiorno si vede dal mattino del Mondiale Under 20, sono una cifra senz'altro abbordabile per un simile talento.

Nel "Pato-time" che sta attraversando il calcio italiano, Altidore troverebbe certamente una sua collocazione in Serie A e sarebbe un enorme affare mediatico-commerciale garantito addirittura più di quello tecnico-calcistico: immaginate quanti americani farebbero la fila negli "store" della Fifth Avenue per acquistare l'eventuale "jersey #17" di Milan, Inter, Juventus o Napoli? Il mondo del calcio, nel 2000, guarda anche a questo: a patto però che ciò non oscuri il reale valore dell'Altidore calciatore, senz'altro uno dei migliori talenti della sua generazione in un ruolo in cui è difficile trovare un ragazzo con queste caratteristiche fisiche. Ed allora ti aspettiamo in Italia, Jozy: per cancellare la non brillantissima carriera del tuo ex-gm, Lalas, ricordato più per la sua barba rossa che per le sue doti calcistiche.

Playitusa.com ringrazia Tuttomercatoweb per aver concesso la ripubblicazione dell'articolo.

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